TRIANON VIVIANI, settimana con i canti antichi e l’omaggio a Nino Taranto – da giovedì 19 a sabato 21 gennaio
fondazionedirezione artistica Marisa Laurito |
Trianon Viviani, settimana con i canti antichi e l’omaggio a Nino Taranto
Giovedì 19, la conferenza cantata di Francesca Colapietro e Mariano Bellopede, con Paese mio bello
Venerdì 20 e sabato 21, i Virtuosi di san Martino in “Nel nome di Ciccio”
La conferenza cantata sui “canti antichi”, con Francesca Colapietro e Mariano Bellopede, che vede la partecipazione dell’ensemble Paese mio bello, e lo spettacolo “Nel nome di Ciccio. Omaggio a Nino Taranto” dei Virtuosi di san Martino sono gli appuntamenti di questa settimana del Trianon Viviani, nel cartellone firmato da Marisa Laurito.
Francesca Colapietro e Mariano Bellopede nella conferenza cantata “I canti antichi”, con Paese mio bello – giovedì 19 gennaio, ore 21
“I canti antichi” è il tema del secondo appuntamento de “Le mille e una Napoli”, il ciclo di tre conferenze cantate della cantante Francesca Colapietro e dell’arrangiatore e pianista Mariano Bellopede.
La musica popolaresca napoletana dalle sue origini, attraversando varî generi musicali, ha accompagnato nei secoli la vita del popolo napoletano, dai madrigali, le villanelle e le moresche alle canzonette, ed è stata oggetto di approfondimento e riflessione anche su scala internazionale.
Attraverso aneddoti, racconti, cenni storici e, soprattutto canzoni, si parlerà delle origini di questo repertorio partenopeo fino ad arrivare a quella canzone napoletana che ha fatto il giro del mondo.
Ospite della serata l’ensemble Paese mio bello, costituito dai cantanti Gianni Lamagna, Lello Giulivo, Anna Spagnuolo, Patrizia Spinosi e dai chitarristi Michele Bonè e Paolo Propoli.
I Virtuosi di san Martino in “Nel nome di Ciccio. Omaggio a Nino Taranto” – venerdì 20 e sabato 21 gennaio, ore 21
“Nel nome di Ciccio” è l’omaggio a Nino Taranto e il mondo dell’avanspettacolo dei Virtuosi di san Martino.
Con un titolo che richiama Ciccio Formaggio, la macchietta più famosa dell’attore originario di Forcella, l’ensemble ripropone il grande patrimonio canoro e macchiettistico del caffè-concerto e del varietà, segnato da maestri indiscussi come Nicola Maldacea, Peppino Villani, Gennaro Pasquariello e, appunto, Nino Taranto. Si parte da ritmi ruffiani e rocamboleschi: surreali calembours di casa nostra. Ed ecco che, in una galleria di tipi talmente improbabili – si chiamano Carlo Mazza, Quagliarulo, Agata e Luana, figlia di cubana –, la rima inanella una sorte e il doppio senso che, impietoso, è costantemente in agguato, suggerito e mai detto.