Naples ’44: per non dimenticare
“Tutto è nato dal racconto di mio padre che un giorno mi parlò di come fosse sopravvissuto a un bombardamento solo perché si trovava sul lato giusto della strada. Mi disse che per capire come abbia vissuto la città in quel periodo dovevo assolutamente leggere Naples ’44 di Norman Lewis. Cosa che ho fatto adorandolo”.
Così ha esordito Francesco Patierno, nonché regista di “Naples ‘44”, un docufilm semplicemente eccezionale, ad un dibattito avvenuto recentemente nelle sale del cinema Modernissimo di Napoli, a cui alcuni di noi studenti abbiamo avuto la possibilità di partecipare grazie ad un progetto scolastico.
Egli si rifà appunto al libro omonimo scritto dall’ufficiale britannico Norman Lewis, ambientato nella città partenopea della fine della Seconda Guerra Mondiale.
Protagonista è una Napoli disastrata dalla guerra, ma in grado di mantenere contemporaneamente quell’ esprit umano e vitale, lo stesso che fece innamorare l’ufficiale britannico della città più unica che rara del mondo.
Il regista ha immaginato il soldato scrittore che, ormai anziano, ripercorre i luoghi nel cuore della sua esperienza napoletana. Tutto ciò è impersonificato dalla voce narrante di Benedict Cumberbatch (nella versione presentata all’11ˆ festa del Cinema di Roma) e che invece, nella versione italiana, è di Adriano Giannini.
Il documentario è un mix tra flashback e presente, il quale vuole raccontare anche una storia d’amore tra un autore e una città. Non a caso Norman Lewis nell’ultima pagina del suo libro afferma una cosa molto forte in lingua inglese: “Dopo aver vissuto un anno in questa città, se dovessi rinascere vorrei rinascere proprio a Napoli”