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Recensione: INCOGNITO ha festeggiato il 29 Novembre al Vox Club di Nonantola (Modena) il suo 40° anniversario di carriera!

Di Gabriele Lugli 
Foto: Gabriele Lugli (http://www.gabrielelugli.com)

INCOGNITO ha festeggiato il 29 Novembre al Vox Club di Nonantola (Modena) il suo 40° anniversario di carriera!

Soul, jazz, funk ed energia pura nel mix della band pioniera dell’acid jazz.

Formatisi nel 1979, gli Incognito capitanati dal carismatico Jean-Paul “Bluey” Maunick (chitarrista, anima e mente del gruppo) hanno pubblicato, in oltre 40 anni di carriera, 15 album e hanno visto alternarsi negli anni decine di musicisti e cantanti, sempre di altissimo valore.

Negli anni gli Incognito hanno mantenuto fede alla loro idea musicale, ovvero quella di un sound che potesse conciliare la raffinatezza del jazz con il calore e la sensualità sonora del soul-funk.

Musica coinvolgente, arrangiamenti ineccepibili ricchi di fiati e percussioni e un groove irresistibile sempre più orientato al contemporany R&B.

 

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Recensione: Carmen Souza ospite del Roma Jazz Fest edizione 2019

di Annamaria De Crescenzo
Foto di Mario Catuogno by SpectraFoto(http://www.spectrafoto.com)

A distanza da quasi un mese dall’inizio del Roma Jazz Festival, durante il quale si sono esibiti sul palco dell’Auditorium Parco della Musica, della Casa del Jazz e del Monk di Roma artisti di livello internazionale, venerdì 28 novembre si apre il week end conclusivo del Festival con il concerto di Carmen Souza.

Nata a Lisbona in una famiglia cristiana di Capo Verde, Carmen Souza è cresciuta in un ambiente linguistico misto di creolo, il dialetto di Capo Verde, che i suoi genitori parlavano a casa e il portoghese, sempre circondata dallo stile di vita di Capo Verde.

Theo Pascal, il suo produttore e mentore, uno dei migliori bassisti del Portogallo, scoprì il suo talento e introdusse Carmen al jazz e ad altre sonorità contemporanee che hanno influenzato notevolmente il suo sviluppo musicale.

Carmen Souza è andata in tournée in tutto il mondo dal 2005 e ha suonato in festival come The North Sea Jazz Festival, Leverkusener Jazztage, San Francisco Jazz Festival e molti altri conquistando un posto speciale e unico nella cultura musicale capoverdiana. Nel 2013 ha vinto il titolo di Migliore cantante femminile e Migliore Musica con l’album Kachupada ai “Grammys” del Capo Verde – Cabo Verde Music Awards 2013.

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Recensione: Sasà Mendoza in “Latin jazz Combo” al Kind of Blue

di Annamaria De Crescenzo

foto di SpectraFoto (http://www.spectrafoto.com)

Sabato 23 novembre sul palco del nuovo spazio per la musica “Kind of Blue” sito ad Agnano, nell’ambito della rassegna Napoli jazz Winter organizzata e diretta da Napoli Jazz Club e diretta da Michele Solipano un nuovo progetto musicale di Sasà Mendoza “Latin Jazz Combo”. Con lui sul palco anche Peppe Sannino alle percussioni, Gianfranco Campagnoli alla tromba, Cristina Zeta alla voce, Dario Spinelli al basso e Domenico De Marco alla batteria con i quali ha dato vita ad una serata di musica dedicata ai ritmi e alle sonorita’ della musica latin jazz, con alcuni delle più belle canzoni della bossanova come “Tristeza” di Toquinho, “Agua de beber” di Antonio Carlos Jobim, “ seguite da brani di milonga e ritmi sudamericani, e brani originali del pianista napoletano, tra i quali “Alba Mediterranea” con i quali ha conquistato la platea.

Musicista partenopeo, Sasà Mendoza si è diplomato in pianoforte al Conservatorio di Salerno nel 1990. Nel 1995 ha inciso il suo primo album “Alba Mediterranea”, dove le suggestioni del sound mediterraneo   sono ispirate dalle leggende, dalla magia e dà i miti classici della grande tradizione partenopea. Artista sensibile ha partecipato a vari progetti culturali con “‘ O Cuorp ‘e Napule” e “Song ‘e Napoli” atti a realizzare progetti di adozione e recupero del   territorio, e del restauro di monumenti della città di Napoli, affiancandosi ad artisti come: Zurzolo, Onorato, Esposito, Senese, Bennato, Cercola, e Gragnaniello con il quale ha collaborato per  diversi anni e partecipato a diversi premi come il premio Tenco 1996, al Festival della Musica di Parigi nel 200, alla IV edizione “Mediterraneo Video Festival” nell’ambito della rassegna internazionale “Mediterraneo tra Musica e Paesaggio”, nel 2004 al “PREMIO CAROSONE” con una rivisitazione in chiave Jazz di  “GUAGLIONE”, dedicandosi anche alla produzione di un cd “Sponde” nel 2006 patrocinato da AMNESTY INTERNATIONAL il cui ricavato andò a favore  di CONTROL ARMS , campagna contro l’uso delle armi, nel 2010 al Teatro Sistina di Roma insieme a numerosi artisti internazionali  tra cui Ennio Morricone ha partecipato ad  uno spettacolo di beneficenza a favore della ricostruzione della “mensa di Celestino” dei poveri de l’Aquila, distrutta dal terremoto, e per  l’acquisto di macchinari per il reparto di Ematologia Pediatrica dell’ospedale Bambino  Gesù di Roma. Nel marzo 2010 al Teatro Greco di Roma insieme con Enzo De Caro in uno spettacolo dedicato a Massimo Troisi dal titolo: POETA MASSIMO”, e sempre nel 2010 ha inciso il suo CD “Guardando il mare”, edito da Blue & Blue musica di Milano da Halidon.

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Recensione: Al Jazz Festival di Bologna : il mondo dei suoni di HERMETO PASCOAL & GRUPO

Recensione e Foto di: Gabriele Lugli (http://www.gabrielelugli.com)

Al Bologna Jazz Festival il mondo dei suoni di HERMETO PASCOAL & GRUPO

Bella serata di brasilian jazz, a dir poco eccentrico.

Nel Grupo,che da solo sa swingare carioca, spiccano tre elementi davvero talentuosi, in testa il grintoso sassofonista.

Hermeto, ha inevitabilmente ipnotizzato e divertito tutta la grande platea dell’Unipol Auditorium per circa due ore con colori sonori e con suoni di giocattoli e oggettistica varia.

Alla fine l’ottuagenario artista alagoense, che Miles Davis chiamò simpaticamente “albino pazzo” ha donato un pezzo scritto a Bologna nel pomeriggio per il pubblico bolognese.

Con lui sul palco Jota P., sassofoni e flauti, André Marques, piano, flauto e percussioni, Itiberê Zwarg, basso elettrico e percussioni, Ajurinã Zwarg, batteria e percussioni e Fábio Pascoal, percussioni.

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Recensione : Per la rassegna JazzMi al Teatro della Triennale di Milano: Enrico Rava Special

Recensione e Foto di: Gabriele Lugli (http://www.gabrielelugli.com)

Nell’ambito di JazzMi, al Teatro della Triennale di Milano, si è svolto il concerto di Enrico Rava Special.

Nella sua lunga carriera Enrico Rava ha collaborato prima con artisti come Gato Barbieri e Steve Lacy, poi con Roswell Rudd, Carla Bley, Cecil Taylor, per citarne alcuni.

Dopo un breve soggiorno a Buenos Aires, poi uno lungo a New York, il ritorno in Italia e le innumerevoli collaborazioni con Lee Konitz, Pat Metheny, Joe Lovano, Geri Allen, Michel Petrucciani, e la predisposizione a scoprire nuovi talenti.

 

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Recensione: AL Teatro Ristori di Verona per la rassegna Jazz en Rose la pianista Hiromi

Recensione e Foto di Gabriele Lugli: (http://www.gabrielelugli.com)

La pianista e compositrice nippo – statunitense Hiromi, protagonista indiscussa del jazz contemporaneo si è esibita l’8 novembre 2019 al Teatro Ristori di Verona per la rassegna Jazz en Rose quest’anno dedicato alla figura femminile.

Hiromi comincia a suonare il pianoforte in giovane età, e già a 12 anni inizia a esibirsi in pubblico. A 17 anni ha l’occasione di suonare dal vivo con il pianista Chick Corea durante un concerto tenuto da quest’ultimo a Tokyo. Nel 1999 Hiromi si iscrive al prestigioso Berklee College of Music di Boston dove studia con il grande Oscar Peterson.

Alla Berklee conosce il celebre pianista Ahmad Jamal, divenuto poi suo mentore. Il suo debutto arriva con l’album d’esordio Another Mind, prodotto dal bassista Richard Evans, già suo insegnante alla Berklee, e da Ahmal Jamal. Con centomila copie vendute e svariati premi, tra cui “Album of the Year” da parte della Recording Industry Association of Japan, Hiromi continua la sua straordinaria carriera portando la sua musica in tour in tutto il mondo e partecipando ai più prestigiosi Jazz Festival internazionali. Le influenze rock, progressive, jazz, fusion l’hanno resa un’artista originale che ottiene grandi riconoscimenti e premi per tutti i suoi dischi.

Nel 2004 pubblica “Brain”, seguito da un tour di concerti che la porta all’Umbria Jazz Festival, dove apre l’esibizione dei “Big Four”: Hancock, Shorter, Corea e Blade. L’album, costituito da 8 brani interamente originali, vanta un vasto repertorio e sorprende con le grandi velocità di “Kung Fu World Champion”, con gli intrecci sinfonici di Desert on the Moon e con i meravigliosi assoli di “Green Tea Farm”.

 

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RECENSIONE: AL JAZZMI sul palco dell’Auditorium di Milano si è esibito Paolo Fresu in “Tempo di Chet”

Recensione e Foto: Gabriele Lugli (http://www.gabrielelugli.com)

In occasione di JAZZMI 2019, mercoledì 6 novembre sul palco dell’Auditorium di Milano si è esibito  Paolo Fresu in “Tempo di Chet”, il progetto teatrale, musicale e discografico che Paolo Fresu, insieme a Dino Rubino e Marco Bardoscia, dedica al grande musicista statunitense Chet Baker.

Lo spettacolo è un omaggio alla musica californiana e alla cantabilità italiana molto cara a Chet, raffinato e intenso trombettista e cantante.

Oggi, quel suono e quella luce rivivono in Tempo di Chet il progetto teatrale, musicale e discografico che Paolo Fresu, insieme a Dino Rubino e Marco Bardoscia, dedica al grande musicista.

Ma ancor più che una rilettura, questa è la messa a nudo del cuore di Chet, in un concerto che rivela la profondità e la grazia misteriosa di una musica braccata dalla vita.

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Recensione: Emilia Zamuner ha presentato al Teatro Diana di Napoli il suo CD “Once Upon a Time”

Recensione di Clementina Abbamondi

Lunedì 11 novembre al Teatro Diana di Napoli si è svolta la presentazione del disco “Once Upon a Time” frutto del prestigioso Premio Internazionale Massimo Urbani ,vinto da Emilia Zamuner a Camerino nel 2016.Il trio che ha accompagnato Emilia era composto da alcuni dei più grandi nomi del  jazz italiano Massimo Moriconi al contrabbasso, Massimo Manzi alla batteria e Piero Frassi al pianoforte che nel 2016 hanno fatto parte della giuria del Premio Massimo Urbani e  hanno decretato la vittoria  della Zamuner. Sul palco sono saliti anche due grandi Maestri Giulio Martino al sax e Marco Sannini alla tromba che hanno seguito il percorso di Emilia e sono stati “responsabili della sua conversione jazz”. Questo concerto ha creato un incontro tra la solidarietà e la musica e ha abbracciato in pieno il concetto di musica e solidarietà. Parte dei ricavi dello spettacolo sarà infatti devoluto in beneficenza per sostenere le attività dell’UNITALSI di Napoli. Emilia Zamuner classe ’93 è figlia d’arte con la mamma Maria Sbreglia e il papà Umberto entrambi pianisti di formazione classica. Dopo aver vinto nel 2016 il Premio Massimo Urbani, partecipa a prestigiosi festival jazz e nel 2019 viene selezionata fra le cinque finaliste del prestigioso premio “Ella Fitzgerald Competition” di Washington (unica artista italiana) e vince con grande successo di pubblico e critica il secondo premio. Emilia Zamuner è anche ideatrice e direttore artistico della Rassegna “Pignatelli in jazz” che si svolge nella veranda neoclassica di Villa Pignatelli. La Zamuner è anche insegnante di canto jazz e pop presso il “Centro della voce “della dott.ssa Marina Tripodi, sua vocal trainer. Dice Emilia “essere insegnante è la cosa più difficile del mondo, per me l’insegnamento deve essere inteso come un rapporto di interscambio di idee, per me i ragazzi che seguo sono dei compagni di viaggio di un’avventura bellissima ed emozionante”.

 

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Recensione: Bologna Jazz Festival il concerto dei “Frontal”

Recensione e Foto di:Gabriele Lugli (http://www.gabrielelugli.com)

Nell’ambito del Bologna Jazz Festival, il Torrione Jazz Club ospita un concerto dei “Frontal”, quintetto ideato dal pianista Simone Graziano, che presenta il suo nuovo lavoro “Sexuality”.

Per la loro apparizione al BJF 2019 i “Frontal” si presentano con Dan Kinzelman ai sassofoni, Reiner Baas alla chitarra, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Stefano Tamborrino alla batteria.

Il lavoro per la realizzazione di Sexuality è iniziato due anni fa ed è il frutto di una ricerca interamente ispirata al libro di Simha Arom ‘African Polyphony and Polyrhythm’. «Simha era un cornista che avrebbe dovuto fermarsi quattro giorni nella Repubblica Centrafricana per alcuni concerti in orchestra,

si è poi imbattuto nella musica delle bande pigmee dell’Africa Centrale, e ha finito per restarci quattro anni, trascrivendo tutto il repertorio e tutti le linee strumentali dei vari gruppi pigmei». Graziano ha passato un lungo periodo ad approfondire il concetto di poliritmia nella teoria e nella pratica, nel tentativo di capire a fondo la differenza di approccio al ritmo fra la cultura africana e quella europea.

Il titolo è ispirato al libro di Stephen Mitchell, “L’amore può durare”.

 

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Recensione: Marco Sannini 4et al Kind of Blue per Napoli Jazz Club

Di Clementina Abbamondi

Sabato 2 novembre 2019 ,nel nuovo jazz club “Kind of Blue”,locale situato tra Agnano e Pozzuoli si è esibito il quartetto formato da Marco Sannini alla tromba ,Giulio Martino al sassofono,Marco De Tilla al contrabbasso e Giuseppe Donato alla batteria.

Il nuovo progetto ideato da Marco Sannini “Jazz Reunion Quartet” omaggio al “pianoless” di Gerry Mulligan e Chet Baker ,ripropone i grandi successi jazz di un periodo abbastanza breve ’52-54 che vide i due artisti esibirsi senza pianoforte “Pianoless Quartet”.Rinunciare al pianoforte significò dare vita ad un gioco di contrappunti divisi con grande abilità  tra batteria,basso,sax e tromba.Il progetto di Marco Sannini ripropone dei brani standard famosi arrangiati in maniera particolare valorizzando il dialogo contrappuntistico dei due solisti.

C’è un forte richiamo come dice il sassofonista Giulio Martino al “cool jazz” nel suo significato di “giusto”,”rilassato”,non freddo che vede tra i suoi padri fondatori proprio Gerry Mulligan . A Marco Sannini ,napoletano classe ’59 è sempre piaciuto cercare elementi di sintesi nei più svariati generi della musica rielaborandoli in veste ritmica personale e moderna. Continua a leggere

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