Recensione: “Amore che viene amore che vai” al Teatro Ristori di Verona

Foto di Gabriele Lugli (www.gabrielelugli.com)
Il 21 Ottobre al Teatro Ristori di Verona ho assistito per la prima volta dopo tanto tempo al primo concerto con capienza al 100% dei posti.
Devo dire che è stata una cosa molto emozionante rivedere il teatro pieno, cosa a cui non si era più abituati, speriamo che tutto questo possa continuare e che possiamo riprendere la nostra vita pre Covid.
Il concerto è stato recuperato dalle precedenti stagioni, un progetto sulle canzoni di Fabrizio de Andrè con sette meravigliosi musicisti.
“AMORE CHE VIENI AMORE CHE VAI”
Fabrizio De Andrè: Le donne e altre storie
CRISTINA DONÀ voce
RITA MARCOTULLI pianoforte
ENZO PIETROPAOLI basso
FABRIZIO BOSSO tromba
JAVIER GIROTTO sax
SAVERIO LANZA chitarre
CRISTIANO CALCAGNILE batteria, percussioni
In un angolo della memoria, molti di noi hanno protetto alcune canzoni: vuoi per ricordare l’accendersi veloce di una passione d’amore che si pensava eterna o al contrario: la sua incertezza e mutevolezza. Per ricordare personaggi tanto simbolici quanto teneri o paradossali, romantici o beffardi; ironici, carichi di una allegria che si trasforma in lieve cinismo ma anche portatori d’un etica civile tanto moderna quanto oggi spesso dimenticata. Molte di queste canzoni e di questi personaggi appartengono alla poetica di Fabrizio De André. Una poetica colta, curiosa della vita, attenta al mondo e alle sue ingiustizie. E in questa poetica una parte grande è dedicata alle donne. Tutte. A quelle che volano, che piangono; che amano riamate o che vengono lasciate e diventano storie struggenti… quelle che creano il mondo, lo amano ma vorrebbero cambiarlo per essere felici. Paul Eluard ha scritto: “ci sono parole che aiutano a vivere e sono parole innocenti” e le parole dedicate da Faber alle donne sono tutte parole innocenti: da Maria a Boccadirosa…
Per questo sette musicisti di sicuro talento e diverse esperienze hanno scelto di partecipare ad un progetto-omaggio a Faber non esclusivamente dedicato alle donne ma dando ed esse lo spazio che a loro dava Fabrizio De André.