Il Jazz Italiano per le terre del sisma III Edizione: Un evento straordinario a favore della ricostruzione grazie al potere della Musica

Il potere della musica è straordinario: varca e travalica i confini legati a stati, ideologie e idiomi. (Franco Mussida)

È proprio ciò che è accaduto nella lunga maratona del jazz che ha attraversato quattro città, simbolo delle altrettanto quattro Regioni colpite dal sisma che ha provocato, in tempi diversi, ingenti danni materiali e non alle popolazioni di tali zone. Il Jazz Italiano si è totalmente mobilitato a favore di un evento unico nel suo genere che ha visto 750 musicisti impegnati in 140  concerti, iniziando dal 31 Agosto a Scheggino in Umbria, per passare poi al 1 settembre a Camerino nelle Marche, il 2 settembre ad Amatrice in Lazio, fino all’appuntamento conclusivo di domenica 3 settembre a L’Aquila in Abruzzo dove, per 12 ore, partendo dalle 11 di mattina con il concerto inaugurale di Peppe Servillo & Solis String Quartet nella splendida location della Fontana delle 99 Cannelle fino alle 2 di notte a conclusione del concerto serale svoltasi nel piazzale della Basilica di Collemaggio con artisti di grandissimo livello.

Il progetto,  coordinato e gestito da Associazione I-Jazz, Associazione Midj e Casa del Jazz con il contributo del Mibact ed il main sponsor SIAESocietà Italiana degli Autori ed Editori, ha avuto un successo strepitoso di pubblico e critica, raggiungendo nella sola città de L’Aquila più di 45 mila presenze, nonostante un clima freddo nelle ore serali dell’evento conclusivo.

Lo stesso Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini ha affermato: “Il jazz italiano per L’Aquila è stata una grande prova per la cultura, per la musica e per la città dell’Aquila.  Quando i riflettori sono accesi, tutti sono attenti, sensibili e motivati. Questa iniziativa dovrà servire a ricordare per L’Aquila e per i comuni colpiti dal terremoto l’anno scorso nell’Italia centrale, che la ricostruzione delle città passa attraverso la ricostruzione delle case, dei palazzi, delle strade, ma anche attraverso il riportare la vita in quegli stessi luoghi”

E ancora : “La musica jazz è diventata strumento di comunione e riflessione rafforzando così il messaggio universale della musica da intendersi come idioma capace di migliorare il mondo mostrando tutta la sua forza comunicativa e poetica. Dopo il successo di questa terza Edizione, così come lo sono state le precedenti due edizioni del 2015 e 2016, possiamo liberamente affermare che esiste il jazz pre l’Aquila e il jazz post L’Aquila. Da questa esperienza tutti noi, musicisti, organizzatori, addetti stampa ,operatori del settore tecnico e fotografi, che possiamo collaborare insieme in una sorta di ritrovata forza ed energia per poter creare eventi di solidarietà e di musica come questo”.

Sono le parole di un orgogliosissimo quanto emozionatissimo Direttore Artistico Paolo Fresu, sempre presente con il sorriso e la disponibilità verso tutti, pronto a rilasciare interviste, dichiarazioni, e foto con il pubblico  in ogni fase della maratona del jazz, a partire da Scheggino fino a notte inoltrata sul palco di Collemaggio. Paolo Fresu, insieme alla Presidente dell’Associazione Mdij Ada Montellanico, a Corrado Beldi  Vice Presidente dell’Associazione I-Jazz  e tanti altri organizzatori e volontari, non ha smesso un attimo di spostarsi, non solo nelle prime tre città di Scheggino, Camerino ed Amatrice, ma anche negli oltre 18  palchi sparsi per tutta la città de L’Aquila, assicurandosi, in prima persona, che tutto venisse seguito e si svolgesse nel miglior modo possibile, così come del resto era stato egregiamente programmato.

La stessa Ada Montellanico, Presidente dell’Associazione Mdij nonché bravissima cantante jazz, ci ha così raccontato della sua esperienza a L’Aquila: ” Questo anno la nostra solidarietà e la nostra musica ha invaso quattro luoghi, Scheggino , Camerino, Amatrice e L’Aquila, in un abbraccio sonoro che ha rappresentato la nostra vicinanza e il nostro affetto verso le popolazioni colpite dal sisma. E’ stata una impresa ciclopica vissuta con generosità e trasporto per noi che abbiamo lavorato per realizzarla e per tutti i musicisti che hanno generosamente offerto la loro arte, uniti ai direttori artistici , ai fotografi, ai fonici e a tutto lo staff organizzativo. Giornate di musica, di incontri, di momenti commoventi come il concerto tenuto ad Amatrice o a quello della Fontana delle 99 cannelle che ha aperto la giornata conclusiva all’Aquila. Giornate indimenticabili che ci hanno fatto sentire parte di un grande collettivo che ancora una volta ha dato prova della sua forte identità e della sua appassionata partecipazione per la ricostruzione dei luoghi e delle vite delle persone. Il jazz è una musica inclusiva e tesa all’incontro, e mai come in quei giorni si è sentita fortemente la sua essenza. Il prossimo sarà l’ultimo anno e la nostra volontà è quella di lasciare la testimonianza che è possibile attraverso la musica ritrovare quel senso di umanità, di unità e di artisticità che dovrebbero permeare la vita quotidiana di ognuno di noi”.

Il clima dell’evento è stato, sin dal primo giorno, di una grande festa, nonostante l’impegno serio al quale tutti si erano sentiti, spontaneamente, di voler aderire, a seconda delle proprie competenze e delle esperienze professionali. Un elemento che è stato sottolineato più volte da tutti, in primis dallo stesso Paolo Fresu, che tutti avevano aderito in maniera assolutamente gratuita, a partire dai musicisti, organizzatori, direttori di palco, ecc. in una sorta di “gara di solidarietà” per la raccolta fondi per la costruzione del Centro Polifunzionale di Amatrice e per tutta una serie di iniziative atte a dare un segno concreto per la ricostruzione di molte aree colpite dal sisma. Centinaia di volontari hanno allestito decine gazebi dove non solo hanno fornito info sui vari concerti, ma hanno soprattutto  raccolto le donazioni del pubblico accorso ai vari concerti, grazie anche alla vendita di gadget con il logo dell’iniziativa e un libro che raccoglie le foto dell’evento dell’anno scorso, donate da un gruppo di fotografi italiani.

Tutti magistralmente organizzati. Faceva un certo effetto, entrare all’Hotel Castello in pieno centro storico de L’Aquila, sede operativa di tutto l’evento, e vedere decine di volontari organizzarsi per trasportare scatoloni, volantini, libri fotografici,  e tutto il materiale necessario per l’allestimento delle proprie postazioni, o partecipare alle riunioni operative per l’organizzazione dei fotografi (oltre 35 persone) incaricati di coprire in maniera capillare i concerti dell’evento per la realizzazione del prossimo libro fotografico, e conoscere decine di Direttori Responsabili di palco, tecnici e fonici, sempre disponibilissimi verso tutti, musicisti e fotografi compresi, in una sorta di forte di fortissima collaborazione tra tutti e di massima disponibilita’ per la riuscita dell’evento. Insomma uno dei desideri dello stesso Paolo Fresu e di tutto lo staff organizzativo(come più volte espresso nelle numerosissime interviste) di creare un clima di unione e condivisione è stato ampiamente realizzato.

I concerti delle quattro città hanno presentato artisti di grandissimo livello come Peppe Servillo & Solis String Quartet, Roberto Gatto e i Quintorigo, Rosario Bonaccorso, lo stesso Paolo Fresu con Daniele Bonaventura, Stefano Giuliano, Leonardo de Lorenzo, Lorenzo Tucci, Claudio Filippini, Max Ionata e Dado Moroni affiancati da validissimi giovani musicisti, molti dei quali iscritti ai vari gruppi regionali creatisi nell’ambito dell’Associazione Mdij come Mdij Lombardia, Toscana, Campania, Emilia Romagna, Puglia, oltre ad importantissime orchestre come “Perugia Big band “, la “Big Bounce Orchestra” del Conservatorio di Cosenza, la “Odg” Big Band del Ravenna Jazz Festival per citarne solo alcuni, oltre ad animare le strade de L’Aquila con alcune street band come “Strabanda”, “Large Street Band” e la “Bifunk Brass Band”, seguitissime da un numeroso pubblico che ha gradito molto assistere a tale tipo di spettacolo, approfittando di una giornata di sole e di totale relax.

Tutti concerti di grandissimo riscontro di pubblico, in tutte le città interessate dall’iniziativa. Uno su tutti, di grandissimo impatto emotivo oltre che artistico, è stato quello svoltasi ad Amatrice, una città che colpisce fortemente per le numerose macerie ancora in essere dopo un anno dal sisma verificatosi il 24 agosto del 2016. Si respira un’aria particolare ad Amatrice, sostenuti pero’ da un fortissimo desiderio di rinascita. In tale contesto si inserisce appunto il motivo del concerto che lo stesso Fresu ha voluto fare ai margini dell’area dove verrà costruito il futuro Centro Polifunzionale di Amatrice che sarà adibito a tutte quelle attività socio-culturali che, siamo sicuri, daranno nuova vita e nuovo respiro alla città stessa.

Davanti allo striscione che delimita l’area in costruzione e che presenta l’immagine di quello che sarà il progetto del Centro, Paolo Fresu e Daniele di Bonaventura hanno dato vita ad un concerto tromba/bandonéon di grande impatto emotivo. La loro bravura, già apprezzatissima in tante altre occasioni, ha emozionato e commosso il numeroso pubblico presente.

Ancora prima di tale concerto, a L’Aquila si era svolta, allo Stadio Gran Sasso d’Italia-Italo Acconcia alle 12 di sabato 2 settembre, la “Partita del Cuore” che ha visto la Nazionale Italiana Jazzisti sfidare la squadra AAA (Amici Amatrice Aquila) formata da varie persone delle istituzioni aquilane-amatriciane e personaggi dello spettacolo ma che in realtà è stata solo un’occasione per divertirsi e raccogliere fondi di beneficenza per le terre colpite dal Sisma. Anche qui l’instancabile Paolo Fresu, dopo il calcio d’inizio dato dal Maestro Enrico Intra, è sceso in campo insieme a validissimi musicisti che hanno dato prova di essere anche dei validissimi calciatori, dimostrando che si può “fare squadra” non solo sul palco, ma anche nelle occasioni che la vita ti offre per poter essere parte di un grande progetto di solidarietà come in questo caso.

Impegnatissimi in campo,  è stato divertente vederli esultare sia in campo che a bordo campo per i propri compagni di squadra e per gli stessi “avversari” in una sorta di atmosfera goliardica e rilassata.

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La domenica del 3 settembre, come già anticipato, i quasi 100 concerti sparsi per l’intera città scegliendo luoghi di grandissimo interesse culturale ed architettonico come Piazza Duomo, Palazzo Lucentini Bonanni, Ponte della Fortezza Spagnola, Basilica di San Bernardino solo per citarne alcuni, è iniziata alle 11 con il concerto di Peppe Servillo & Solis String Quartet, al quale sono seguiti tutti gli altri concerti per tutta la giornata, seguiti da tantissimo pubblico.

La Città per un giorno ha vissuto di  musica, per poi trasferirsi tutti nel Piazzale antistante la Basilica di Collemaggio, che, come per le altre due precedenti edizioni, ha ospitato il concerto serale, condotto quest’anno da Geppi Cucciari, amica e conterranea dello stesso Paolo Fresu, che ha intervistato in maniera molto divertente i numerosi ospiti della serata, oltre ad essere protagonista di un duo con Paolo Fresu durante il quale ha letto una testimonianza sulla vita e le emozioni vissute dalle popolazioni delle terre coinvolte dal sisma, accompagnata magistralmente dalle note della tromba di Paolo che ha saputo, con una magia e una poesia inarrivabile, tradurre le emozioni in musica.

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Il concerto si è aperto con alcuni brani suonati dal Corpo Bandistico di Paganica, seguito dalla Big Band del Conservatorio “A. Casella” de L’Aquila, ospite anche nella precedente edizione e diretta da Massimiliano Caporale.

Poi a seguire il Gegè Munari Quartet, guidato, appunto, dall’instancabile Gegè Munari che alle soglie degli ormai 83 anni, ha dato vita ad un concerto di grandissima energia, Franco Ambrosetti e Dado Moroni Duo, Gegè Telesforo che ha presentato il suo nuovo progetto “SoundzforChildren”, Rossano Sportiello in PIano Solo.

Due i Maestri premiati quest’anno con il “premio alla Carriera” : Enrico Intra che doveva esibirsi in piano solo  ma che ha voluto con sè sul palco Marcella Carboni (arpa) sentita poche ore prima in Piazza Chiarino e con la quale ha improvvisato una performance piano/arpa di grandissima emozione, e Marcello Rosa, Maestro indiscutibile di uno strumento particolare come il trombone con il quale si è esibito con altri quattro validissimi musicisti: Eugenio Renzetti, Stefano Coccia, Matteo Vagnarelli, Federico Proietti.

La star d’eccezione quest’anno è stato Mario Biondi, che ha accolto con grande entusiasmo e grande gioia l’invito di Paolo Fresu e che è stato applaudito a lungo dal pubblico presente nel presentare alcuni dei suoi grandi successi di sempre e dei nuovi brani del nuovo disco “Best of Soul”.

Il concerto si è concluso, ormai quasi alle 2 di notte, con l’arrivo sul palco di Remo Anzovino e Roy Paci in “Fight for Freedom Tribute to Muhammad Ali’ ” e con molti degli artisti  della Terza Edizione di “Il Jazz Italiano per le Terre del Sisma” che si conclude con un bilancio assolutamente positivo.

Appuntamento ai primi di settembre 2018 per la quarta ed ultima edizione di tale progetto, come dichiarato dallo stesso Paolo Fresu, nell’attesa della notizia, che in tanti auspicano, che divenga un appuntamento fisso annuale della musica jazz a livello nazionale e di solidarietà, sostenuto finalmente non solo da sponsor privati e dall’impegno gratuito di tutti coloro che lo hanno ideato, progettato,  diretto e realizzato in maniera egregia in questi tre anni, ma anche di Enti pubblici e non solo.

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