Recensione: Roberto Ottaviano al Roma Jazz Fest edizione 2019 in “Eternal Love”

di Annamaria De Crescenzo
Foto di Mario Catuogno by SpectraFoto (http://www.spectrafoto.com)

Sabato 30 novembre penultimo concerto del Roma Jazz Fest con uno dei musicisti più interessanti del panorama jazzistico italiano: Roberto Ottaviano che ha presentato il suo nuovo progetto musicale “Eternal Love”.

Roberto Ottaviano, saxofonista, compositore, didatta, è sulla scena jazzistica internazionale da quasi quarant’anni. Ha suonato ed inciso con alcuni tra i più importanti musicisti americani ed europei a cavallo tra diverse generazioni: D. Gillespie, C. Baker, A. Farmer, M. Waldron, R. Workman, A. Mangelsdorff, G. Gaslini, E. Rava, S. Swallow, F. Koglmann, P. Favre, K. Wheeler, K. Tippett, K. Berger, H. Bennink, A. Andersen, T. Gurtu, H. Drake, e tantissimi altri. Oltre che dirigere proprie formazioni, tra cui Astrolabio con G. Trovesi, G. Ferris e M. Godard, il QuarkTet con A. Hawkins, M. Formanek e G. Hemingway, ed il Trio Griòts con G. Maier e Z. De Rossi, suona con la Minafric Orchestra e con Canto General di Pino Minafra.

Si è esibito in Germania, Austria, Svizzera, Belgio, Francia, Danimarca, Norvegia, Inghilterra, Spagna, Portogallo, Iugoslavia, Albania, Romania, Russia, India, Giappone, Messico, Tailandia, Marocco, Algeria, Costa d’Avorio, Senegal, Camerun, Stati Uniti, Canada, ed ha inciso per Red, Splasc(h), Soul Note, Dodicilune, Hat Art, Intakt, ECM, DIW ed Ogun.

Come didatta ha fondato il corso Musica Jazz nel Conservatorio della sua città e di cui ne è coordinatore da quasi 30 anni. Ha condotto e conduce Workshops e Masterclass su varie tematiche in giro per il mondo.  Per quanto riguarda la sua discografia ha inciso 24 album, l’ultimo appunto “Eternal Love” che ha presentato durante il concerto di sabato scorso alla Sala Borgna dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Una scelta indovinatissima del Direttore Artistico del Festival Mario Ciampà vista la particolarità della musica di Roberto Ottaviano che coniuga la centralità del jazz con sonorità che vanno oltre i confini delle etichette stilistiche e musicali.

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È pur vero che ogni disco di Ottaviano ha al centro della musica stessa una fortissima spiritualità che traspare da ogni nota e da ogni melodia. Attraverso il linguaggio universale del jazz riesce ad arrivare, in un percorso di ricerca e di introspezione, alla musicalità dell’Africa, dove è nato il jazz stesso, raccontando la diaspora e il dramma di oggi di quella Terra, l’odio razziale e le difficoltà legate al fenomeno dell’immigrazione.

Eternal Love è un disco “diverso” dai suoi precedenti e ottimi lavori, Sideralis e Astrolabio. Quelli erano progetti di ricerca, di approfondimento ed esplorazione, nello stesso tempo, di nuovi territori sonori. Eternal Love invece è più introspettivo, va all’interno di sé e di ognuno, ripercorre le orme di chi non c’è più ma che è sempre tra noi e guida il nostro cammino – concetti, questi, basilari dell’universo religioso africano.

Ottaviano, in questo nuovo disco, ha cambiato formazione confermando Alexander Hawkins al piano e Giovanni Maier al basso e aggiungendo Marco Colonna ai fiati e Zeno De Rossi alla batteria.

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