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Intervista a Lorenzo Hengeller : il pianista del sorriso

Di Annamaria De Crescenzo

Foto:SpectraFoto

 

La Terza Edizione di Pignatelli in Jazz, rassegna musicale ideata, organizzata e diretta da Emilia Zamuner, giovane cantante jazz napoletana di grandissimo talento non poteva concludersi che con un concerto strepitoso, domenica 24 marzo nella veranda neoclassica di Villa Pignatelli con il talento di uno dei pianisti compositori napoletani più bravi degli ultimi decenni : Lorenzo Hengeller.

Da sempre la sua musica è fatta non solo di note ma anche di un modo insolito di raccontare la vita e le emozioni con l’ironia e il sorriso che non lo abbandonano mai.

Anche l’intervista che ci ha concesso prima del concerto stesso ne è stata una testimonianza del suo modo allegro e gioviale che rende il suo stile musicale una sorta di “erede” del grande Carosone.

 

Questa rassegna vede sul palco allestito nella Veranda Neoclassica del Museo di Villa Pignatelli, a conclusione di un’edizione che è stata la conferma del successo raggiunto già con le due precedenti edizioni, uno dei pianisti compositori napoletani più eclettici Lorenzo Hengeller o ti dovrei chiamare Maestro ?

Lorenzo: Grazie per questi complimenti ma il termine “Maestro” proprio non mi appartiene. Io non mi ritengo tale né lo sono visto che non sono neppure diplomato al Conservatorio e quindi il termine “Maestro” riserviamolo agli altri. Io al limite, essendo laureato in Lettere potrei essere chiamato “dottore” ma “Maestro” ti prego, proprio no!

Allora tralasciando il termine “Maestro” come è stato il tuo approccio alla Musica?

Lorenzo: Te la potrei dipingere in modo letterario ma lasciamo perdere, la verità è molto più semplice. Mio padre suonava in modo alberghiero , e quando suonava a me faceva ridere. Ancora oggi quando qualcuno suona bene a me fa ridere . Quando lui si alzava dal pianoforte lo volevo imitare e ho visto che questa cosa funzionava, avevo orecchio e predisposizione per la musica. Allora andavo alle feste e rifacevo tutti i brani dei cartoni animati e questa cosa funzionava, anzi anche qui dovrei dirti una cosa intelligente ma ti dirò la verità funzionava con le donne e allora mi sono detto, perché no? Ora suono!! Siccome ero un timido, anzi lo sono ancora adesso, il pianoforte mi aiutava con le donne e quindi io ho iniziato a suonare per questi due motivi: per ridere e per le donne.

 

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Benny Benack III in “Kiss me Slowly” per la rassegna “Pignatelli in Jazz” II Edizione

 

di Clementina Abbamondi

Il concerto conclusivo della rassegna musicale “Pignatelli in jazz“, organizzata e diretta da Emilia Zamuner, domenica 25 marzo è stato eccezionale: infatti  Benny Bennack III e tre musicisti di grande bravura hanno presentato il disco ” Kiss me Slowly” nato dalla collaborazione tra  Elio Coppola, Daniele Cordisco e Giuseppe Venezia. Il repertorio di questa formazione verte principalmente su composizioni originali di Bennack.

Benny Bennack III è un talentuoso trombettista e cantante statunitense che proviene da una famiglia di musicisti: il padre sassofonista,  il nonno  trombettista, e la madre cantante. Benny è cresciuto con la musica jazz e fin da piccolo sognava di girare il mondo e suonare. Negli ultimi tempi sta riscuotendo un incredibile successo internazionale per la sua notevole versatilità, ottima tecnica e padronanza del linguaggio jazz.

Nel 2014 è stato semifinalista al prestigioso premio “Telonius Monk International Competition” e ha vinto da trombettista numerosi premi e ricevuto importanti riconoscimenti anche per le sue doti canore. Continua a leggere

Recensione: Emilia Zamuner Quartet al “Pignatelli in jazz”

di Clementina Abbamondi

Secondo appuntamento della Rassegna “Pignatelli in jazz” che si terrà a Villa Pignatelli dal 4 al 25 marzo, organizzato e diretto da Emilia Zamuner in collaborazione con il Polo Museale della Campania nella fattispecie della Direzione del Museo Pignatelli, con il concerto, domenica 11 marzo, di “Emilia Zamuner Quartet” con Emilia Zamuner voce, Mino Lanzieri alla chitarra, Antonio Napolitano al contrabbasso e Massimo Del Pezzo alla batteria.

Emilia Zamuner ha proposto con il suo quartet il progetto “TRADITION”: un viaggio attraverso le culture del mondo, di tutti i continenti e le epoche riarrangiate in chiave jazz dal bravissimo Mino Lanzieri.

Il quartetto ha iniziato la sua performance con una splendida canzone di Nino Rota “Brucia la luna brucia la terra” cantata in siciliano dalla talentuosa Emilia Zamuner.

Il successivo brano è stato quello di Antonio Carlos Jobim “Fotografia” nel quale si è espressa tutta la vocalità di Emilia che ha catturato l’attenzione del pubblico con la sua voce melodiosa, ricca di vocalismi che si fondevano mirabilmente ai bellissimi assoli della chitarra e del contrabbasso suonati con grande maestria dai bravissimi musicisti. Continua a leggere