La Piccola Orchestra Feelix è stata protagonista assoluta domenica 21 novembre al Teatro Comunale «Costantino Parravano» di Caserta con “Canzoni in jazz” uno spettacolo musicale di altissimo livello, che fa parte della rassegna «Ripartiamo dal teatro», promossa dagli assessorati alla Cultura e ai Grandi Eventi del Comune di Caserta e finanziata dalla Regione Campania (POC Campania 2014-2020), in programma fino al 30 novembre.
La Piccola Orchestra Feelix è una nuova sfida per l’associazione Feelix e per tutti gli appassionati di jazz. L’associazione culturale Feelix nasce nel 2014 dall’iniziativa di amici appassionati per favorire la diffusione della musica jazz, e in generale della cultura musicale, a Caserta e al Sud. Lo stesso neologismo Feelix altro non è che l’incontro tra feeling e felix, un sentimento che evoca ritmi afro-americani e un’armonia che prelude al ritorno di una “Campania Felix”. -Si legge nella nota- L’associazione prende quota con la fondazione del club DayTwenty9, inaugurato il 29 aprile del 2015. Da quel momento ha collezionato più di 130 concerti, jam session tutte le settimane e ospiti artisti nazionali e internazionali. Dal 2017 l’associazione ha dato vita a una grande orchestra jazz, la Feelix Jazz Orchestra (già Campania Feelix Jazz Orchestra) che, giorno dopo giorno, ha messo insieme un vasto repertorio, incontrandosi nella sala del club DayTwenty9 adibita per l’occasione a sala prove, partendo dalle partiture scritte da Pietro Condorelli. Nel 2020, durante il periodo della forzata chiusura delle attività dell’associazione a causa del Covid, è stato ideato un nuovo progetto, quello di utilizzare il vastissimo repertorio della canzone d’autore italiane in chiave jazz: nasce appunto il nuovo progetto “Le canzoni in Jazz”.
In scaletta alcuni dei i brani più belli della musica leggera italiana, rielaborati con arrangiamenti jazz creati appositamente dallo stesso Direttore dell’orchestra Marcello Massa. E così, brani che hanno fatto la storia della canzone d’autore sono stati arrangiati per un combo orchestrale, ognuno in modo diverso per raccontare le diverse epoche del jazz dal dixieland allo swing, al be bop.
Marcello Massa, seppur giovanissimo Direttore d’Orchestra, ha diretto con grande maestria un’orchestra piena di talenti straordinari come Ilaria Bucci (voce), Aldo Capasso (contrabbasso), Giampiero Franco (batteria), Antonio Perna (piano), Egidio Marchitelli (chitarra), Gianni Taglialatela (sax baritono), Gianni D’Argenzio (sax tenore), Giuseppe Giroffi (primo sax alto), Giovanni Gambardella (secondo sax alto), Franco Izzo (trombone), Antonio Baldino (prima tromba), Flavio Dapiran (seconda tromba).
Un bellissimo incontro con la musica jazz internazionale di altissimo livello, sabato 20 novembre all’Auditorium Salvo D’Acquisto per l’edizione Napoli Jazz Festival 2021 organizzata dall’Associazione Napoli Jazz Club diretta da Michele Solipano con il concerto del KBC Collective composto da Brian Blade alla batteria, Benjamin Koppel al sassofono e Scott Colley al contrabbasso. Il loro sodalizio artistico nasce nel 2012 e si consolida in studio in piu album dove la creatività di Blade si è andata a mescolare perfettamente con le forti improvvisazioni di Colley e con il lirismo del sax di Koppel.
Il Trio ha voluto suonare rigorosamente in acustica brani di loro composizione dando subito la prova che il vero jazz è assolutamente ancora tutto da scoprire, assaporare in una dimensione di ascolto assoluto. In sala tantissimi musicisti e soprattutto tanti batteristi campani che sono venuti ad ascoltare un genio della batteria come Brian Blade che ha dato, qualora ce ne fosse bisogno, dimostrazione che il suo stile nel suonare il suo amatissimo strumento riesce a dare emozioni profonde libero da protagonismi lontani da quello che dovrebbe essere lo stile di un batterista jazz.
Dopo quasi dieci anni di assenza dai palchi, l’artista riabbraccia il pubblico con un nuovo progetto in quartetto
Sabato 27 novembre, alle ore 21, presso il Teatro Mediterraneo di Napoli (Viale Kennedy) andrà in scena “Lino Cannavacciuolo – Experience”, live che segna ufficialmente il ritorno del grande artista, dopo quasi dieci anni di assenza dai palchi, seppur sia stato costantemente attivo con la sua abbondante e fertilissima produzione. Marco Zurzolo e Gigi Finizio saranno gli ospiti d’eccezione della serata, organizzata da Art Garage.
All’indomani dall’uscita del disco “Formae” (lo scorso 7 maggio 2021), un disco costituito principalmente da strumenti acustici che conferiscono alla composizione un valore più intimo e profondo, il violinista e compositore originario di Pozzuoli ha deciso di intraprendere uno “sdoppiamento” della sua personalità artistica e professionale.
Nasce così il progetto “Lino Cannavacciuolo – Experience”, con una formazione dalla carica travolgente che punta sull’energia espressiva e rappresentativa dei brani, avvalendosi di grandi musicisti: Gigi De Rienzo al basso elettrico, Piero De Asmundis alle tastiere e Vittorio Riva alla batteria.
Sabato 27 novembre 2021 alle ore 19.30, a Napoli nella bella cornice della Chiesa dei SS. Marcellino e Festo, in Largo San Marcellino 10, il sesto appuntamento dell’Autunno musicale della Nuova Orchestra Scarlatti, intitolato “Rapsodia Dantesca”: Tableaux vivants sull’iconografia e sull’opera di Dante, un’azione scenico-musicale di visioni, musiche, versi intorno al mondo del Poeta, a cura di Teatri 35 e Nuova Orchestra Scarlatti, che portano in scena la rappresentazione in un’esclusiva anteprima napoletana.
L’azione/concerto è messa in scena dal gruppo Teatri 35 di Napoli su musiche interamente eseguite dal vivo dai Solisti della Nuova Orchestra Scarlatti, con la drammaturgia e la voce recitante di Davide Ferrari.
Tableaux vivants sull’iconografia e sull’opera di Dante, in chiusura dell’anno a lui dedicato, che faranno rivivere in scena opere pittoriche ispirate al grande e vario mondo del Poeta su un’ininterrotta colonna sonora live punteggiata dalla recitazione di versi. Nuovi contenuti e nuove suggestioni per una formula già collaudata con successo in Italia e all’estero con i precedenti Caravaggio e i Caravaggeschi e Sacre Passioni, e che dopo questa anteprima napoletana volerà per il suo debutto internazionale a Copenaghen il 2 dicembre, su iniziativa dell’Istituto Italiano di Cultura della capitale danese.
I componenti del gruppo napoletano Teatri 35 – Gaetano Coccia, Francesco Ottavio De Santis, Antonella Parrella, con la partecipazione anche di Vittoria Rejna Negri, Sara Scarpati, Veronica Vendemia – mediante una regia di luci, movimenti e improvvisi fermo immagine incarneranno le opere ispirate a Dante. La musica dei Solisti della Nuova Orchestra Scarlatti – Chiara Rollini e Veronica Menditto (violini), Matteo Introna (viola), Pierluigi Marotta (violoncello), Gaetano Russo (clarinetto) – si intreccerà con l’azione in scena e con la voce recitante di Davide Ferrari, per evocare luci, ombre, visioni dantesche con un piccolo universo sonoro spaziante senza pause da un Balletto seicentesco a John Cage, da Weber a Prokofiev, da Schubert a Šostakovič, e altro ancora. Emozioni inedite per un appuntamento da non perdere.
Biglietti disponibili su azzurroservice.net e presso i punti vendita autorizzati.
RossellaCappadone voce e chitarra StefanoCalzolari pianoforte StefanoSenni contrabbasso MarcoFrattini batteria“L’universo musicale di questo quartetto diretto da Rossella Cappadone, cantante e chitarrista riminese vincitrice di prestigiosi premi come il “Premio Chicco Bettinardi” di Piacenza e l’”Hengel Gualdi Jazz Award” di Bologna, pur rimanendo saldamente ancorato alla matrice afroamericana, è vasto e variegato e passa con disinvoltura da brani tratti dal songbook americano a classici della bossanova. Gli arrangiamenti sobri ma curati nel dettaglio mettono in risalto le peculiarità dei singoli musicisti e ne assecondano la vena creativa estemporanea.”
ChiaraPancaldi voce RobertoTarenzi pianoforte PaoloBenedettini contrabbasso MarcoBovi chitarraIl repertorio, principalmente composto da brani originali, alcuni standards, e songs di autori contemporanei rivela svariate influenze: dal jazz contemporaneo, alla musica brasiliana alla folk song d’autore. La scelta di questa sezione ritmica ribadisce, pur nella trasversalità del repertorio, l’intento musicale con il quale esso viene manipolato: un approccio totalmente jazzistico dove improvvisazione e interplay svolgono un ruolo centrale, alternando momenti di libertà espressiva a momenti di scrittura musicale.Contributo concerto €10 a sostegno dei musicisti e delle attività culturali dell’associazione “Jazz Club Bologna”
Deborah J Carter vocal Daniele Gorgone pianoforte Marco Piccirillo contrabbasso Gaetano Fasano batteria Quartetto dalla straordinaria energia ed eleganza guidato dalla vocalist americana per l’occasione in tour in Italia con un trio di affiatati musicisti italiani. Con la sua inconfondibile voce vellutata, profonda e intrisa di jazz, Deborah interpreta, oltre ad alcune gemme meno conosciute dello sterminato repertorio del songbook americano, i grandi classici americani di quei compositori (Jule Styne, Fred Coots, Irving Berlin) che hanno scritto melodie indimenticabili, per un concerto che si preannuncia carico di swing e avvolgenti riarmonizzazioni.
Contributo concerto €15 a sostegno dei musicisti e delle attività culturali dell’associazione “Jazz Club Bologna”
INFO E PRENOTAZIONIWhatsApp 391 1682442 Affiliazione Endas ingresso riservato ai soci, quota annuale €15 per la tessere seguire le istruzioni al link: https://camerajazzclub.com/registrati/
Il Live Tones e Gabbianella club events presentano al teatro MAV di Ercolano, inserito nel programma della stagione teatrale 21/22, il concerto jazz “Francesca Tandoi Trio”.
Francesca Tandoi, pianoforte
Stefano Senni, contrabbasso
Giovanni Campanella, batteria.
Riconosciuta dalla critica e dal pubblico come uno dei talenti pianistici e vocali più interessanti della scena jazz internazionale, Francesca Tandoi è anche un’ ottima compositrice e una straordinaria band leader, che già alla sua giovane età vanta un percorso costellato di successi in tutto il mondo. Le sue performances in trio sono state definite più volte come ‘un’esplosione di swing’ e il suo pianismo incredibilmente virtuoso ed elegante.È proprio la formula del piano trio ad esserle più congeniale permettendole una libertà espressiva ad ampio raggio e di originale intensità in cui mantiene ben saldo il legame con il passato e con la tradizione jazzistica ma con la mente proiettata verso il futuro.Come leader dei suoi trio dal 2014 ad oggi ha già all’attivo diverse registrazioni “For Elvira” “Something blue” “Magic Three” e “Winddance” . Quest’ultimo appare nella classifica “top10 best jazz albums of 2017” della famosa rivista giapponese “Jazz life”. Ha partecipato nel 2021 agli eventi di Umbria Jazz sia a Perugia che Terni come ad altri svariati festival e rassegne jazz. In uscita nel 2022 il suo ultimo lavoro discografico “When in Rome”.
Con lei sul palco Stefano Senni al contrabbasso, uno dei musicisti più attivi e richiesti nel panorama jazzistico internazionale. Ha suonato in tutto il mondo, con i più grandi jazzisti d’oltreoceano ed è presente in oltre cento incisioni discografiche.
Giovanni Campanella alla batteria, uno straordinario talento che affianca alla sua attività di batterista anche quella di pianista e compositore e che vanta innumerevoli collaborazioni live e in studio con alcuni dei più grandi nomi della scena jazz italiana e internazionale.
Saranno il Monte Somma, il Vesuvio, i suoi vini e lo storico tessuto culturale del vulcano più famoso del mondo
ad ospitare la presentazione del nuovo disco del quintetto jazz di Leonardo De Lorenzo, pubblicato da AlfaMusic
in anteprima digitale,ed ora disponibile su CD
CONFERENZA STAMPA
A precedere il concerto, alle 18.30 ci sarà una conferenza stampa durante la quale l’artista presenterà il suo lavoro nel foyer del teatro.
La conferenza verrà condotta dai giornalisti Angelo Sciaudone e Diego Andese della testata musicale Sound Contest, media partner ufficiale per questo evento
I musicisti consegneranno il disco al pubblico intervenuto alla registrazione e, a chi lo desidera, vi apporranno le firme.
Il Cd sarà comunque disponibile per chiunque vorrà acquistarlo.
Alle ore 20.50 sarà possibile con formula “tavolo”, gustare un primo piatto della tradizione locale
e un calice di vino prima dell’inizio del concerto previsto per le 22.00
Alle ore 21.40 sarà possibile l’ingresso per chi sceglierà la formula “poltrona” sempre comprensiva .di calice di vino
Leonardo De Lorenzo drums, compositions
Ciro Marone alto sax
Giacinto Piracci electric guitar
Ergio Valente piano, fender Rhodes
Vincenzo Lamagna double bass
IL CD
il titolo di questo progetto nasce da un gioco di parole modificando il modo di dire Inglese “to be on fire” (cioè essere nel fuoco, essere a “mille” e in grande fermento creativo) cambiando la lettera R con la V e facendolo diventare “on fiVe” letteralmente “sul cinque” perché il numero cinque in questo lavoro, è di grandissima importanza. Ho preparato il repertorio alla soglia dei miei cinquantacinque anni, la musica è per quintetto e in cinque dei sei brani è sempre presente il 5/4 “puro” o espresso nei suoi multipli suddivisionali.
Ad accompagnarmi in questa nuova avventura, ci sono amici di vecchia data e qualche piacevole scoperta degli ultimi mesi, come il bravissimo e giovanissimo alto sassofonista Ciro Marone, conosciuto per caso durante la festa della musica nel 2018, quando ho diretto un’orchestra formata da allievi del conservatorio di Benevento, dove insegno. Giacinto Piracci alla chitarra ed Ergio Valente al pianoforte e tastiere, si sono occupati delle armonie e il fido e solido Vincenzo Lamagna con il suo contrabbasso ha coadiuvato il sottoscritto nelle tessiture ritmiche. Un repertorio non facile, ma sempre legato alla melodia, costituito da pezzi di lungo respiro, quasi in forma di “suite” con tanti inaspettati cambi di scena, colori ed atmosfere. Ogni brano racconta una storia, e tutte le storie di questo lavoro sono legate ad un filo rosso che porta l’ascoltatore per mano, avvolgendolo nel suono moderno del gruppo. Nel giorno 18 Gennaio 2019, poco prima della recrudescenza dei contagi da Covid e del lockdown, siamo riusciti a registrare questo cd con una formula molto particolare attraverso la quale abbiamo portato in studio un pubblico ristretto e selezionato di appassionati di musica e audiofili che hanno avuto così l’opportunità di assistere alla creazione del lavoro discografico, facendone parte integrante! Inoltre, data la presenza del pubblico, le riprese sono state di tipo “diretto” in quanto pubblico e musicisti erano tutti nella stessa sala, rendendo così impossibile qualsiasi tipo di editing. Questo vuol dire che alcuni errori di esecuzione che potevano pregiudicare la registrazione, non potendo essere corretti, ci hanno costretti a procedere ad una nuova registrazione (take). Esattamente come si faceva ai vecchi tempi nei grandi studi di una volta. Tutto questo ha reso possibile il flusso di un’energia particolare e spero che tutti i fruitori di quest’opera possano percepirla. (Leonardo De Lorenzo)
“In perfetta continuità con le mirabilie di “Waiting” e di “The Ugly Duckling” il nuovo progetto di Leonardo De Lorenzo “on fiVe” è un inno alla sincope e alla creatività. Suoni nuovi e progressivi, mai rimasticati, energia contagiosa, vibrazioni telluriche che sono pura epifania. Con lui, infaticabile bombarolo, in quell’antro delle meraviglie che è la sua musica, la chitarra sanguinosa di Giacinto Piracci, il piano vorticoso di Ergio Valente, gli acuti sdruccioli del giovine sassofonista Ciro Marone, il basso poderoso di Vincenzo Lamagna. Il jazz è vivo e lotta insieme a noi” Gero Mannella (jazzophile)
Ho imparato ad applaudire senza battere le mani. Di lì a pochi giorni avremmo tutti fatto altre cose senza farle. Abbracciarsi senza braccia, baciarsi senza bocca, amarsi senza fare l’amore.
Il mondo sarebbe cambiato, e noi con lui, ma stavamo nella placenta della musica ed eravamo connessi alla nostra emozione.
La mia prima esperienza di registrazione di un disco con pubblico silente in sala. In parte è stato faticoso perché avrei voluto gioire con tutti i sensi, con l’esuberanza dell’eloquio e del gesto che mi appartengono, dopo ogni assolo, e alla fine di ogni brano. C’era un’atmosfera come alle cene di natale della mia infanzia; aspettavo che i grandi finissero di mangiare e di bere, per scartare il regalo che avevo intuito e che mi faceva salire la febbre ben visibile sulle mie gote accaldate. E allora diritta avanti a me la chitarra, a destra il piano, a sinistra il sassofono, nelle gabbie il basso e, un po’ dal vetro e un po’ via monitor, Leonardo che osservavo come lo zio che il regalo me lo faceva grande e che monopolizzava lo spazio angusto dei doni sotto l’albero.
Tutti i brani andavano via veloci, perfetti, senza ripetizioni o “accrocchi” della moderna tecnologia della quale, oramai ne facciamo un uso eccessivo un po’ tutti. Noi astanti eravamo emozionati ma loro, i musicisti, di più, perché non c’era la distanza del golfo mistico a separare le loro paure e la loro voglia di regalarci bellezza. Ma tutta questa tensione è defluita nella musica, nel gesto di un accordo sul pianoforte o di un colpo di timpano proprio lì in quel punto. Ci siamo trovati come dei piccoli peluche a muovere le mani in questo gesto catartico ma senza far rumore, senza far rumore come quando cercavo furtivamente di capire l’entità del mio regalo. Le connessioni emotive sono state tante ma anche indimenticabili perché quel giorno, dove ancora ci baciavamo con la bocca e ci abbracciavamo con le braccia, è stato un giorno dove abbiamo imparato a far l’amore con la musica, questa bella musica di un uomo, Leonardo, che sa come far l’amore anche senza poterlo fare. (Giulio Scognamiglio)
Il disco è stato registrato in modalità live, in due set, con pubblico in sala. The album was recorded “live”, in two sets, with the audience in the hall.
CD Track List:
1) Hope
2) Perdersi in un Quadro
3) Il Filo Rosso
4) F Supremacy
5) Wild Mind
6) Reflection
All composed by Leonardo De Lorenzo
Publishing: AlfaMusic Studio (Siae)
Cover photo Elisabetta Cartiere
Photos (during the recording sessions) Gianluigi Iovino
Charles Lloyd – sassofoni, flauto Gerald Clayton – pianoforte Reuben Rogers – contrabbasso Kendrick Scott – batteria
Charles Lloyd sta vivendo una seconda giovinezza musicale: nelle sue performance degli ultimi anni si percepisce una vibrazione che pare l’eco della spiritualità coltraniana, all’interno di un jazz dalla matrice vigorosa e dallo slancio solistico decisamente anticonformista. Lloyd nasce a Memphis nel 1938 e inizia a suonare il sax già all’età di nove anni. Suo primo mentore è Phineas Newborn, pianista tra i più stupefacenti (e non adeguatamente noti) della storia della musica afroamericana, che accoglie il giovane Charles nella sua band. Gli esordi sono comunque soprattutto nel giro del blues, quello giusto: appena dodicenne suona già al fianco di B. B. King, Howlin’ Wolf, Johnny Ace. Dopo essersi trasferito in California (nel 1956) suona nell’orchestra di Gerald Wilson e, dal 1960 al ’63, in quella di Chico Hamilton, per il quale è anche direttore musicale e artefice di una virata dal jazz da camera a un vigoroso post-bop. Contemporaneamente guida uno dei suoi primi gruppi, con una line up da antologia del new jazz dell’epoca: Billy Higgins, Don Cherry, Bobby Hutcherson e Terry Trotter. Lloyd entra poi al servizio di uno dei gruppi di maggior successo degli anni Sessanta, quello di Cannonball Adderley. Nel 1966 si mette alla guida di un quartetto (con Keith Jarrett, Cecil McBee e Jack DeJohnette) che lo impone definitivamente all’attenzione generale: la miscela di bop, free e world music sfonda ben al di là del mondo del jazz (dal vivo la band condivide il palco con Jimi Hendrix, Janis Joplin, i Cream, i Grateful Dead…). Nel 1970, dopo lo scioglimento di questo meraviglioso quartetto, Lloyd si ritira dalle scene jazzistiche. Per un intero decennio le sue apparizioni sono assai scarse e comunque principalmente concentrate nel mondo del rock: lo si può sentire coi Doors, i Canned Heat e, più frequentemente, coi Beach Boys. Fu l’incontro con Michel Petrucciani, nel 1981, a spingere nuovamente Lloyd verso la pratica jazzistica in maniera sporadica e poi, dal 1989, con una rinnovata costanza unita a una ritrovata forza espressiva. L’etichetta ECM ha documentato questa nuova fase creativa di Lloyd, ancora saldamente legata alla sua esperienza degli anni Sessanta ma con un suono più brunito e sinuoso, che ha ulteriormente messo in risalto le sue strabilianti doti anche sui tempi più ariosi.
Un autentico successo di pubblico e anche di critica per la serata inaugurale dello spettacolo “Cosi Parlo’ Bellavista” ieri sera al Teatro Augusteo, in scena fino al 28 novembre, con Geppy Gleijeses, che cura anche la regia, e con Marisa Laurito e Benedetto Casillo.
L’adattamento teatrale del celebre film dello straordinario Luciano De Crescenzo non ha assolutamente deluso le aspettative, anzi, e il lunghissimo ed emozionato applauso con il quale il pubblico ha salutato nel finale dello spettacolo stesso tutti gli attori sul palco ne e’ stata la conferma assoluta.
Lo spettacolo è ispirato alla pellicola del 1984, sia per i dialoghi che per quanto riguarda la trama e ripropone le scene più esilaranti del film come “il cavalluccio rosso”, ”la lavastoviglie”, “il Banco Lotto”, “la 500 tappezzata di giornali” e, naturalmente, il mitico contrasto tra il professor Bellavista e il direttore dell’Alfasud, Cazzaniga. La scenografia riproduce la facciata del grande palazzo dello Spagnolo dove fu girato il film, con scale praticabili dall’interno e vari elementi carrellati subentranti dai lati e raffiguranti il tavolo dei pomodori, il negozio di arredi sacri, il cenacolo, l’aereo, l’ascensore, luogo dell’incontro tra le due “anime” del napoletano Bellavista e del milanese Cazzaniga.
La regia di Geppy Glejeses è curata nei minimi dettagli: molto piacevole anche l’interazione con il pubblico presente in sala. Glejeses interpreta il professor Bellavista con grande naturalezza e disinvoltura: un’eredità pesante, considerato il calibro di De Crescenzo. Il personaggio di Gennaro Bellavista, professore di filosofia, non era un personaggio facile da riportare in scena dopo la magnifica interpretazione dell’indimenticabile Luciano De Crescenzo soprattutto per il fatto che essendo un attore non recito’ nel suo film, ma fece semplicemente se stesso. Gennaro Bellavista era lui, non ci sono mai stati dubbi. Nel vestire i suoi panni non fece alcuno sforzo, era un abito sartoriale, tagliato a misura per lui. Geppy Gleijeses per indossare i panni di Gennaro Bellavista ha dovuto recitare ma l’ha fatto in maniera egregia, con una particolare sensibilita’ e talento di attore che ormai conosciamo da decenni e decenni. Sul palco del Teatro Augusteo e’ riuscito per due ore a riportare in scena non solo Gennaro Bellavista ma anche, impresa ardita e non facile, il carattere e la personalita’ di Luciano De Crescenzo.
Marisa Laurito, moglie di Bellavista, si ispira totalmente all’interpretazione cinematografica di Isa Danieli. A tale personaggio la Laurito riesce a dare la sua impronta personale di attrice e di donna di spettacolo come solo lei sa essere, e grazie al suo talento e al suo carisma la signora Bellavista diventa ancora di piu’ la mamma napoletana di tutti noi.
ROMA JAZZ FESTIVAL 2021 45° edizionefino al 21 novembre Auditorium Parco della Musica | Monk Roma
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Il gran finale della 45° edizione del Festival con un protagonista assoluto della nuova scena londinese
THEON CROSS WE GO AGAIN
21 novembre h21 MONK ROMA
“Un talento prodigioso” (New York Times)
(Theon Cross)
“Un talento prodigioso” lo ha definito il New York Times mentre il Guardian parlava di “esuberante inventiva”. E se Pitchfork ha scritto di lui come “figura chiave della vitale scena jazz londinese” per Rolling Stone è chiaro come sia riuscito a “portare la tuba al centro del jazz”. È Theon Cross, che il 21 novembre al Monk chiude questa 45° edizione del Roma Jazz Festival.
Un’edizione speciale che ha visto la presenza di grandi nomi internazionali come John Scofield, Dave Holland, Joe Lovano, Roberto Fonseca e Brad Mehldau ma anche tante proposte legate alla ricerca di nuove sonorità e alla sensibilità delle nuove generazioni come Theo Crocker, Studio Murena e lo stesso Cross. In una stagione di non facile ripartenza, un’edizione che ha riscontrato un grande entusiasmo da parte del pubblico, sempre pronto a tributare standing ovation e applausi a scena aperta ad ogni appuntamento.
Compositore e suonatore di tuba, Theon Cross ha completamente reinventato il ruolo di questo strumento, rendendolo un protagonista ipnotico e percussivo, avvicinando così il jazz a sonorità da clubbing più alternativo e ad atmosfere da sound system, dandogli la possibilità di stare nelle playlist di giovani indie. Cross è stato un membro stabile dei Sons of Kemet e ha suonato regolarmente con Nubya Garcia, Moses Boyd, gli Ezra Collective, il SEED ensemble e molti altri.