Salvatore Lampitelli in arte Sabba: l’assoluta rivelazione canora del 2017

di Annamaria De Crescenzo

Una voce, un sorriso strepitoso, una grinta fuori dal comune, una grandissima voglia di farsi conoscere ed apprezzare come musicista e cantante, l’incontrastato vincitore di “The Winner is”, talent di grandissimo successo condotto da Gerry Scotti: Salvatore Lampitelli, in arte Sabba.

In attesa del concerto che si terrà domani sera, 10 novembre, al Teatro Bolivar di Napoli, abbiamo avuto l’onore e il privilegio di porgli alcune domande sulla sua carriera e sui suoi progetti.

Iniziamo da te, dalla tua storia. Figlio d’Arte, tuo padre e’ un musicista, quando e come è iniziata la tua carriera di cantante e musicista o, meglio ancora, quando hai sentito dentro di te che nella vita era questa l’unica strada adatta a te e ai tuoi sogni ? Insomma raccontaci di te.

Mio padre da ragazzo aveva una band. Per la famiglia, per il lavoro, non ha potuto portare avanti il percorso di musicista. Ma ancora oggi ha una gran voce. Quando ero piccolo i miei facevano i ballerini, così, standogli dietro, cominciai anche io. Dai 10 ai 18 anni ho portato avanti la mia carriera di ballerino, e sono stato professionista per qualche anno. Quando mi esibivo nelle competizioni open, regionali e nazionali, canticchiavo le canzoni sulle quali ci facevano ballare. Avendo un papà cantante e musicista, ho sempre ascoltato un certo tipo di musica. Così, il passaggio è stato naturale. Ho cominciato a dedicarmi alla musica perché era un’esigenza. La prima esperienza è stata con Franco Del Prete. Con lui e i Sud Express abbiamo realizzato il disco “L’Ultimo Apache” prodotto da Rai Trade.

Come nasce il nome “Sabba” con il quale ti sei sempre presentato al pubblico soprattutto nella tua formazione “Sabba e gli Incensurabili”?

In realtà il nome nasce da un aneddoto di gioventù troppo lungo da raccontare in questo momento. Lo dico subito, è una cosa simpatica, niente a che vedere col “Sabba” delle streghe. Il nome Gli Incensurabili nasce proprio nel momento esatto in cui nasce la band. Eravamo molto giovani e molto sensibili alle tematiche sociali. Lo siamo ancora oggi e lo saremo sempre. Ma allora le affrontavamo con molta dedizione anche in Musica, a differenza di oggi. Ho sentito l’esigenza di spaziare coi testi e con le tematiche. Gli Incensurabili volevo semplicemente affrontare la musica e le sue tematiche in maniera libera da ogni costrizione, libera da ogni condizionamento, libera da censure.

Alla vigilia di un concerto nella tua città, domani sera sarai al Teatro Bolivar, finalmente da “vincitore” come meriti, dopo le bellissime novità che ti hanno riguardato negli ultimi mesi, come è il tuo stato d’animo e le tue emozioni ?

Sono emozionato come sempre. E scelgo di fare Musica ogni giorno proprio perché desidero provare queste sensazioni ogni volta che salgo su un palco, ogni volta che uscirà un mio singolo, un mio videoclip, un mio disco. Tengo molto al piacere di queste emozioni, non mi ci voglio abituare, resto ancorato al terreno, coi piedi per terra, e mi vivo le sensazioni di gioia mista ad “ansia da prestazione” che ritengo sacrosante per fare questo “mestiere” e trasmettere qualcosa al proprio pubblico. Ammesso che esista un “proprio pubblico”.

Seppur giovanissimo, hai già una carriera invidiabile e quello che colpisce di te un’energia inesauribile : hai fondato diversi gruppi e collaborato già, nel corso di questi anni, con tantissime altre band come i “Sud Express” e la band dell’ “Anema e core” , alla tribute band dedicata alle canzoni di James Bond, oltre alla tua formazione “Sabba e gli INcensurabili ” con la quale giri i locali campani. Insomma un impegno non indifferente. Che cosa ti hanno lasciato e cosa ti hanno insegnato queste collaborazioni?

Credo che se ami la Musica, non smetti mai di aver voglia di conoscere persone, professionisti, nuovi musicisti. Se ami la Musica, devi essere curioso. E’ una caratteristica immancabile. La voglia di scoprire nuovi mondi, creare la tua nuova musica, sperimentare nuove strade. La voglia irrefrenabile di dire “Si!” a nuove proposte. Ho avuto la fortuna di trovarmi sempre in buoni giri, di conoscere le persone giuste, di andare nella direzione della crescita personale e professionale costante. Credo di poter dire che pur essendo ancora giovane, ho inglobato, imparato, rubato, da grandi musicisti. E quando non ero io parte del progetto di questi grandi musicisti, sono stato io a creare le condizioni per crescere insieme ad altri musicisti, che fossero amici, musicisti talentuosi con cui crescere insieme, persone con cui c’era un feeling da far crescere e da trasportare, con naturalezza, in Musica. Sono stato, soprattutto, fortunato!

Sei uno dei esempi dei tanti giovani di questa città o, possiamo dire senza sbagliare, di questo Sud Italia soprattutto che “lotta” ogni giorno per poter fare il lavoro che sogni, cioè il Musicista di professione. Ricordo perfettamente nella trasmissione “The winner is ” la tua intervista durante la quale raccontavi di quante difficoltà tu avessi incontrato, al punto tale che forse avevi pensato anche di rinunciare alla tua carriera artistica e di pensare di dedicarti ad altro nella vita (Salvatore e’ laureato in lingue e letterature straniere, ndr) . Cosa ci puoi dire di questo lato diciamo “difficile ” di Sabba ?

Preciso che “La Repubblica” ha dato una notizia errata. Ho frequentato la facoltà di lingue e letterature straniere a Napoli, ma non mi sono mai laureato. La spinta verso la Musica era troppo forte. Non ho neanche una boutique: “Boutique Sabba” è il negozio di abbigliamento femminile di mia sorella Maria. Ma si, confermo di aver avuto molti momenti di sconforto. E l’ultimo, poco prima di “The Winner is” è stato il furto della strumentazione, all’interno della sala prove che avevamo messo sù con la mia band, in cui da qualche tempo stavamo cominciando a produrre autonomamente i nostri brani, unito a una serie di casini personali con delle persone con cui condividevo degli step cruciali della mia vita. Stavo per fermarmi, sì, stavo per arrendermi. Ma qualcosa dentro di me mi diceva che non era il momento, che avevo bisogno di un’ultima occasione. Mai avrei detto che questa sarebbe stata la mia rinascita. Eppure, mi sento rinato! Credo che i momenti difficili accadano a tutti. Se hai i cosidetti “attributi”, ti tiri sù, e non ci ragioni manco più di tanto. Vai avanti e fai cose sempre migliori. Il nostro “lavoro” è fatto di alti e bassi, è una roba di default. Però quei pochi alti valgono dieci volte mille bassi.

La tua partecipazione a “The Winner is ” è stata, quindi, anche una volontà di “riscatto” nei riguardi della vita e nei confronti di tutti coloro che ti avevano sempre “ostacolato”? Come e con quali emozioni hai affrontato questo tipo di esperienza ? Quando, sinceramente, hai iniziato a pensare “Forse ce la faccio a vincere” ?

Arrivato in Finale, mi sono imposto di cominciare a crederci sul serio. Sono abituato da ragazzino alla competizione. Per competizione intendo anche quella con me stesso e con quel me stesso che mi tira giù. Per competizione intendo anche la lotta tra Salvatore e il suo alterego artistico “Sabba”. Mi sono presentato come Salvatore Lampitelli proprio perché questa volta non avevo nulla da perdere. Giù la maschera e mi sono messo in gioco, stavolta per davvero. Ho giocato, col rischio di perdere. Ma solo chi non gioca non perde mai. Ho vissuto l’esperienza televisiva con questo spirito di riscatto che mi caratterizza da sempre. Ho sgomitato per anni, e so che lo farò ancora a lungo. Non si smette mai di sgomitare. Sono cresciuto nella provincia di Napoli. La mia città ti prepara proprio in questo senso. Ora mi sono trasferito a Milano e sono pronto per nuove sfide, per riscattarmi ancora. C’è sempre da riscattarsi, in questa vita. Se prima avevo bisogno di affermarmi come “artista”, ora ho bisogno di dimostrare che l’artista posso farlo per davvero.

E alla fine la vittoria è arrivata, supportato da tutti i tuoi fans che ogni giorno riempivano le tue pagine sui vari Social Network, spingendoti a credere in quello che si stava trasformando da sogno a realtà. Cosa pensavi, li a Milano, durante le registrazioni del programma? Che finalmente anche Napoli e l’Italia tutta si stava “accorgendo” di te e del tuo straordinario talento ?

In verità non pensavo a niente di tutto ciò. Ero molto concentrato sull’esecuzione delle canzoni. Ci tenevo molto e la tensione era alta. Mi sono reso conto solo molto dopo di essere stato surclassato di complimenti e di essere stato associato a Demetrio Stratos. Solo molto dopo mi sono accorto che il pubblico in studio si alzava in standing ovation non dopo ma durante le mie performance. Solo molto dopo mi sono accorto che, passando dagli Showmen a Rag’n’Bone Man, potevo dimostrare di avere le capacità per spaziare con disinvoltura da una cosa all’altra. Se ti piace la musica, ti piace la bella musica. La bella musica di oggi e quella di ieri. Sono felice di aver portato a livello nazionale una faccia dell’artisticità di Napoli magari diversa da quello che è l’immaginario collettivo. Ho cantato in italiano e in inglese. Ho portato The Showmen in tivù. Ma ho cantato anche Hozier, gli Aerosmith, Rag’n’Bone Man. Ho cantato un brano di Fausto Leali, con Fausto Leali! E sono sinceramente grato alla produzione di The winner is per avermelo lasciato fare. Ti dirò, ho abbattuto anche una serie di pregiudizi sul mondo della televisione e sui talent show.

Hai una voce meravigliosa e soprattutto un’umiltà non sempre facile da trovare in questo ambiente. Finalmente, e forse la vittoria in “The Winner is ” ti è servita come spinta, ti sei convinto anche tu del tuo talento e che è arrivato il momento di investire tutte le tue energie per poter essere e fare il Musicista come unica ambizione e professione della tua vita ? Il trasferimento a Milano nasce da questa ritrovata fiducia in te stesso e volontà di arrivare ai massimi livelli ?

Si! Fausto Leali, Roberto Cenci (regista Mediaset), il pubblico in sala, alcuni miei “colleghi” nel backstage, alcuni tecnici, mi hanno dato grande fiducia. Ho conosciuto delle persone molto forti nel settore, ho avuto modo di “impormi” artisticamente anche ai loro occhi, raccontando di me. Raccontando la storia di un ragazzo di trent’anni che ha 12 anni di musica alle spalle. Che è elastico e malleabile, ma che ha le idee chiare sul suo modo di fare musica e sulla musica che ama. Ho avuto modo di trovare riscontro anche negli occhi e nelle parole degli altri. Mi sono allontanato da Napoli con un pizzico di malinconia. Ma mi sentivo un leone in gabbia. Credo che Napoli, artisticamente parlando, non dia il giusto spazio a tutti. E’ una città molto autoreferenziale. E’ la città che amo e sono orgoglioso di essere napoletano. Ma avevo bisogno di cambiare aria e di avere a che fare con persone nuove, diverse. Dove potevo avere la libertà di cominciare un percorso nuovo, come se artisticamente stessi nascendo proprio ora. Avevo bisogno di aprire quella gabbia e cominciare a ruggire con tutta la passione di cui sono fatto.

Concludiamo con il concerto di domani sera. Un repertorio particolare, difficile perchè la voce di Battisti e le sue musiche sono inimitabili. La voce di Salvatore Lampitelli o meglio Sabba come affronterà tale impegno e cosa ascolteremo domani sera ?

Noi riteniamo che la copia spudorata serva a ben poco. Se devo vedere la copia, preferisco l’originale. Se in vita, dal vivo a un suo concerto. Se non più in vita, in dvd o su YouTube. Non amiamo l’idea di tributo. Ma non disdegniamo per questo chi li fa. E’ solo un’idea, espressa nel pieno rispetto di chi non la pensa come noi. D’altronde, siamo seri, avrei potuto cantare Elvis, avrei potuto cantare The Showmen, avrei potuto cantare voci molto simili alla mia. Sono cose che canto molto volentieri ai miei concerti perché semplicemente mi piacciono. Viene naturale omaggiare gli artisti che ami. Ci sta! Ma questo progetto spinoff dedicato a Battisti contiene un senso diverso. La produzione musicale, gli arrangiamenti, le melodie, i testi di Mogol, le interpretazioni di Battisti…. insomma, lavorare sul repertorio, su questo omaggio, su questa rielaborazione dei brani che più ci piacevano di Battisti e Mogol ci ha aperto la mente. Non nego di aver trovato un piacere diverso anche nello scrivere nuove canzoni, dopo aver assorbito Battisti. Ovviamente, in questo caso, ci tengo a sottolinearlo, suoniamo Battisti alla maniera degli incensurabili. Niente di ciò che facciamo è mirato ad essere uguale all’originale. Scelta coraggiosa? Si! “Chi se mette appaura, nun se cocca cu ‘e femmine belle!”

Un’ultima domanda: come vedi ora il tuo futuro ? e un sogno nel cassetto che ti auguri di realizzare il più presto possibile ?

Questo è uno spoiler.”Il futuro è nerissimo. La chiamano libertà. Schiavi di un algoritmo, parlano d’amore, illusioni, notorietà. Se le canzoni servissero a dirsi la verità, io ti direi, ma quale amore, è solo un altro gesto di vanità!” Questo è il ritornello di una delle canzoni che sto scrivendo.

Come vedo il futuro? Così. La morte della verità, della spontaneità, dell’onestà intellettuale. Io ho sempre avuto un mio modus operandi, in continuo cambiamento, è chiaro. Non voglio smettere mai di cambiare idea. Lo dicevo nel 2012, ” che serve avere un’opinione stabile? una vita bene o male a prescindere ce l’ho!” Oggi però ritengo che il panorama musicale sia un usa e getta in pasto al web. Se un giorno finisse facebook, chiudesse instagram, passasse di moda YouTube, cosa farebbero molti di quelli che si giocano tutto su questi social network? Ma aldilà del mero problema social network, il problema sono gli alterego digitale che propiniamo agli altri, e che finiscono spesso per diventare la nostra faccia più credibile anche nella vita reale. Salvatore oggi sa chi è. Sa bene qual è la sua direzione. Salvatore è la stessa persona che scrive sulla fanpage Sabba. Ed è quello che sceglie di fare questa musica, o di scrivere quel testo, non perché debba diventare virale oggi, ma perché un domani la soglia di vergogna per ciò che ho fatto in passato, si possa abbassare sempre di più. Il mio futuro è la costruzione di qualcosa di cui essere fiero quando sarò grande. I social, gli alterego digitali, la Musica che “funziona”… io tengo ben in considerazione questo fenomeno e continuerò a sfruttarlo come si deve. Ma intanto, credo che l’unica salvezza che abbiamo sia continuare a pensare solo ed esclusivamente alla Musica, non perdendo mai la curiosità e cercando di avere esempi e idoli veramente importanti, e non fugaci fenomeni da baraccone momentanei e sicuramente passeggeri. Io credo di voler semplicemente continuare a fare ciò che amo per davvero, e consiglio a chi suona, canta scrive, compone, di cercare di fare affidamento su se stessi piuttosto che sul like di cento/mille/diecimila persone. Per me, la musica è un’altra cosa. Con tutto il rispetto per chi punta al jackpot col singolo videoclip. Spero nei prossimi anni di riuscire a dimostrarlo. A me stesso, in primis! Il mio sogno nel cassetto è non deludermi troppo. Che Salvatore non deluda Sabba. Che Sabba non deluda Salvatore. Che Salvatore non deluda Salvatore!

 

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