Recensione: Eli Degibri quartet per Napoli Jazz Fest

di Annamaria De Crescenzo 

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Sabato 18 maggio, alla Domus Ars di Napoli, per la seconda serata del Napoli Jazz Fest, organizzata dall’associazione culturale New Around Midnight e che si avvale della direzione artistica di Michele Solipano, si è svolto il concerto di Eli Degibri quartet.

Sassofonista, compositore e band leader riconosciuto a livello internazionale, Eli Degibri è un musicista incredibilmente bravo e si è confermato fonte inesauribile di talento artistico sia come compositore che come leader.

Eli Degibri si è messo in luce nel mondo del jazz dalla fine degli anni ’90, quando entrò nel sestetto di Herbie Hancock, il quale spese per lui parole di notevole impegno, definendolo “potenzialmente, una forza formidabile per l’evoluzione del jazz”. Dal 2002 al 2011 il sassofonista ha fatto parte del quartetto del grande batterista Al Foster, che gli permise di girare il mondo e di arricchire la sua incredibile esperienza.

Degibri è uno strumentista dotato di vigorosa sonorità e linguaggio fedele alla più alta tradizione bop. Compositore e arrangiatore, rivela anche carismatiche doti di leader guidando gruppi comprendenti musicisti importanti come Aaron Goldberg, Kurt Rosenwinkel, Kevin Hays, Gary Versace, Jeff Ballard, e poi un proprio recente quartetto formato da giovani brillanti strumentisti israeliani (anche suo Paese d’origine). Il disco del 2015, “Cliff Hangin’”, ottenne il massimo di valutazione, cinque stelle, dalla rivista Down Beat, mentre il successivo, e ultimo, progetto riguarda un tributo ad una delle sue massime fonti d’ispirazione, il leggendario tenorsassofonista Hank Mobley, ed in particolare il disco Blue Note “Soul Station”, riarrangiato per intero con l’ottica del musicista del ventunesimo secolo che è stato presentato durante il concerto stesso con grande consenso da parte del pubblico presente.

Con lui sul palco altri tre musicisti, sempre israeliani come lui, davvero strepitosi come il pianista Tom Oren, il batterista Eviatar Slivnik e il contrabassista Tamir Sherling. Speciale attenzione merita il pianista Tom Oren, recente vincitore del prestigioso “Thelonious Monk Piano Competition, durante il concerto ha dimostrato di averlo davvero meritato visto che ha accompagnato Eli Degibri con un talento pianistico di grandissimo valore.

Il quartetto ha dimostrato di avere un feeling incredibile, capaci di emozionare il pubblico con la loro bravura e il loro talento che hanno dimostrato in ogni momento del concerto, sia perché hanno suonato in acustica senza alcuna amplificazione e sia per i continui “dialoghi” tra lo stesso sassofonista e Tom Ore, in brani dolcissimi che denotano la sensibilità musicale di entrambi e in brani più ritmati sottolineati dalle note della parte ritmica di Tamir Sherling e Eviatar Slivnik.

Nonostante il fatto che provenissero da un tour che li stanno portando in tutta Europa (Francia e Spagna soprattutto) e che la sera precedente avessero suonato fino a tardi al mitico Ronnie Scott’s di Londra, hanno dato tutto loro stessi nel presentare questo nuovo disco che, per gli appassionati di jazz, è uno di quelli assolutamente da non perdere.

Altri appuntamenti importantissimi aspettano il quartetto nel mese di maggio a partire dal 21 maggio al famosissimo Blue Note di Milano, il 23 a Madrid, il 29 maggio alla Casa del Jazz di Roma, il 30 maggio a Malaga, per poi ripartire a giugno per altre importantissime date in tutta Europa

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