Monthly Archives: ottobre 2021

Camera Jazz Club concerti della settimana

Mercoledì 27 Ottobre ore 21:45ERJ ORCHESTRA “SPECIAL GUEST JIM ROTONDI”
Jim Rotondi tromba solista
Piero OdoriciBarend MiddelhoffCanio CosciaFrancesco Milone (sassofoni) Stefano SerafiniIvan Elefante (trombe) Giancarlo GianniniBob Killios (tromboni) Emiliano Pintori (pianoforte) Marco Bovi (chitarra) Paolo Benedettini (contrabbasso) Dario Rossi (batteria)ll progetto ERJ Orchestra nasce dalla passione dei vari componenti di costituire un gruppo affiatato e compatto con lo scopo di ricreare un’orchestra Jazz e un laboratorio di arrangiamento di brani originali,
L’orchestra è composta da dodici musicisti tra i più significativi e importanti della nostra regione, e diretta da Roberto Rossi🎶
Un’occasione unica per ascoltare una grande band!🎷Contributo concerto €12
a sostegno dei musicisti e delle attività culturali dell’associazione “Jazz Club Bologna”
Giovedì 28 e Venerdì 29 Ottobre ore 21:45THE JIM ROTONDI 4ET
Jim Rotondi tromba Matyias Gayer pianoforte Paolo Benedettini contrabbasso Adam Pache batteriaDal suo playing trasuda un regale lirismo e una classe cristallina, oltre a un fraseggio estremante nitido e fluido, carico di puro swing. Nell’arco della sua onorata carriera ha condiviso palco e studio di registrazione al fianco di alcune autentiche icone sacre del jazz, tra cui: Lionel Hampton, Lou Donaldson, Curtis Fuller, George Coleman, Joe Locke, David Hazeltine, Bob Mintzer, Joe Chambers, Eric Alexander, John Webber, Slide Hampton, John Hicks, Harold Mabern, Claudio Roditi, Mulgrew Miller.Contributo concerto €15
a sostegno dei musicisti e delle attività culturali dell’associazione “Jazz Club Bologna”Concerto in collaborazione con BJF
Sabato 30 Ottobre ore 21:45STEVE GROSSMAN LEGACY BAND 5ET 
Piero Odorici sax tenore Roberto Rossi trombone Danilo Memoli pianoforte Stefano Senni contrabbasso Massimo Chiarella batteriaSteve Grossman (1951-2020) è stato uno dei musicisti statunitensi che più hanno lasciato il segno sulla scena jazzistica italiana. Ha infatti vissuto per oltre vent’anni a Bologna, contribuendo a formare molti dei più interessanti musicisti emersi in Emilia. A un anno dalla sua scomparsa, questo tributo è un omaggio accorato a uno dei più autentici giganti della musica afroamericana da parte di un gruppo nel quale spiccano jazzmen che con lui hanno lungamente condiviso la vita e la musica.Contributo concerto €12a sostegno dei musicisti e delle attività culturali dell’associazione “Jazz Club Bologna”Concerto in collaborazione con BJF
Domenica 31 Ottobre ore 21:45TRIO ROPE 
Fabrizio Puglisi pianoforte Stefano Senni contrabbasso Zeno De Rossi batteriaRope (dal titolo inglese del film di Hitchcock “Nodo alla gola”)in forma di trio nasce nel 2002. Il trio rielabora liberamente brani originali e composizioni di John Zorn, Monk, Ellington, Misha Mengelberg, Jelly Roll Morton, Bernard Hermann, Herbie Nichols, trovando una nuova ed originale concezione del piano trio. Equilibrio, varietà, sintesi, interplay, cantabilità, queste sono alcune delle caratteristiche di questo progetto che ha all’attivo due CD; “Have you met Miss Bates?” (2005) e “Saints and Sinners” (2009), entrambi per l’etichetta El Gallo Rojo. I musicisti di Rope vantano ormai un’esperienza pluriennale che quì si mette al servizio della musica senza virtuosismi, portando il concetto del piano trio nella modernità, con un occhio alla tradizione e l’altro alle musiche di oggi.Contributo concerto €10
a sostegno dei musicisti e delle attività culturali dell’associazione “Jazz Club Bologna”Concerto in collaborazione con BJF
INFO E PRENOTAZIONI
⭕Green pass obbligatorio📧reservations@camerajazzclub.com  📲WhatsApp 391 1682442Affiliazione Endas ingresso riservato ai soci, quota annuale€15 anno solareper la tessere seguire le istruzioni al link: https://camerajazzclub.

Dal 28 al 31 ottobre il quartiere Isola di Milano ospiterà la XXII edizione dell’AHUM Milano Jazz Festival/Vivi l’Isola che suona

AHUM MILANO JAZZ FESTIVAL/VIVI L’ISOLA CHE SUONA

Da giovedì 28 a domenica 31 ottobre – XXII edizione

Quattro giorni di musica, reading e talk nel quartiere più effervescente di Milano

con Elliott Sharp & Eric Mingus, il Trio Bobo, Claudio Sanfilippo, Marco Brioschi,

Maurizio Brunod, Massimiliano Milesi, Boris Savoldelli e molti altri

MILANO – Dopo alcune stagioni itineranti organizzate al di fuori dei confini cittadini, l’AHUM Milano Jazz Festival/Vivi l’Isola che suona tornerà ad animare il quartiere Isola, che per molti anni è stato il suo luogo d’elezione, da giovedì 28 a domenica 31 ottobre.

Giunto al suo 22° anno di attività, il festival è realizzato con il patrocinio del Municipio 9, del Comune di Milano e di Regione Lombardia, il sostegno di Vivident e Sesto Autoveicoli e la collaborazione di Distretto Isola e di numerosi operatori del territorio. Inserita nella programmazione di JAZZMI e curata dal direttore artistico Antonio Ribatti, la manifestazione coinvolgerà anche quest’anno musicisti di primo piano del panorama jazz nazionale e internazionale: Elliott Sharp & Eric Mingus, il Trio Bobo, Claudio Sanfilippo, Marco Brioschi, Maurizio Brunod, Massimiliano Milesi, Boris Savoldelli e molti altri.

Musica dal vivo ovviamente in primo piano, ma non solo: nel corso della nuova edizione dell’AHUM Milano Jazz Festival/Vivi l’Isola che suona ci sarà spazio, infatti, anche per altri momenti di condivisione e intrattenimento, dalla presentazione di libri agli incontri con i musicisti, dal mercatino di vinili alla degustazione di vini (a cura dell’azienda vinicola pavese Ca’ degli Orsi). Quattro giorni da vivere nel segno della socializzazione, del divertimento e della cultura.   

La prima giornata del festival avrà luogo giovedì 28 ottobre con una serie di concerti ed eventi diffusi organizzati nei locali, nei pub e nei ristoranti del quartiere Isola: una maratona musicale che si svolgerà dall’ora dell’aperitivo fino a tarda sera e che vedrà la partecipazione di alcune delle band e delle formazioni più rappresentative della scena cittadina come i brasiliani Trio Brazuka al 41 Wine bar & More, il trio Mujo all’AngoloMilano, il Gioel Severini Trio al That’s Milano, il quartetto Ujig al NordEst Caffè e il bluesman Max Prandi al Taj Mahal.

Venerdì 29 ottobre il festival farà tappa allo spazio culturale Zona K: il cantautore Claudio Sanfilippo, il trombettista jazz Marco Brioschi, lo scrittore Gino Cervi e l’attore, regista e autore Davide Ferrari daranno vita allo spettacolo “Le parole sopra Milano” (ore 20.30; ingresso 12-15 euro): parole e musica si incontreranno per raccontare le evocazioni, i suoni e i colori di una lingua che scorre nelle vene nascoste della città. Un viaggio lungo il grande fiume della poesia milanese, da Carlo Porta a Delio Tessa, fino a Franco Loi. 

Sabato 30 ottobre i riflettori saranno puntati sul Trio Bobo, cioè Alessio Menconi (chitarra), Faso (basso elettrico) e Christian Meyer (batteria), che al Teatro Fontana (ore 20.30; ingresso 17-21 euro) presenteranno “Sensurround”, il loro album più recente: il nome del disco – il terzo del gruppo – è mutuato da un sistema sonoro per il cinema brevettato negli anni ’70 dalla Universal, il cui effetto era quello di “circondare” gli spettatori con le basse frequenze, rendendo la visione dei film molto più intensa e reale. “Sensurround” è un lavoro che mette definitivamente a fuoco lo stile peculiare e i concetti che Faso, Meyer e Menconi portano avanti dal 2002, ovvero proporre “musica ben composta e registrata live da uomini in carne ed ossa, come si faceva negli anni ‘70”. “Sensurround” è il progetto che riassume tutte le influenze musicali che formano il Dna della band: jazz, rock, blues, progressive, funk e anche un po’ di discomusic, il tutto condito con spezie estratte da ritmi africani.

Tanti gli appuntamenti previsti dagli organizzatori nel corso di domenica 31 ottobre, l’ultima giornata del festival, che si svolgerà interamente alla Fonderia Napoleonica Eugenia, in via Di Revel 21, tra mercatino di vinili, degustazioni di vini, incontri con scrittori e musicisti, dj set e concerti:alle ore 11 (ingresso libero) ci sarà la presentazione di “Franco D’Andrea. Un ritratto”, biografia dedicata al grande pianista e compositore Franco D’Andrea, a cura del giornalista, scrittore e critico Flavio Caprera, pubblicata dalla casa editrice EDT e impreziosita dalla prefazione di Enrico Rava. D’Andrea, 80 anni compiuti lo scorso marzo, è uno dei più importanti musicisti della storia del jazz europeo, un modernizzatore autentico, capace di traghettare questa musica da una concezione orientata alla ripetizione delle forme e dei generi americani alla contemporaneità. Con l’autore del libro dialogheranno lo stesso D’Andrea e Claudio Sessa, critico jazz del Corriere della Sera.

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Recensione: Simone Schettino ospite del Teatro Cilea di Napoli

di Annamaria De Crescenzo

Successo garantito per la seconda data dello spettacolo “Il meglio di …” di Simone Schettino, in scena al Teatro Cilea da venerdì sera fino a domenica pomeriggio, quattro repliche in tre giorni di programmazione che hanno visto ritornare al Cilea, finalmente, un pubblico entusiasta ed emozionato  nel poter non solo recuperare le date degli stessi spettacoli della stagione scorsa che erano stati sospesi proprio a causa della pandemia  ma anche finalmente tornare a divertirsi ed emozionarsi con uno dei comici cabarettisti più divertenti degli ultimi decenni.

Dopo aver recitato in cabaret insieme a Biagio Izzo dal 1998 al 2000 debuttò, proprio al Teatro Cilea, in quello stesso anno. Diversi spettacoli  in teatro (“Il fondamentalista napoletano”, “ Dov’eravamo rimasti? “, “Se tocco il fondo …sfondo”, “Se permettete vorrei andare oltre” solo per citarne alcuni)  e  diverse partecipazioni a programmi di gran successo come “Convenscion” e “Super Ciro, e naturalmente negli ultimi anni nelle diverse edizioni del famosissimo “Made in sud” che rappresenta per tutti i comici napoletani e non che ne fanno parte una vera e propria consacrazione nel mondo della comicità italiana e Schettino ne è da anni una vera e propria “punta di diamante”.  Nel 2017 con “Made in China napoletano” ha diretto il suo primo film del quale è anche protagonista.

In questo spettacolo Simone Schettino riveste i panni del monologhista puro in compagnia dei suoi testi più divertenti. Di spalle un grande schermo che riporta in una sorta di enorme cartellone una serie di parole e lettere che anticipa il senso dello spettacolo, una sorta di viaggio nelle parole e nelle emozioni vissute non solo in questo periodo di totale sospensione della comicità’ e del teatro in generale ma anche di tanti momenti di spettacoli precedenti del cabarettista accolti dal pubblico con lunghissimi applausi e tantissime risate.

Simone Schettino, visibilmente emozionato e felice di poter calcare di nuovo la scena di un Teatro importante come il Cilea, ha iniziato  il suo monologo proprio partendo dall’analisi divertita e divertente di tutti i momenti iniziali del lockdown, dalla spesa che era l unico momento di libertà , dalle bandiere “andrà tutto bene”, dai cori che ci accompagnavano le nostre lunghe serate in casa, alla speranza che da tutto questo momento cosi particolare ne potessimo uscire migliori come persone. Come sempre, Simone è straordinario nell’analizzare vizi e virtu’ non solo del genere umano ma anche tutto quello che ruota intorno alla politica (non stanno attaccati alla poltrona, stanno inchiodati! ) ai luoghi comuni (“erano meglio gli anni 80/90”), al modo di educare i figli (“ma se a 7 anni gli dai un tablet per giocare, a 18 anni se non gli regali una navicella spaziale non lo guarderà neppure il regalo! ) , a rimpiangere i tempi andati che, come ricorda lo stesso Schettino, non erano sicuramente migliori di questo , ma “eravamo semplicemente giovani e per questo ci sembrava tutto più bello “ ! Divertentissimo quando parla dei miti del calcio, insuperabile quando analizza le differenze tra il mondo di oggi e quello di quando lui era poco più che un ragazzo, straordinario quando nel finale racconta una cena in uno di quei ristoranti alla moda della nouvelle cousine, con un improbabile piatto a base di un solo chicco di riso, invecchiato di 20 anni nelle campagne tibetane oltre a tanti altri racconti che hanno divertito fino alla lacrime il numeroso pubblico presente in sala.

Insomma, bentrovata allegria e bentrovato, finalmente, Simone Schettino.

Recensione: “Amore che viene amore che vai” al Teatro Ristori di Verona

Foto di Gabriele Lugli (www.gabrielelugli.com)

Il 21 Ottobre al Teatro Ristori di Verona ho assistito per la prima volta dopo tanto tempo al primo concerto con capienza al 100% dei posti.

Devo dire che è stata una cosa molto emozionante rivedere il teatro pieno, cosa a cui non si era più abituati, speriamo che tutto questo possa continuare e che possiamo riprendere la nostra vita pre Covid.

Il concerto è stato recuperato dalle precedenti stagioni, un progetto sulle canzoni di Fabrizio de Andrè con sette meravigliosi musicisti.

AMORE CHE VIENI AMORE CHE VAI
Fabrizio De Andrè: Le donne e altre storie

CRISTINA DONÀ voce

RITA MARCOTULLI pianoforte

ENZO PIETROPAOLI basso

FABRIZIO BOSSO tromba

JAVIER GIROTTO sax

SAVERIO LANZA chitarre

CRISTIANO CALCAGNILE batteria, percussioni

In un angolo della memoria, molti di noi hanno protetto alcune canzoni: vuoi per ricordare l’accendersi veloce di una passione d’amore che si pensava eterna o al contrario: la sua incertezza e mutevolezza. Per ricordare personaggi tanto simbolici quanto teneri o paradossali, romantici o beffardi; ironici, carichi di una allegria che si trasforma in lieve cinismo ma anche portatori d’un etica civile tanto moderna quanto oggi spesso dimenticata. Molte di queste canzoni e di questi personaggi appartengono alla poetica di Fabrizio De André. Una poetica colta, curiosa della vita, attenta al mondo e alle sue ingiustizie. E in questa poetica una parte grande è dedicata alle donne. Tutte. A quelle che volano, che piangono; che amano riamate o che vengono lasciate e diventano storie struggenti… quelle che creano il mondo, lo amano ma vorrebbero cambiarlo per essere felici. Paul Eluard ha scritto: “ci sono parole che aiutano a vivere e sono parole innocenti” e le parole dedicate da Faber alle donne sono tutte parole innocenti: da Maria a Boccadirosa…

Per questo sette musicisti di sicuro talento e diverse esperienze hanno scelto di partecipare ad un progetto-omaggio a Faber non esclusivamente dedicato alle donne ma dando ed esse lo spazio che a loro dava Fabrizio De André.

Recensione: “Mettici la Mano” al Teatro Diana di Napoli

Dopo quasi due anni di chiusure e riaperture temporanee, finalmente ritorna il Teatro con una grinta ed un entusiasmo fuori dal comune.

E’ il caso del Teatro Diana che ha riaperto la sua stagione teatrale con uno spettacolo a dir poco meraviglioso: “ Mettici la mano”, testo originale di Maurizio de Giovanni, regia di Alessandro d’Alatri, con tre splendidi attori Adriano Falivene (Bambinella), Antonio Milo (Brigadiere Raffele Maione) e una giovanissima Elisabetta Mirra (Melina) che hanno portato in scena uno spin/off della saga del Commissario Ricciardi ambientato questa volta non più alla fine degli anni ’30 ma nella primavera del ’43 in una Napoli a fine guerra mondiale, devastata dalle bombe e dall’occupazione nazifascista.

I due personaggi di Bambinella e del Brigadiere Maione, già amatissimi dal grande pubblico che li ha seguiti nella famosa fiction, in questo pièce teatrale sono assolutamente strepitosi. Lo spettacolo, ambientato in uno scantinato di tufo che fa da rifugio per le continue bombe che vengono sganciate sulla città e che costringono i napoletani ad utilizzare questi ripari per poter sfuggire alla morte, inizia proprio con Bambinella, il femminiello che vive di prostituzione sui quartieri spagnoli, divertito e divertente nel suo ruolo di “capera” informatissima su tutto quello che accade in città che riporta al suo amico brigadiere  Maione, burbero dal cuore tenero, seppur bravissimo poliziotto ma pronto  a chiudere un occhio quando si tratterà, alla fine dello spettacolo, di poter gestire la giustizia con umanità e cura dell’altro.

Come affermato lo stesso regista D’Alatri nelle note di regia “Due figure che non fatico a descrivere come “maschere” unici tra i personaggi dei romani ad indossare un costume: uno con il rigore della divisa e l’ altro con la leggerezza della femminilità travestita”,  i due personaggi nati dalla penna di Maurizio De Giovanni sono l’uno complementare all’altro, stuzzicandosi a vicenda con una serie di battute esilaranti ma anche dei momenti nei quali inducono il pubblico a profonde riflessioni e a commuoversi intensamente.

In “Mettici la mano” ci sono tutti i sentimenti del mondo, tutte le emozioni del mondo, tutte le tematiche del mondo, anche quella del sacrificio femminile dell’epoca rappresentato da Elisabetta Mirra nel ruolo di Melina, la giovane arrestata dal Maione per aver ucciso nel sonno il marchese di roccafusca un ricchissimo nobile il cui palazzo si trova a poca distanza dal rifugio e nel quale la ragazza faceva la cameriera e nel corso della storia si scoprirà poi la sofferenza che l’ha spinta a compiere questo efferato delitto.

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Recensione: Carlo Buccirosso al Teatro Augusteo in “La Rottamazione di un italiano perbene”

di Annamaria De Crescenzo 

RiviviAmo il Teatro.

E’ questo lo slogan che il Teatro Augusteo ha adottato per questa riapertura tanto desiderata dopo quasi due anni durante i quali il Teatro, costretto dalla pandemia, ha dovuto annullare tutti gli spettacoli in cartellone della stagione 2020/2021. E non si poteva scegliere uno slogan piu’ indicato per una serata che e’ stata un autentico successo in quanto c’e’ stato sold out sia in platea che in galleria in quanto il pubblico ha risposto con un entusiasmo incredibile a questo primo spettacolo in scena, che sara’ in cartellone da mercoledì 20 a domenica 31 ottobre “La rottamazione di un italiano perbene”, tratto da “Il Miracolo di Don Ciccillo”.

Lo spettacolo, scritto e diretto da Carlo Buccirosso, ed interpretato oltre che dallo stesso Buccirosso, da Donatella De Felice, Elvira Zingone, Giordano Bassetti, Fiorella Zullo, Peppe Miale, Gino Monteleone, Matteo Tugnoli, Davide Marotta e Tilde de Spirito.,narra le vicende di Alberto Pisapia, un ristoratore sull’orlo del fallimento che riceve ogni giorno una nuova cartella esattoriale. Infatti, a causa della crisi economica in cui versa il Paese e che si ripercuote sulla sua attività commerciale, e alcuni investimenti avventati consigliati dal cognato Ernesto (Peppe Miale), Alberto è ormai bersaglio continuo di Equitalia. La pressione è enorme e grave: la casa è ipotecata e non ci sono più risorse. Alberto è in preda ad un fortissimo esaurimento nervoso aggravato dalla freddezza della suocera Clementina (Tilde De Spirito), integerrimo funzionario della Agenzia delle Entrate che non ha alcuna intenzione di aiutarlo.

Nemmeno l’amore della moglie Valeria (Donatella De Felice), di cui anzi sospetta un tradimento col cognato , sposato con Agata (Fiorella Zullo), ossessionata dalla preparazione di camomille, e le cure degli amorevoli figli Viola (Elvira Zingone) e Matteo (Giordano Bassetti) sembrano riportarlo alla lucidità e mostrargli una realtà diversa da quella che vede. In Alberto si fa avanti un solo pensiero, quello della morte: o la sua o quella della suocera!

Da questa grave e tristemente realistica condizione, Carlo Buccirosso e’ riuscito a creare e dirigere una commedia divertentissima giocando su una complicita’ tra i vari attori e attrici in scena e sull’intreccio dei ruoli che vanno ad “incastrarsi” su un tema che seppur serio ha creato due ore di autentico divertimento.

La rottamazione di un italiano per bene è una commedia divertente e irriverente in pieno stile Buccirosso dove ogni personaggio ha un suo spazio e un suo stile da protagonista a suo modo visto che ognuno di loro diventa irresistibile e importantissimo nei ruoli assegnati nella commedia stessa. Ogni ruolo ha una propria identità ed è interpretato magnificamente dai protagonisti, anche i ruoli apparentemente minori, quali Padre Gabriele (Gino Monteleone), il postino (Davide Marotta) e il filippino Danilo (Matteo Tugnoli), hanno rilevanza in una commedia perfettamente equilibrata e portano altre note caratterizzanti. Lo stesso Davide Marotta e’, come spesso ci aveva abituato in altre commedie dello stesso attore e autore, una straordinaria “spalla” per la comicita’ trascinante di Carlo Buccirosso.

Questa nuova commedia, che vede appunto tutti perfettamente calati nel personaggio che interpretano, mette in luce oltre alla bravura di Gino Monteleone splendido nel ruolo del Padre Gabriele (con una voce affascinante) anche la brillante qualità attoriale della giovane Elvira Zingone, intensa, partecipata e frizzante, di Donatella De Felice che oltre ad essere una bravissima attrice ha dimostrato di avere una voce melodiosa grazie ad una magnifica interpretazione della canzone che ha dedicato al marito/Carlo Buccirosso a fine spettacolo.

La rottamazione di un italiano per bene è una commedia ironica, divertente e scorretta, ma d’altro canto carica di contenuti seri, quali l’esasperazione a cui la crisi economica e l’assenza dello Stato possono portare i lavoratori e contribuenti, l’amore della famiglia e l’assistenza reciproca che all’interno della stessa si dovrebbe sentire di dare, all’unione familiare che spesso, purtroppo, non sempre si riesce a vivere in questi tempi sempre piu’ difficili e complicati.

In scena fino al 31 ottobre non si puo’ mancare a questo appuntamento di teatro, fatto di tantissime risate ma anche di tanti momenti di intensa riflessione.

Ticket al botteghino o su bigliettoveloce.it: platea € 35,00. Galleria € 25,00.

Informazioni sono disponibili su teatroaugusteo.it o telefonando allo 081414243 – 405660, dal lunedì al sabato dalle ore 10:30 alle 19:30.

Camera Jazz di Bologna ospita Robert Bargad trio


Vicolo Alemagna snc (angolo via Santo Stefano) 40125 Bologna
https://camerajazzclub.com

Venerdì 22 e Sabato 23 Ottobre ore 21:45

Robert Bargad trio
Robert Bargad pianoforte Stefano Senni contrabbasso Adam Pache batteriaDopo aver studiato pianoforte per 3 anni con Kenny Barron alla Rutgers University, Rob si è trasferito a New York City nel 1984. Oltre a guidare il suo quartetto, ha suonato con delle leggende del canto jazz come Little Jimmy Scott e Dakota Staton. Nel 1987 è entrato a far parte della Lionel Hampton Orchestra, con la quale ha effettuato tournée negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone. E nel 1991, Rob è stato chiamato dal grande  Nat Adderley Quintet, con il quale è rimasto per 8 anni, girando il mondo e registrando 8 CD.
Si è esibito, girato e registrato con: gli Harper Brothers, Jimmy Cobb’s Mobb, Gloria Lynne, Jeannie Bryson, Roy Hargrove, Laverne Butler, Walter Booker Quintet, Keiji Matsushima, Yoichi “Monkey” Kobayashi, Scotty Wright e il cantante pop Justin Tracy solo per citarne alcuni. 
Bargad è anche un affermato arrangiatore, produttore e autore di canzoni. Le sue canzoni sono state scelte per diversi progetti, inclusa la title track del CD di Dena DeRose, “Another World,” (Sharp Nine Records), e per il film indipendente, “Four Corners of Nowhere” (Dir. Steve Chbosky, 1996).
Contributo concerto €12a sostegno dei musicisti e delle attività culturali dell’associazione “Jazz Club Bologna”✅PRENOTAZIONE CONSIGLIATA⭕Green pass obbligatorio📧reservations@camerajazzclub.com📲
WhatsApp 391 1682442Affiliazione Endas ingresso riservato ai soci,
quota annuale €15 (TESSERA VALIDA 365 GIORNI DALL’ INSERIMENTO DATI E CONVALIDA NELLA PIATTAFORMA E.N.D.A.S.)
per registrarsi online seguire le istruzioni al link: https://camerajazzclub.com/registrati/

Recensione: Javier Girotto in “Tango Nuevo Revisited” ospite di “Chambre and Jazz Music House” a Praiano

Grandissimo successo di pubblico per il concerto di inaugurazione della “Chambre and Jazz Music House” con il concerto jazz di Javier Girotto “Tango Nuevo Revisited”, organizzato in collaborazione con Eugenio Rubei, direttore artistico dell’Alexanderplatz di Roma e fortemente voluto da Gaetano Iacquinto che, in sinergia con il Sindaco di Praiano Annamaria Caso e il parroco della Parrocchia di San Luca, ha voluto dedicare  a Praiano questa prima edizione di musica di altissimo livello.

La “Chambre and Jazz Music House è progetto nato ed organizzato a Praiano, Costa d’Amalfi, con l’obiettivo di divulgare musica Jazz e da camera a residenti e turisti, italiani e stranieri che scelgono la Costiera per le loro vacanze.

La musica classica sarà ospitata nella sala della Congrega opera del 1600, adiacente alla Chiesa di San Luca completamente ristrutturata,  e sarà la sede di dodici eventi di musica da camera già programmati per il 2022 con il Direttore Musicale Carmine Laino del San Carlo di Napoli, mentre la Piazza San Luca antistante la Chiesa e contigua alla Congrega è la terrazza sul mare che con 300 posti a sedere ospiterà i 6 eventi di musica Jazz già programmati per il 2022 in collaborazione con l’Alexanderplatz di Roma, diretto da una delle menti più eccelse e illuminate del mondo jazz Eugenio Rubei, il quale ha in mente di sorprendere il pubblico praianese e non solo con le sue proposte jazz scelte tra i più ‘ grandi musicisti italiani ed internazionali del mondo jazz contemporaneo.

 Il Museo Diocesano, che completa il Polo Musicale di Praiano, sarà disponibile per Master Class per i giovani della Costiera che nei mesi invernali vogliono avvicinarsi allo studio dei vari strumenti musicali.

Il Trio del grande sassofonista argentino Javier Girotto ha presentato in questa serata che può essere considerata come la “data zero” di questa nuova rassegna, il progetto “Tango Nuevo Revisited”, un concerto in bilico tra tango e jazz ispirato all’incontro artistico tra Astor Piazzolla e Gerry Mulligan.

Javier Girotto, al sax baritono, è stato affiancato da Gianni Iorio al bandoneon e da Pasquale Stafano pianoforte, che ha dovuto sostituire all’ultimo minuto, il maestro Alessandro Gwis, bloccato in Sardegna ma che ha dimostrato di essere un grande professionista del pianoforte nonostante abbia avuto pochissimo tempo per poter provare ed imparare le musiche e le melodie del progetto stesso.

Il progetto è assolutamente meraviglioso, un autentico incontro tra due generi musicali, apparentemente lontani tra loro ma nel concreto vicinissimi come linguaggio musicale, come il jazz e il tango e che l’incontro tra due Maestri come Piazzolla e Gerry Mulligan ha reso assolutamente coinvolgente ed emozionante.

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Recensione: Daniele Sepe in “Blind Mary” ospite di “Jazz & Baccala’”

Recensione di Annamaria De Crescenzo
Foto di SpectraFoto (http://www.spectrafoto.com)

Straordinario successo di pubblico alla prima serata della VII Edizione 2021 di “Jazz & Baccalà” diretta da Elio Coppola ed organizzata al Teatro Summarte di Somma Vesuviana con il primo concerto dei 4 appuntamenti previsti in cartellone per questa nuova edizione con il concerto di Daniele Sepe in “Blind Mary”.

Tantissima l’attesa per questo ritorno finalmente in sala dopo quasi due anni di completa sospensione di qualsiasi programmazione teatrale e musicale del Teatro stesso, causa pandemia. Tantissime le prenotazioni e l’emozione di poter tornare finalmente ad ascoltare un concerto live e di godere finalmente di una serata all’insegna del jazz e della buona cucina, visto che come da storica tradizione ormai da sette anni, il concerto viene anticipato da un’ottima cena a base di baccalà che delizia il palato degli ospiti in sala.

L’emozione ha coinvolto tutti, dal Direttore Artistico allo staff del Teatro Summarte che ha accolto il pubblico con la solita gentilezza e professionalità ma quest’anno anche con una notevole emozione, suscitata dal fatto di vedere tantissime persone che hanno riempito la sala sia per la cena e concerto che nella formula “solo concerto” e che, visto l’entusiasmo dimostrato durante tutta la serata, hanno ancora una volta confermato che proviamo tutti un assoluto bisogno di tornare alla vita che vivevamo prima di questo dolorosissimo momento che ci ha visto obbligati a rinunciare a qualsiasi passione, soprattutto quella della musica e degli spettacoli in generale.

Emozionatissimi anche gli stessi musicisti sul palco, in primis di Daniele Sepe, il quale nonostante la proverbiale ironia, ha più volte affermato che era bellissimo vedere la platea cosi piena del Teatro e poter cosi, dopo tantissimo tempo, esibirsi finalmente dal vivo di fronte ad un pubblico entusiasta ed emozionato.

Il progetto “Blind Mary”  portato sul palco da Daniele Sepe è un progetto ambizioso e particolare e che mette insieme il talento di musicisti straordinari come Mario Nappi al piano, Davide Costagliola al basso, Paolo Forlini alla batteria  e  con il quale Sepe ha portato in scena un vero e proprio viaggio nella musica internazionale di artisti mondiali come Sonny Rollins, Gato Barbieri (Nunca Mas) , Atahualpa yupanqui , Turlough O’Carolan  (Blind Mary) concludendo il concerto con una carrellata di brani delle più belle colonne sonore di film storici come “Toto, Peppino e la dolce vita” fino ad una trascinante versione della colonna sonora del film famosissimo di Alberto Sordi “Il prof Dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue”  applauditissima dal numerosissimo pubblico presente in sala.

Prossimo appuntamento della VII Edizione di “Jazz & Baccalà “ il 29 ottobre con Armanda Desidery Quartet

Per info e prenotazioni: 0813629579 – 3935667597

Recensione: Ergio Valente ospite di ItaClub Jazz Festival

Recensione di Annamaria De Crescenzo
Foto di SpectraFoto (http://www.spectrafoto.com)

La prima Edizione del ITACLUB Jazz Festival, il primo festival diffuso dei jazz club italiani con 60 eventi disseminati su gran parte del territorio nazionale e che ha visto uniti  23  dei più importanti jazz club italiani sotto un unico tema “l’incontro” in riferimento al fondamentale momento della nostra esistenza a cui abbiamo dovuto rinunciare per tanto tempo a causa delle misure restrittive dovute alla pandemia, e mai un tema poteva essere più indicato per una musica come il jazz che da sempre è considerata la musica dell’Incontro per eccellenza, visto che mette insieme in maniera trasversale e assolutamente unica sia differenti stili musicali che  generazioni e generazioni di musicisti e appassionati jazz che va oltre qualsiasi ostacolo e limite.

Questa prima esperienza ha dato l’opportunità di mostrare e dimostrare come i jazz club sono da sempre luoghi di fondamentale importanza per la musica jazz visto che per un’intera settimana sono stati la “casa” di veri e propri incontri fatti di concerti, di presentazioni di dischi e di libri che parlano di musica, di scambio culturale, musicale e personale fra musicisti e pubblico

Nella nostra città tale incontro è stato realizzato dall’Associazione Live Tones che tantissimi anni ha portato il grande jazz a Napoli e in tale occasione hanno organizzato due concerti straordinari, il primo il 14 ottobre di Enrico Pieranunzi e Valentina Ranalli, il secondo il 15 ottobre con uno dei più bravi pianisti jazz Ergio Valente.

Classe 1988, oltre ad essere un valentissimo pianista jazz, è anche un delicatissimo e sensibile compositore di musiche straordinarie. Ha all’attivo diverse formazioni di estrazione jazz e latin, sue principali fonti di ispirazione. In particolare, tantissimi concerti al suo attivo con una delle sue formazioni di successo, il trio jazz che porta il suo nome con Marco Fazzari alla batteria e Aldo Capasso al contrabbasso.

Ergio Valente inizia a studiare pianoforte a undici anni, complice l’aria musicale di famiglia che circonda il musicista da sempre. Quindi si diploma in pianoforte classico presso il Conservatorio di Benevento “Nicola Sala”. A guidarlo è la M° Orsolina D’Urso.

Tuttavia, non perde l’occasione di inoltrarsi nel meraviglioso mondo del Jazz. Infatti, contemporaneamente agli studi classici studia pianoforte jazz con i pianisti e compositori Andrea Beneventano e Ramberto Ciammarrughi.

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