Recensione: Aynur Doğan arriva in Campania alla XXV Edizione di Ethnos 2020

di Francesca Petrillo
Foto di SpectraFoto (http://www.spectrafoto.com)
Giovedì 1 Ottobre alle ore 20. 30 si è esibita l’artista curda Aynur Doğan presso la suggestiva Villa Campolieto in occasione del 25esimo anniversario del festival Ethnos. L’atmosfera è stata resa ancora più magica grazie alla presenza di Xavier Torres Vicente (pianoforte) e di Sjahin During (percussioni).
L’evento, il secondo del programma di quest’anno,dopo lo strepitoso successo del concerto dei Violons Barbers al Mav di Ercolano, un anno importante per Ethnos visto che è la XXV edizione di tale manifestazione, è stato organizzato da La Bazzarra e Scabec, programmato e finanziato dalla Regione Campania attraverso Scabec, con il patrocino della Città Metropolitana di Napoli, in partenariato con i comuni di San Giorgio a Cremano, Portici, Ercolano, Torre del Greco e Torre Annunziata, in collaborazione con la Fondazione per le Ville Vesuviane e il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Partner culturale del festival è campania>artecard.
Aynur Doğan è una delle voci più importanti del panorama musicale curdo. Il suo straordinario stile vocale e il successo che ha riscosso finora le hanno permesso di diventare una rappresentante del popolo curdo in Turchia. Vincitrice del Mediterranean Music Award nel 2017 nella categoria Donne del Mediterraneo, ha presentato in esclusiva il suo settimo e ultimo capolavoro discografico Hedûr (conforto), registrato tra Istanbul e Amsterdam, il primo che vede Aynur Doğan anche in veste di produttrice, arrangiatrice e compositrice.
Quasi trent’anni fa Aynur Doğan lasciava la piccola cittadina di montagna Çemişgezek, nella provincia di Dêrsim, nella parte orientale dell’Anatolia, per trasferirsi ad Istanbul. Lì ebbe la possibilità di formarsi e studiare il saz nella prestigiosa accademia musicale Arif Sağ Müsik. A partire da “Seyir”, pubblicato nel 2002, ogni nuovo lavoro ha mostrato la sua capacità di indagare e cantare le tradizioni curde mettendole in dialogo con le diverse influenze che attraversano l’Anatolia e il mondo musicale contemporaneo, in un processo di apertura musicale.