Yilian Cañizares: Violino e voce magicamente intrecciati tra loro per “Invocation”a ISenzatempo di Avellino

di Annamaria De Crescenzo 
Foto: SpectraFoto

Una Rassegna dedicata al mondo femminile in Musica come quella in scena all’Hotel de La Ville di Avellino organizzata dall’Associazione ISenzaTempo diretta da Luciano Moscati che da ottobre ad oggi ha ospitato nomi importantissimi del jazz nazionale e internazionale come Sarah Jane Morris, Ada Montellanico, Maria Pia de Vito solo per citarne alcuni, non poteva che concludersi con una delle più interessanti protagoniste della scena musicale contemporanee. Cantante, compositrice e violinista, Yilian Cañizares propone una musica che è un vero e proprio insieme di stili molto diversi tra loro, riuscendo a fondere in un perfetto insieme la tradizione cubana con le sonorità della musica classica, le atmosfere tipiche della musica africana con lo swing e il jazz più tradizionale. Nata a l’Avana, a soli 7 anni ha vinto un posto presso la prestigiosa Manuel Saumell Music Academy per studiare pianoforte e violino. A 14 anni le venne offerta una borsa di studio per Caracas. Due anni dopo, a seguito di una masterclass con un insegnante che viveva in Svizzera, venne incoraggiata a candidarsi per il Conservatorio lì in Svizzera. Dopo il trasferimento a Losanna fu chiamata a suonare nelle maggiori orchestre ma non era quello che sentiva come proprio percorso artistico. Decise allora di dedicarsi alla musica che aveva dentro creando un quartetto di musicisti provenienti dalla Germania, Venezuela e Svizzera e in seguito Cuba, e l’ha chiamato “Ochumare” per la divinità orisha degli arcobaleni. Con tale gruppo ha pubblicato due album, il primo lavoro “Ochumare” nel 2013 che la fa conoscere al grande pubblico, e il secondo album “Invocation” considerato una delle più interessanti pubblicazioni del 2015.

Negli ultimi è in tour per presentare la sua musica in una serie di bellissimi concerti. Uno di questi sabato 6 maggio grazie all’Associazione Isenzatempo che conferma ancora una volta Avellino tra le città più importanti del jazz internazionali e della musica in generale. Ad inizio concerto molto emozionante il suo ringraziamento per averla invitata, perché ama l’Italia e sente che l’Italia ama la sua musica. D’altronde il suo strumento è stato costruito in Italia e lei stessa in un’intervista di qualche anno fa affermò “Ho una relazione con il violino che è appassionata e preziosa. È come un partner, un amante, ci completiamo a vicenda”.

Sul palco insieme a Yilian tre splendidi musicisti: Daniel Stawinsky che ha conferito un tocco di classe a tutta la serata con il suo modo di suonare, Dudu Penz al basso e Inor Sottolongo alle percussioni.

Con loro presenta un repertorio originale tratto da entrambi gli album pubblicati e dal primo brano si capisce subito che si è di fronte ad un’Artista straordinaria. Alterna voce e violino, in un insieme di tradizione cubana, africana, cantando sia in francese che in yoruba, lingua degli antenati dell’Africa occidentale, arricchendo le parole con le percussioni afrocubane. Infatti la stessa Yilian racconta: “I canoni della tradizione yoruba sono per me un’immensa fonte d’ispirazione. Queste canzoni – rimarca – sono melodiche, ritmate e potenti”.

Brani come “invocation” (canzone che dà il titolo all’ultimo album) con l’inizio caratterizzato da atmosfere delicate dove la voce e il violino di Yilian sono gli assoluti protagonisti, seguito da un brano lento e avvolgente, introdotto da una ninna nanna recitata come un mantra da una voce fuori campo della sua fanciullezza “Canción de cuna para dormir a un negrito”, “Lucero” dal ritmo travolgente, o il bellissimo ritmo del tango che fa da sottofondo al brano “Donde Hay Amor” riempiono la sala e affascinano la platea che applaude senza sosta.

Ma la musica non si ferma. Sia nei brani dove suona e canta che in quelli dove usa solo la voce viene fuori la sua anima cubana, interpretando le canzoni con passi di danza tradizionale e dei movimenti delle braccia. Anche quando suona il violino lo fa con un’energia straordinaria. Insomma un vero “vulcano “inarrestabile in un crescendo di intensità e di emozioni che ci regala in brani come “Laila” con diversi assoli molto virtuosi dei musicisti presenti sul palco, o “Beroni Abele Osun” che, come spiega la stessa  Cañizares, è ispirato ad una vera e propria preghiera secondo i canoni della religione Yoruba nella quale oltre a venerare una serie di divinità particolari che regolano la vita di ogni uomo, si dà molto valore a genitori ed antenati defunti i quali vengono considerati protettori dei loro discendenti e vere e proprie guide spirituali, presenze importantissime nella vita di ogni giorno.

L’intero album “Invocation” infatti è un omaggio alle persone a lei più care e vicine: i suoi genitori, i nonni, il marito, le donne cubane, gli Orisha, icone come la francese Piaf, il compositore venezuelano Simón Diaz e il poeta cubano Luis Carbonell.

IL concerto si è concluso con “Ne je ne regrette rien” brano famosissimo del repertorio di Edith Piaf che Yilian Cañizares canta in un perfetto accento francese facendone una versione davvero sublime.

Appuntamento alla prossima stagione dei ISenzatempo di Avellino i quali, siamo sicuri, proporranno certamente altri Artisti di straordinario Talento.

Ne je ne regrette rien

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