Category Archives: Umbria Jazz Perugia e Orvieto

Recensione: Le atmosfere jazz al Teatro Morlacchi ad Umbria Jazz 50th Anniversary

Foto di Max Radicchi (https://www.massimoradicchi.it/)

Continuiamo con questo ulteriore articolo a raccontare le sonorità musicali  di Umbria Jazz nell’ambito della magia che si crea nell’ambiente del Teatro Morlacchi che da sempre ospita gli artisti che arrivano da ogni angolo del mondo e che attirano un pubblico che ama ascoltare musica in un ambiente più raccolto e dedito proprio ad amplificare emozioni e sensazioni.

I più bei concerti di Umbria Jazz li abbiamo sempre ascoltati particolarmente proprio qui, storica location del Festival e li abbiamo particolarmente apprezzati perché è qui che si danno appuntamento musicisti e appassionati del jazz in una sorta di abbraccio tra la sala e il palco e spesso i progetti più originali, le collaborazioni più particolari tra musicisti anche molto diversi fra loro avvengono sempre qui e sempre qui entusiasmano e raccolgono consensi ad ogni edizione.

Quest’anno ad inaugurare la stagione al Teatro Morlacchi, sabato 8 luglio è stato chiamato Mauro Ottolini & L’Orchestra Ottovolante, protagonista da sempre di progetti originalissimi che spaziano nei diversi generi musicali, quest’ anno ha portato sul palco del Teatro un progetto sul tema della canzone italiana del periodo anni 30/’60 resa popolare prima dalla radio, poi dalla TV, e anche dal Festival di Sanremo. Il progetto impreziosito dalla sofisticata vocalità di Vanessa Tagliabue Yorke presenta dei brani che seppur appartenenti ad un’epoca che sembra lontanissima da oggi hanno comunque un fascino inalterato nel tempo in grado di conquistare una platea di appassionati come il pubblico presente al Morlacchi ogni sera.

Domenica 9 luglio invece il Teatro Morlacchi è stato inondato dalle musiche di Paolo Fresu “Ferlinghetti” con Dino Rubino, Marco Bardoscia e Daniele di Bonaventura, un trio che non manca quasi mai ad Umbria Jazz sia nell’edizione estiva che quella winter che si svolge a fine anno ad Orvieto.

  Ferlinghetti rappresenta anche il nuovo capitolo della collaborazione tra Paolo Fresu e il regista Ferdinando Vicentini Orgnani, iniziata nel 2002 con “Ilaria Alpi. Il più crudele dei giorni” e proseguita con numerose opere tra cui “Vinodentro”, le cui musiche sono diventate un disco uscito nel 2013.
    I titoli dei 13 brani originali sono tratti dalla poesia Autobiography e da altri testi che compongono il corpus letterario dell’intellettuale italo-americano, registrati pochi mesi prima della sua scomparsa.

Da lunedì 10 una serie di concerti strepitosi, prima The Swingers Orchestra che ha presentato un progetto su Benny Goodman e Artie Shaw, poi martedì 11 un altro grande originalissimo progetto musicale creato dalla mente geniale e assolutamente unica di Gianluca Petrella in “Cosmic Renaissance” progetto nato nel 2007 liberamente ispirato alla musica e alla figura di Sun Ra, mercoledì 12 luglio un altro grande incontro tra artisti strepitosi come Chano Dominquez, Flavio Boltro, Martin Leiton, Michael Olivera e uno straordinario guest star Stefano Di Battista per un vero e proprio omaggio ad un mito della musica internazionale come  Michael Petrucciani.  

Giovedì 13 luglio invece altro grande concerto che ha avuto un seguito di pubblico strepitoso quello dell’incontro fra Danilo Perez, John Patitucci,   Adam Cruz Trio , un vero e proprio gioiello di esempio di straordinario jazz che ha entusiasmato il pubblico presente.

Venerdì 14 luglio altro duo di musicisti internazionali come Enrico Rava & Fred Hersch, seguiti da sabato 15 da grandissimo Kenny Barron Trio con Kivoshi Kitagawa, Savannah Harris , concludendo il Festival domenica 16 luglio con Samara Joy vera rivelazione dell’edizione Umbria Jazz 2022 e che anche in questa occasione ha incantato il pubblico presente con una voce strepitosa capace di essere paragonata ai grandi miti del jazz come Ella Fitzgerald o Sarah Vaughan o Billie Holliday.

Recensione: Umbria Jazz 50th Anniversary i grandi concerti dell’Arena Santa Giuliana di Perugia

di Annamaria De Crescenzo
Foto di Massimo Radicchi (http://www.massimoradicchi.it)
Foto di SpectraFoto (www.spectrafoto.com)

É stata definita l’edizione stellare di tutti i tempi e oggi che l’abbiamo vissuta intensamente per 10 giorni di musica straordinaria non possiamo che confermare tale definizione.

Per il 50esimo Anniversario di Umbria Jazz, Perugia si è trasformata ancora di più come la Città della Musica Jazz unica e straordinaria al mondo. Ogni angolo della città è diventato un luogo di incontro tra musica/talento/amicizia tra diverse generazioni di musicisti, pubblico e appassionati di tutto il mondo. Perugia vive ogni anno questa magia che solo la musica sa creare, ma quest’anno ancora di più.

E i dati dichiarati durante il consueto appuntamento della conferenza stampa alla fine del Festival sono da grandissimi eventi mondiali: un incasso superiore ai 2,3 milioni per 40 mila paganti, con una media di 3.200 paganti all’Arena, oltre 500 al teatro Morlacchi e 150 alla Sala Podiani. con un flusso di pubblico nell’ambito social nei canali del festival di oltre 2 milioni di utenti nei dieci giorni del festival e la presenza  fissa di tutto lo staff di Radio Monte Carlo, radio ufficiale del festival, ha contribuito a questo ottimo risultato con 122 ore di diretta da Perugia, 70 interviste e oltre 10 live realizzati, con uno staff di 15 persone tra speaker e tecnici.

Quest’anno, visto il cartellone ricchissimo di eventi, per seguire una sorta di filo logico, di “raccontare” il Festival suddividendo il racconto stesso non più seguendo i vari giorni di programmazione ma i luoghi dove si sono svolti i concerti stessi, almeno le location più importanti e significative, come ovviamente l’Arena Santa Giuliana dove da anni si svolgono tutti i main concert serali, il Teatro Morlacchi, i due palchi gratuiti allestiti ai Giardini Carducci e in Piazza IV novembre.

In questo articolo cercheremo di raccontarvi quanto il pubblico ha potuto godere ed apprezzare gli Artisti presentati sul palco sicuramente più rappresentativo di tutta l’essenza del mondo musicale di Umbria Jazz, un mondo che non sempre presenta nomi esclusivamente e rigorosamente appartenenti al mondo jazz ma che spesso ha ospitato, come si è verificato  anche quest’anno, anche nomi della musica pop/rock/blues/funky del panorama musicale italiano ed internazionale, in una sorta di apertura del jazz verso tutto l’universo della musica in generale.

Ed è infatti, anche in questa edizione, come ormai il Direttore Artistico di Umbria Jazz e tutto lo staff organizzativo ci ha abituato da anni, è stata caratterizzata dalla presentazione di Artisti che rappresentano la musica in tutte le sue diverse declinazioni: le ballade dello straordinario racconta storie come Bob Dylan, che ha inaugurato il giorno 7 luglio il palco del Santa Giuliana, la canzone d’autore italiana di Paolo Conte, il pop rock dei Police orchestrati da Stewart Copeland, le sonorità del repertorio popolare americano ma anche italiano, irlandese, latinoamericano di Rhiannon Giddens; le canzoni del rock blues di Joe Bonamassa e quelle legate alle radici folk di Ben Harper.

Insomma non è assolutamente un lavoro semplice pensare ad un Festival che abbracci tanti generi musicali e tante sonorità complesse e straordinariamente di altissimo livello come quelle degli Artisti invitati a questa Edizione, ma il risultatoè stato assolutamente straordinario e ha accolto il favore totale del pubblico visto che ogni sera, all’Arena Santa Giuliana sono stati raggiunti dei numeri record nella vendita dei biglietti e in tantissime serate in sold out, appena i biglietti sono stati pubblicizzati sulle pagine del sito del Festival stesso.

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Recensione: Umbria Jazz 50th Anniversary , i concerti ai Giardini Carducci

Foto di SpectraFoto (http://www.spectrafoto.com)

Perugia come ogni anno ha ospitato dei palchi dove si sono esibiti dei grandi musicisti che hanno coinvolto residenti e turisti. Ma anche sul Corso Vannucci già di buon’ora il box di Radio Monte Carlo, media partner, diffondeva musica.

I primi a dare l’avvio alla giornata dalle 11.30 fino alle 18 sono stati i Funk Off che con la loro musica hanno coinvolto tanta gente.

L’offerta musicale che ogni anno Umbria Jazz è tanta che nessuno è andato via senza assistere almeno a una esibizione di grande livello musicale.

Dal Palco dei Giardini Carducci, al Palco di Piazza IV Novembre per i concerti gratuiti con bravissimi e applauditi artisti a tutte le ore.

A esibirsi alterandosi tra i due palchi: Modalità Trio con Nico Gori, Massimo Moriconi e Ellade Bandini, The New Orleans Mystics, Ray Gelato &The Giants, Ranky Tanky, Sugarpie &The Candyman, Shake ‘em up   jazz band, Mwenso &The Shakes, Tribunal Mist Jazz Band, J.P. Bimeni & The Black Belts e immancabili Funk Off.

Mentre alle 19.30 prima del concerto serale si sono esibiti Accordi Disaccordi e nel after show si alternavano alcuni artisti sopracitati.

Mentre per gli amanti del “Around Midnight” e delle Jam session alla Taverna 36 Jazz Club si è esibita la Residente Band, con Piero Odorici, Daniele Scannapieco, Paolo Birro, Aldo Zunino e Xaver Hellmeier.

Come si è potuto evincere dalle presenze nonostante le giornate di caldo torrido le persone che sono accorse nel capoluogo Umbro hanno festeggiato con un entusiasmo senza pari i 50 anni di Umbria Jazz non facendo mai mancare applausi e incitamento agli artisti che si esibivano.

Recensione: Umbria Jazz 50th Anniversary /Sala Podiani


Foto di SpectraFoto (www.spectrafoto.com)
Foto di Massimo Radicchi (http://www.massimoradicchi.it)

Ogni anno Umbria Jazz è l’evento più importante di tutto il panorama degli appuntamenti italiani riguardanti il jazz e tra i primi posti di tutti gli altri eventi internazionali di tale genere musicale.

Non a caso ogni anno si registrano numeri record in termini di presenza di pubblico proveniente da tutto il mondo ma anche di Artisti italiani ed internazionali che ogni anno propongono concerti di altissimo livello da tutti i palchi allestiti in tutta la città di Perugia a partire da quelli storici come quello di Piazza IV Novembre o Giardini Carducci, Arena Santa Giuliana o Teatro Morlacchi o più recentemente nella bellissima Sala Podiani allestita all’interno della Galleria Nazionale dell’Umbria.

Quest’anno poi, in occasione del 50esimo anniversario dell’Umbria Jazz Festival, i concerti sono stati ancora più numerosi e tutti di altissimo interesse e valore artistico, per giunta tutta la Redazione è stata messa a dura prova e per “tentare” di raccontare lo spirito che da 50 anni anima il senso del Festival stesso, abbiamo scelto di riepilogare, per luoghi, i tanti concerti ai quali abbiamo assistito durante i tanti giorni di programmazione dell’Umbria Jazz.

Iniziamo quindi dai concerti che nel primo week end di programmazione sono stati presentati alla Sala Podiani, un luogo di grande intensità emotiva e sensoriale, dove si è registrato quasi sempre, nonostante il caldo, il tutto esaurito.

I nomi tutti di grande livello internazionale, da Dado Moroni, Danilo Rea, Enrico Pieranunzi a Nduduzo Makhathini sudafricano, al cubano David Virelles e alla tedesca Olivia Trummer, in duo con Nicola Angelucci. Il Trio Brandee Younger che ha suonato l’arpa classica uno strumento non usale nel mondo del jazz. La grande performance di Marc Ribot che ha riscosso grandissimo successo nei due set quello delle 12 e delle 15.30.

Da citare il duo con Miguel Zenón sax contralto e Luis Perdomo al piano duo dalle sonorità latine, e anche il duo sax/chitarra Pietro Tonolo e Giancarlo Bianchetti. Un bellissimo progetto jazz di Vanessa Tagliabue Yorke non ultimi Enrico Morello in “Cyclic Signs” con Francesco Lento, Daniele Tittarelli e Matteo Botone e il trio MiXMONK con Joey Baron, Robin Verheyen e Bram De Looze.

Recensione: Umbria Jazz 2022 uno sguardo sulla musica jazz

di Clementina Abbamondi 
Foto di SpectraFoto (www.spectrafoto.com)

Dall’8 al 17 luglio 2022 si è svolta a Perugia la 22° Edizione di Umbria Jazz Summer. Dopo il lungo periodo della pandemia, finalmente questa estate c’è stata la rinascita della musica e della cultura e Perugia si è ripopolata di migliaia di persone che sono accorse per assistere ai moltissimi concerti che hanno animato in questi dieci giorni le strade e le piazze di questa bellissima città.

I concerti sono stati organizzati sia nell’Arena Santa Giuliana, che ha ospitato delle vere stelle della musica internazionale tra i quali: Dee Dee Bridgewater, Herbie Hancock, Diana Krall,Tom Jones  sia nella Sala Podiani ,situata nella Galleria Nazionale dell’Umbria, sia nel Teatro Morlacchi.

La  caratteristica vineria “La Bottega del vino”, posta nel centro storico di Perugia a pochi passi dal Duomo, ha ospitato ad ora di pranzo il gruppo Accordi Disaccordi con Anaìs Drago ed alle 19 il pianista Lorenzo Hengeller.

Sul palco dei Giardini Carducci si sono alternati  dalle 13  fino a tarda sera tantissimi gruppi che hanno animato questo bellissimo luogo di Perugia. Tra i vari gruppi musicali che si sono esibiti sul palco c’è stato quello dei “Sugarpie&Candymen” ,formatosi nel 2008 in Emilia-Romagna, conosciuti anche per alcune collaborazioni con Renzo Arbore sono noti   anche per aver riarrangiato nel loro genere ,ovvero il jazz, molti brani popolari di artisti e gruppi notevolmente conosciuti, alcuni dei quali; Bohemian Rhapsody,Disco Inferno,Come Together,Quando, Quando ,Nel blu.  dipinto di blu. Tra i loro album vi è anche “Let it Swing”dedicato interamente ad alcune it dei Beatles. Bravissima la cantante del gruppo Lara Ferrari che ha regalato dei momenti di grande spensieratezza coinvolgendo con il suo swing il numeroso pubblico presente nei Giardini Carducci.

Un altro gruppo musicale tutto al femminile il “ EM UP Jazz Band” sono riuscite a far rivivere la tipica polifonia dei gruppi vocali degli anni ruggenti del jazz . Il gruppo ha base a New Orleans ,la formazione della band rievoca le prime orchestre dixieland :una frontline con tromba ,trombone e clarinetto e una sezione ritmica con basso, chitarra e washboard. Hanno inciso dischi e fatto un tour in America e fuori . Con la loro musica il pubblico si è scatenato ballando e applaudendo entusiasta.

Un artista che ha stabilito un rapporto privilegiato con il pubblico proprio sul palco dei Giardini Carducci è  stato il giovanissimo pianista Mathis Picard ,compositore, produttore e band leader di origini franco-malgasce e newyorkese di adozione .Mathis è stato nominato una “stella nascente” da The Scotsmen all’età di dieci anni. È’ una personalità dinamica e allo stesso tempo un grande virtuoso. L’ultimo album da solista “Live At The Museum” ,pubblicato con il plauso della critica nel gennaio 2022 rende omaggio alle opere dei grandi compositori di musica classica e jazz che hanno influenzato il percorso musicale di Mathis,attraverso interpretazioni audaci ed evocative di brani classici.  In qualità di band leader dirige la “The Sound Orchestra”  il suo grande ensemble.  Le sue mani riescono a trarre dallo strumento dei suoni ricchi  di rievocazioni di grandi pianisti della musica classica, fusi e stravolti abilmente dal pianista che riesce a creare un suono unico e personale nel quale confluiscono anche lo swing, il jazz rendendo il ritmo perfetto e travolgente. Il pubblico presente numerosissimo nei Giardini Carducci ha tributato moltissimi applausi  a questa stella nascente del piano .

Uno dei concerti più seguiti dal pubblico è stato quello del pianista napoletano Lorenzo Hengeller,cantautore e compositore di musica swing. Hengeller ha vinto nel 2007 il Premio Carosone .

La sua musica  trae ispirazione da grandi autori come Lelio Luttazzi, il Quartetto Cetra, Gorni Kramer, Renato Carosone. Dopo il suo primo album “Parlami Mariù ma non d’amore”, nel 2006 esce “Il giovanotto matto”, album di matrice swing dove rende omaggio a Renato Carosone e Gorni Kramer. Nel 2010 esce il disco “Canzoniere minimo leggero” con duetti con Gianluca Guidi e Stefano Bollani. Nel 2013 esce il disco tributo a Lelio Luttazzi “Pianoforte e amici”, nel 2016 “Gli stupori del Giovane Hengeller” e nel 2020 esce “Piano Napoli” in collaborazione con Elisabetta Serio. Lorenzo Hengeller ha la passione per l’umorismo, quello di Luttazzi e Carosone, che si intreccia con quella per il jazz e le musiche divertenti.

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Recensione: Il soul e la musica pop elettronica arriva ad Umbria Jazz

Di Annamaria De Crescenzo
Foto di SpectraFoto(http://www.spectrafoto.com)

Dopo un bellissimo week end di musica è iniziata una settimana che vede in cartellone straordinari concerti a partire da quelli previsti alla Galleria Nazionale dell’Umbria Sala Podiani a mezzogiorno e nel primo pomeriggio per continuare poi al Teatro Morlacchi e in serata tantissimi concerti nelle varie piazze della città.

L’atmosfera che si “respira” in città è proprio quella di “viversi” appieno le emozioni che un Festival cosi importante riesce a donare a chi si vive ogni istante di musica e della vita che gira intorno ad un evento organizzato al massimo livello in ogni dettaglio e in ogni particolare.

Quindi ci immergiamo anche in questo inizio settimana in tutti i vari incontri musicali per poter raccontare quanto più possibile le emozioni del jazz di questa settimana cosi intensa.

Lunedì 11 luglio dopo un bellissimo piano solo di Alessandro Lanzoni, e un concerto intenso di Alice Ricciardi & Pietro Lussu, l’evento straordinario del Teatro Morlacchi che ha visto sul palco del Teatro una band straordinaria guidata da Christian McBride & Inside Straight con Steve Wilson, Warren Wolf, Peter Martin e Carl Allen

Nel 2007 Christian McBride, uno dei più grandi contrabbassisti del jazz contemporaneo ed eclettico leader, ha presentato in anteprima la nascita di un nuovo quintetto chiamato Inside Straight con un live set al leggendario Village Vanguard. Sia i critici che i fan sono rimasti entusiasti di questa potenza acustica. McBride ha poi pubblicato due album del gruppo “Inside Straight” su Mack Avenue records, Kind of Brown (2009) e People Music (2013), dedicati alla visione di Mc Bride del jazz ‘straight’ e swingante. Dopo una pausa di diversi anni, Christian McBride riporta “Inside Straight” sui palcoscenici nel 2022 con una nuova fantastica formazione e nuovi brani groovin’ per i suoi fan più accaniti.

A giudicare dalla sua performance, la frase “Inside Straight” cattura bene l’estetica di questa band: è sia “dentro” una comoda dimensione groove che “dritto” – bluesy. La scelta dei brani di McBride può essere armonicamente complicata, ma non si discostano mai dalla forma e dalla tonalità della composizione; sono esercizi ingegnosi per un quintetto sofisticato e intelligente, un mix di veterani e giovani musicisti che include batteria, sassofono, pianoforte e vibrafono. E, naturalmente, McBride brilla sia negli assoli che nel tenere il tempo: brandisce un contrabbasso tremendamente flessibile, rotondo e fluido, saldamente radicato nel suonare ciò che è inconfondibilmente jazz.

La serata si apre invece con due strepitosi concerti all’Arena Santa Giuliana con il primo set di Jamie Cullum e la seconda parte della serata con Christone “Kingfish” Ingram Trio. Due concerti seguitissimi dal pubblico presente in Arena che hanno visto uno strepitoso Jamie Cullum che ha cantato, suonato, ballato e saltato dal pianoforte come ci ha abituato da tempo in una performance straordinaria per più di un’ora senza risparmiarsi né fermarsi ma

Cullum a Perugia c’era già stato più volte a partire dal 2006, poco dopo essersi rivelato al grande pubblico coi suoi primi due esplosivi album.

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Recensione: Al via l’edizione 2022 di Umbria jazz con talenti strepitosi

Di Annamaria De Crescenzo
Foto di SpectraFoto (http://www.spectrafoto.com)

Eccoci pronti per l’ edizione 2022 di Umbria Jazz a Perugia.

La città, prontissima per accogliere quella che ormai è una vera e propria “macchina da guerra” del più grande Festival Jazz di tutta Italia, ci viene incontro con il generoso sorriso di tutti gli operatori  della sala stampa del Festival, dell’accoglienza affettuosa dell’addetto stampa Cristiano Romano e di tutti i suoi collaboratori presenti per la consegna dell’ormai ambitissimo pass photo/stampa nella sala stampa allestita in una delle sale al piano terra del famosissimo Hotel Brufani, che da anni e anni ospita i più grandi artisti che saliranno sui vari palchi previsti per tale edizione.

Da venerdì 8 luglio a domenica 17 la Città accoglierà  i migliaia e migliaia di appassionati jazz che affolleranno da mattino a notte inoltrata quasi l’alba i vari angoli della città, dalle famose piazze cittadine come Piazza IV Novembre, Giardini Carducci, la nuova location di quest’anno Piazza Matteotti, e tutta la zona di Via della Viola dove locali molto particolari e soprattutto il Chiostro di San Fiorenzo ospiteranno la musica gratuita fino agli spazi immensi dell’Arena Santa Giuliana che invece, come di consuetudine ospiterà i concerti serali che quest’anno vede musicisti delle più varie angolazioni e sfaccettature della musica partendo sempre dalla  musica jazz , per poter toccare sonorità blues, funky, bossa nova e musica brasiliana fino alle note scatenate della musica cubana e al grande finale pop rock di domenica 17 con Jeff Beck con guest star Johnny Depp

Aspettative a mille per questa edizione che, dopo l’effetto paralizzante del covid sulla musica che ha costretto gli organizzatori del Festival ad annullare l edizione del 2020 e a presentare un’edizione 2021 molto limitata, presenterà un programma di oltre 260 eventi in dieci giorni, undici diverse location (non contando il centro storico percorso dalla marching band), 90 band per un totale di circa 500 musicisti,

Ad aprire il Festival di Umbria Jazz 22 oltre alla musica gratuita delle varie piazze a partire dalle ore 13, all’Arena Santa Giuliana due grandi artisti del mondo jazz pop internazionale: Mark Lettieri accompagnato in questi edizione dall’energia trascinante dei Funk Off, seguito da una straordinaria Joss Stone che ha incantato il numeroso pubblico presente con il suo nuovo tour “Never forget my love” .

I Funk Off incontrano sul palco uno dei chitarristi di Snarky Puppy, Mark Lettieri. Con la band americana Lettieri ha condiviso quattro Grammy per altrettanti album, ma ha anche una intensa attività di leader di musica strumentale, che spazia attraverso i più disparati generi della popular music.

Il pubblico nella prima parte del concerto (la formula è sempre quella due artisti per serata per due set di musica davvero sempre emozionanti serata dopo serata ) si scatena grazie al talento di Mark Lettieri che è davvero uno straordinario musicista e l’allegria, la grinta e l’enorme capacità di comunicare che sono gli elementi caratterizzanti la vera anima della marching band più famosa di Italia e che per tutto quanto il Festival saranno coloro che animeranno le strade dell’intera Città di Perugia oltre ad essere protagonisti assoluti anche di concerti in piazza seguitissimi dal pubblico presente.

Il secondo concerto è ancora più emozionante. Il debutto discografico Joss Stone lo fece a 15 anni, quando pubblicò “The Soul Sessions”. Da allora questa cantante e songwriter di Devon (UK), vincitrice di Grammy e Brit Awards, ha avuto una carriera intensa, che a livello discografico significa sette album in sedici anni. Come tutti nel mondo dello spettacolo e della musica quando la pandemia ha impedito gli spettacoli dal vivo ha dato avvio ad un’intensa attività nella rete, scrivendo anche canzoni con Dave Stewart per il musical “The Time Travellers-s Wife” oltre a dare vista a testi che sono confluiti poi nell’album pubblicato da poco che da vita al tour “Never Forget My love” che è stato presentato durante il concerto di Umbria Jazz, applauditissimo e apprezzato da tutto il pubblico presente in Arena.

Sabato 9 tantissimi gli appuntamenti con la musica jazz e non solo.

Già alle 11 in programma la presentazione del nuovo libro di marco Molendini “Pepito il principe del jazz” seguito poi dal concerto di Mathis Picard alla Galleria Nazionale dell’Umbria Sala Podiani, pianista che è stato una delle vere rivelazioni del Festival seguitissimo anche negli altri suoi concerti e applauditissimo sia in piazza che in uno dei concerti più  apprezzati dal pubblico al Chiostro di San Fiorenzo.

Sempre musica di altissimo livello alla Bottega del Vino altra storica location del jazz a Perugia che ha visto il gruppo di “Accordi e Disaccordi che ogni sera apre lo spazio dedicato alla musica all’interno del giardino allestito intorno al Restaurant Stage Arena, che quest’anno si esibiscono con una strepitosa violinista Anais Drago che ha arricchito la musica gipsy di Accordi con strepitose note del suo amatissimo violino che lei suona con un virtuosismo davvero emozionante, mentre nel pomeriggio la stessa Anais Drago si è esibita alla Galleria Nazionale dell’Umbra Sala Podiani con un progetto personale “Solitudo” che ha accolto numerosi consensi e lunghissimi applausi.

La serata, come lo sarà ogni sera fino alla fine del Festival, il grande Lorenzo Hengheller,  protagonista assoluto al ristorante Bottega del Vino con la sua scanzonata energia e la sua musica al piano che ricorda i grandi musicisti degli anni scorsi come Lelio Luttazzi e Renato Carosone, autentici geni della musica contemporanea.

Nel pomeriggio invece al Teatro Morlacchi un autentico appuntamento con la musica d’eccezione quello del concerto di Enrico Rava Special Edition.

Sono passati ormai più di 50 anni da quando Enrico Rava apparve, dapprima sulla scena italiana e poi in quella mondiale, collaborando con artisti del calibro di Gato Barbieri e Steve Lacy, con cui passò una breve stagione a Buenos Aires insieme ai sudafricani Johnny Dyani e Louis Moholo.
Poi venne il lungo soggiorno a New York dove collaborò con artisti come Roswell Rudd, Carla Bley, John Abercrombie, Cecil Taylor, tra i tanti. Negli anni Settanta il rientro in Italia e un inanellarsi di concerti e dischi con i gruppi a suo nome, l’incontro con l’Opera e quello con il Pop di Michael Jackson, la sua predisposizione a scoprire giovani talenti: nel corso degli anni Massimo Urbani, Paolo Fresu, Mauro Beggio, Stefano Bollani, Gianluca Petrella, Giovanni Guidi, Francesco Diodati.
E le collaborazioni con tanti artisti: Lee Konitz, Richard Galliano, Pat Metheny, John Scofield, Dave Douglas, Geri Allen, Miroslav Vitous, Philip Catherine, Tomasz Stanko, Michel Petrucciani, Joe Lovano.
Giunto agli 80 anni nel 2019, Rava ha voluto pensare ad una Special Edition, raggruppando i musicisti che più gli sono stati vicino negli ultimi anni, per creare una band, rivisitare i brani più significativi della sua carriera, rivisti in un’ottica odierna ed interpretare nuove composizioni scritte per questa occasione.

All’Arena Santa Giuliana è la serata tutta dedicata alla musica brasiliana, prima con l’esibizione di Marisa Monte poi con quella di Gilberto Gil & Family con il progetto “Nos a gente”

Marisa Monte, cantante, songwriter, produttrice e multi strumentista di Rio de Janeiro, è considerata la più bella voce della sua generazione nel pur affollato campo della musica popolare brasiliana. Per molti è lei l’erede di Elis Regina e Gal Costa. Ha operato una appassionata riscoperta del repertorio brasiliano del passato meno conosciuto, e nello stesso tempo ha realizzato raffinate canzoni di grande respiro internazionale. Ha vinto quattro Latin Grammy e si è guadagnata un pubblico trasversale con la sintesi virtuosa di samba e canzone popolare con soul, funk e pop, e grazie ad una vocalità espressiva e sofisticata, “educata” con studi classici. Tantissime collaborazioni con i più importanti artisti internazionali come  Ryuichi Sakamoto, John Zorn e Marc Ribot. e con artisti brasiliani come Carlinhos Brown e Arnaldo Antunes . Il concerto seguitissimo all’Arena è stato l’occasione per presentare oltre ai suoi successi di sempre anche il suo nuovo progetto “Portas” uscito lo scorso anno per l’etichetta Sony.  Straordinaria cantante nonché bravissima musicista, ha affascinato tutto il pubblico presente in Arena con la sua voce e il suo talento alla chitarra con numerosi cambi di abiti scintillanti e il meravigliosa coroncina che donava al suo fisico già di per sè elegantissimo una maestosità ancora più regale.

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Conferenza stampa di presentazione programma Umbria Jazz 2022

Di Annamaria De Crescenzo

Si è svolta mercoledi 18 maggio la conferenza stampa della presentazione dell’attesissimo programma di Umbria Jazz 2022 nella famosissima sala concerti del Blue Note, il più importante Jazz club di Italia che ogni anno ospita migliaia di concerti seguitissimi sempre da un numerosissimo pubblico appassionato di tale genere musicale e non solo .

Presentata da Nick the Nightfly che al Blue Note ormai è di casa da decenni non solo come musicista ma anche come conduttore radiofonico di Radio Montecarlo, visto che è proprio dalla sala del Blue Note che ogni sera conduce il suo programma, la conferenza stampa è stata un autentico successo, sia in termini di presenze in sala oltre al Presidente della Fondazione Umbria Jazz Gian Luca Laurenzi, della Presidente di Regione Umbria Donatella Tesei,   del Sindaco di Perugia Andrea Romizi, dell’amministratore delegato di Radio Mediaset  Paolo Salvaderi, del Direttore Artistico Carlo Pagnotta,  di tantissimi giornalisti, conduttori radiofonici del gruppo Radio Mediaset, musicisti e rappresentanti del settore musicale, oltre che tutto lo staff tecnico e organizzativo  di Umbria Jazz stesso.

La conferenza stampa e’ inizata proprio dal discorso di benvenuto del Presidente Gian Luca Laurenzi il quale ha dichiarato “Umbria Jazz ricomincia alla grande, non un ritornare perché noi in realtà non ci siamo mai fermati ,  bloccati dal fermo di tutte le attività nel febbraio 2020, pochi giorni dopo l’annuncio del programma, siamo riusciti a proporre un’edizione 2021, anche se in versione ridotta, di tutto rispetto con tantissimi concerti e musicisti bravissimi. Ma ora è tempo di ricominciare con tantissimi nomi sia del jazz italiano che internazionale, con un programma che attraversa un po’ tutte le sfaccettature del complesso mondo musicale jazzistico nel mondo intero. E lo facciamo con un entusiasmo  straordinario e con un programma che torna alla sua formula consueta e con una rinnovata amicizia con Radio Montecarlo  media partner di Umbria Jazz e con lo stesso Nick che conosciamo ormai da tantissimi anni. E Torniamo con 260 eventi in 11 giorni, 11 diversi location 90 band con un totale di circa 500 musicisti musica in ogni luogo del centro storico di Perugia dalla mattina a notte inoltrata, un chilometro quadrato  di  una città che diventa lo scenario storico medievale nel quale si realizzeranno tutti i concerti della rassegna stessa. Tornano i concerti gratuiti all aperto, riprende il percorso di U4fkids un evento importantissimo per i bambini e per le loro famiglie che ha come obiettivo quello di avvicinare le nuove generazioni alla musica jazz in una sorta di gioco che coinvolgerà tantissime persone e che quest’anno si terrà nei giardini dell’Arena Santa Giuliana. Ritorneranno le Clinics legate al Barkley School di Boston che offrono agli studenti di tutto il mondo a specializzarsi nel jazz e che vedono centinaia di giovani coinvolti in tale progetto e che riempiranno le strade di Perugia con i loro strumenti e la loro allegria e entusiasmo. 

Entusiasmo confermato anche dalle parole di Donatella Tesei, Presidente della Regione Umbria, che ha dichiarato di ritenere importantissima la presenza di Umbria Jazz in una Regione che sta lavorando da anni per diventare una Regione aperta non solo al Turismo, ma anche ad eventi culturali, musicali e dello spettacolo in generale che possono mettere in risalto le bellezze culturali, architettoniche, paesaggistiche della Regione stessa. La Regione Umbria ha creato un percorso non solo di sostegno economico di un progetto cosi importante come Umbria Jazz ma si sta dedicando a progetti importantissimi come la rinascita dell’aereoporto di Perugia dove si stanno implementando nuove rotte nazionali ed internazionali in modo tale da rendere l’Umbria non solo una Regione al centro dell’Italia ma anche dell’Europa stessa.

Stesso entusiasmo anche nelle parole del Sindaco che non solo ha ringraziato il Presidente Terenzi , lo staff organizzativo di Umbria Jazz oltre allo stesso Pagnotta che 50 anni fa ebbe questa straordinaria intuizione di creare un Festival che potesse avere al centro di tutto la musica jazz, ma ha anche rinnovato l’impegno da parte dell’istituzione che lui rappresenta a collaborare intensamente per tutta la durata del Festival a far sì che possa realizzarsi un evento che anche quest’anno possa definirsi assolutamente unico e spettacolare nel suo genere. 

Perugia è legatissima ad Umbria Jazz e siamo fieri che i nostri vicoli, i nostri teatri, i nostri musei, palazzi storici della città possano essere i luoghi scelti da Umbria Jazz per poter dare vita a giornate di musica davvero strepitose. L’altro elemento che renderà la nostra città molto accattivante in questo periodo è l’atmosfera di campus della Musica, grazie a questa attenzione alle nuove generazioni partendo proprio dai bambini e adolescenti di 4xKids fino agli studenti dei piu importanti conservatori del mondo che nei giorni del Festival saranno in città non solo per imparare ma anche per viversi la Musica con gioia ed entusiasmo. Inoltre con grande orgoglio vi annuncio che i luoghi dedicati ai concerti aumenteranno,  ci sarà anche una nuova piazza e numerosi luoghi che accoglieranno tanti importanti concerti, e che una delle location degli eventi musicali del Festival sarà una rinnovata sala del Galleria Nazionale dell’Umbria  che quest’anno vi accoglierà con tutta la sua ritrovata bellezza vista la recente ristrutturazione e che sarà anche sede dei festeggiamenti dei 500 anni dalla morte del Perugino che ricorrerà nel 2023, in concomitanza dei 50 anni del Festival e ci impegneremo sin d ‘ora di creare un’Edizione ancora più importante ed emozionante di sempre.  In ultimo ormai è chiaro che Umbria Jazz crea dipendenza e molti di voi che sono qui oggi in sala lo possono testimoniare. Allora  che ben venga questa dipendenza, Perugia è con Umbria Jazz da sempre e sempre lo sarà’”.

I progetti quindi oltre ai concerti previsti dal programma sono tanti come hanno sottolineato anche le parole di Giovanni Tommaso, responsabile organizzativo delle Clinics, fieramente orgoglioso che dopo quasi due anni, la Città si riempirà di giovani che hanno messo al centro della propria esistenza lo studio della musica  e confermata l’importanza di tale progetto per la loro carriera, in termini non solo di condivisione delle competenze musicali che i vari maestri daranno loro nel corso dell’Edizione e che porterà alcuni di loro a poter frequentare un corso di altissima specializzazione proprio alla Barkley School di Boston, ma anche di esperienza di vita che difficilmente potranno dimenticare nella loro vita personale e professionale, e ovviamente anche quello dedicato ai bambini, presentato magnificamente dalla parole del coordinatore Fabrizio Croce che viene fuori dall’intuizione di voler creare una sorta di “passaggio di testimone” dell’amore verso il jazz dalle generazioni attuali alle future generazioni, in modo tale da suscitare in loro la curiosità verso questa musica e magari desiderare di diventare dei grandi musicisti del futuro o più semplicemente il pubblico del futuro. Tale progetto, interessantissimo sotto ogni punto di vista, è il punto di arrivo di un lavoro enorme fatto con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado a partire dalla scuola materna fino alle superiori, e con le scuole di Musica e che anche quest’anno vedrà il coinvolgimento di bambini di età diverse, a partire dai primissimi anni di vita fino a 18 anni , e le loro famiglie in una sorta di percorso studio/gioco  che non ha paragoni.

Poi arrivano le parole dell’Amministratore Delegato di Radio Mediaset Paolo Salvaderi che non solo ringrazia la Fondazione Umbria Jazz per averli scelti come Media Partner dell’evento ma sottolinea l’importanza di tale evento al punto tale che, dichiara, di aver voluto mettere a disposizione dello staff organizzativo del Festival tantissimi conduttori e giornalisti della Radio per poter seguire l’evento in ogni momento della giornata e dedicare a tali giornate vere e proprie maratone in radio per dare a questa edizione l’importanza che merita.

La conferenza stampa si è conclusa con le parole del Direttore Artistico Carlo Pagnotta, colonna portante dell’intero Festival, che da 50 anni sceglie, insieme ad uno staff di collaboratori di grandissimo talento tutti citati da Carlo come riconoscimento del loro impegno e professionalità , gli artisti  di Umbria Jazz tra i più importanti e assoluti  protagonisti della musica internazionale e italiana del jazz, presentando nomi molte volte in esclusiva al Festival o in anteprima assoluta in Italia prima di proseguire magari in successive tappe dei loro tour italiani ed Europei. Non dimentichiamo che nomi importantissimi come Chick Corea, Diana Krall, Sarah Jane Morris, Dee Dee Bridgewater, Herbie Hanckock solo per citarne alcuni  delle centinaia e centinaia d artisti  che si sono succeduti sul palco di Umbria Jazz in questi 49 anni di Festival, sono stati e sono tuttora presenti sul palco di Umbria Jazz.

A grande sorpresa, Carlo Pagnotta ha preferito dare il microfono a Manuele Morbidini, sassofonista affermato nonché musicista dell’Orchestra Jazz di Perugia che lo stesso Direttore Artistico ha presentato come “colui che sarà, anzi lo spero, il futuro Direttore Artistico di Umbria Jazz”.

A Manuele Morbidini è stato dato quindi l’onore di presentare alla stampa e ai presenti in sala il variegato e corposo programma di Umbria Jazz 2022 che si può visualizzare al seguente  link: https://www.umbriajazz.it/artisti-uj22/  e  che vedrà alternarsi sui 15 palchi di Umbria jazz i nomi più prestigiosi del jazz in tutte le sue complesse sfaccettature e volti di questo genere musicale, spiegando che i tre spazi più rappresentativi del Festival daranno spazio a diverse visioni del jazz nel mondo.

Si partirà il giorno 8 Luglio con una sorta di grande festa della musica con i Funk off con Mark Lettieri all’Arena Santa Giuliana seguito da Joss Stone che rappresenta l’anima soul del jazz nel mondo. I giorni successivi sarà dato spazio ad una serata “sguardo sul Brasile “ con Marisa Monte e Gilberto Gil , un immergersi nella musica di Cuba con il Duo Gonzalo Rubalcaba e Aymee Nuviola e i CimaFunk, per seguire con i ritmi groove e soul di grandissimi artisti come Christone KingFish Ingram trio  e Jamie Cullum, seguiti da Dee Dee Bridgewater , Incognito, seguiti da concerti spettacoli di jazz mondiale come quelli di Herbie Hancock e Diana Krall per finire con un week end spettacolare sabato 16 luglio arriverà sul palco dell’Arena Tom Jones per concludere domenica 17 con il concerto di Jeff Beck.

Altrettanto spettacolari i concerti previsti alla Galleria Nazionale dell Umbria con formazioni  che con la loro arte esalteranno i luoghi meravigliosi della Galleria,  e altrettanto strepitosi i concerti  previsti al Teatro Morlacchi  che vedranno nomi internazionali come Christian McBride , Kurt Elling, Charles Lloyd , a nomi italiani come Enrico Rava, Dado Moroni, Paolo Fresu, Rita Marcotulli, e dove si festeggeranno i 25 anni di carriera dei Doctor 3 composto da Danilo Rea, Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra.

Ovviamente il Festival è anche tantissimo altro, come i concerti gratuiti in piazza IV Novembre e ai Giardini Carducci, e da quest’anno anche in Piazza matteotti che sarà lo scenario meraviglioso per la musica swing, e in via Della Viola che sarà in prima serata location di concerti di artisti come Samara Joy, Shake em up jazz band, Mathis Picard seguiti da strepitose jam session guidate ormai dalla The Resident Band formata da Piero Odorici, Daniele Scannapieco, Paolo Birro, Aldo Zunino, Anthony Pinciotti.

La conferenza stampa è stata seguita da un concerto di Danilo Rea in piano solo che ha emozionato la platea con una breve ma intensa performance con la quale ha dato ancora una volta conferma delle sue straordinarie doti pianistiche e compositive con brani tratti sia dalla tradizione jazzistica internazionale che musiche italiane e brani da lui stesso composti che hanno emozionato il pubblico che lo ha applaudito a lungo alla fine del concerto stesso

Non ci resta quindi che dare appuntamento a Perugia dal 8 al 17 luglio per Umbria Jazz 2022.

I biglietti per i concerti dell’Arena Santa Giuliana sono già disponibili online, da oggi in vendita anche il Teatro Morlacchi e la Sala Podiani della Galleria Nazionale dell’Umbria.

Per info sul programma dettagliato e  per l’acquisto dei biglietti gia disponibili online:

https://www.umbriajazz.it/artisti-uj22/

Il manifesto ufficiale di Umbria Jazz 22 opera di Luigi Marazzi.

Recensione : Giovanni Guidi e Luca Aquino ospiti ad Umbria Jazz Winter 2021/2022

Recensione di Clementina Abbamondi

Quest’anno Umbria jazz Winter 2021/22 si è svolta ad Orvieto in un periodo ancora incerto per la diffusione della nuova variante Covid che nonostante il vaccino, ad oggi la terza dose, ancora continua a contagiare.

Certo è lontana la spensieratezza con la quale si girava per le vie del centro storico della bellissima Orvieto ricca di storia, palazzi storici  e chiese stupende tra le quali si innalza maestoso il magnifico Duomo. Nonostante la difficoltà del periodo che stiamo attraversando è importante adoperarsi in modo da poter scongiurare un nuovo lockdown che andrebbe a penalizzare ancora una volta la cultura ed in particolare la musica.

Umbria jazz winter è riuscita a organizzare questo evento ormai giunto alla 28 esima edizione rispettando i nuovi decreti ministeriali in materia di prevenzione del Covid che permettono la partecipazione agli eventi musicali solo alle persone munite di green pass rinforzato e con una particolare attenzione all’uso delle mascherine sia all’esterno sia all’interno dei luoghi dove è obbligatoria la mascherina FP2.

La musica qui è di casa ,non si può fermare perché gli artisti vivono di musica e la musica dà loro la possibilità di vivere, suonare il proprio strumento o cantare è un lavoro e quindi indispensabile per loro e per le loro famiglie, senza dimenticare tutti i tecnici che contribuiscono alla buona riuscita dei concerti.

Tra i tanti concerti in programma ad Orvieto per questa Edizione, nel Palazzo dei Sette, costruito nel XIII secolo e in origine appartenuto ad alcune famiglie patrizie, per poi passare al Comune, il 2 gennaio 2022 ho assistito ad un progetto nato da una partnership artistica inedita, quella tra Luca Aquino, trombettista e Giovanni Guidi, pianista.

Dice Giovanni Guidi “Nulla è stato deciso a priori, tutto è nato all’improvviso e in modo spontaneo” e ancora “Se non fossimo stati due cantanti mancati non avremmo mai suonato i nostri strumenti, il punto di incontro è la forma canzone”. L’idea nata da un legame umano ha portato Aquino e Guidi a dedicarsi ad un progetto condiviso. Dice ancora Giovanni Guidi “Con questo progetto dedicato alle canzoni  io e Luca vi porteremo nel nostro viaggio dove le parole ,anche se esistono già, le potrete scegliere voi e ogni melodia sarà un pezzo di racconto che riguarda tutti” e ancora “Desideravamo suonare delle belle melodie semplici e farle nostre: così nasce questo duo, in modo naturale e sincero” Luca Aquino fin da piccolo ha ascoltato   le canzoni popolari e quelle della musica tradizionale italiana e dice “ Mio nonno ha sempre raccontato che ho cominciato a fischiettare queste melodie prima di camminare ed il primo brano a 19 anni che ho suonato  con la tromba è stato “Reginella”.

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Recensione: Si conclude con un successo strepitoso la XXVIII Edizione di Umbria Jazz Winter

Recensione e Foto a cura di Massimiliano Radicchi (https://www.massimoradicchi.it/)

Quella che si è appena conclusa, ieri 2 gennaio, è stata la 28°edizione di Umbria Jazz Winter e devo dire che nonostante le cancellazioni, i ridimensionamenti e le restrizioni imposte dalla situazione pandemica, la rassegna è riuscita comunque ad ottenere grandi risultati sia dal punto di vista degli ingressi ai concerti (4500 circa) sia per quanto riguarda la risonanza sui social, che la diffusione via radio (con Radio Montecarlo che ha seguito tutti gli eventi principali.)

Il festival infatti ha avuto “un cartellone che per qualità è stato all’altezza della tradizione della manifestazione, con eventi esclusivi ed artisti di assoluto livello”.

il Teatro Mancinelli, il Museo Emilio Greco, la Sala Expo di Palazzo del Popolo e il Palazzo dei Sette hanno ospitato nei 5 giorni della kermesse, artisti straordinari, italiani e stranieri.

Io e la mia macchina fotografica siamo pronti…si inizia.

Si è partiti proprio dal Palazzo dei Sette che ha aperto il festival con un bellissimo concerto di Nick The Nightfly e il suo quintetto.

Nick, da anni “amico “di UJ, ha aperto le danze con la sua grande classe e la sua voce da crooner di altri tempi…tra le note della sua New York New York, i camerieri che passavano, il rumore delle posate e l’odore dei caffè.

Si è passati poi al Teatro Mancinelli, dove era previsto un favoloso doppio stage.

Il primo, un evento inedito. Due pianisti. Due “scuole” lontane nel tempo ma vicinissime nell’anima…George Cables, autentica leggenda del piano Jazz, un maestro assoluto e di fronte a lui, Sullivan Fortner, un astro nascente del “pianismo” jazz american.

Uno dei migliori della sua generazione.

Il risultato è stato davvero un mix strepitoso di sensibilità’ diverse ma affini.

Standards e improvvisazioni…

Musicisti diversi e lontani, diventano una cosa unica. La magia del Jazz.

Il secondo stage è stato un Trio davvero favoloso.

Sarah McKenzie – Romero Lubambo – Jaques Morelenbaum.

Jazz, Samba e tradizione classica fusi con una maestria ed una naturalezza incredibile. Atmosfera sognante…un piacere per occhi e orecchie.

Due “mostri” della musica brasiliana ed un’eccezionale pianista australiana a completare questo splendido trio.

Un concerto bellissimo.

Nei giorni seguenti sono riuscito poi a seguire e fotografare, ancora una volta Sullivan Fortner, stavolta in solo piano (al Museo Emilio Greco) e il risultato è stato ancora una volta superlativo. In quel Museo che a mio avviso ha una dimensione per certi versi sacrale, Sullivan che ha iniziato come organista nei cori gospel, ha dato il meglio di sé.

Il viso è sempre coperto da una mascherina nera (oramai quasi non ci si fa più caso ahimè!), ma gli occhi sbucano di fuori e ne lasciano trapelare la grande sensibilità e dolcezza che si riverbera anche nelle sue note.

Mi sposto poi alla Sala Expo del Palazzo del Popolo dove immancabile, incontro un altro grande “amico” di UJ.

È la volta del grandissimo Alan Harris.

Stavolta Harris ci presenta il suo nuovo album, “Kate’s Soulfood”, che è anche un ritratto dell’America che fu’…della sua Harlem.

Con lui c’è anche un genio dell’armonica,

un virtuoso dello strumento: Gregoire Maret.

Alan è sempre elegante, garbato.

Un maestro del jazz vocalism ma anche un valente chitarrista.

Alan non delude mai. I suoi concerti sono sempre trascinanti e il suo pubblico è sempre così incredibilmente “partecipe”.

Alan Harris, un “classico”. Lunga vita ad Alan!!

Terminato questo concerto, e dopo un bel giro per le vie di Orvieto che come ogni anno fa da cornice all’edizione invernale di Umbria Jazz mi sposto al Palazzo dei Sette.

Stavolta è il momento di artisti italiani.

Prima c’è uno dei miei preferiti (e a mio avviso anche uno dei più’ bravi pianisti italiani in circolazione) Dado Moroni.

Dado cita a piene mani dalla storia del Jazz.

Esegue Monk, Evans, Ellington e tanti altri.

Lo fa in maniera unica perché intervalla il suonato con racconti, aneddoti ed esperienze personali che lo hanno legato a quel musicista piuttosto che all’altro.

Ricorda collaborazioni con grandi musicisti del passato e le “storie” che hanno portato alla nascita di un determinato pezzo.

E poi lo suona. Eccome se lo suona.

Appena finisce Dado Moroni, cambio di set e arrivano

Giovanni Tommaso e sua figlia Jasmine.

Beh…del padre sappiamo tutto.

Uno dei più’ grandi contrabbassisti della storia del jazz italiano (e non solo).

Jasmine, è proprio il caso di dire “figlia d’arte”, ha studiato canto prima in Italia, poi ha continuato negli Stati Uniti tra Boston e la California dove poi si è laureata e dove attualmente vive.

Giovanni Tommaso in quintetto, accompagnato dalla splendida voce di Jasmine, esegue soprattutto standards e brani da lui composti.

Ottanta anni e non sentirli. Una figlia pronta a raccogliere un’eredità davvero pesante.

E poi c’è il jazz dinner…Alla Sala Expo si sono esibiti diversi gruppi e stavolta è il turno di Anthony Paule e la sua orchestra con un ospite d’eccezione: Terrie Odabi.

Terrie è stata definita la più travolgente donna del blues e del soul dai tempi di Etta James.

Anthony Paule dal canto suo. ha costruito un’orchestra Jazz and Soul “vecchia scuola”.

Un sezioni fiati da paura. Piano, batteria e chitarra (suonata dallo stesso Paule) e una voce (quella di Terrie Odabi) da far tremare i polsi.

Il pubblico, ha finito di mangiare…resta solo il dessert, adesso si può ballare!

Certo, in maniera composta (visti i tempi). Una coppia di anziani signori in un angolino…

i bambini per terra e gli altri muovendo le braccia da seduti nei propri tavoli!

Ma il sound è travolgente e di conseguenza, molte delle mie foto mosse!!

A questo punto, un pasto veloce (la splendida porchetta di Orvieto) e si va al Teatro Mancinelli.

Ancora un doppio stage.

Lionel Loueke solo guitar e a seguire Bill Frisell & UJ Orchestra.

Loueke è un chitarrista originario del Benin, cresciuto tra Parigi ed America dove è passato per la Berklee e dove ha conosciuto e collaborato con diversi artisti, in particolare Herbie Hancock che lui ritiene il suo unico e vero mentore.

Il suo ultimo disco è infatti intitolato “HH” (che ovviamente sta per Herbie Hancock) che è un tributo e ringraziamento al suo maestro.

Il concerto, nonostante sia un “solo guitar”, vola via veloce.

Una tecnica incredibile.

Sonorità uniche…la voce che da ritmo e dimensione corale.

Qualcosa in lui mi ricorda Bobby McFerrin…

Davvero bravo…del resto Hancock lo ha definito “a musical painter”.

Un concerto bellissimo che si è poi ripetuto il giorno dopo al Museo Emilio Greco e che io sono andato a riascoltarmi e a fotografare di nuovo.

Lionel Loueke è davvero un uomo/orchestra dal sound unico. Davvero eccezionale.

Nel secondo stage si esibiva uno dei più’ grandi chitarristi Jazz della storia in una produzione esclusiva di Umbria Jazz: Bill Frisell.

Accanto a lui oltre l’orchestra, diretta da Michael Gibbs, un contrabbassista d’eccezione: Thomas Morgan.

Il progetto è ambizioso…gli interpreti eccezionali. Sicuramente una performance più’ “difficile”, non per tutti, per palati raffinati ma comunque di assoluto livello.

Il concerto finisce e arriva la notte… la mezzanotte.

E a mezzanotte circa, tutte le sere ci si sposta al Palazzo dei Sette.

Ad aspettarci George Cables Trio e Piero Odorici. E poi ancora Nick e Dado…

Suonano, scherzano si alternano sul palco.

E si aspetta l’anno nuovo. 

10,9,8,7,6,5,4,3,2,1 Auguri!

Speriamo il 2022 sia un anno migliore.

Speriamo si torni a vedere i sorrisi e non le mascherine.

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