Recensione: Marco Zurzolo in “I Napoletani non sono romantici”

di Annamaria De Crescenzo
foto di SpectraFoto (http://www.spectrafoto.com)
Ogni appuntamento allo Spazio ZTL diventa un appuntamento con la vera musica, con la magia delle emozioni e dell’amicizia pura, con i ricordi ma anche con un presente fatto di appuntamenti fissi con uno spazio fortemente voluto e desiderato sia da Marco Zurzolo , istrionico padrone di casa oltre che assoluto protagonista del jazz italiano ed internazionale e da Manuela Renno, splendida cantante ma anche straordinaria nella sua veste di insegnante amorevole per la meravigliosa scuola di musica presente nella ZTL ormai da anni e che è un vero e proprio faro non solo del quartiere che la ospita ma anche di tutta l’intera città.
Domenica mattina un appuntamento speciale con la Marco Zurzolo band per la presentazione del libro “I Napoletani non sono romantici” pubblicato da una storica ed importantissima casa editrice del centro storico di Napoli, Colonnese, e che raccoglie i racconti della vita del sassofonista nella luce della Napoli degli anni ’70, via San Sebastiano e il Conservatorio di San Pietro a Majella, del suo quartiere di nascita, Bagnoli, insieme a otto microracconti di Elvio Porta.
Un libro speciale, un vero “dono” che Marco Zurzolo ha voluto fare al suo amatissimo pubblico per raccontare i suoi ricordi di bambino nato in una famiglia speciale, di fronte al mare di Bagnoli, in casa con il fratello Rino, musicista straordinario, grazie al quale Marco capisce che la musica è e sarebbe stata per sempre la sua vita. Le pagine di questo libro, che Marco ha ricordato durante il concerto, parlano di importantissimi incontri con protagonisti assoluti della Musica di quegli anni come Enzo Avitabile e Pino Daniele (il gigante con gli occhiali) e con ricordi indelebili che il suo cuore conserva come un prezioso scrigno dal quale trae forza ancora oggi per poter scrivere brani che emozionano il cuore.
Marco Zurzolo è assolutamente galvanizzato e in gran forma e come sempre tra musica e racconti conquista il numerosissimo pubblico presente in sala. Decisamente emozionato nel presentare i musicisti presenti con lui sul palco della ZTL, alcuni suoi amici di sempre come Vittorio Riva alla batteria con il quale è cresciuto, Carlo Fimiani alla chitarra, Piero de Asmundis al pianoforte, Marco de Tilla al contrabbasso, che condividono con lui ormai da anni i prestigiosi palchi dei più importanti festival e locali jazz di tutta Italia, si ritrova con un’energia e un’emozione speciale a suonare alcuni dei più bei brani della sua storia musicale, come “Indifferentemente” , o come “Lazzari Felici” con Gabriella Grossi al sax baritono, e “A me mi piace o blues” omaggi alla meravigliosa musica dell’amatissimo Pino Daniele.
Grandissima emozione in sala con altri due brani, uno è “Rino” che Marco ha scritto in occasione della scomparsa del fratello e che è stata la colonna sonora di una serie televisiva amatissima dal pubblico come “In punta di piedi “, e il brano “É la mia musica” scritta da Gianlugi Di Franco e musicata proprio da Rino Zurzolo, cantata da Francesca Zurzolo che ha letteralmente emozionato il pubblico con la sua voce meravigliosa, seguito da “Lido Aurora” uno dei brani di uno dei primissimi album di Marco.
L’incontro con questo splendido artista si conclude con il racconto di alcuni momenti della sua carriera come il tour con Gino Paoli di diversi anni fa per il quale ancora litiga con l’amico Vittorio Riva che lo trascinò in tale “avventura musicale” lontanissima dalla sua vera anima jazzistica e l’interpretazione di “Una lunga storia d’amore”, concludendo poi con un’atmosfera completamente diversa con una trascinante interpretazione di un medley di brani della canzone della tradizione napoletana come la “rumba degli scugnizzi” e “O surdat ‘nnamurato” per il quale invita nuovamente sul palco Gabriella Grossi e trascina il pubblico in un’atmosfera assolutamente strepitosa e di grandissima emozione.
Ma le emozioni non finiscono qui. Marco Zurzolo saluta il pubblico con le emozioni delle parole di Elvio Porta:
“I Napoletani non sono romantici, per niente. Sono emotivi. Che è tutt’ altra cosa, e di una emotività violenta e disperata quale quella che nasce da secoli di stress. Per questo in certi momenti sono anche allegri. Per la felicità che nasce solo perché in certi momenti riescono a sfuggire all’angoscia. In certi momenti, o in certe condizioni economiche, Posillipo in greco vuol dire pausa nel dolore. E così l’angoscia e l’emotività si sposano, e diventano una compagna di viaggio unica, una persona di famiglia. E per questo i Napoletani non sono romantici, Perché non possono permetterselo, non c’è il tempo, neanche la domenica. Neanche la notte. Neanche quando amano. Neanche quando lo desiderano, Neanche quando sognano di avere. Neanche quando sperano, per questo la lotta per avere viene prima della voglia di amare. Per questo l’amore è un lusso che va pagato. È un bisogno che va cercato, ma che è il primo ad essere sacrificato. E chi non lo sa, soffre. E accusa. E recrimina. E il dolore cresce nell’uno e nell’altro. E cresce l’angoscia. E l’emotività. Per questo i napoletani sono emotivi. Per questo e per tante altre ragioni. Ma non lo conosco neanche loro. Perché non c’è il tempo. Non c’è la possibilità; neanche quando cessa l’angoscia. Neanche quando ridono, perciò i Napoletani non sono romantici” (cit. Elvio Porta, dal libro “I Napoletani non sono romantici”)
Il libro si potrà acquistare anche online