Recensione: “L’Orientale è jazz” ad inaugurare l’anno accademico 2022 dell’Università L’Orientale di Napoli

Di Clementina Abbamondi

Martedì 15 novembre 2022 nella bellissima Sala Scarlatti del Conservatorio di Napoli San Pietro a Majella, si è tenuto il concerto “L’Orientale è Jazz” ad inaugurare l’anno accademico dell’Università L’Orientale. Di Napoli in collaborazione con il Conservatorio di San Pietro a Majella, l’ISMEO e il Centro Studi Sebetia-Ter. Il Rettore dell’Orientale Roberto Tottoli ha detto in una intervista che la colonna sonora ideale è la musica jazz, un genere che fa della contaminazione culturale il suo punto di forza in quanto lo spirito dell’Ateneo ha come” mission” l’incontro tra culture per la reciproca conoscenza ed un reciproco apprezzamento.

Il concerto ha visto salire sul palco Giuseppe Bassi contrabbassista barese, un musicista versatile, la cui musica passa dal jazz più tradizionale, alla avanguardia, dal funk alla musica classica. Nella sua carriera ha collaborato con alcuni dei più grandi musicisti jazz del mondo. Giuseppe Bassi è molto vicino alla cultura giapponese e nel 2020 è uscito il CD” Atomic Bass” frutto del suo viaggio in Giappone dopo il terribile disastro nucleare della Centrale Atomica di Fukushima, avvenuto in seguito al violento tsunami che colpì il Giappone nel 2011 e nel 2022 “I Will Touch You” frutto della collaborazione con la pianista giapponese Sumire Kuribayaschi.

Giuseppe Bassi, dopo aver ringraziato il Conservatorio di Napoli e L’Orientale per averlo invitato a partecipare al concerto dice “Non avrei mai sperato e sognato di suonare con questo grande musicista perché apparteniamo a culture lontanissime e suoniamo musiche diverse e quindi sono onorato di presentare Berkant Cakici che trasporterà con la sua musica gli spettatori nell’atmosfera dei suoi luoghi di provenienza”. Il percussionista turco Berkant Cakici ha creato uno stile personale dopo aver studiato sotto la guida del grande maestro di darbuk Hamdi Akatay ed è diventato un virtuoso di un’ampia gamma di percussioni, ha partecipato ad innumerevoli progetti artistici e festival nella scena del jazz e della word music.

Intensissima e coinvolgente è stata la performance di Berkant Cakici che, con grande maestria e tecnica ha tratto dai suoi strumenti il kik e il doholio un ritmo ed un’energia travolgente grazie alla quale è riuscito a far rivivere le atmosfere ed il fascino della sua cultura.

Giuseppe Bassi ha poi presentato gli altri due musicisti che si sono esibiti con lui sul palco della Sala Scarlatti la violinista giapponese Nanako Tarui che suona ogni genere di musica dal jazz all’hip hop alla classica. Nanako Tarui canta, suona e dipinge, ha al suo attivo diversi progetti musicali e ha collaborato con artisti a livello internazionale ed il pianista, tastierista e arrangiatore napoletano Paolo Sessa.

Giuseppe Bassi dice “Abbiamo deciso di fare un concerto dedicato all’amore” e presenta il primo brano che è tratto dal film del 1970 “Le cose della vita” “La chanson d’Helene” che il contrabbassista ha suonato durante la tournée con la grandissima Ute Lemper celebre attrice e cantante tedesca insuperata interprete contemporanea della canzone d’autore. A questo punto del concerto Giuseppe Bassi invita sul palco due grandissimi amici e Maestri del Conservatorio di San Pietro a Majella Marco Sannino alla tromba e Giulio Martino al sassofono che hanno interpretato un bellissimo blues dedicato ad un diavolo buono personaggio presente nella cultura giapponese e cinese che scaccia i diavoli cattivi che, entrando nei sogni delle persone, provocano incubi e angoscia.  È poi la volta della canzone giapponese “La luna dietro le rovine del castello “che Giuseppe Bassi ha imparato da un vecchietto giapponese di 97 anni che abita ad Osaka, città che si trova a 16km dalla Centrale Atomica di Fukushima e che ha deciso di non allontanarsi da quel luogo, per ringraziare Giuseppe Bassi delle serenate eseguite col suo contrabbasso ha suonato con l’armonica a bocca questa bellissima canzone della tradizione popolare giapponese che cantano tutti i bambini. Questo brano è stato interpretato nella sua versione originale dalla violinista giapponese Nanako Tarui che con la sua dolcissima voce ha incantato il pubblico che le ha tributato un intenso applauso. È poi la volta del brano “Osaka” dedicato proprio alla città giapponese distrutta per metà dallo tsunami e che è tornata alla vita grazie ad una donna giapponese che ha ristrutturato un Riokan, hotel tradizionale giapponese riuscendo così a rianimare la città. Giuseppe Bassi invita sul palco alcuni studenti del Conservatorio di San Pietro a Majella Francesco Del Gaudio al filicorno, Raffaele Vitiello alla chitarra, Elisabetta Saviano alla batteria e Sara Gioielli alla voce per interpretare il brano contenuto nel CD Atomic Bass “The Loneliness of Godzilla” dedicata ad un mito moderno del Giappone Godzilla che per i bambini è una creatura buona.  Creato dall’energia atomica causata dagli esperimenti nucleari degli americani nel Mar del Giappone Godzilla portò in sé questa ira a causa delle sue origini e, rimasto solo, è impazzito per questa triste e nuova realtà. Bravissima Sara Gioielli che con la sua bellissima voce ha interpretato questo brano ricco d’intensità, inquietudine e solitudine. Eccezionali i musicisti che hanno suonato questo brano riuscendo a fondere i loro strumenti creando un’atmosfera ricca di emozioni.

Il concerto è proseguito col famosissimo brano della grandissima Edith Piaf “La vie en rose” mirabilmente suonato dai musicisti ed interpretato con degli assoli ricchi di virtuosismo ed intensità

dalla bravissima violinista giapponese Nakano Tarui.

L’ultimo brano presentato da Giuseppe Bassi è stato “Eu Não Quero Nem Saber”del famosissimo percussionista brasiliano Ivanir do Nascimento conosciuto col soprannome di “Mandrake” stabilitosi in Italia nel 1970 .  Il brano rappresenta una canzone bellissima d’amore dedicata ad una ragazza napoletana di cui il percussionista si era innamorato e che ha creato vicino Napoli una casa museo dedicata a lui.

Giuseppe Bassi conclude il concerto ringraziando ancora una volta sia L’Orientale di Napoli sia il Conservatorio San Pietro a Majella per averlo invitato e dice” Tutta la nostra vita è dedicata alla musica”.

 Giuseppe Bassi, ha ancora una volta mostrato la sua generosità e la sua grande modestia ,la  capacità di tradurre in musica il suo vissuto  e ha fatto nella  vita sempre suoi i valori quali la lotta alle ingiustizia, alla discriminazione e alla violenza in genere ed in particolare in questa occasione ha dimostrato come sia importante per i musicisti allargare i loro orizzonti verso nuove esperienze confrontandosi con altre culture in un processo di interscambio che produce sempre un arricchimento di esperienze diverse che ampliano sia il bagaglio culturale sia la ricchezza interiore del musicista.

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