Recensione: Max Ionata ospite di “A ritmo di jazz” Villa Di Donato

Recensione di Clementina Abbamondi 

Nella settecentesca dimora storica   Villa di Donato che la padrona di casa Patrizia De Mennato da anni è riuscita a far rivivere, ospitando nel bellissimo salone e nei meravigliosi giardini eventi culturali, teatrali e musicali, mercoledì 8 giugno si è svolto l’evento “L’improvvisazione nella musica moderna “la Masterclass ed il concerto del sassofonista Max Ionata. Questa serata anticipa la rassegna” A ritmo di Jazz” diretta dal sassofonista Daniele Sepe e completa il percorso musicale in Villa di Donato già iniziato con la rassegna “La musica ha trovato casa” diretta da Brunello Canessa e “Max 70” di David Romano.

Nella Masterclass, rivolta” a tutti coloro che abbiano voglia di trovare una strada efficace nell’approccio all’improvvisazione”, sono stati trattati argomenti riguardanti l’armonia, il ritmo e l’uso corretto della melodia che sono da sempre i tre elementi fondamentali della musica.

I musicisti e gli studenti di musica si sono confrontati con Max Ionata, considerato uno dei maggiori sassofonisti italiani della scena del jazz contemporaneo. Alla fine della Masterclass si è svolto il concerto, aperto al pubblico, del sassofonista a cui è seguita una speciale “jam session” con i partecipanti della Masterclass.

Daniele Sepe ,curatore della rassegna “A ritmo di jazz” nella quale  sono  stati inseriti i due eventi, la Masterclass  ed il concerto del sassofonista Max Ionata ,ha presentato la formula con la quale prenderà il via la Rassegna nel mese di settembre :dice Daniele Sepe”  da settembre programmerò due appuntamenti mensili, prima la Masterclass con i giovani musicisti e contemporaneamente  “A note spiegate”, una masterclass non solo per i musicisti ma anche per un pubblico interessato alla storia del jazz ,una guida all’ascolto, agli stili, cercando anche di approfondire la storia sociale del jazz”.

Il sassofonista Daniele Sepe nasce nel quartiere Posillipo di Napoli nel 1960 A soli 16 anni partecipa allo storico disco “Tammurriata dell’Alfa sud” dei Zezi, gruppo operaio di Pomigliano d’Arco. Si diploma in flauto al Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli .Dopo alcuni anni di esperienza prima come flautista classico di musica barocca e contemporanea ,poi di flautista turnista, nel 1990 realizza il suo primo album autoprodotto :” Malamusica”, Nel 1993 collabora con la band napoletana” 99 Posse per l’album “Curre curre guagliò”.Con l’album “Vite Perdite” del 1993 arriva il successo ed il disco realizzato dalla” Polosud Records” viene distribuito in tutto il mondo dall’etichetta tedesca “Piranha”. Nel 1996 pubblica “Viaggi fuori dai paraggi”, la sua prima antologia, e nel 1998 l’album “Lavorare stanca” che gli frutta la “targa Tenco” come miglior album in dialetto. Nel 1999 partecipa al progetto “La notte del dio che balla” con Teresa De Sio e Vinicio Capossela. Nel 2015 fonda il collettivo “Capitan Capitone e i fratelli della Costa” con cui pubblica tre album e inizia la collaborazione live in “Napoli Trip “con Stefano Bollani.Nel 2019 pubblica l’album dedicato al sassofonista argentino Leandro “Gato” Barbieri “The Cat with the hat” e collabora agli arrangiamenti dell’album di Vinicio Capossela “Ballate per uomini e bestie” che vince la targa Tenco come miglior album in assoluto. Numerose le sue collaborazioni con musicisti del panorama nazionale ed internazionale Durante la pandemia Daniele Sepe non si è   fermato e per reagire all’impossibilità di esibirsi dal vivo, ha affittato uno studio e ha registrato un po’ del repertorio abitualmente eseguito live insieme ai suoi fidi accompagnatori della” Rote Jazz Fraktion”. due album immessi dal musicista sulle piattaforme digitali: Lockdown #1 e 2.

Lo stile di Daniele Sepe ,la sua musica  è difficile da definire: E’ lui stesso che in una intervista dice “La musica è fatta di tante cose molto diverse fra di loro così come fa un bravo regista affrontando diversi generi, pensa a Kubrick dall’horror alla fantascienza ad un film storico, tutti fatti bene, io spero di fare cose diverse fra di loro e tutte fatte bene “.Daniele Sepe infatti è capace di sintesi creativa “tra tante cose diverse” come lui stesso dice: jazz,folk,reggae,world music e musica classica; sintesi sempre originali e di grande fascino sonoro, che lo hanno fatto paragonare a Frank Zappa.

Il concerto prende il via quando la padrona di casa Patrizia De Mennato dice al numeroso pubblico presente nello spazio della corte della Villa settecentesca:” La grande filosofia che cerchiamo di perseguire con le Rassegne che si svolgono a Villa di Donato è stata da sempre quella di attrarre i giovani che devono diventare per noi un riferimento continuo”. E ancora “Sono particolarmente felice stasera perché questo concerto costituisce il terzo tassello della musica in Villa di Donato. Abbiamo iniziato con Brunello Canessa con la Rassegna “La musica ha trovato casa “ed in seguito “la Rassegna di musica da Camera” con la direzione di David Romano violinista dell’Accademia di Santa Cecilia e adesso abbiamo inserito una Rassegna tutta dedicata alla musica jazz con la direzione artistica di un musicista che ho imparato a conoscere ed apprezzare sia per il suo talento sia per la sua genuità il sassofonista Daniele Sepe. Stasera il punto di riferimento di questa anteprima jazz è il sassofonista Max Ionata che ha tenuto nel pomeriggio una Masterclass con i giovani musicisti e suonerà staserà accompagnato da musicisti giovani ma di grande talento”.

Max Ionata nato nel 1972 ad Atessa (CH), giovanissimo, si è avvicinato alla musica, In una sua intervista dice” quando nel mio paese si formò una banda musicale, cominciai a suonare il sax soprano e anche se conoscevo a malapena un po’ di scale, imparai tutti i brani del nostro repertorio ed il maestro fu molto contento di me e dopo poco riuscii a convincere un mio amico, che suonava il sax tenore, a fare uno scambio con il mio strumento e da allora non ho cambiato più idea.” Ha frequentato il conservatorio “L. D’Annunzio” di Pescara ed ha perfezionato gli studi di jazz presso il “Columbia College di Chicago” sotto la direzione di William (Bill) Russo. Ha inoltre studiato tra gli altri con Rosario Giuliani ed Emanuele Cisi.

Max Ionata è considerato uno dei maggiori sassofonisti italiani che ha all’attivo la registrazione di oltre 80 dischi di cui 13 a proprio nome e vanta importanti collaborazioni internazionali con i più grandi jazzisti del mondo. Ha vinto nel 2000 il “Premio Internazionale Massimo Urbani” e tantissimi altri premi tra i quali il premio “Jazzit Award “nel 2012 e nel 2013 come miglior sassofonista tenore italiano. In Giappone in particolare gode di una notevole fama artistica, guida diversi progetti a proprio nome e collabora stabilmente con alcuni dei migliori musicisti sulla scena internazionale.

 Max Ionata  ,salito sul palco ringrazia il Maestro Daniele Sepe per averlo chiamato per inaugurare questa nuova Rassegna jazz e dice” ho passato una bellissima giornata in questa magnifica città ed in questo luogo meraviglioso, abbiamo parlato con i giovani musicisti di musica, di come usarla, e discusso di come lo stimolo maggiore per migliorarsi sia il contatto ed il confronto ,imparare cose nuove e  per me  è stata una bellissima  opportunità  quella di confrontarmi con loro e scoprire nuovi orizzonti dove andare a costruire e seminare.

Max Ionata presenta gli altri membri del quartetto:

 Mario Nappi, classe ’84 pianista jazz napoletano, arrangiatore e compositore dopo essersi diplomato presso il Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, fonda un trio col quale vince nel 2013 il premio “Piacenza Jazz” ed il primo premio all’”European Jazz Contest” e nel 2014 il premio “Bergamo Jazz Festival”. Mario Nappi insegna pianoforte, armonia, improvvisazione e solfeggio senza dimenticare i concerti e la stesura dei libri. Il suo cd d’esordio nel 2013 è “Tank you”, nel 2014 “Introducing”, nel 2015 “Vela” e nel 2016 e 2017 i primi due cd che fanno parte della trilogia “Trilogy vol.1 e Trilogy vol. 2.Nel 2019 “Trilogy vol. 3” il cd che è stato registrato “live” al Teatro Bolivar di Napoli feat “Mariglianoinjazz big band”.

Aldo Capasso, classe 1993, bassista e contrabbassista jazz napoletano ha già riscosso numerosi premi e riconoscimenti durante festival nazionali e internazionali di grande rilievo.  Fin dalla prima adolescenza inizia lo studio del basso elettrico con il maestro Davide Costagliola. L’interesse per la musica jazz lo spinge ad intraprendere studi mirati sulla musica d’insieme e sull’improvvisazione. Infatti, segue   i corsi di musica d’insieme con il maestro Sergio Di Natale. Quindi, studia poi contrabbasso e improvvisazione sullo strumento con il maestro Gianluigi Goglia. Inoltre, si iscrive al corso di basso elettrico presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli e, nel 2017, si laurea con il massimo dei voti. L’esperienza concertistica del contrabbassista jazz si concretizza in diverse formazioni musicali. Inoltre, partecipa a molteplici festival di rilievo, quali: Umbria Jazz, Jazzit Fest,  Piacenza Jazz Fest,  Tuscia in Jazz,  Pomigliano jazz, Agorà Jazz Festival e Janula Jazz Festival. Inoltre, partecipa al Festival dei Conservatori italiani, Rassegna Noteverde, Pozzuoli jazz, International Jazz Day 2017, Ispani Jazz festival e tanti altri. Dal 2014 vince una serie di premi e riconoscimenti che sottolineano la portata artistica di Aldo Capasso. Infatti, vince il primo premio con il “Cesi-Marciano Ensemble” al   Concorso Internazionale di Esecuzione musicale di Airola. Nello stesso anno vince la prima edizione del premio “Giovani in jazz” in occasione del Janula Jazz Festival. Nel 2015 viene selezionato per il progetto europeo Giosi Jazz.It e grazie al quale si esibisce per la Fondazione Siena Jazz.  Successivamente suona per il musical “Change” nella orchestra del Teatro San Carlo di Napoli. Nel 2018 partecipa con la formazione jazz “Ergio Valente Trio” al Piacenza Jazz Festival – Premio Bettinardi, vincendo il premio del pubblico.  Quindi, partecipa al Bucarest   International Jazz Competition, dove vince   lo ““Special Prize”.  Infine, il contrabbassista jazz si aggiudica il primo posto al Premio internazionale Fara Music Jazz Live. Discografia Drop it! Giannini Piracci Electric Quartet, No Voices Records, 20 .

Paolo Forlini, batterista napoletano inizia il suo percorso di studi con il Maestro Antonio Romano, docente di percussioni al Conservatorio di Avellino, entrato a 16 anni nel Conservatorio di Salerno inizia i suoi studi classici. Continua gli studi batteristici nella scuola di Brescia Cambiomusica diretta dal batterista Alfredo Golino. A 25 anni si diploma in percussioni e nel 2008 vince una borsa di studio messa in palio dal Gary Chafee Department.

Il primo brano suonato dal quartetto è una composizione di Max Ionata “Kumico” alla quale segue un brano composto dal pianista Mario Nappi come omaggio a Bill Evans dal titolo “Waltz for a Poet”. Le dita di Mario Nappi si muovono sui tasti con una velocità tale da sfiorarli appena ed il suo talento sia nella tecnica sia nell’improvvisazione lo fa apprezzare come uno tra i migliori pianisti italiani della scena contemporanea. Bellissimo e coinvolgente il successivo brano composto da Michel Petrucciani dal titolo “Brazilian Like”. Qui i musicisti danno prova del loro grande interplay e talento regalando degli assoli ricchi di energia che coinvolgono il pubblico presente. Stupendo e suggestivo l’assolo di Max Ionata del brano “Stardust” che ha incantato il pubblico.

Il sassofonista ringrazia i membri del quartetto e dice “non è facile incontrare dei musicisti così bravi che hanno avuto poco tempo per provare e nonostante ciò sono riusciti a raggiungere un così grande affiatamento”. Dopo un bellissimo brano arrangiato meravigliosamente da Max Ionata “Love for sale”, viene invitato il sassofonista Daniele Sepe ad unirsi al gruppo per suonare insieme.

Il brano che viene interpretato dal quintetto è stato composto da Armando Travajoli ed è il tema del film “Totò, Peppino e la dolce vita”. Infatti, dice Daniele Sepe, la musica jazz italiana è stata sempre molto presente nella filmografia e nella commedia all’italiana.

Il concerto si è concluso con l’invito di Max Ionata rivolto a  due giovani sassofonisti che avevano partecipato alla Masterclass  pomeridiana ad unirsi al gruppo per eseguire il brano di John Coltrane “Impression” .Max Ionata  ha ringraziato sia  il  numeroso e caloroso pubblico presente a Villa di Donato  con l’invito a continuare a supportare la musica jazz che richiede amore e passione sia  alla padrona di casa Patrizia De Mennato per la sua ospitalità e per l’eccellente gestione dell’organizzazione dei vari eventi in una location spettacolare.

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