L’INTERVISTA AD ALBERTO LA NEVE e FABIANA DOTA : LIDENBROCK-CONCERT FOR SAX & VOICE
Di Giorgio Borrelli
Alberto e Fabiana innanzitutto grazie per l’intervista.
– Il vostro ultimo lavoro “Lidenbrock” è chiaramente ispirato al romanzo di Jule Verne: “Viaggio al centro della terra” ed in particolare dal personaggio Otto Lidenbrock. E’ dunque un viaggio introspettivo che, attraverso scenari onirici, narra anche di voi. Come siete giunti alla composizione di questa suite?
Prima di tutto, grazie a lei per aver dato spazio al nostro nuovo lavoro discografico. “Lidenbrock – Concert for Sax and Voice” è sicuramente nato da un viaggio alla scoperta di me stesso. Ha avuto diverse fasi di scrittura, fino a che non ha trovato il suo equilibrio con il timbro vocale e la personalità artistica di Fabiana Dota. E’ nato dalla mia profonda passione per uno scrittore “avanguardista” come Verne. Uno scrittore che ha spesso ispirato la mia creatività compositiva. Di sicuro dentro questo lavoro non scorre solo la fantasia verniana ma anche le personalità di chi ha scritto e interpretato la composizione musicale.
– Come nasce il vostro connubio e, soprattutto, l’idea di registrare un album per soli sax e voce?
Come accennavo, il lavoro ha avuto una genesi piuttosto varia fino a che Fabiana, con la quale condivido la vita oltre al palco, ha raccolto la sfida, dando a questa mia composizione l’ aspetto sonoro che oggi ha. Il concept album è stato concepito per due strumenti. Fabiana utilizza la voce esattamente come uno strumento a fiato, avvalendosi inoltre di effetti elettronici che ne amplificano le sfumature timbriche. Il sax tenore si muove creando stratificazioni ritmiche ed armoniche grazie all’utilizzo della loop machine. Entrambi siamo riusciti a creare un equilibrio sonoro che ha rispecchiato in pieno la mia idea compositiva. Dopo aver testato il tutto in qualche live, abbiamo deciso di incidere.
– Lidenbrock è sicuramente un lavoro che rifugge da qualsiasi classificazione commerciale. Come definireste quest’album?
“Lidenbrock” è un album che si inserisce in una logica musicale contaminata e creativa nel senso più ampio del termine.
– Lidenbrock è anche poesia. C’è un poeta di riferimento che vi ha ispirato e portato ad unire queste due forme d’arte?
Non c’è stato un poeta di riferimento. Ci siamo semplicemente lasciati ispirare dalle suggestioni che la stessa narrativa di Verne ha suscitato in noi. La drammaturgia, ideata da Fabiana, ha una tendenza sperimentale, generata da sovrapposizioni di più linee narrative che si inseriscono nella composizione come fossero incursioni sonore fra le stratificazioni armoniche create dal sax.
– In questo nuovo lavoro confluiscono le vostre diverse esperienze artistiche: cosa ne pensate dell’attuale panorama jazz in Italia?
L’attuale panorama italiano jazz è molto variegato. Purtroppo, a nostro avviso, la sperimentazione e le contaminazioni, seppur intrinseche nel concetto stesso di jazz, ancora non godono dello stesso spazio riservato al jazz convenzionale.
– Studiare con costanza uno strumento musicale consente all’esecutore di estrapolarne tutte le sfumature e di dar voce alle emozioni più recondite dell’animo. Possiamo serenamente affermare che la conoscenza e la padronanza del proprio strumento agevola il superamento dei limiti convenzionali. Vi ritrovate in questa definizione e, soprattutto, al momento della realizzazione dell’album avete avvertito questo confine?
Entrambi amiamo la didattica e ce ne occupiamo quotidianamente. Questo ci porta a credere fermamente nell’importanza di uno studio costante che permette ad ogni musicista di avere piena padronanza del proprio strumento, dando così alle proprie emozioni totale libertà espressiva. Nel realizzare il nostro lavoro discografico abbiamo sicuramente messo le nostre capacità tecniche al servizio degli impulsi emotivi cercando di non lasciarci limitare dai confini stilistici che spesso circoscrivono la creatività.
– Quali sono gli artisti che amate particolarmente?
Crediamo che la musica sia un insieme di impulsi creativi che necessariamente prescindono dal genere, dallo stile, dall’epoca ed anche dalla personalità artistica. Per questo amiamo la musica nel senso più ampio del termine ricercando, di continuo, quella “bellezza” che ogni “vero” artista è capace di creare.
– Lidenbrock è un percorso emotivo, psicologico, poetico e visionario. Resterà solo un capitolo della vostra carriera oppure ritenete che esso rappresenti la vostra più genuina identità musicale?
“Lidenbrock”, così come ogni lavoro discografico, rappresenta per noi la fotografia di un momento artistico, un capitolo preciso della vita ed ogni capitolo rispecchierà sempre, genuinamente, la nostra identità musicale.
Giorgio Borrelli.