Recensione: M’Barka Ben Taleb e Marzouk Mejri in “Tunisi Canta Napoli”

Di Annamaria De Crescenzo
Foto: SpectraFoto

M’Barka Ben Taleb & Marzouk Mejri ©SpectraFoto

Sabato 7 aprile un nuovo concerto, visto il grande successo di pubblico per quello proposto nella stessa sede della Casina Pompeiana nella Villa Comunale di Napoli a gennaio scorso, ideato e fortemente voluto da M’Barka Ben Taleb e Marzouk Mejri, insieme con Raffaele Vitiello e Arcangelo Michele Caso in “Tunisi canta Napoli”.

Il concerto è un vero e proprio ponte sul Mediterraneo, un collegamento ideale tra Tunisi e Napoli portando in scena tante canzoni della tradizione napoletana e di quella tunisina, ampiamente rappresentata da due artisti che nonostante siano in Italia, M’Barka da trent’anni e Marzouk da venti, sono legatissimi alle tradizioni culturali e musicali della loro amatissima Terra.

 

M’Barka Ben Taleb canta in arabo, francese e napoletano unendo la melodia napoletana alla tradizione tunisina, interpretando in arabo alcune tra le canzoni napoletane più famose. Autrice di brani di musica etnica ha collaborato con Eugenio Bennato, Tony Esposito, Pietra Montecorvino, Nava, Lino Cannavacciuolo, Gigi De Rienzo, Gigi Finizio. Ha recitato anche in quattro film, tra i quali “Passione” e “Gigolò per caso” entrambi di John Turturro.

Marzouk Mejri è un cantautore e polistrumentista, la musica ha fatto sempre parte della sua vita visto che è nato da una famiglia di musicisti. Un vero e proprio studioso delle tradizioni popolari, la musica ancora oggi è nutrimento della sua anima e del suo modo di essere. Da circa 23 anni vive a Napoli, qui ha creato la sua amatissima famiglia, e in questa città ha avuto modo di collaborare con diversi musicisti come Daniele Sepe, Jamese Senese, Peppe Barra, 99 Posse e tanti altri. Il suo primo disco da solista “Genina” unisce la musica classica tunisina con i canti della tradizione tunisina (stambeli) che rendono le sue composizione un vero e proprio canto che parla al cuore e all’anima di chi l’ascolta. Nel 2018 pubblica un nuovo disco “Fanfara Station” con il trombettista Charles Ferris e Ghiaccioli e Branzini, che celebra l’epopea dei popoli Migranti del Mediterraneo fondendo fiati, elettronica e ritmi e canti del Maghreb

A marzo scorso ha vinto il Premio “Razzismo Brutta Storia” al 28 Festival Cinema Africano Asia e America Latina” svoltasi a Milano con il cortometraggio “Vita di Marzouk” sui temi del razzismo e dell’intercultura, che sarà proiettato al cinema Astra, in anteprima cittadina, il 18 maggio prossimo.

IL concerto, anche questa volta in sold out, è iniziato con due brani in arabo “Tozeur” e “Amra” dando subito grandi emozioni al numerosissimo pubblico presente. Le atmosfere della musica araba sono assolutamente coinvolgenti e particolari e il pubblico in sala ha subito la sensazione di entrare in un’atmosfera musicale assolutamente originale.

Subito dopo la voce di M’Barka ci accompagna in un viaggio nella musica napoletana presentando alcune delle sue reinterpretazioni delle canzoni della tradizione storica napoletana come “Indifferentemente”, “Luna Rossa” e “Maruzzella” sapientemente arrangiati dagli stessi M’Barka e Marzouk con ritmi che mettono insieme armonie napoletane e melodie arabe di grande effetto.

Marzouk Mejri dà prova del suo grandissimo talento, anche come compositore oltre che polistrumentista, con un brano che è una vera e propria poesia “Medem”, un invito, finchè c’è vita, a non perdere mai la speranza, seguito dal ritmo di “Cicirinella” che scatena la platea.

La dolcezza e la grande profondità dell’anima profonda e sensibile di Marzouk si rivela ancora di più in “Mariage” una sua composizione sull’importanza dell’amore e del matrimonio stesso nella vita di ogni essere umano, e nelle parole che lui stesso usa per spiegare il brano cantato in arabo “Oggi purtroppo le persone si sposano per poter poi separarsi subito dopo la nascita del primo figlio, non va bene cosi, bisogna credere nei sentimenti, e superare ogni difficoltà con l’amore, senza arrendersi alle prime difficoltà, bisogna insistere e credere che non esiste alcun problema che non si può affrontare e superare con l’amore”.

Molto intenso il brano che M’Barka registrò con Fausto Mesolella, purtroppo mai pubbicato, seguito da altri brani della canzone napoletana come “Guaglione”, “Caravan Petrol”, “Tu Vuo’ ffa l’Americano” che il quartetto sul palco suonano e cantano con molta grinta e passione, al punto tale da coinvolgere tutto il pubblico presente che accompagna il ritmo delle canzoni con le mani e cantando i ritornelli più famosi, facendosi letteralmente conquistare dalla voce di M’Barka Ben Taleb con una bellissima interpretazione di “Tu si na cosa grande”.

Il concerto si è concluso con due ultimi brani “Al Hain” e “O Sole mio “ entrambi in arabo ed applauditissimi dal pubblico assolutamente conquistato dalla bravura e dal talento di tutti gli artisti sul palco e con il desiderio di poter assistere più spesso a concerti cosi coinvolgenti, magari in una sorta di appuntamento fisso in un luogo (Casina Pompeiana) assolutamente perfetto per tale musica visto che in una sala attigua a quella del concerto stesso, ospita l’Archivio storico della Canzone Napoletana.

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