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Presentazione stagione 2017/18 – I Senzatempo – Hotel De La Ville – Avellino

Il tema di questa nuova stagione de “I Senzatempo” è legato allo scambio tra generazioni, un ponte ideale tra gli artisti di tutte le parti del mondo che dialogano tra di loro andando aldilà delle differenze generazioni, offrendo un modo di intendere la vita, un modo di raccontare se stessi ed il mondo con i suoi mutamenti, semplicemente muovendo le dita sui bellissimi tasti di un pianoforte o toccando delicatamente le corde di una chitarra”.

Un ponte tra le generazioni. E’ questo il tema di quest’anno della programmazione musicale del 2017/2018 dell’Associazione “I Senzatempo” di Avellino, presentata ieri domenica 22 ottobre, nella bellissima sala dell’Hotel de La Ville, alla presenza di una sala gremitissima di appassionati jazzisti e non solo.

A far gli onori di casa, il Presidente nonchè Direttore Artistico Luciano Moscati, tutto lo staff Direttivo dell’Associazione stessa, l’addetta alla comunicazione Avv. Maria Rusolo, coadiuvati da Tonino Bernardelli, da anni presentatore di tutti i concerti svoltasi al Quirinale e in altri contesti istituzionali di Roma, oltre che di centinaia di concerti dei più grandi Artisti italiani e non solo.

L’attesa era tanta, come le aspettative di un pubblico numerosissimo presente in sala, aspettative, dobbiamo dire, abbondantemente soddisfatte, e che ha portato il pubblico presente a testimoniare il gradimento al programma presentato con un lunghissimo applauso alla fine della visione del video appositamente preparato dall’Associazione per la presentazione del programma stesso.

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Ponte fra le generazioni si diceva e non poteva essere frase più adatta per definire quello che hanno organizzato per i loro associati “I Senzatempo”, si va, infatti, dai 75 anni di un re del jazz come Kenny Barron ai 20 anni di Andrea Motis, ma anche una sorta di viaggio attraverso i vari generi musicali come il soul dei “Camera Soul Orchestra” alla musica che va oltre ogni definizione dei “Volosi” veri e propri virtuosi che presenteranno una musica assolutamente nuova e trascinante, o l’electro ethnic jazz dei “Electro Ethnic jazz trio” feat Paola Salurso, dal fado/folk di Franca Masu all’omaggio alle musiche di Bart Bacharach da parte di una delle voci più belle del panorama jazzistico italiano contemporaneo come Karima, dai virtuosismi della chitarra di Dominic Miller (chitarrista di Sting) al nuovo progetto di Fabio Concato con Paolo di Sabatino Trio, e tante altre sorprese.

I SenzaTempo hanno veramente superato se stessi quest’anno proponendo un programma che non è certamente “da Club” ospitando Artisti che, in altre rassegne o festival, riempiono le sale dei più grandi Teatri o sale del mondo.

Come definito dallo stesso Luciano Moscati, quest’anno si è pensato di proporre 8 concerti tra i più importanti e nuovi progetti musicali sia italiani che internazionali insieme a 5 concerti che sono stati definiti delle vere e proprie “perle”.

Tra gli otto concerti si inizia con i Camera Soul il 29 ottobre che porteranno un progetto che è in vetta alle classifiche e programmato in tutte le maggiori radio inglesi, Danny Grisset 4tet feat Piero Odorici, Andrea Motis & Joann Chamorro Group, vera e propria stella nascente spagnola, splendida voce oltre che bravissima trombettista, Dea Trio feat Stefano di Battista che presenteranno il nuovo disco “Secret Love” il 17 dicembre, il nuovo progetto di Walter Ricci Trio con Daniele Sorrentino al contrabbasso e Lorenzo Tucci alla batteria che lo vedrà tornare al suo amatissimo jazz, un duetto d’eccezione che vedrà la pianista Marlely Pacheco insieme a Joo Kraus (tromba e elettronica) considerato il Paolo Fresu tedesco, “Electro Ethnic jazz Trio” feat Paolo Salurso il 24 febbraio, la musica fado/etnica/folk di Franca Masu in “Cordemar”.

Tra le cinque cosidette “perle” cioe’ cinque Artisti scelti con cura dall’Associazione, vere e proprie chicche di Artisti davvero straordinari troviamo il 14 gennaio Karima nel progetto “Close to you” dedicato alle canzoni di Burt Bacharach , il 3 marzo i “Volosi” gruppo straordinario proveniente dalla Polonia, interpreti di un genere musicale molto particolare, veri e propri virtuosi degli strumenti del violino, viola, violoncello e contrabbasso, il 17 marzo un incontro particolare tra la canzone italiana e il jazz con Fabio Concato & Paolo di Sabatino con “Gigi”, il 29 aprile uno dei pianisti jazz più importanti al mondo, una vera e propria leggenda musicale Kenny Barron il 29 aprile, seguito dal ritorno di Dominic Miller, già ospite de “I Senzatempo” qualche anno fa, che si esibirà nel suo nuovo progetto “Silent Night” il 13 maggio.

Non resta quindi che invitare gli amici de “I Senzatempo” a rinnovare la loro tessera associativa ed invitare tutti gli altri appassionati della vera MUSICA, non solo di Avellino ma di tutta la Campania ed oltre, ad associarsi per poter godere di una programmazione che è davvero strepitosa.

Per maggiori info e dettagli costi: pagina FB Senzatempo Club del jazz
mail: infosenzatempo@libero.it

 

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Nicola Iuppariello e Vincenzo Russo : il sogno divenuto realtà di DiscoDays e Vinilici

di Annamaria De Crescenzo

 

Nell’ambito della XIX Edizione di DiscoDays del 7 e 8 ottobre scorso, abbiamo avuto modo di parlare con i due organizzatori della Fiera del disco e della musica che dal 2008 stanno realizzando un grandissimo progetto.

Di seguito l’intervista a “due voci” dei due imprenditori napoletani.

DiscoDays è un progetto , unico nel suo genere, ma soprattutto molto particolare visto che non ci sono altre occasioni, almeno qui a Napoli, di dare un così ampio spazio agli appassionati del Vinile. Come mai questa scelta e, siate sinceri, Vi aspettavate un così tanto successo sempre maggiore di anno in anno sia a livello di affluenza di pubblico che di consensi da parte della stampa specializzata in eventi musicali ?  

Nicola: Ho creduto nel supporto vinile prima che se ne iniziasse a parlare, poi i numeri sono incominciati ad aumentare ed il mercato segna una costante crescita anno dopo anno. Un anno al ritorno della fiera del disco di Berlino mi dissi “perché non farne una anche a Napoli”. Tutto ha avuto inizio all’ArtGarage di Pozzuoli grazie al sostegno di mia moglie, l’amicizia di Cosimo Flavio Gioia e l’entusiasmo di Antonio Elia. Il successo è frutto dell’impegno e della passione per la musica. Se me lo aspettavo: non lo so, forse si altrimenti non avrei intrapreso questo viaggio. I consensi sono dovuti soprattutto dall’impegno profuso in questi anni dalle persone che hanno lavorato all’evento, apportando un segno distintivo a DiscoDays attraverso la condivisione della loro passione.

Vincenzo: Sulla scelta di creare una fiera del disco a Napoli, Nicola sarà sicuramente più preciso, sulla crescita degli appassionati del Vinile c’è da focalizzarsi sulla completezza di questo supporto che porta la Musica ad un’esperienza multisensoriale. Musica che si “ascolta” piuttosto che Musica che si “sente”. Quanto al successo di DiscoDays, l’ambizione è che possa ancora crescere.

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HENRY RUGGERI : Trent’anni di passione per la fotografia e per la musica

Di Annamaria De Crescenzo

DiscoDays XIX edizione 7 – 8 Ottobre 2017_Teatro Palapartenope _Henry Ruggieri e Annamaria De Crescenzo

Napoli 8 Ottobre 2017,  Casa della Musica (Napoli)

Nel corso di DiscoDays, oltre ad intrattenersi con fotografi, addetti stampa e pubblico, Henry Ruggeri ci ha gentilmente concesso una sua breve intervista.

  • Henry Ruggeri, fotografo strepitoso, conosciutissimo in tutta Italia: Come nasce l’idea di presentare una tua mostra fotografica proprio qui alla XIX Edizione di Disco Days?

Innanzitutto sono stato tre anni fa onorato del Premio DiscoDays, Nicola e Vincenzo hanno voluto farmi questo omaggio graditissimo. Quando l’ho saputo sono letteralmente impazzito per due motivi: il primo per la città di Napoli perché ritengo questa città importantissima a livello culturale e quindi ne sono assolutamente innamorato e non potevo rifiutare di ricevere un premio così prestigioso proprio in questa città meravigliosa. Il secondo è che venivo premiato l’anno successivo a quello in cui fu premiato uno dei miei miti in assoluto, Guido Harari, e questo non poteva che riempirmi di ulteriore orgoglio. In quell’occasione promisi agli organizzatori di ritornare appena concluso questo progetto che sto portando in giro per l’Italia di foto e memorabilia e quest’anno è arrivata l’occasione giusta per farlo. Ed eccomi qui.

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I Virtuosi di San Martino : Il Teatro che affascina – Intervista al Maestro Roberto Del Gaudio

Di Annamaria De Crescenzo

Prima di andare in scena il Maestro Roberto Del Gaudio ci ha concesso una bella e interessante intervista:

Parliamo oggi con uno degli Artisti più interessanti del panorama teatrale italiano, leader dei Virtuosi di San Martino, Roberto Del Gaudio. Come nasce l’idea del nome del gruppo e quando nasce quest’idea di fare teatro, cabaret, musica in una sorta di spettacolo nello spettacolo?

La scelta del nome Virtuosi di San Martino risale alla notte dei tempi, credo nel 1994, quindi davvero tantissimi anni fa. Perché questo nome? mah! Forse perché San Martino è il protettore dei “cornuti” secondo la tradizione popolare e magari ci ha ispirato questo fattore, oppure perché San Martino è il Santo di questa breve estate invernale che avviene a novembre e dunque poiché il virtuosismo, la tecnica attoriale, i rudimenti del mestiere di stare in scena sono ormai un ricordo dei tempi andati, una specie di estate fuggevole, ecco quindi il discorso che si riallaccia a San Martino, e al nome scelto per il gruppo.

Riguardo poi all’idea di far sprofondare in scena vari linguaggi tra i quali quello teatrale e quello musicale, quest’ idea non è stata un’idea dei Virtuosi di San Martino ma è un’idea che esiste da quando esiste il Teatro, considerato che la tragedia greca, ad esempio, era cantata. Oggi invece vengono riprodotte le tragedie greche senza musica anche a Siracusa e sono una cosa spaventosa, è come leggere un libretto di un’opera di Rossini o di Verdi senza musica. Il grande Teatro dell’Occidente ha avuto da sempre uno strettissimo legame con la musica ed ecco quindi, attenendoci agli autori più vicini a noi, Brecht, Petrolini, Viviani solo per citarne alcuni, è venuta fuori l’idea di riproporre con forza e con tenacia questo tipo di Teatro.

 

Obiettivo riuscitissimo visto anche il talento dei musicisti che ti accompagnano in scena

I musicisti che sono con me sul palco (Carmine Ianniciello violino, Federico Odling violoncello, Vittorio Ricciardi flauto, Carmine Terracciano chitarra) infatti non sono mai stati meri esecutori della musica proposta ma veri e propri protagonisti dello spettacolo stesso. Infatti sebbene siano tutti professori di Conservatorio guidati da un eccellente compositore come Federico Odling in scena sono “attori della loro musica” nel senso che è come se recitassero una parte, tramutando un quartetto classico in un vero e proprio coro greco, che prende parte alla vicenda attivamente e contrappuntando le tesi e le storie della “voce narrante” che sarei io. I Virtuosi quindi sono un fenomeno “comico” che affonda le sue radici nella tragedia greca, anche se questo non sempre ci viene riconosciuto. Infatti spesso, quando parlo con i giornalisti mi chiedono “Ma tu sei un musicista?”, non capendo che il Teatro greco era in origine strutturato proprio in questo modo, non come quello di oggi, che è incasellato in specifici generi come al supermercato ci sono i vari scaffali e i vari settori. Invece il Teatro dovrebbe essere tutt’altro, è il luogo dove tutte le competenze dovrebbero interagire e sprofondare. Infatti mi manca molto nella nostra esperienza artistica avere 4 danzatori classici ovviamente, 4 Tersicorei, facendo capire che il nostro Teatro non è “all’avanguardia” ma è al contrario un Teatro che affonda le sue radici nel Teatro greco. Oggi poi il termine “avanguardia” è fortemente abusato e utilizzato in maniera impropria, è diventato un pretesto per abolire la tecnica. Cioè qualsiasi persona che non sa far nulla si mette a fare il regista o l’attore di avanguardia, come diceva Pasolini “Qualsiasi artista che non è tale, si può professare artista all’avanguardia mettendosi al di fuori delle regole”. Invece le regole ci sono eccome. È come se qualcuno si mettesse a giocare a tresette con uno che sta giocando ad asso pigliatutto. Nel mio Teatro invece le regole ci sono e tutto non è frutto di mera improvvisazione ma è una seria ricerca e un’elaborazione e rielaborazione di regole antiche ma sempre attualissime per fare il vero Teatro.

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Napoli incontra il Mondo: Musica e cultura internazionale alla Mostra D’Oltremare di Napoli

Articolo e foto di Annamaria De Crescenzo

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Mai un’esposizione e un festival di così tanto successo nella nostra città come lo è stato “Napoli incontra il mondo”. Per due week end (il primo dal 30 giugno al 2 luglio e il secondo dal 7 al 9 luglio) 250 mila spettatori dei quali circa 50mila provenienti da fuori Regione hanno potuto “vivere” e “assaporare” la cultura, la cucina, gli spettacoli e le danze tipiche in 15 Festival che rappresentavano altrettanti Paesi del mondo intero. L’organizzazione dell’expo ha raggiunto un successo strepitoso: tutti gli spettatori hanno potuto visitare, in oltre 150.000 mq di superficie della Mostra D’Oltremare, oltre 800 stand, e potuto assaggiare specialità di tutto il mondo in oltre 40 punti di ristoro, oltre a visitare mostre, assistere a spettacoli e manifestazioni sportive come quelle delle arti marziali, danza e di altre discipline sportive di grandissimo livello. Continua a leggere

I profumi del Napoli Pizza Village sul Lungomare dal 17 al 25 giugno

pizzaDa domani mattina profumo di pizza sul Lungomare Caracciolo di Napoli con la settima edizione del Napoli Pizza Village 2017 che accende i sui 50 forni a legna dalle 12.00, dando la possibilità di mangiare nei week end  anche a pranzo, la pietanza più famosa al mondo. Al tramonto l’inaugurazione ufficiale con il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che alle 19.00 inizierà la sua passeggiata sul Lungomare accompagnato dall’assessore alle attività economiche, Enrico Panini.

Da piazza della Repubblica attraverserà l’area Kids dove i bambini imparano giocando le regole della giusta alimentazione e la storia della pizza per passare ai forni di Rossopomodoro  del NPV Class dove tutti possono imparare ad infornare e impastare grazie ai maestri pizzaiuoli e, da quest’anno, sarà possibile anche apprendere come si frigge, grazie alle Femmene Pizzaiuole, capitanate dall’ex campionessa Mondiale Teresa Iorio.

A metà del percorso, alla Rotonda Diaz, campeggia il track di RTL 102.5 che trasmette ben 4 programmi in diretta dal lungomare di Napoli.  Di fronte, lo stadio della Pizza, dove da lunedì si daranno battaglia oltre 650 pizzaiuoli per il Mondiale che assegnerà mercoledì  il 16° trofeo Caputo.

Lungo il tragitto ci saranno gli stand delle graffe fritte, delle bevande e del caffè che possono essere acquistate con il ticket di 12 euro, che comprende anche la pizza e che può essere acquistato on line e alle 26 casse del villaggio. Continua a leggere

Maurizio Casagrande – “E la musica mi gira intorno” – Anfiteatro di Avella

“Un uomo senza passato è un uomo senza futuro e visto che  vorrei evitare questa spiacevolissima situazione e, anzi, visto che ci tengo particolarmente ad avere un futuro e anche, laddove possibile, molto lungo, ecco qua che provo a raccontarVi la mia storia”.

Maurizio Casagrande esordisce così, venerdì 9 giugno,  sul palco dell’Anfiteatro Romano  di Avella per Avella Art Festival, rassegna organizzata dal Comune di Avella e co-finanziata dalla Regione Campania che durerà da giugno a settembre con una serie di eventi e spettacoli di musica, teatro, danza e cultura in generale ambientati in tutte le straordinarie location archeologiche e storiche di Avella, oltre che nello stesso Anfiteatro anche in luoghi unici come le Tombe Romane o il Castello.

Lo spettacolo “E la musica mi gira intorno” del quale Casagrande è attore, regista e autore insieme a Francesco Vellona, è stato un autentico successo con più di 700 spettatori che non solo si sono divertiti grazie alla bravura e il talento di Maurizio Casagrande ma anche intrattenuti con lo stesso attore dopo lo spettacolo, il quale ha dimostrato la sua simpatia, verve, e assoluta disponibilità verso il suo pubblico che lo ha omaggiato  e ringraziato per le emozioni e il divertimento che solo uno spettacolo come questo sa dare.

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Lino Patruno: oltre 50 anni di jazz vissuto e raccontato

Prima di salire sul palco della sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, per l’evento “Cento Anni di Jazz 1917-2017” Abbiamo avuto una interessante chiacchierata con il Mo.Lino Patruno  che gentilmente si è concesso alle nostre domande.

  •  Lei è   considerato uno dei più grandi Maestri del jazz contemporaneo riconosciuto non solo in Italia ma anche a livello internazionale ed è un grandissimo onore per noi parlare con Lei. Prima di parlare del progetto di stasera, torniamo un attimo indietro. Quando nasce la sua passione per la musica e per il jazz in particolare ? E quali sono i suoi inizi della sua ormai lunghissima carriera ?

La mia passione per il jazz nasce quando ero ancora ragazzino e subito dopo la guerra andai ad abitare a Roma. Fra i vari film che vidi ce ne fu uno che mi “rapì” completamente dal titolo “Due ragazze e un marinaio” con Van Johnson e Gloria De Haven. Ebbene nel film c’era anche il trombettista Harry James con la sua orchestra che suonava “Sweet and Lovely” e quei suoni cominciarono ad affascinarmi per non lasciarmi in seguito mai più. Nel film c’era anche l’attore Jimmy Durante che, per chi non lo sapesse, negli anni ’10 è stato uno dei pionieri della storia del jazz come pianista prima di far l’attore. Crescendo mi trasferii a Milano e nei primo anni ’50 ero studente all’istituto tecnico Carlo Cattaneo. Cominciai a frequentare i locali alla moda attratto sempre più dal jazz che allora andava molto di moda sulla scia dell’esistenzialismo che però arrivava dalla Francia e il jazz ne era la colonna sonora. Misi in piedi una delle mie prime band i “ Seven Diplomatist Jazzmen” in cui suonavo il pianoforte che strimpellavo in casa senza aver mai studiato una nota. Quello fu l’inizio della mia lunghissima carriera. Perché il jazz? Perché era l’unica alternativa alle canzonette della radio di Nilla Pizzi e Claudio Villa. Continua a leggere

Gennaro Porcelli: l’Eric Clapton di Napoli

Prima di salire sul palco del Teatro Posillipo, nell’ambito della prima edizione di “The Naples Rock & Roll Value” , una splendida chiacchierata con Gennaro Porcelli.

  • Siamo con il re della chitarra Gennaro Porcelli. Sappiamo della tua grande amicizia con Gino Giglio ma vogliamo sapere da te il perché della tua partecipazione a questa ultima serata e i motivi per i quali sono importanti serate come queste

Innanzitutto con Gino c’è un’amicizia fraterna. Certo suonare con delle Tribute band non è una cosa che faccio spesso ma stasera è una serata particolare perché farò una versione speciale di uno dei brani più famosi di Pino Daniele, a Cava dei Tirreni con Eric Clapton. In questo caso do un piccolo tributo anch’io, nel mio caso al grande Clapton e questa cosa mi ha invogliato ancora di più a partecipare, e a “provare” a dare il mio modesto contributo ad un vero capolavoro di Pino.

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Addio a Rino Zurzolo, Anima Nobile di Napoli

di Giorgio Borrelli

rinoAddio a Rino Zurzolo, Anima Nobile di Napoli.   Immagini, profumi, ricordi si rincorrono e si mescolano nella mente.  Emozioni, il cuore che batte, voler credere a tutti i costi in un sogno.  Tutto questo è Rino Zurzolo: un uomo schivo ma, unito al suo contrabbasso, in grado di esprimere tutta la solarità di Napoli.

Si! Napoli.  Ascolto la musica composta con Pino e vedo i vicoli della mia città, i suoi profumi,  le sue luci. Il successo di un musicista non si misura dalla quantità di dischi venduti ma dalla capacità di trasmettere emozioni, riuscire ad incarnare un luogo, un’epoca e restare lì immortalato nel tempo e nello spazio. Così come per Pino Daniele, Massimo Troisi e altri importanti personaggi vissuti tra le stradine tumultuose e ricche di Partenope, Rino è un Amico, un parente, lo senti vicino anche se non lo hai mai conosciuto….E’ parte di te, parte di noi.  Siente fa accussì…nun da retta a nisciuno…

Portavoce del vero neapolitan power, emblema di una città in fermento e ricca di esplosioni culturali, Zurzolo ha il merito di aver contribuito al risveglio della coscienza collettiva di una città che vuole riscattarsi dinanzi al mondo. L’uomo che, fino alla fine, lotta con una malattia che non conosce rispetto, non conosce la bellezza dell’armonia delle note e, sprezzante, tenta di rubare colori e suoni che in realtà non spariranno mai.  ‘A speranza è sempe a sola e nuje pigliamme sempe ‘e sóle?

Non credo , questa volta non credo.

Resti immutabile nel cuore. Vai mo’….. il nostro  cuore è con te. Rino ❤️

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