Category Archives: Speciali

Intervista con Pino Jodice: la musica degli Xenia

di Annamaria De Crescenzo

La bellezza della musica e’ che ti da’ l’occasione di poter scoprire ed apprezzare non solo musicisti di straordinario talento ma anche generi musicali che attraversano varie sfumature e “colori” della musica stessa, soprattutto quando queste si concretizzano in un gruppo di grande fascino musicale come lo e’ XENIA Sextet.

Ospiti della rassegna “Jazz & Baccala’ ” che si svolge ormai da 5 anni al Teatro Summarte di Somma vesuviana (NA) organizzata e diretta da Elio Coppola, che quest’anno vede, per il secondo anno consecutivo, la collaborazione con un-altra rassegna jazz di grandissimo livello come “Napoli Jazz Winter” organizzata da Napoli Jazz Club e diretta da Michele Solipano, i Xenia Sextet , guidati da Pino Jodice, hanno letteralmente conquistato il numeroso pubblico in sala con la loro particolarissima musica, fatta di jazz, latin e fusion interpretata con grandissima maestria e talento.

Dopo il concerto stesso, abbiamo avuto la possibilita’ di conoscere meglio il gruppo tramite le parole dello stesso ideatore/ispiratore Pino Jodice.

a) Il nome XENIA che ha /avete scelto per il gruppo sembra molto particolare. Chi ha fatto questa scelta e perché?

Il nome è stato scelto da me. Significa straniero (Xenos). In effetti noi musicisti ci sentiamo un po’ stranieri, sia fisicamente perché siamo in continuo movimento in giro per il mondo come nomadi, sia dal punto di vista filosofico perché siamo sempre alla ricerca del bello, di un mondo senza confini, di un mondo diverso da quello che stiamo lasciando ai nostri figli…insomma alla ricerca di una speranza che possa permettere di godere della fruizione di qualsiasi espressione artistica, culturale. Io sono fermamente convinto che la Musica ci salvera’.

b) Il gruppo è nato 24 anni fa, sull’idea di riunire degli amici/musicisti che mettono la musica al centro della loro creatività e professionalità . Ci puo’ parlare di più dei suoi compagni di viaggio?

In quegli anni si sognava molto, probabilmente il periodo storico più interessante, culturalmente parlando, perché non si respirava aria di crisi e si investiva molto nella Musica, Cultura ecc.. Roma era un riferimento per tutti i musicisti ed era crocevia di incontri straordinari dal punto di vista jazzistico; potevi incontrare chiunque tra i musicisti americani più blasonati e si suonava davvero tanto. Ricordo delle jam session straordinarie fino all’alba.

E suonando proprio in quegli spazi ci siamo incontrati io, Pietro, Rocco Zifarelli, Marco Siniscalco e successivamente con Paolo Recchia che è il più giovane tra noi. Con Giovanni Imparato ci conosciamo invece da molto prima quando io e mio fratello Pietro abitavamo ancora a Napoli. Al di là della profonda amicizia ci lega la stima reciproca e la voglia di fare sempre meglio insieme. Dopo il primo cd “Terre” che vede la presenza anche del mitico Paul McCandless (oboista e sassofonista degli Oregon) abbiamo fatto molti concerti e questo ci ha dato la possibilità di essere conosciuti anche in altri ambiti e permesso di intraprendere lavori professionalmente di elevato spessore artistico, rendendo più difficile mantenere gli impegni con Xenia e abbiamo deciso successivamente di interrompere questa attività concertistica per affrontare diverse esperienze. Rocco è diventato uno dei musicisti di riferimento del grande Ennio Morricone e ha coronato il sogno l’estate scorsa di suonare nell’orchestra di Quincy Jones ad Umbria Jazz.

Marco è il bassista di una delle formazioni più acclamate degli ultimi anni Aires Tango e con Pietro fanno insieme una delle ritmiche più richieste attualmente in Italia e all’estero. Giovanni è una star dell’orchestra Italiana di Renzo Arbore oltre ad aver suonato con tutti in Italia tra artisti pop e latin jazz. Artista partenopeo tra i maggiori esperti di Afrocubanía. Giovanni Imparato è Babalawo iniziato alla regla de Ifà, Santero iniziato alla “Regla de Osha”, è Omoalàña, sacerdote di Añá (tamburi batà consacrati), e arricchisce la sacralità dell’opera di Pergolesi senza confini religiosi, con i suoi melismi vocali, che ricordano i Mantra e con il suono dei tamburi Batá, tamburi sacri usati nelle cerimonie della santería cubana della tradizione Yoruba: Cuba custodisce il codice più “aulico” dell’Africa, ossia la fonte sapienziale della “Regla de Ifá”, ossia una tradizione millenaria rigorosamente orale che, traspone musicalmente sui tamburi Batá la descrizione iniziatica della cosmogonìa regale del continente “madre”.

Paolo Recchia è il più giovane e lo abbiamo visto crescere incredibilmente mostrando a livelli altissimi il suo talento in Italia e all’estero. Oggi è un artista affermato ed è leader di un suo trio, quartetto e ha all’attivo già diverse pubblicazioni a suo nome. Una garanzia di qualità, talento e professionalità. Io e mio fratello Pietro siamo cresciuti insieme studiando e suonando a casa…da trent’anni abbiamo condiviso orchestre jazz, formazioni e tantissime registrazioni di dischi in studio e live. L’interplay che ho con lui è davvero difficile da ottenere con qualcun altro per affinità elettiva e per aver condiviso una vita intera la Musica.

c) La musica degli Xenia è sembrata una musica molto particolare: elementi jazz intrecciati con fusion, latin jazz ma anche elementi di influenza rock. Ce ne puo parlare più diffusamente?

Xenia è il risultato di esperienze musicali di diversa estrazione, io provengo da una formazione classica di tipo accademico, ho suonato in formazioni da camera, etniche, jazz, jazz rock, orchestrali, e non ho mai disprezzato alcun genere musicale. Ho sempre pensato che qualsiasi tipo di musica anche semplice potesse insegnarmi qualcosa che avrei poi dopo inserito nella mia creatività. Non sono un jazzista “Talebano”, conservatore e amo la diversità che per me rappresenta un valore aggiunto e proprio dalla mescolanza di generi sono uscite fuori le migliori opere.

d) Due gli album degli Xenia uno dopo cinque anni uno adesso in pubblicazione . Ci puo parlare di entrambi ?

“Terre” è il primo CD e racchiude principalmente brani di mia composizione, un brano di Rocco Zifarelli e uno di Marco Siniscalco. Una memorabile recording session resa possibile alla grande visionaria sensibilità di un grande produttore quale era Biagio Pagano della Via Veneto Jazz, etichetta ancora tra le più importanti in Italia. Biagio mi chiese con quale artista vuoi registrare questo CD? io dissi mi piacerebbe con il sassofonista/oboista degli Oregon Paul McCandless…il giorno dopo coronò il mio sogno…e quello è stato un disco fortunatissimo perché fu in classifica nelle radio internazionali ai primi posti tra i dischi più ascoltati e richiesti insieme ad artisti del calibro di Pat Metheny…insomma fu subito un successo e inaspettato per il genere musicale che rappresentava…ma si impose immediatamente come una musica senza confini…originale e di spessore artistico. Il nuovo lavoro ha un suono completamente differente perché risente di tutte le esperienze che hanno confluito nella nostra attività concertistica e che hanno lasciato un segno indelebile nella nostra formazione artistica. Trovo che ci sia una maggiore consapevolezza della musica suonata e una sintesi che in passato non avevamo per ingenuità e inesperienza se pur artisticamente di altissimo livello…Il nuovo CD si chiamerà Countdown…un conto alla rovescia per ritrovare rinascita e rinnovamento dell’Uomo…che oggi stà andando verso un imbarbarimento consapevole e rassegnato…per questo credo che la Musica ci salverà…e musicalmente il brano che dà il titolo all’intero album è costruito su una metrica decrescente infatti il tema è formato da una misura di 4/4, seguita da una di 3/4, 2/4 e 3/8…e si ripete sempre così in maniera regolare e simmetrico.

Anche in questo album ci saranno un brano di Marco, di Rocco e uno di Giovanni in 5/8 perfettamente in linea con tutti i brani. Suonare sui tempi dispari come se suonassimo dei semplici tempi pari è sempre stata una nostra sfida

e) Durante la serata al Summarte ha dato molto spazio al primo album ma anche un anticipo su “Countdown” . Quali sono gli elementi che caratterizzano la vostra vena creativa e la vostra musica come Xenia ?

Del primo album abbiamo suonato due mie composizioni Terre e Jamna (affluente del fiume Gange) e del secondo album che andremo a registrare nei prossimi mesi, Countdown, Mysterious, Inner Voice, Jungle, Crossroads, e uno di Marco Siniscalco Anime Mobili un brano molto intimo e di gran classe. Gli elementi che caratterizzano la nostra idea di Musica sono la melodia, che nel mio caso si rifà alla tradizione partenopea, mediterranea che appartiene alle mie origini, il ritmo spesso in tempo dispari, armonie Stravinskjiane, moderne e una continua ricerca dell’interplay.

f) Durante il concerto come leader è stato l’elemento che ha unito tutti i talenti dei suoi compagni di palco e allo stesso tempo a dare spazio alle composizioni di tutti gli altri musicisti del gruppo. Quale è il suo segreto di musicista e compositore ?

Avere fiducia, stima e voglia di condividere il proprio sapere con chi hai affinità rappresenta non il segreto ma l’elemento fondamentale per fare Musica. Se non ami condividere il tuo piacere e la tua esperienza con qualcuno che stimi rischi di suonare per tutta la vita da solo…io voglio suonare con tutti quelli che lasciano aperto il canale della “comunicazione” a tutti i livelli espressivi.

g) Cosa c’e’ nel futuro degli Xenia ?

Per ora la registrazione del nuovo CD e tantissimi concerti in Italia e all’estero. Crediamo molto in quello che stiamo facendo e del fatto che abbiamo ancora oggi qualcosa da dire musicalmente e umanamente. Il pubblico che viene ad ascoltarci ci testimonia con affetto e competenza che il linguaggio che utilizziamo è moderno e originale nello stesso tempo e comunica gioia, emozione e professionalità. Qualità che dovrebbero essere sempre in primo piano musicalmente e culturalment. Purtroppo non sempre riceviamo questo da chi controlla i media e dallo Show business di questo momento storico davvero complesso e difficile. Non ci resta che continuare a sperare in un cambiamento di direzione migliore, consapevole e in più breve tempo possibile. Incrociamo le dita per i nostri figli e per restituire a loro la possibilità di continuare a sognare. I progetti futuri dipenderanno proprio dalla volontà di continuare a condividere i nostri sogni con tutto il pubblico che ci verrà ad ascoltare.

 

Diego Moreno presentazione del nuovo disco “Canzoni di BuOngustO”

di Annamaria De Crescenzo
Foto di: SpectraFoto

Martedì 22 maggio nella sala della Casina Pompeiana di napoli si è svolta la conferenza stampa, condotta egregiamente da Antonello Perillo caporedattore centrale responsabile Tgr RAI della Campania e dal giornalista RAI Gino Aveta, e lo showcase di presentazione del nuovo disco di Diego Moreno dal titolo “Canzoni di BuOngustO”.

La stessa conferenza è stata anticipata dalla presentazione, tramite una delle volontarie dell’ Associazione stessa Annamaria Imparato, è stato proiettato un video molto toccante sui progetti di sviluppo e sostegno per l’Africa organizzati da “I Care” che si è occupata, oltre ad illustrare le varie attività ed iniziative anche di accogliere i numerosi ospiti della conferenza stampa invitati dallo stesso Diego Moreno che ne ha curato l’organizzazione in ogni suo dettaglio. Continua a leggere

“Viktor Viktoria” con Veronica Pivetti al Teatro Augusteo di Napoli fino al 29 aprile

di Francesca Petrillo

A volte ciò che è ridicolo, è necessario”, sono queste le parole di una
donna (Susanne Weber)  interpretata da Veronica Pivetti che si finge
uomo che però si finge donna, protagonista della commedia riscritta da
Giovanna Gra e diretta da Emanuele Gamba.
Susanne Weber è una donna che, in cerca di scrittura
e di fama, approda in una Berlino devastata dalla miseria della
repubblica di Weimar. Affiancata da due uomini, i quali in un modo o
nell’altro faranno parte della sua vita: l’immigrato italiano Vito Esposito
(Yuri Gugliucci), che parte dalla povertà per arrivare alla ricchezza,
ma comunque sia riesce a conservare il suo cuore, e l’affascinante
conte Frederich Von Stein, interpretato da Giorgio Lupano.
La Berlino degli Anni Trenta fa da sfondo ad una vicenda che, con
leggerezza, arriva in profondità. Continua a leggere

Recensione: La mostra “Io Dalì” al Pan di Napoli fino al 10 giugno 2018

di Clementina Abbamondi

Genio e immortalità in due parole Salvador Dalì (1904-1989) uno dei più grandi artisti del XX secolo, disegnatore, scrittore, scultore, designer, cineasta, scenografo.

Bellissima la mostra che Napoli gli dedica “Io Dalì” una grande retrospettiva presso il Palazzo delle Arti che si articola attraverso un percorso espositivo capace di svelare la complessità dell’azione creatrice alla base del personaggio di Dalì.

Nell’esposizione sono presenti anche le performance e le frequenti apparizioni nei mezzi di comunicazione: dalle copertine delle riviste, alla partecipazione a concorsi televisivi. Dalì nei video fa di se stesso un’opera d’arte.

Nel percorso espositivo si possono ammirare anche delle straordinarie fotografie di Philippe Halsman che hanno come soggetto i suoi celeberrimi baffi. Dalì si impegna affinchè il suo aspetto e il suo comportamento vengano considerati surrealisti come la sua arte. Continua a leggere

Back on the Ground – Il piacevole incontro con Paolo Palopoli e Sergio Forlani.

Di Giorgio Borrelli

Paolo, Sergio, innanzitutto grazie per aver accettato la nostra intervista.

Back On The Ground, uscito per l’etichetta Full Heads, segna il vostro ritorno in sala di incisione rinnovando, in tal modo, la già pluriennale collaborazione. Come, quando e perché vi è venuta l’idea di questo progetto e quanto tempo vi è occorso per inciderlo?

Paolo: l’anno scorso Sergio ed io ci siamo rivisti ed abbiamo iniziato a lavorare alla stesura di questi brani, a cui è seguito un lavoro di prove con la ritmica (Contrabbasso e Batteria) che è stato molto utile per capire il groove da imprimere al progetto. Molto spesso si incidono i dischi e poi si suona live e ci si rende conto che si potevano fare delle modifiche, invece noi abbiamo voluto fare il contrario, suonare ed essere convinti di quello che avremmo registrato, prima di entrare in sala.

Sergio: L’ idea di far uscire Back on the Ground mi è venuta esattamente un anno fa, Paolo era tornato dagli States e l’ho contattato proponendogli di tornare in pista con un nuovo progetto, questa volta tornando alle nostre radici jazz/fusion. Per incidere le basi degli otto pezzi abbiamo impiegato 5 giorni, altri turni di sala ci sono serviti per sovraincisioni e correzioni.

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L’INTERVISTA AD ALBERTO LA NEVE e FABIANA DOTA : LIDENBROCK-CONCERT FOR SAX & VOICE

Di Giorgio Borrelli

Alberto e Fabiana innanzitutto grazie per l’intervista.

– Il vostro ultimo lavoro “Lidenbrock” è chiaramente ispirato al romanzo di Jule Verne: “Viaggio al centro della terra” ed in particolare dal personaggio Otto Lidenbrock. E’ dunque un viaggio introspettivo che, attraverso scenari onirici, narra anche di voi. Come siete giunti alla composizione di questa suite?

Prima di tutto, grazie a lei per aver dato spazio al nostro nuovo lavoro discografico. “Lidenbrock – Concert for Sax and Voice” è sicuramente nato da un viaggio alla scoperta di me stesso. Ha avuto diverse fasi di scrittura, fino a che non ha trovato il suo equilibrio con il timbro vocale e la personalità artistica di Fabiana Dota. E’ nato dalla mia profonda passione per uno scrittore “avanguardista” come Verne. Uno scrittore che ha spesso ispirato la mia creatività compositiva. Di sicuro dentro questo lavoro non scorre solo la fantasia verniana ma anche le personalità di chi ha scritto e interpretato la composizione musicale. Continua a leggere

Christmas Aperitif per inaugurazione nuova sede HEALTH PARK di Napoli

di Francesca Petrillo

Il 14 dicembre 2017 si è tenuto a Napoli il Christmas Aperitif presso la sede di Via Schipa n. 40 firmato Health Park.

Tra i presenti, pronti a soddisfare ogni curiosità, vi era lo staff medico dell’Health Park, l’amministratore unico Architetto Folco Grimaldi, il direttore sanitario e medico chirurgo estetico il Dottor Adriano Santorelli, la responsabile del servizio qualità Dottoressa Vanessa Salzano e infine, non meno importante, il medico chirurgo Dottor Sergio Marlino.

Inoltre l’incontro è stato molto gradito da un pubblico molto interessato e attento alle parole degli specialisti, il quale ha colto l’occasione per una spiegazione esaustiva per quanto riguarda le mille domande che le donne si pongono su interventi di piccoli o grandi inestetismi della pelle le fasi del pre- e post-operatorio.

Anche la ragazza immagine dell’Health Park, nonché testimonial della Spa, era presente alla conferenza, la quale ha potuto confermare la professionalità che contraddistingue il Gruppo Health Park, un team composto da eccellenze, che si occupa da oltre cento anni della salute e bellezza degli italiani.

Il loro motto è: “Professionalità, Storia e Ricerca”.

Non è finita qua, a seguire per coloro che hanno avuto bisogno di chiedere ulteriori chiarimenti, vi è stata la disponibilità di dialogare con gli esperti in modo informale, chiacchierata accompagnata da un buffet di dolci e rustici offerto gentilmente da Poppella.

Affrettatevi in molti a conoscere i percorsi di bellezza 2018 e i pacchetti di medicina estetica riservati a tutti voi! Buon natale e buon anno a tutti.

 

Victor Zeta e i Fiori Blu: due chiacchiere tra un viaggio e una canzone

A distanza di circa quattro anni dall’ultimo lavoro discografico, ritorna Victorzeta e i Fiori Blu con il singolo “Immigrant Cancion”. Il brano vede la partecipazione di Costel Lautaru dei Lautari din Rosiori, fisarmonicista rumeno che conferisce al brano un inconfondibile sapore balcanico. Partendo da questo brano che parla con leggerezza ed ironia di lavoro, immigrazione e soprattutto integrazione, abbiamo scambiato due chiacchiere con Victor Zeta per conoscere meglio la sua musica e il suo pensieri in attesa del disco che uscirà a breve. Continua a leggere

Intervista ai Camera Soul: il nuovo fenomeno jazz italiano

camera soul

Una bellissima chiacchierata con Maria Enrica Lotesoriere, voce e autrice testi dei Camera Soul, sugli inizi del gruppo, i suoi successi internazionali, e i nuovi progetti che a breve partiranno per questo gruppo di soul funky importantissimo in tutto il mondo.

Partiamo dagli inizi di Camera Soul. È il 2011 quando i due fratelli Lombardo decidono di cimentarsi in uno dei generi da loro amati e cioè il soul funky, i Camera Soul appunto. Ci parli di questo progetto che in sei anni ha scalato le vette delle classifiche di tutto il mondo?

Il progetto è stata un po’ una scommessa di Pippo e Piero Lombardo che hanno scelto di mettere su un gruppo con la musica che loro amano come Al jarreau o gli Incognito, che però raccogliesse al suo interno la musica bossanova, jazz, soul, e hanno pensato prima di tutto alle persone che volevano coinvolgere in tale progetto. Una delle cose più belle di Camera Soul è il fatto che è una “famiglia”, Beppe Sequestro ad esempio è un amico da sempre dei fratelli Lombardo come tutte le altre persone che si sono sempre avvicendate nel gruppo. Il tipo di musica che loro hanno pensato di proporre al pubblico è un tipo di musica molto più “spendibile” per l’estero che per l’Italia, sia per il sound del gruppo che i testi in inglese, ma hanno trovato una persona Marco Rossi che è il loro discografico da sempre (anche dei Marchiobossa) che ha fatto un lavoro splendido, e cosi in poco tempo sono arrivati i primi successi in Inghilterra e negli Stati Uniti, oltre che iniziare ad avere lo stesso successo strepitoso anche in Italia. Continua a leggere

Salvatore Lampitelli in arte Sabba: l’assoluta rivelazione canora del 2017

di Annamaria De Crescenzo

Una voce, un sorriso strepitoso, una grinta fuori dal comune, una grandissima voglia di farsi conoscere ed apprezzare come musicista e cantante, l’incontrastato vincitore di “The Winner is”, talent di grandissimo successo condotto da Gerry Scotti: Salvatore Lampitelli, in arte Sabba.

In attesa del concerto che si terrà domani sera, 10 novembre, al Teatro Bolivar di Napoli, abbiamo avuto l’onore e il privilegio di porgli alcune domande sulla sua carriera e sui suoi progetti.

Iniziamo da te, dalla tua storia. Figlio d’Arte, tuo padre e’ un musicista, quando e come è iniziata la tua carriera di cantante e musicista o, meglio ancora, quando hai sentito dentro di te che nella vita era questa l’unica strada adatta a te e ai tuoi sogni ? Insomma raccontaci di te.

Mio padre da ragazzo aveva una band. Per la famiglia, per il lavoro, non ha potuto portare avanti il percorso di musicista. Ma ancora oggi ha una gran voce. Quando ero piccolo i miei facevano i ballerini, così, standogli dietro, cominciai anche io. Dai 10 ai 18 anni ho portato avanti la mia carriera di ballerino, e sono stato professionista per qualche anno. Quando mi esibivo nelle competizioni open, regionali e nazionali, canticchiavo le canzoni sulle quali ci facevano ballare. Avendo un papà cantante e musicista, ho sempre ascoltato un certo tipo di musica. Così, il passaggio è stato naturale. Ho cominciato a dedicarmi alla musica perché era un’esigenza. La prima esperienza è stata con Franco Del Prete. Con lui e i Sud Express abbiamo realizzato il disco “L’Ultimo Apache” prodotto da Rai Trade. Continua a leggere

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