Recensione/ Umbria Jazz Spring II edizione: secondo giorno all’insegna dei ritmi della musica gospel e soul

Di Annamaria De Crescenzo
Foto di Mario Catuogno by SpectraFoto

Virginia State Gospel Choir Umbria Jazz Spring #2 ©SpectraFoto

Il secondo giorno di permanenza ad Umbria Jazz Spring 2ª edizione non poteva iniziare se non seguendo il ritmo e le sonorità gospel del Virginia State Gospel Choir al Santuario di San Francesco, uno dei santuari più belli dell’Umbria e che è stato location indimenticabile lo scorso anno del concerto di Paolo Fresu e Giovanni Sollima “Two Island” e due anni fa sempre con Fresu e Daniele Di Bonaventura con “Altissima Luce”.

Formata da 35 elementi con un altissimo livello tecnico, il Virginia State Gospel Choir è tra i più famosi e riconosciuti cori gospel su scala mondiale. La corale è composta da giovani musicisti laureati presso la Virginia University e da solisti di altissimo livello con un talento straordinario.

Nel 1977 il già numeroso gruppo registra il suo primo album “Everyday with Jesus” seguito nel ’78 da un secondo lavoro, “He’s Able”. La formazione negli anni accumula riconoscimenti e premi grazie al susseguirsi di direttori artistici di altissimo livello e al ricambio generazionale di nuove voci che conferisco al coro una sempre nuova linfa.
Il successo internazionale arriva nel 1992 quando James Holden ne diventa il direttore artistico: da allora il Virginia State Gospel Chorale attraversa con i suoi concerti gli Stati Uniti per poi spopolare anche in Europa. Nella primavera del 2003 il gruppo si aggiudica il primo premio al National Black Music Caucus Choir Competition, il prestigioso concorso Gospel di New York che già li aveva visti diverse volte vincitori a partire dal 1985 e stavolta li vede imporsi su ben 11 delle 13 categorie in gara. Nel 2004 e nel 2007, impegnati in tournée europee, arrivano ad esibirsi insieme ad altri artisti internazionali al Concerto di Natale trasmesso in mondovisione. Successivamente il Coro si arricchisce della presenza di un musicista d’eccezione: Perry Evans, che guida la formazione verso nuovi e sempre più alti livelli di qualità.
Nel 2012 riceve il premio del pubblico al prestigioso Verizon’s How Sweet The Sound e nel 2013 la sua partecipazione a American’s Got Talent entusiasma milioni di telespettatori.
Prosegue sull’onda del successo tra numerose esibizioni e tournée nel 2014 fino a raggiungere un altro importante traguardo qualificandosi al primo posto allo Steve Harvey Neighborhood Award Best Church Choir Competition 2015, tenutosi il 9 agosto al Georgia World Conference Center in Atlanta.

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Durante i due concerti (venerdì sera e sabato mattina) sono riusciti con la loro musica che attinge ai generi più diversi, mescolando gospel, spirituals, blues, raggae, musica africana tradizionale, interpretati da splendide voci anche dei solisti davvero strepitose, a conquistare il consenso e gli applausi lunghissimi del numerosissimo pubblico presente nel Santuario, che si emoziona durante i vari canti proposti fino a scatenarsi grazie ad una travolgente versione di “Oh Happy Day” con la quale i Virgina State Gospel Choir salutano il pubblico di Umbria Jazz Spring.

 

Dopo la bellissima esperienza vissuta, decidiamo di dedicarci a tutt’altro genere musicale prima di recarci ad ascoltare il lungo pomeriggio/serata di musica previsto dal programma al Teatro Secci con una serie di artisti importantissimi dello scenario della musica blues/soul/jazz del panorama musicale italiano ed internazionale, scegliendo il concerto dell’Amedeo Ariano Trio al Fat Art Club, con Amedeo Ariano alla batteria, Walter Ricci piano e voce, Dario Rosciglione al contrabbasso e guest star del trio Daniele Scannapieco al sax.

Amedeo Ariano è uno dei più stimati batteristi jazz  italiani svolgendo anche una intensa attività come bandleader e creatore di progetti originali.

Come jazzman ha collaborato con una miriade di solisti di primissimo piano, tra i quali George Coleman, Johnny Griffin e Benny Golson. È noto anche per i suoi  lavori per il cinema e la televisione e per aver suonato con nomi eccellenti della canzone d’autore come l’indimenticabile Lucio Dalla ,Sergio Cammariere e con Renzo Arbore e tanti altri Artisti. Nel primo dei due progetti che ha portato ad Umbria Jazz ha sul palco delle eccellenze del panorama jazzistico italiano.

Walter Ricci questa volta non solo come cantante ma anche nelle vesti di pianista, che vanta prestigiose collaborazioni come quella con Mario Biondi, Stefano di Battista, Daniele Scannapieco, Fabrizio Bosso, con il quale recentemente ha avuto uno strepitoso successo anche al mitico Blue Note di Milano, e che vanta non solo una splendida voce da crooner ma anche raffinato interprete delle musicalità swing e puramente jazzistiche oltre che della musica pop e Dario Rosciglione, uno dei nomi storici del jazz italiano che ha collaborato con grandi nomi internazionali come Benny Golson, Kenny Barron, Steve Grossman solo per citarne alcuni. Il Trio ha dato una splendida versione di brani famosi come “Shadow of my smile” o “Unforgettable” o “Quizas, quizas, quizas” solo per citarne alcuni.

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Arriva il pomeriggio intenso del programma ricchissimo previsto al Teatro Secci. Dalle ore 15 fino a tarda serata praticamente abbiamo trascorso tutta la giornata a teatro visto che i concerti previsti praticamente per tutta la giornata sono tutti interessanti da seguire e fotografare.

Il primo Artista in programma è stato Roosvelt Collier, il “Jimi Hendrix della pedal steel guitar” come è stato definito dalla stampa specializzata. Cresciuto musicalmente negli ambienti del gospel in Florida è capace di creare un suo stile personalissimo fatto di sonorità blues, rock e funky sapientemente fuse tra loro. Ha suonato con leggende del rock e del blues come Allman Brothers, Los Lobos, Buddy Guy ed è membro di Bokante’, supergruppo di world music nato da una costola degli Snarky Puppy. Proprio il leader di Snarky Puppy e Bokante’, Michael League, ha prodotto il suo disco di esordio, intitolato Exit 16, che Roosvelt Collier presenta al Teatro Secci conquistando la platea con un ritmo che ci proietta nell’autentico blues/funky americano.

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Il pomeriggio ci riserva un’altra grande novità, una sorta di  bellissimo regalo da parte degli organizzatori di Umbria Jazz che hanno scelto un’Artista strepitosa, originaria di Detroit, Thornetta Davis, autentica regina del blues, vincitrice di una trentina di Detroit Music Awards nelle categorie blues e rhythm’n’blues.

La Davis è stata considerata l’erede di tutta la tradizione blues e R&B che la città di Detroit è arrivata ad esprimere fino ad oggi e lo ha dimostrato ampiamente durante il concerto stesso. Una strepitosa voce unita ad una straordinaria presenza scenica ha praticamente cantato e ballato per più di un’ora e mezza senza mai fermarsi un attimo, riuscendo ad incantare e scatenare il numerosissimo pubblico presente in Teatro. Il suo concerto è stato di una tale energia e di una tale bellezza che sarà una delle emozioni decisamente indimenticabili di tutto il Festival stesso.

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Ma il ritmo R&B e soul non finisce di affascinare e conquistare il pubblico di Umbria Jazz Spring.

Dopo l’energia di Thornetta Davis, arrivano i The New Orleans Mystics ed è subito atmosfera della tradizione vocale soul, disco, Motown e R&B che ha contraddistinto un preciso periodo musicale che va dagli anni ’40 ad oggi. Formata negli anni settanta da due fratelli e altri amici la band si impose nei vari talent show scolastici e diventò ben presto popolare cantando le hit dei Temptations, Dramatics, Chi-Lites e degli altri artisti che allora andavano per la maggiore. Negli anni ha cambiato più volte formazione ma è rimasta sempre fedele alla identità musicale con cui debuttò 40 anni fa.

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Presentatosi sul palco con delle giacche sgargianti e luccicanti in piano stile anni ‘40, in contrapposizione ai musicisti tutti vestiti di bianco, hanno letteralmente conquistato il pubblico facendolo emozionare, scatenare e ballare con brani di grande fascino musicale. Veri e propri dominatori del palcoscenico, hanno accompagnato I loro brani con passi di danza e vere e proprie “incursioni” in sala dedicando parole e abbracci alle donne in sala nei brani più romantici oltre che scatenare il pubblico nel ballare soprattutto durante  l’ultimo brano finale del concerto sulle note di uno scatenato R&B.

Dopo i The New Orleans Mystics è tempo di un altro progetto molto particolare, presentato anche nella scorsa edizione di Umbria Jazz winter di Orvieto, dei Licaones formato da quattro musicisti straordinari ricchi di verve ed ironia, come Mauro Ottolini, Francesco Bearzatti, Oscar Marchionni e Paolo Mappa

A più di dieci anni dal loro lavoro discografico “Licca-Lecca”, premiato dal pubblico con oltre 10.000 copie vendute, il quartetto ripropone il progetto musicale in stile acid jazz, oscillando come prodigiosi funamboli tra il blues, il funky, le atmosfere acide classicamente hammondiane, i richiami latini e molta improvvisazione jazz. Ai fiati, il sassofonista Francesco Bearzatti e il trombonista Mauro Ottolini, oramai noti ed affermati nella recente scena del jazz italiano ed internazionale, abili galvanizzatori di platee, trovano in quest’occasione un’ideale quadratura con l’organista Oscar Marchioni ed il batterista Paolo Mappa.

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Un progetto connotato da una genuina vivacità, che libera le più vivaci espressioni dei membri del gruppo, tutto portato in scena tra divertissement, ritmi ballabili e di gran traino ma anche eccellenti trovate tecniche mai superficiali

La serata non poteva concludersi con un altro straordinario concerto, quello dei Quintorigo, una delle band più originali ed eclettiche della scena della musica italiana degli ultimi decenni. Sia per il tipo di formazione che per la loro particolarità di riuscire a creare una musica libera da ogni etichetta di genere, al punto che è sempre stato chiaro dall’inizio della loro carriera artistica che il loro stile sarebbe stato unico ed originale. E’ proprio per questa unicità ed originalità che i Quintorigo sono stati invitati in varie edizioni di Umbria Jazz sia a Perugia che ad Orvieto, ospitandoli in progetti decisamente interessanti come quelli dedicati a Charles Mingus, Jimi Hendrix (con Eric Mingus), Frank Zappa (con Roberto Gatto), oltre ad essere sul palco della prestigiosa Arena Santa Giuliana a Perugia nella scorsa edizione a Perugia al fianco di Mario Biondi.

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Sul palco del Teatro Secci hanno presentato il loro ultimo progetto “Opposites” pubblicato nel 2018 per festeggiare I vent’anni di carriera composto da un disco di undici brani inediti e da un secondo disco contenente dieci cover. Ai membri storici come Andrea Costa(violino), Gionata Costa (violoncello) Valentino Bianchi (sax) e Stefano Ricci (contrabbasso) si sono affiancati alla voce Alessio Velliscig e alla batteria Gianluca Nanni con la magnifica collaborazione di un Maestro della musica jazz come Enrico Rava. Il concerto anche se non mette in risalto la stravaganza dei loro primi lavori ma una sorta di maturità artistica acquisita con l’età e l’esperienza maturata anche grazie a palchi prestigiosi che hanno ospitato la band romagnola, presenta almeno nei brani inediti una forte matrice jazz ma con tratti squisitamente rock, mentre nei brani omaggio ai grandi classici del jazz da Ornette Coleman a Thelonious Monk e Duke Ellington si avverte quel senso di ricerca e di sperimentazione che ha sempre contraddistinto la loro produzione artistica. In conclusione un bel concerto di grande coinvolgimento e di grande spessore artistico e culturale che danno ai Quintorigo il giusto riconoscimento al loro talento artistico che li condurrà sicuramente ad esplorare territori musicali sempre nuovi ed impegnativi nel pieno rispetto del loro preciso stile e orientamento

 

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