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TRACCE CONTEMPORANEE La Musica che Viaggia -Dal 18 al 23 dicembre a Napoli

Dialoghi in musica, duetti a suon di note, concerti. La rassegna musicale Tracce Contemporanee – La musica che viaggia, dal 18 al 23 dicembre, è di scena in siti storici dei quartieri della Napoli “viscerale”. La voce della contaminazione e del viaggio è creata ed interpretata da artisti di peso culturale internazionale che del “migrare” ne hanno identificato il valore umano ed artistico e lo hanno narrato in musica.

La rassegna è organizzata da La Bazzarra e da Dedalus Cooperativa Sociale con la direzione artistica di Gigi Di Luca e si pone all’interno del più ampio progetto “Napoli Città della Musica”. L’obiettivo è restituire il giusto valore che i percorsi di migrazioni danno alle comunità contemporanee. Tracce Contemporanee che scaturiscono da quel conoscersi, riconoscersi, mischiarsi e rispettarsi di popoli che si incontrano in pace, si sviluppano su due binari. Uno è quello del dialogo musicale, una costruzione fatta di sonorità, lingue e culture diverse, tra due protagonisti della musica contemporanea. L’altro è il concerto, inteso nella maniera più classica.
Per anni abbiamo danzato con la musica balcanica, quelle dei popoli rom, della Kocani Orchestra, di Bregovic, della Fanfara Ciocarlia, di Boban Marcovich. Per lunghi periodi Khaled e la musica Maghreb hanno saputo guidarci negli scenari del Mediterraneo. Cesaria Evora con la saudade ha raccontato la bellezza emotiva di Capo Verde; l’Africa tutta intera dal Mali al Senegal, al Sud Africa alla Nigeria senza la musica, quella che a Napoli abbiamo accolto ed ascoltato, cosa sarebbe?
Eppure se si pensa alle persone migranti che sono arrivate da quelle terre e Paesi, scattano i pregiudizi e le diffidenze. Con l’ascolto, il dialogo che si instaura nei laboratori previsti, con gli incontri con gli artisti, con la partecipazione attiva delle comunità migranti si darà voce alle tante voci di Napoli.PROGRAMMA
18 Dicembre
Giornata Internazionale del Migrante
Teatro Nuovo – Via Montecalvario, 16 | Napoli

Ore 19:00 Incontro “La Musica dei Migranti” con la partecipazione di:
Mario Lucio artista e Ex Ministro della Cultura di Capoverde
Gigi Di Luca Direttore Artistico
Artisti e referenti istituzionali

Dialoghi Musicali
Ore 21:00 Mario Lucio  “Migrants”
Ospite Marco Zurzolo
20 dicembre
Teatro Nuovo – Via Montecalvario, 16 | Napoli
Concerto
Ore 21:00 Elina Duni & Rob Luft – “Songs of Love and Exile”

21 dicembre
Teatro Nuovo – Via Montecalvario, 16 | Napoli
Concerto
Ore 21:00 Moni Ovadia & Giovanni Seneca – “Rotte Mediterranee”
Racconti, musiche e canzoni 

22 Dicembre
Chiesa di Santa Maria Donnalbina – Vico Portapiccola Donnalbina, 6 | Napoli

Ore 21:00 Dialoghi Musicali
Ashti Abdoospite Marzouk Mejri
Ore 22:00 Concerto
Gabriele Coen – Ziad Trabelsi“Andalus-sefarad…Dialoghi”

23 Dicembre
Cortile dell’Ex ospedale della Pace – Via dei Tribunali, 181 | Napoli
Ore 19:30 Performance dei ragazzi del laboratorio Contaminazioni Musicali  a cura di Peppe Fontanella e Centro Laboratorio Interculturale “Gomitoli”

Ore 21: 00 Concerto di Orchestra multietnica La Repetition
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COME PARTECIPARE
L’Ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria su EventBrite.
Cliccando questo link è possibile prenotarsi agli eventi la cui prenotazione è già disponibile: https://bit.ly/labazzarra_eventbrite
A breve saranno aperte le prenotazioni per tutti gli altri eventi previsti nel programma.
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L’iniziativa è promossa e finanziata dal Comune di Napoli nell’ambito del progetto “Napoli Città della Musica”.

ETHNOS: FESTIVAL INTERNAZIONALE della MUSICA ETNICA XXVIII edizione

ETHNOS

Festival Internazionale della Musica Etnica

XXVIII edizione – dal 7 settembre all’1 ottobre 2023

Direzione artistica Gigi Di Luca

www.festivalethnos.it

Le musiche del mondo in scena alle pendici del Vesuvio per il festival Ethnos. Dal 7 Settembre all’1 Ottobre 2023 in 6 comuni della costa vesuviana – Ercolano, Napoli, Portici, San Giorgio a Cremano, Torre Annunziata e Torre del Greco – si terrà la XXVIII edizione del festival internazionale della world music ideato e diretto da Gigi Di Luca.

Anche quest’anno sono attesi grandi nomi della musica etnica, nuove realtà e musicisti fprovenienti da 12 diversi paesi, per una grande festa dell’incontro, della contaminazione e dell’accoglienza. In programma, inoltre, workshop, appuntamenti tematici dedicati alla danza e al teatro e le finali del concorso Ethnos GenerAzioni, rivolto agli artisti under 35.

L’edizione 2023 di Ethnos porterà nelle ville del Miglio d’Oro e nei siti storici dell’area vesuviana suoni, culture, tradizioni e mondi in parte sconosciuti, conducendo gli spettatori in un viaggio nei vari continenti. Nell’arco di tutto il mese di settembre si alterneranno sul palco itinerante del festival artisti provenienti dall’Angola, Brasile, Costa d’Avorio, Francia, Grecia, India, Iran, Marocco, Mongolia, Senegal e Spagna, oltre che da varie regioni d’Italia

Tra i protagonisti di questa edizione – che sarà inaugurata a  Villa Vannucchi a San Giorgio a Cremano dal gruppo multietnico Ayom, il cui nome nella mitologia Candomblè rappresenta il Signore della Musica – ci saranno: il pianista e compositore francese di origine martinicana Chassol, la nuova star dell’afro-pop Dobet Gnahoré, cantante e ballerina ivoriana vincitrice di un Grammy Award, il senegalese Seckou Keita, uno dei più importanti suonatori di kora al mondo, Amrat Hussain Brothers Trio dal Rajasthan, Epi (al secolo Enkhjargal Dandarvaanchig) musicista e cantante originario Ulan Bator, ambasciatore musicale della Mongolia, la cantante e polistrumentista brasiliana Bia Ferreira, militante antirazzista e sostenitrice della comunità LGBTQIA+. E ancora, Bab L’Bluz, band franco-marocchina che fonde musica tradizionale Gnawa e Hassani con il rock e il blues, Ana Crismán la prima musicista al mondo che interpreta e compone il flamenco con l’arpa, la cantautrice e polistrumentista pugliese Rachele Andrioli e il progetto “Songs of Hope” con l’ambasciatore della musica persiana e vincitore di un Grammy Award, Kayhan Kalhor insieme al virtuoso del setar Kiva Tabassian e Behnam Samani al tombak.

Tre i progetti speciali di questa edizione: il recital di Pamela Villoresi Della Profetessa e di Spartaco” con Massimo De Matteo e le musiche dal vivo di Mimmo MaglionicoRoberto Trenca e Gabriele Borrelli, per la regia di Gigi Di Luca, la produzione originale La Banda del Sud, che mette insieme in una grande orchestra di musica popolare, diretta da Mario Crispi10 talenti selezionati dalle 6 regioni del Sud Italia e lo spettacolo site specific “Il Canto delle Mani” con le coreografie di Gabriella Stazio sulle musiche del gruppo operaio ‘E Zezi.

«Il legame tra Ethnos e il suo territorio è un legame forte, che si rinnova da 28 anni attraverso un progetto culturale che tocca diversi luoghi e città e che ha intercettato quel bisogno di conoscenza delle altre culture, del diverso, prima ancora che le migrazioni arrivassero a noi» dichiara il direttore artistico Gigi Di Luca.

«Ethnos ha sempre abbinato la bellezza dei luoghi storici ai contenuti contemporanei, talvolta dolorosi, di storie e musiche provenienti da territori lontani, oppressi e sfruttati. Il mondo è mutato e con esso il modo di vivere ed informarsi ma il nostro modo di esplorarlo e raccontarlo è ancora lo stesso.  La musica di Ethnos parla di diritti umani, di libertà, di lotta al razzismo, di contaminazioni e di fusioni di linguaggi. Parla di creatività e ricerca, ma soprattutto parla e vuole continuare a parlare di pace e di bellezza».

Grazie alla programmazione di numerose attività tese all’incontro e alla comunione tra i popoli e i diversi linguaggi, Ethnos si propone di creare un ponte tra la memoria del passato e la visione del futuro, tra la tradizione e la contemporaneità con uno sguardo attento alle problematiche delle migrazioni, delle integrazioni e del Mediterraneo.

Nato nel 1995 con l’intento di recuperare le arcaiche tradizioni dell’area vesuviana, nel corso degli anni il festival ha allargato il suo raggio di azione diventando uno dei maggiori osservatori di musica etnica e world music d’Italia.

La XXVIII edizione del festival Ethnos è organizzata da La Bazzarra e finanziata dalla Regione Campania attraverso Scabec e dal Ministero della Cultura, con il sostegno dei comuni di Ercolano, Portici, San Giorgio a Cremano, Torre Annunziata e Torre del Greco, il contributo della Banca di Credito Popolare e con la collaborazione della Fondazione Ente Ville Vesuviane e del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

I biglietti – dal costo simbolico di 5 euro, ad eccezione dello spettacolo “Songs of Hope”che ha un costo di 10 euro – saranno disponibili a partire da venerdì 1 settembre sul circuito Azzurro Service e presso il botteghino allestito nelle varie location che ospiteranno i concerti. Info prevendita: tel. 081 5934001 – www.azzurroservice.net.

Per informazioni e contatti: Tel. 3287232399 – info@labazzarra.com Social: www.facebook.com/EthnosFestival – www.instagram.com/ethnosfestival

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World music: a Matteo Leone il Premio Andrea Parodi 2021, a Sorah Rionda il Premio della Critica

MATTEO LEONE VINCE IL PREMIO ANDREA PARODI 2021, A SORAH RIONDA IL PREMIO DELLA CRITICA

IL 12 E 13 NOVEMBRE A SELARGIUS LA 14A EDIZIONE DEL PRINCIPALE CONTEST EUROPEO DI WORLD MUSIC

Matteo Leone - foto di Gianfilippo Masserano

È Matteo Leone (da Calasetta, Sardegna) a vincere la 14a edizione del Premio Andrea Parodi, il più importante contest europeo riservato alla world music. A lui vanno anche le menzioni per testo, musica e arrangiamento. Il premio della critica è andato a Sorah Rionda (da Cuba / Veneto), che si è aggiudicata anche il Premio Bianca d’Aponte International.

A Elliott Morris (Regno Unito) vanno la menzione per la miglior interpretazione e il premio assegnato dai ragazzi in sala. Il premio per la migliore interpretazione di un brano di Andrea Parodi se l’è meritato Francesco Forni (Campania), mentre la giuria internazionale ha premiato, a pari merito, Siké (Sicilia) e Terrasonora (Campania). Infine il premio assegnato da tutti i concorrenti è andato a Yarákä (Puglia). In gara anche Ayom (da Toscana / Brasile / Angola / Portogallo).

Le finali si sono svolte venerdì 12 e sabato 13 novembre al Teatro Si’ e Boi di Selargius (Cagliari), condotte da Gianmaurizio Foderaro e Ottavio Nieddu. Principale e prestigioso media partner dell’evento era Rai Radio1.

Il Premio è nato per rendere omaggio a Andrea Parodi, importante artista sardo di world music, scomparso 15 anni fa, ed è realizzato dall’omonima Fondazione con la direzione artistica di Elena Ledda.

Le due serate sono state trasmesse in diretta streaming sulle pagine Facebook della Fondazione Andrea Parodi, di EjaTV e di SardegnaEventi24. La seconda anche su quelle di Rai Radio1 e Rai Radio Tutta Italiana.

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Recensione : Omar Sosa, Yilian Cañizares e Gustavo Ovalles concludono la XXV Edizione di Ethnos Festival 2020

di Annamaria De Crescenzo
foto di SpectraFoto (www.spectrafoto.com)

Non poteva concludersi che con un concerto strepitoso la XXV Edizione dell’Ethnos Festival come quello di Omar Sosa, Yilian Cañizares e Gustavo Ovalles che hanno letteralmente conquistato il pubblico della Villa Vannucchi di San Giorgio a Cremano, protagonisti assoluti di un progetto unico come “Aguas”.

 Aguas riflette le prospettive di due generazioni di artisti cubani che vivono fuori dalla loro Madre Patria e interpretano le loro radici e tradizioni in un modo unico e raffinato. Le canzoni spaziano dal commovente all’esuberante, e sono l’espressione dell’eccezionale chimica musicale, della sensibilità poetica e dell’originalità dei due artisti. 

Il materiale utilizzato in Aguas è un mix coinvolgente e creativo delle radici Afro Cubane dei due artisti, di musica classica occidentale e jazz. L’album è dedicato all’acqua e specialmente a Oshun, la divinità dell’amore e signora dei fiumi nella tradizione Lucumi del retaggio Yoruba conosciuto come Santeria – una pratica spirituale importante per entrambi gli artisti. Come l’acqua è sinonimo di vita, energia, forza e spazio, la musica di questo album è ispirato dalle influenze più importanti dell’acqua – il suo potere nascosto, la sua infinita trasmutazione e la sua inarrestabile creazione. C’è anche una rappresentazione, per Omar e Yilian, dell’acqua come separazione da e nostalgia per la loro terra natia. In concerto, il rigoglioso pianismo di Omar Sosa si sposa anche perfettamente con le percussioni multicolori e multiformi (tamburi Bata, congas, bongos, quitiplas, maracas, guiro, piatti e altro) del percussionista venezuelano Gustavo Ovalles.

Omar Sosa
Uno di quei nomi che non hanno bisogno di molte presentazioni. Il compositore e pianista cubano, classe 1965, nominato sette volte ai Grammy, è uno dei jazzisti più versatili e completi della sua generazione. È stato capace di fondere mirabilmente un’estesa gamma di elementi jazz, di world music e di elettronica con le sue radici afrocubane, riuscendo a creare una sonorità fresca e originale, dal forte sapore latino, ma lasciando sempre grande spazio all’improvvisazione. La carriera di Sosa incarna la mentalità aperta di un artista giramondo (ha vissuto nel nord e nel sud America, a Cuba ed in Spagna) e visionario, che ha lavorato incessantemente per cercare di costruire una visione musicale coerente e personale, davvero cosmopolita. Una ventina di dischi da leader in circa un quarto di secolo di attività professionale parlano da soli. Dentro una così nutrita ed interessante produzione musicale, vi sono ben sei album di piano–solo (l’ultimo, «Senses», è del 2014) – formula che ancor oggi forse predilige – ma anche  dei magnifici duetti con il trombettista Paolo Fresu – è un duo collaudatissimo il loro, di cui è appena uscito il terzo episodio discografico, «Eros» (2016) – qualche lavoro orchestrale e, negli ultimi tempi, anche il Quartetto Afrocubano, interamente composto da suoi connazionali, con cui nel 2015 ha inciso «Ilé», lavoro decisamente riuscito e suggestivo.

Yilian Cañizares
Classe 1980, nasce a L’Avana. Talento precoce, a soli sette anni viene ammessa alla prestigiosa Accademia di Musica Manuel Saumell per studiare violino. Nel 1995 vince una borsa di studio per perfezionarsi a Caracas, e due anni dopo ottiene l’ammissione ad un Conservatorio in Svizzera, dove si trasferisce. Ma la sua natura di artista curiosa ed onnivora la condurrà presto alla ricerca di nuovi sbocchi creativi. Decide così di iniziare a cantare, e guarda con grande interesse al jazz, trovando nel violinista Stéphane Grapelli un maestro cui ispirarsi. Forma un quartetto che chiama Ochumare, come la divinità Orisha degli arcobaleni, con cui vince nel 2008 un importante premio al festival jazz di Montreux. Con lo stesso gruppo incide anche i suoi due primi dischi, nel 2009 e 2011. Ma la fama internazionale arriva nel 2013, con l’album «Ochumare», il primo a suo nome. Il successo viene quindi confermato due anni dopo dal nuovo lavoro, «Invocaciòn» (2015). Il suo stile riflette una grande varietà di influenze, con tocchi di jazz, musica classica e musica cubana. Qualche critico ha parlato di un’orchestrazione jazz mescolata ad un rituale Yoruba. Yilian Cañizares canta in spagnolo, yoruba e francese, ed uno dei suoi tratti distintivi è proprio la naturale capacità di cantare e suonare il violino allo stesso tempo.

Gustavo Ovalles
Nato a Caracas nel 1967, come artista e professore ha viaggiato in tutto il mondo con i suoi strumenti tradizionali che includono maracas, culoepuya, quitiplas e bata drums. Con il pioneristico progetto di Omar Sosa Roots Trilogy, Gustavo ha calcato diversi importanti palchi in Europa, Giappone e Stati Uniti. Ha inoltre partecipato al l’album di Sosa Sentir, nominato ai Grammy. Attualmente vive un po’ in Francia e un po’ in Venezuela.

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Recensione: Maarja Nuut ospite della XXV Edizione del Festival Ethnos 2020

di Annamaria De Crescenzo
foto di SpectraFoto (http://www.spectrafoto.com)

Terzo appuntamento della XXV Edizione Ethnos Festival 2020 venerdi 2 ottobre alla Villa del Parnaso di Torre Annunziata con una delle artiste più innovative e più creative degli ultimi anni della scena musicale internazionale : Maarja Nuut.

Il festival Ethnos, programmato e finanziato dalla Regione Campania attraverso Scabec, è organizzato da La Bazzarra, con il patrocino della Città Metropolitana di Napoli, in partenariato con i comuni di San Giorgio a CremanoPorticiErcolanoTorre del Greco e Torre Annunziata, in collaborazione con la Fondazione per le Ville Vesuviane e il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Partner culturale del festival è campania>artecard.

Maarja Nuut è una cantante, violinista, artista elettronica e compositrice il cui lavoro abbraccia una vasta gamma di mondi musicali. Di formazione classica e alunno di diverse prestigiose scuole e istituzioni di musica, da allora ha approfondito una serie di generi disparati: musica classica Hindustana mentre studiava a Nuova Delhi, suoni e danze estoni, ricerca etnomusicologica e, più recentemente, i limiti esterni di looping e suoni elettronici. Alimentata dal suo istinto e dalla sua curiosità, tale esplorazione nasce da un bisogno interiore e dal desiderio di sondare il linguaggio musicale, le tecniche e le qualità espressive di ogni mondo, elementi che vortica nella sua arte ipnotizzante. 

Irrequieta creatività, Nuut è sempre stata interessata alla narrazione e a ciò che il passato può dirci sul futuro; per lei, i miti forniscono punti di connessione con il mondo moderno e gli sconvolgimenti sociali. Dall’uscita del suo disco di debutto Soolo nel 2013, ha ricevuto ampi consensi dalla critica insieme a numerosi premi e ha girato il mondo più volte come solista. Conosciuta per le sue esibizioni dal vivo avvincenti e spesso ipnotiche, ha anche collaborato con numerosi artisti come Sun Araw, l’Estonian Chamber Choir Sireen, Kristjan Järvi, Kiya Tabassian, Howie B e Hendrik Kaljujärv AKA Ruum tra gli altri. Il suo primo album con quest’ultimo, Muunduja , è stato pubblicato nell’ottobre 2018 per l’etichetta britannica 130701 e il secondo album, world inverted, è stato rilasciato a settembre in collaborazione con la casa discografica estone õunaviks. 

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