Category Archives: Umbria Jazz Spring

Recensione/ Umbria Jazz a Terni: la seconda edizione si conclude con l’energia dei Funk Off

Di Annamaria De Crescenzo
Foto Mario Catuogno by SpectraFoto 

Funk Off Umbria Jazz Spring #2 ©SpectraFoto

Per l’ultimo giorno di Umbria Jazz Spring 2ª edizione abbiamo deciso, avendo già seguito tutti gli altri concerti previsti nel programma della rassegna, di ascoltare e fotografare la marchin’ band più famosa d’Italia i Funk Off in un insolito quanto affascinante percorso alle Cascate delle Marmore.

Dopo 20 anni di attività che hanno festeggiato nel 2018 con un grande concerto al loro paese Vicchio del Mugello, e più di 800 concerti, i Funk Off non solo sono la prima funky marchin’ band italiana, ma grazie alla loro particolarissima musica che fonde ritmi groove e di black music con arrangiamenti jazz di grande livello e ad una profonda energia e allegria che pervade tutta la band hanno dato un senso diverso all’essere una marchin’band in Italia.

Guidati da Dario Cecchini che scrive e arrangia anche la loro musica, i FUNK OFF sono degli autentici “vulcani” della musica. Non solo suonano in modo assolutamente coinvolgente, ma sono la quintessenza dell’allegria, dello stare insieme con divertimento e lo dimostrano in ogni loro concerto, che siano i palchi di Umbria Jazz (dal 2003 sono Marchin’ band ufficiale di tale Festival) o le strade delle città che li ospitano.

 

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Recensione/ Umbria Jazz Spring II Edizione: Terni vive una Pasqua all’insegna della musica jazz

Di Annamaria De Crescenzo
Foto di Mario Catuogno by SpectraFoto

Il terzo giorno della nostra permanenza a Terni per la seconda Edizione di Umbria Jazz Spring, avendo già visto tutti i concerti fissati nel programma del Teatro Secci degli Artisti italiani ed internazionali invitati per tale Edizione, ci siamo dedicati all’ascolto, nel Caffe del Corso di due progetti di validissimi musicisti jazz italiani: “Modalità Trio” con Massimo Moriconi al contrabbasso/basso, Nico Gori al clarinetto/sax , Ellade Bandini alla batteria e l’altro progetto “Duet” sempre con Massimo Moriconi e Emilia Zamuner alla voce.

Nel presentare proprio il progetto “Duet”, Giovanni Serrazanetti ha definito il progetto come uno dei più belli della rassegna e la stessa Emilia Zamuner come l’autentica rivelazione dell’intera edizione di Umbria Jazz Spring. In effetti il progetto che ha dato vita ad una collaborazione tra i due artisti nata in occasione della vittoria di Emilia Zamuner al Premio Massimo Urbani 2016. Da tale collaborazione è nato “Duet” il loro primo disco insieme contenente brani decisamente jazzistici come “My Funny Valentine”, “Summertime” , “Caravan” seguiti da brani portati al successo da Mina, con la quale Massimo Moriconi ha collaborato per decenni, come “La Gatta” e “Tintarella di Luna” e da brani riarrangiati dallo stesso Massimo come in “Almeno tu nell’universo” e “Donna” reso celebre dal Quartetto Cetra. Ma l’emozione più grande arriva con l’interpretazione di “Nuvole” un dolcissimo brano scritto da Massimo Moriconi e dedicato alle figlie che esprime tutta la poesia che solo un musicista compositore di altissimo livello può esprimere.

 

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Recensione/ Umbria Jazz Spring II edizione: secondo giorno all’insegna dei ritmi della musica gospel e soul

Di Annamaria De Crescenzo
Foto di Mario Catuogno by SpectraFoto

Virginia State Gospel Choir Umbria Jazz Spring #2 ©SpectraFoto

Il secondo giorno di permanenza ad Umbria Jazz Spring 2ª edizione non poteva iniziare se non seguendo il ritmo e le sonorità gospel del Virginia State Gospel Choir al Santuario di San Francesco, uno dei santuari più belli dell’Umbria e che è stato location indimenticabile lo scorso anno del concerto di Paolo Fresu e Giovanni Sollima “Two Island” e due anni fa sempre con Fresu e Daniele Di Bonaventura con “Altissima Luce”.

Formata da 35 elementi con un altissimo livello tecnico, il Virginia State Gospel Choir è tra i più famosi e riconosciuti cori gospel su scala mondiale. La corale è composta da giovani musicisti laureati presso la Virginia University e da solisti di altissimo livello con un talento straordinario.

Nel 1977 il già numeroso gruppo registra il suo primo album “Everyday with Jesus” seguito nel ’78 da un secondo lavoro, “He’s Able”. La formazione negli anni accumula riconoscimenti e premi grazie al susseguirsi di direttori artistici di altissimo livello e al ricambio generazionale di nuove voci che conferisco al coro una sempre nuova linfa.
Il successo internazionale arriva nel 1992 quando James Holden ne diventa il direttore artistico: da allora il Virginia State Gospel Chorale attraversa con i suoi concerti gli Stati Uniti per poi spopolare anche in Europa. Nella primavera del 2003 il gruppo si aggiudica il primo premio al National Black Music Caucus Choir Competition, il prestigioso concorso Gospel di New York che già li aveva visti diverse volte vincitori a partire dal 1985 e stavolta li vede imporsi su ben 11 delle 13 categorie in gara. Nel 2004 e nel 2007, impegnati in tournée europee, arrivano ad esibirsi insieme ad altri artisti internazionali al Concerto di Natale trasmesso in mondovisione. Successivamente il Coro si arricchisce della presenza di un musicista d’eccezione: Perry Evans, che guida la formazione verso nuovi e sempre più alti livelli di qualità.
Nel 2012 riceve il premio del pubblico al prestigioso Verizon’s How Sweet The Sound e nel 2013 la sua partecipazione a American’s Got Talent entusiasma milioni di telespettatori.
Prosegue sull’onda del successo tra numerose esibizioni e tournée nel 2014 fino a raggiungere un altro importante traguardo qualificandosi al primo posto allo Steve Harvey Neighborhood Award Best Church Choir Competition 2015, tenutosi il 9 agosto al Georgia World Conference Center in Atlanta.

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Durante i due concerti (venerdì sera e sabato mattina) sono riusciti con la loro musica che attinge ai generi più diversi, mescolando gospel, spirituals, blues, raggae, musica africana tradizionale, interpretati da splendide voci anche dei solisti davvero strepitose, a conquistare il consenso e gli applausi lunghissimi del numerosissimo pubblico presente nel Santuario, che si emoziona durante i vari canti proposti fino a scatenarsi grazie ad una travolgente versione di “Oh Happy Day” con la quale i Virgina State Gospel Choir salutano il pubblico di Umbria Jazz Spring.

 

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Recensione/ Umbria Jazz Spring II Edizione: la Black Music invade la città di Terni

di Annamaria De Crescenzo
foto:Mario Catuogno by SpectraFoto

Dal 18 al 22 aprile Terni è stata invasa dal più corposo e articolato cartellone di Black music a livello nazionale ed internazionale grazie alla seconda edizione di Umbria Jazz Spring che ha portato oltre 100 artisti per 60 eventi per la gran parte ad ingresso gratuito, tranne che per i concerti che si sono tenuti al Teatro Secci e che comunque prevedevano un biglietto di ingresso di soli 10 euro, distribuiti, oltre che in Teatro, nei locali partner della manifestazione come il Caffè Bugatti, il Rendez-Vous,  il Fat Art Music e il Caffè del  Corso, che hanno messo a disposizione dell’organizzazione del Festival i loro locali in apprezzatissimi e seguitissimi  “Jazz Lunch” e “Jazz Dinner”  per i concerti dei più bei gruppi jazz degli ultimi anni,  il bellissimo scenario delle Cascate delle Marmore dove i Funk Off hanno animato con la loro musica da street band il piazzale principale del Belvedere Inferiore delle Cascate, e l’atmosfera emozionante della Chiesa di San Francesco che ha ospitato i due concerti del coro Gospel

In realtà è il terzo anno che la kermesse torna  Terni, dopo il “numero zero” di due anni fa, sempre organizzato dalla Fondazione Umbria Jazz e il sostegno messo a disposizione dalla Fondazione Carit, con l’obiettivo di estendere la musica jazz anche alla città di Terni, dopo la magia che ogni anno si realizza a luglio a Perugia  e a fine dicembre, per il Capodanno, ad Orvieto con le due edizioni  Summer e Winter che registrano ogni anno migliaia e migliaia di  presenze con record di incasso strabilianti.

Sin dal giorno di apertura della rassegna primaverile di Umbria Jazz si è manifestata una grande attesa e una grande emozione per quelli che sarebbero stati giorni vissuti all’insegna della musica jazz, soul, blues e gospel del mondo.

Anche gli stessi organizzatori della Fondazione Umbria Jazz capitanati dal Direttore Artistico Carlo Pagnotta, sempre presente, insieme a tutti i suoi collaboratori come Enzo D’Anna e Giovanni Serrazanetti ad ogni concerto e ogni evento della rassegna, erano evidentemente emozionati ed orgogliosi dei nomi presenti nel programma, punte di diamante della Black Music degli ultimi anni nel mondo.

E stessa emozione anche per i proprietari e i gestori dei locali e dei jazz club partner della manifestazione che hanno avuto numerosissime prenotazioni sia per i concerti previsti dal programma sia per l’ormai storico jazz club di Terni il Caffè Bugatti, che ha avuto sempre il locale affollatissimo, che per le nuove location del Rendez-Vous (“Siamo molto soddisfatti, abbiamo avuto tantissime prenotazioni e di ciò siamo contenti, visto che per lanciare e valorizzare il locale puntiamo sulla musica e sul jazz”), del Fat Art Club che ha ospitato sia star internazionali della musica come Angela Mosley che artisti italiani come l’Amedeo Ariano Trio, mettendo a disposizione di Umbria Jazz tutta la loro esperienza sia per l’aspetto culinario che per l’accoglienza e la competenza nel gestire uno dei locali più belli della città, e del Caffe del Corso, gestito dal gentilissimo Alessandro Sani che ha proposto dei menu creati apposta per la manifestazione e ha ospitato, oltre alla musica, anche una bella mostra fotografica di Alberto Mirimao, fotografo ufficiale di Umbria Jazz Spring, con alcune delle sue foto delle precedenti edizioni ternane.

 

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Funk Off a Umbria Jazz Spring Terni: la musica jazz arriva alle Cascate delle Marmore

di Clementina Abbamondi

Bellissima esibizione dei Funk Off, street band Toscana che propone una musica trascinante e spettacolare moderna e coinvolgente. É così che i Funk Off sono diventati, da quando Umbria jazz li ha presentati la prima volta, nel 2003, i beniamini del pubblico. Il gruppo è divertente e suona bene, e il suo senso dello spettacolo riesce a rivitalizzare un genere secolare come la marchin’band che fa parte degli albori del jazz. Ad esaltare ulteriormente l’esibizione della band ha contribuito lo splendido scenario della Cascata delle Marmore.

Gil Goldstein in “Omaggio ai Beatles” in chiave jazz per Umbria Jazz Spring Terni

di Clementina Abbamondi

Bellissimo concerto nel Centro Multimediale Teatro A di Terni in occasione di Umbria jazz spring.

Gil Goldstein, storico braccio destro per tanti anni di Gil Evans, nella cui orchestra milito’ per molti anni ha portato a termine un progetto unico e speciale. Goldstein, infatti, ha messo a punto una versione jazz delle canzoni dei Beatles che ha realizzato con la Umbria jazz Orchestra. Il gruppo di giovani musicisti che ha dato vita al l’orchestra formato da numerosi fiati, violini, viole, violoncelli,e arpa si è avvalso di alcuni prestigiosi ospiti speciali quali: Jay Anderson al contrabbasso, Lewis Nash alla batteria, Steve Wilson ai sassofoni.

Il grande Gil Goldstein ha suonato con grande maestria il pianoforte e ha curato gli arrangiamenti e la direzione dell’orchestra. Si sono susseguiti i brani più famosi dei Beatles nei quali la grande magia dell’esibizione è scaturita dalla sinfonia creata dai vari strumenti. Il suono dei violini si è fuso magicamente sia con ritmi più lenti sia via via più veloci ed intensi agli strumenti a fiato e la batteria del grande Lewis Nash si inseriva nei vari brani alternando ritmi lievi a momenti di grande energia.

Eccezionale anche il suono dell’arpa e grandiosa l’esibizione di Steve Wilson che ha incantato pubblico alternando nell’esecuzione dei pezzi i suoi sassofoni.

La composizione era un’unica suite eseguita in un continuum che ha Las ciato il pubblico presente in sala incantato e commosso.

Maria Pia De Vito in “Omaggio a Joni Mitchell” con Pietropaoli e Mazzariello per Umbria Jazz Spring Terni

di Clementina Abbamondi

Nell’ambito della rassegna Umbria jazz Spring a Terni ho assistito al concerto di Maria Pia De Vito Trio caratterizzato dalla rilettura delle canzoni di Joni Mitchell.

Maria Pia De Vito è una della voci più originali della scena musicale italiana anche per aver saputo amalgamare le melodie di Napoli,la sua città,con il linguaggio del jazz  e le tradizioni mediterranee.Da sempre attratta dalle possibilità sonore della voce prima si è dedicata allo studio del canto lirico e poi si è concentrata sulla composizione e gli arrangiamenti.  Ha ricevuto numerosi Premi e nel 2016 il Premio Iseo jazz    alla carriera. La cantante ha al suo attivo numerose collaborazioni con svariati musicisti di rilevanza internazionale:Paolo Fresu,Rita Marcotulli,Enrico Rava,Enrico Pierannunzi.

Anche per Maria Pia De Vito Joni Mitchell ha rappresentato una vera e propria musa ispiratrice per ben 35 anni la grande compositrice  canadese ha realizzato una vastissima produzione artistica che progressivamente è stata influenzata dalla musica e dagli ambienti jazz.

Nel concerto Maria Pia De Vito ha eseguito con raffinatezza e versatilità i brani più significativi del repertorio della Mitchell trasformando la sua bellissima voce in un vero e proprio strumento musicale.Bravissimi Julian Oliver Mazzariello al piano ed Enzo Pietropaoli al contrabbasso che si sono prodotti in virtuosismi che hanno arricchito la performance riuscendo a creare un’unica armonia fondendosi e completando la voce di Maria Pia De Vito . Un concerto magico e coinvolgente.

Paolo Fresu & Devil Quartet in “Carpe Diem” ad Umbria Jazz Spring 1 Terni

di Clementina Abbamondi

Il concerto di Paolo Fresu è stato un vero successo. Fresu ha presentato il suo ultimo disco “Carpe Diem” con la strepitosa formazione Devil Quartet I cui componenti sono autentici specialisti dei loro strumenti. Il risultato finale è una fusione di sonorità superiore alla somma dei singoli. Bravissimi Bebo Ferrara alla chitarra acustica, costruita appositamente per dare una sonorità unica, Paolino Della Porta al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria.

La regia di Fresu governa sapientemente una musica che rappresenta l’incrocio di stili e linguaggi diversi che si riescono ad amalgamare perfettamente. Eccezionale Stefano Bagnoli che ha suonato solo con le spazzole inserendosi perfettamente nel progetto del nuovo disco che è tutto acustico. Dal primo brano “In minore”, scritto da Paolo Fresu si è passati altri brani scritti dai vari artisti del quartetto. Bellissimo il brano dedicato a Giulio Libano grande amico di Fresu e grandissimo arrangiatore e compositore. Gli ultimi brani suonati in questo strepitoso successo sono stati “Carpe Diem” che dà il nome al cd, “Ballata per Rimbaud” scritto da Stefano Bagnoli e poiché ha detto Fresu”poiché è troppo breve, un paio di temi e subito finisce”hanno deciso di suonare un ultimo brano “Un posto al sole” la cui base musicale è stata utilizzata per creare un brano che fosse di sostegno per i lavoratori dell’Alcoa azienda sarda in crisi. Bravissimo Fresu che ha deliziato il pubblico presente in sala col suono melodioso e graffiante della sua tromba.

Kenny Barron e Dado Moroni : due miti del pianoforte in duo per Umbria Jazz Spring 1

di Clementina Abbamondi

Il concerto odierno di Umbria jazz spring si è svolto nel bellissimo Teatro Comunale Secci nato dalla ristrutturazione dei capannoni dell’ex stabilimento Siri intitolato al giovane cittadino ternano Sergio Secci morto in seguito alle ferite riportate nella strage della stazione di Bologna del 1980.

In tale luogo spettacolare, si sono esibiti due pianisti d’eccezione Kenny Barron e Dado Moroni. Quest’ultimo è uno dei pianisti jazz italiani più apprezzati e richiesti in America. Un vero e proprio enfant prodige entrato nel mondo del jazz giovanissimo con al suo attivo una grande quantità e qualità di collaborazioni :tra gli altri Chet Baker, Dizzy Gillespie.,Tom Harrell.

Kenny Baron uno dei più stimati pianisti americani, per anni membro di Sphere, il quartetto votato alla musica di Thelonius Monk ritenuto da Dado Moroni ormai per lui un parente è il suo idolo fin da bambino quando il padre lo portava ai suoi concerti, ha duettato in un susseguirsi di standards e composizioni originali con Dado Moroni determinando una perfetta fusione di suoni ai quali si sono alternati dei fantastici assolo caratterizzati per la loro particolarissima unicità. Un concerto emozionante e coinvolgente

Il duo Steve Wilson e Lewis Nash in “Duologue” al Caffè Bugatti di Terni

di Clementina Abbamondi

Primo concerto di Umbria jazz Spring n. 1 nel Caffè Bugatti un atmosfera magica si sono esibiti il duo Steve Wilson e Lewis Nash in un progetto “Duologue” presentato dal direttore artistico Carlo Pagnotta che ha auspicato che questa nuova rassegna jazz abbia la stessa fortuna di Umbria jazz Winter che si svolge ad Orvieto e Umbria jazz summer che si svolge in luglio a Perugia.

I presupposti per la buona riuscita dell’evento ci sono tutti!! L’attesa è emozionante. Il Caffè Bugatti, locale jazz importantissimo a Terni, ospita il concerto di fronte ad un pubblico attentissimo.

Nel concerto di stasera molti gli standards suonati in maniera sublime e particolarissima da questo duo strepitoso batteria e sassofono. Tra i vari pezzi “In walked Bud” di Thelonius Monk, “My little suede shoes” di Charlie Parker e “The Mooche” di Duke Ellington. Gli assoli dei due musicisti sono strabilianti e il pubblico ne è assolutamente conquistato.

Con il loro “Duologue” Steve Wilson e Lewis Nash hanno esordito nel 2001. La formula sassofono – batteria non è molto comune, ragione per cui quell’incontro poteva apparire come una performance estemporanea. Non fu così, ed il duo, più o meno regolarmente, ha continuato la sua attività fino ad oggi, sia perché Wilson e Nash vi hanno trovato stimoli interessanti da sviluppare, sia per il crescente gradimento del pubblico e l’attenzione dei maggiori festival (anche di Umbria Jazz) e club. Qualche anno fa hanno anche inciso un disco live.

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