Recensione: I Virtuosi di San Martino al Teatro Trianon in “Nel nome di Ciccio”

Di Annamaria De Crescenzo
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Sabato 21 gennaio, al Teatro Trianon Viviani di Napoli, un’esilarante carrellata di canzoni, segmenti ilari, situazioni particolari, tratti dal vastissimo repertorio del teatro di avanspettacolo, della rivista, del teatro musicale “Nel nome di Ciccio” con I Virtuosi di San Martino, formato da Roberto del Gaudio, voce narrante e drammaturgia, Federico Odling elaborazioni musicali e violoncello, Vittorio Ricciardi (flauto), Vito Palazzo (chitarra) e Salvatore Morisco (violino),i quali, alla loro maniera, hanno rivisitato la “macchietta”, forma prediletta dagli importanti autori Pisano e Cioffi, che hanno creato decine e decine di personaggi: dal celeberrimo Ciccio Formaggio a Nicola Quagliarulo, da Carlo Mazza e Rosa Pezza a Cosima, tanto per citarne qualcuno.
La “macchietta” ha da sempre tratteggiato piccole storie di piccoli uomini, buffi, strambi, esilaranti stretti da sgambetti di linguaggio e di situazioni inverosimili, e proprio nella “macchietta” queste figure rivelano la loro crisi e la loro drammatica comicità. In definitiva di un vero e proprio teatro musicale che porta direttamente a una sana risata.
E chi poteva interpretare tale genere di spettacolo se non lo straordinario Roberto Del Gaudio il quale con la sua ineguagliabile mimica facciale, la sua eccelsa capacità di dominare la scena recitando con ogni parte del suo corpo, con una capacità recitativa che diverte ed emoziona in pubblico dall’inizio alla fine dello spettacolo stesso, altro che “Chi entra in teatro non vedo l’ora che lo spettacolo finisca per scapparne via” come ha citato lo stesso Roberto durante uno dei suoi spassosissimi monologhi finali.
In realtà, si tratta più di una rivisitazione della “macchietta” lo spettacolo proposto è un vero e proprio percorso sul caffè-concerto e l’avanspettacolo che, attraverso una singolare composizione teatrale (ad opera di Del Gaudio), fa incontrare il teatro-canzone stile Gaber con lo stile irriverente di Dario Fo o il modo di fare teatro di Carmelo Bene.
Fa pensare come la bravura e il talento indiscusso di Roberto del Gaudio si esprime in tanti momenti dello spettacolo stesso in maniera sublime come quello di unire il testo di una delle canzoni più divertenti del repertorio dello stesso Vittorio Marsiglia “Canzone Pettegola” che in questa occasione viene cantata su di una sedia con lo schienale al contrario perché ad un certo punto diventa il mezzo per poter inserire il monologo del “professore” di Eduardo De Filippo, scena clou di “Questi fantasmi”, che poi diventa un monologo sulla Napoli invasa dai turisti che anziché’ godere delle bellezze artistiche della città non fanno altro che camminare e mangiare, mangiare e camminare sempre per la stessa strada, rendendo il centro storico un unico grande fast food all’aperto (pensiero condiviso da tantissimi tra il pubblico visto l’applauso che ne scaturisce al racconto) .
Il progetto “Nel Nome di Ciccio” è frutto di un lavoro di ricerca e di attenzione particolare all’intreccio tra testo e musica che i Virtuosi di San Martino continuano a proporre al loro pubblico da quasi trent’anni e questo tipo di lavoro così particolare arriva totalmente al pubblico che, ne sono sicura, è consapevole, e le risate e gli applausi lo testimoniano appieno, di assistere ad una performance artistica assolutamente unica nel suo genere.
Tanti gli artisti che da sempre ispirano Roberto Del Gaudio per i suoi spettacoli, si passa da Dario Fo a Carmelo Bene, da testi della coppia più rappresentativa dell’avanspettacolo napoletano come Pisano-Cioffi al principe della risata Totò, fino ad una virtuosa incursione nelle interpretazioni di Toni Servillo.
Strepitosi i momenti nei quali i Virtuosi danno tutto se stessi unendo momenti divertentissimi di teatro a ritmi e armonie come in “Sequezia di Spezia” o nell’ultimo brano della storia della tribù del Katanga dove il pubblico, in lacrime per le troppe risate, ha omaggiato i Virtuosi di San Martino con un lunghissimo applauso.