Recensione : Giovanni Guidi e Luca Aquino ospiti ad Umbria Jazz Winter 2021/2022

Recensione di Clementina Abbamondi

Quest’anno Umbria jazz Winter 2021/22 si è svolta ad Orvieto in un periodo ancora incerto per la diffusione della nuova variante Covid che nonostante il vaccino, ad oggi la terza dose, ancora continua a contagiare.

Certo è lontana la spensieratezza con la quale si girava per le vie del centro storico della bellissima Orvieto ricca di storia, palazzi storici  e chiese stupende tra le quali si innalza maestoso il magnifico Duomo. Nonostante la difficoltà del periodo che stiamo attraversando è importante adoperarsi in modo da poter scongiurare un nuovo lockdown che andrebbe a penalizzare ancora una volta la cultura ed in particolare la musica.

Umbria jazz winter è riuscita a organizzare questo evento ormai giunto alla 28 esima edizione rispettando i nuovi decreti ministeriali in materia di prevenzione del Covid che permettono la partecipazione agli eventi musicali solo alle persone munite di green pass rinforzato e con una particolare attenzione all’uso delle mascherine sia all’esterno sia all’interno dei luoghi dove è obbligatoria la mascherina FP2.

La musica qui è di casa ,non si può fermare perché gli artisti vivono di musica e la musica dà loro la possibilità di vivere, suonare il proprio strumento o cantare è un lavoro e quindi indispensabile per loro e per le loro famiglie, senza dimenticare tutti i tecnici che contribuiscono alla buona riuscita dei concerti.

Tra i tanti concerti in programma ad Orvieto per questa Edizione, nel Palazzo dei Sette, costruito nel XIII secolo e in origine appartenuto ad alcune famiglie patrizie, per poi passare al Comune, il 2 gennaio 2022 ho assistito ad un progetto nato da una partnership artistica inedita, quella tra Luca Aquino, trombettista e Giovanni Guidi, pianista.

Dice Giovanni Guidi “Nulla è stato deciso a priori, tutto è nato all’improvviso e in modo spontaneo” e ancora “Se non fossimo stati due cantanti mancati non avremmo mai suonato i nostri strumenti, il punto di incontro è la forma canzone”. L’idea nata da un legame umano ha portato Aquino e Guidi a dedicarsi ad un progetto condiviso. Dice ancora Giovanni Guidi “Con questo progetto dedicato alle canzoni  io e Luca vi porteremo nel nostro viaggio dove le parole ,anche se esistono già, le potrete scegliere voi e ogni melodia sarà un pezzo di racconto che riguarda tutti” e ancora “Desideravamo suonare delle belle melodie semplici e farle nostre: così nasce questo duo, in modo naturale e sincero” Luca Aquino fin da piccolo ha ascoltato   le canzoni popolari e quelle della musica tradizionale italiana e dice “ Mio nonno ha sempre raccontato che ho cominciato a fischiettare queste melodie prima di camminare ed il primo brano a 19 anni che ho suonato  con la tromba è stato “Reginella”.

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Luca Aquino inizia a suonare la tromba a 20 anni prima da autodidatta e poi prendendo lezioni “dal suo unico maestro” Lorenzo Federici grazie al cui insegnamento si perfeziona nell’uso della tromba.

Le influenze musicali di Luca Aquino sono da un lato Chat Baker e Miles Davis e dall’altro alcuni gruppi rock quali i Doors, Led Zeppelin e si riflettono in progetti che spaziano tra diversi generi musicali: dal jazz all’ hip hop, dal grunge alla musica d’autore. Nel 2007 arriva il secondo posto al “Premio Internazionale Massimo Urbani” e pubblica il suo primo album da leader “Sopra le nuvole” e “Lunaria” Nel 2009 registra “Amam” e “TSC” e nel 2010 “Icaro Solo” e “Chiaro”. Nel 2012 entra a far parte del quartetto del batterista francese Manu Katchè e registra due album “Aqustico” e “Over Doors” personale tributo alla sua band preferita. Nel 2015 realizza la collaborazione con la “Jordanian National Orchestra” e la realizzazione dell’album “Petra” dove i riverberi naturali del sito archeologico generati durante l’esecuzione dei brani sono parte integrante della registrazione. Nel 2016 partecipa all’evento “Mnuce Friends” Nel 2017 vede realizzare la speciale tromba “Aquino” da parte dell’artigiano olandese Hub VanLaar.Registra la colonna sonora del film “Fortunata” ma proprio in quest’anno, a causa di un infortunio al settimo nervo facciale, è costretto a rinunciare al suo “Jazz Bike Tour” dove avrebbe dovuto esibirsi in più di 50 concerti da affrontare in bicicletta da Benevento ad Oslo. Dopo due anni di recupero nel 2019 viene pubblicato dalla ACT il nuovo album “Italian Song Book” dedicato alla canzone italiana. Nel 2021 partecipa con la sua musica alla realizzazione del video Oplontis “L’incoronazione di Poppea” con la regia di Alessandro Alatri e realizza il suo nuovo progetto “Natura in Musica” in collaborazione col WWF.

Giovanni Guidi  nasce a Foligno nel 1985.Frequentando i seminari estivi  di Siena viene notato da Enrico Rava che lo inserisce nel gruppo “Rava under 21”trasformatosi in seguito in “Rava New Generation”.Con quest’ultimo gruppo Giovanni Guidi ha inciso nel 2006,nel 2010 e nel 2016 tre CD per l’Editoriale l’Espresso .Oltre alla collaborazione con Enrico Rava Special Edition,al duo “Closer”con Daniele Di Bonaventura al bandoneon,al quintetto “Brother Hood” coodiretto da Fabrizio Bosso e Francesco Bearzotti è leader dei propri gruppi :il trio  con Thomas Morgan e JoeLobo.Si è esibito in importanti festival jazz sia in Italia sia all’estero. Il primo album pubblicato a suo nome è “Tomorrow Never Knows” ed in seguito ha pubblicato svariati album e vinto vari premi, nel 2007 il referendum Top Jazz indetto dalla Rivista Musica Jazz, come migliore nuovo talento e con l’album “Ida Lupino” si è aggiudicato il premio miglior disco italiano nel 2016.Di lui dice Rava:” Quando intuisco le doti di un giovane le coopto subito. Ho bisogno di essere sorpreso e Giovanni Guidi mi stupisce ogni volta. Ogni tanto il jazz ci regala una splendida sorpresa e Giovanni è la sorpresa più recente. Ho seguito la crescita musicale di Giovanni e ho potuto constatare l’affinarsi inarrestabile del suo gusto e la sua curiosità senza limiti” Dicono ancora di lui: talento vero, virtuoso emozionante sorprendente, eclettico, grande improvvisatore, intensa espressività sostenuta da una grande tecnica.

Il concerto di Giovanni Guidi al piano e Luca Aquino alla tromba è iniziato con un’intensissima interpretazione del brano “Un giorno dopo l’altro” scritto da Luigi Tenco. Già da questo primo brano il grande affiatamento dei due musicisti ha creato una sincronia perfetta tra il piano e la tromba creando un unico suono che ha avvolto gli spettatori in un caldo abbraccio determinando delle emozioni intensissime.

I sussurri, i lamenti il grido della tromba di Luca Aquino, frutto della ricerca del riverbero e delle innumerevoli possibilità del suono, si sono unite alle vibrazioni sempre più intense del piano suonato da Giovanni Guidi in un crescendo di virtuosismi dei due musicisti.  Il pianista ha suonato con tutto il corpo, fondendosi con il suo strumento e le note lo hanno travolto in un continuo di improvvisazioni uniche che hanno sottolineato il suo grande talento e la sua grande passione. Splendida l’interpretazione e l’arrangiamento di “Amore caro, amore bello”, di “Over the Rainbow” e del famosissimo brano di Louis Armstrong “What a WonderfulWorld”.

Giovanni Guidi, sui social, dice “E’ stata la prima volta a Umbria jazz winter ad Orvieto senza papà, Mario Guidi, manager e pioniere del jazz italiano prematuramente scomparso, “e sono stati due grandi concerti.  Sono felice anche perché sono certo che lui li avrà ascoltati. Come sempre”.

Quest’anno nonostante l’assenza di alcuni eventi come la “street parade” dei fankoff e l’obbligatorietà delle mascherine Fp2 e del Green pass per assistere ai concerti, non è mancata la partecipazione degli amanti del jazz e di questo Festival a dimostrazione di quanto la musica sia essenziale per la capacità di arricchire chi l’ascolta.

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