Recensione: “Cosi parlo’ Bellavista” al Teatro Augusteo fino al 28 novembre

di Annamaria De Crescenzo 

Un autentico successo di pubblico e anche di critica per la serata inaugurale dello spettacolo “Cosi Parlo’ Bellavista” ieri sera al Teatro Augusteo, in scena fino al 28 novembre, con Geppy Gleijeses, che cura anche la regia, e con Marisa Laurito e Benedetto Casillo.

L’adattamento teatrale del celebre film dello straordinario Luciano De Crescenzo non ha assolutamente deluso le aspettative, anzi, e il lunghissimo ed emozionato applauso con il quale il pubblico ha salutato nel finale dello spettacolo stesso tutti gli attori sul  palco ne e’ stata la conferma assoluta.

Lo spettacolo è ispirato alla pellicola del 1984, sia per i dialoghi che per quanto riguarda la trama e ripropone le scene più esilaranti del film come “il cavalluccio rosso”, ”la lavastoviglie”, “il Banco Lotto”, “la 500 tappezzata di giornali” e, naturalmente, il mitico contrasto tra il professor Bellavista e il direttore dell’Alfasud, Cazzaniga. La scenografia riproduce la facciata del grande palazzo dello Spagnolo dove fu girato il film, con scale praticabili dall’interno e vari elementi carrellati subentranti dai lati e raffiguranti il tavolo dei pomodori, il negozio di arredi sacri,  il cenacolo, l’aereo,  l’ascensore, luogo dell’incontro tra le due “anime” del napoletano Bellavista e del milanese Cazzaniga.

La regia di Geppy Glejeses è curata nei minimi dettagli: molto piacevole anche l’interazione con il pubblico presente in sala. Glejeses interpreta il professor Bellavista con grande naturalezza e disinvoltura: un’eredità pesante, considerato il calibro di De Crescenzo. Il personaggio di Gennaro Bellavista, professore di filosofia, non era un personaggio facile da riportare in scena dopo la magnifica interpretazione dell’indimenticabile Luciano De Crescenzo soprattutto per il fatto che essendo un attore non recito’  nel suo film, ma fece semplicemente se stesso. Gennaro Bellavista era lui, non ci sono mai stati  dubbi. Nel vestire i suoi panni non fece alcuno sforzo, era un abito sartoriale, tagliato a misura per lui. Geppy Gleijeses per indossare i panni di Gennaro Bellavista ha dovuto recitare ma l’ha fatto in maniera egregia, con una particolare sensibilita’  e  talento di attore che ormai conosciamo da decenni e decenni. Sul palco del Teatro Augusteo e’ riuscito per due ore a riportare in scena non solo Gennaro Bellavista ma anche, impresa ardita e non facile,  il carattere e la personalita’ di Luciano De Crescenzo.  

Marisa Laurito, moglie di Bellavista, si ispira totalmente all’interpretazione cinematografica di Isa Danieli.  A tale personaggio la Laurito riesce a dare la sua impronta personale di attrice e di donna di spettacolo come solo lei sa essere, e grazie al suo talento e al suo carisma la signora Bellavista diventa ancora di piu’ la mamma napoletana di tutti noi.

Una menzione a parte merita Benedetto Casillo. A distanza di 37 anni,  tornando ad indossare i panni del sostituto portiere di riserva, ha dimostrato che la verve e il suo stile di recitazione  sono sempre gli stessi, nonostante i capelli bianchi. Le sue fulminee battute, accompagnate da quei sorrisi sornioni e da un grandissimo talento e attenzione alla gestione dei tempi delle battute come solo un grande attore comico e grande cabarettista come lui sa avere sono la chiave ancora oggi del suo successo. Di lui non si puo’ dire altro che “La classe non è acqua”.

La storia dello spettacolo,  come tante delle battute piu famose dello spettacolo stesso,  e’ conosciutissima.

Professore in pensione e filosofo per passione, Bellavista non si rassegna all’inattività e continua a insegnare. Nel palazzo in cui vive con la moglie Maria, una straordinaria Marisa Laurito, e la figlia Patrizia,  Bellavista tiene lezioni di filosofia ad una ristretta cerchia di discepoli: il vice sostituto portiere Salvatore (Benedetto Casillo), il netturbino Saverio (Vittorio Ciorcalo) e Luigino, il poeta (Gino De Luca). Con un busto di Socrate sempre accanto e una carta geografica a portata di mano, il professor Bellavista espone agli amici, riuniti attorno a un tavolo, la sua teoria che il mondo si divida in “uomini d’amore” e “uomini di libertà”. Napoli è per definizione la città dell’amore, roccaforte del primo tipo di uomini.

Gli eventi si susseguono e gli attori sono in grado di far ridere rendere  partecipe tutto il pubblico in sala, come quello della famosa scena della preparazione delle bottiglie di pomodoro in casa, o quella del racconto della storia del suocero di Bellavista, costretto su una sedia a rotelle  capace di tornare alla vita solo quando sente l’espressione “un milione”, o quella della famosa scena del “cavalluccio rosso” interpretata dall’indimenticabile Pazzaglia nel film che ripeteva la stessa storia ad ogni persona che si avvicinava per chiedere spiegazioni e che in teatro l’attore Gigi De Luca che interpreta Pazzaglia riesce a coinvolgere con lo stesso suo stile gli spettatori vicini alla scena che si svolge in sala e non sul palco, la scena della lavatrice con una bravissima Antonella Cioli, fino alle reazioni suscitate  dall’arrivo in questo fantomatico palazzo del milanese Cazzaniga, l’anti-napoletano per definizione,’puntuale, preciso, al punto tale che  esce di casa addirittura in anticipo per recarsi in ufficio prima degli operai, e che, pare,  addirittura beva il tè al posto del caffè. Almeno, questo è quello che Bellavista e i suoi amici pensano di lui.

Bloccato con Cazzaniga nell’ascensore guasto, Bellavista si rende conto che ha basato la sua antipatia per il vicino su degli stereotipi. Scopre che, benché nordico, Cazzaniga adora il caffè, non beve tè; e addirittura che il disprezzato panettone ha un buon sapore. Quando Cazzaniga dice che “i tedeschi non sono come noi italiani” – e lui lo sa, perché la moglie viene dalla Germania – Bellavista capisce che in fondo “siamo tutti i meridionali di qualcuno”, e che un “uomo d’amore” può nascere in ogni luogo, a qualsiasi latitudine. Da questo momento tra i due nascera’ una vera e grande amicizia.

 La prova attoriale di Geppy Gleijeses nei panni che furono una volta di De Crescenzo, è davvero riuscita. E’ vero che porta in scena un personaggio che appartiene a “una Napoli di altri tempi” che cercava  di educare al bello mentre ciò che lo circonda gli rema contro  ma mai come oggi tale sentimento non puo che essere considerato piu che attuale. Inoltre temi importantissimi come la mancanza di lavoro al Sud, la reazione di coloro che seppur messi  a dura prova dalla Camorra trovano il coraggio di combatterla con l’ironia e il ragionamento come fa Bellavista, insieme all’importanza della famiglia unita, o dell’amicizia stretta attorno ai temi filosofici della vita, come quello degli “uomini di liberta’” e “uomini di amore”, sono tra i punti chiave dell’intero spettacolo.

La magia di Napoli, mondo meraviglioso di poesia, filosofia di vita e amore per la vita, fa il resto.

Un grazie speciale quindi non solo a Geppy Gleijeses (molto emozionanti le sue parole a fine spettacolo come ringraziamento a tutto il pubblico che ha creduto nello spettacolo come anche il suo gesto di alzare gli occhi al Cielo, come una sorta di dedica speciale a Luciano De Crescenzo) e a tutto il cast degli attori per le emozioni ricevute in sala ma anche alla famiglia Caccavale, proprietari del Teatro Augusteo, che aprono le porte del loro Teatro a spettacoli cosi importanti non solo per Napoli ma anche per tutta la storia del teatro italiano.

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