Recensione: Joey Calderazzo e John Patitucci per “Vomero Suona” Napoli Jazz Club

Recensione di Annamaria De Crescenzo
Foto di SpectraFoto (http://www.spectrafoto.com)

Un duo formato da fuoriclasse del jazz , Joey Calderazzo e John Patitucci, per un incontro al vertice nella sala dell’Auditorium Salvo D’Acquisto di Napoli per l’ultimo concerto, sabato 14 maggio, della rassegna “VomeroSuona” organizzata da Napoli Jazz Club con la direzione di Michele Solipano

Uno dei migliori pianisti della sua generazione, dopo aver registrato tredici album come leader, Joey Calderazzo ha percorso la strada da bambino prodigio a musicista di sessione richiesto a membro d’élite dei migliori ensemble del jazz. Ha accompagnato i geni della musica, da Michael Brecker e Branford Marsalis a Jack DeJohnette e Dave Holland. Durante il suo viaggio, Calderazzo ha esplorato audacemente la propria psiche e il suo posto nel mondo, come compositore, improvvisatore, membro della band e leader.

Ascoltandolo suonare, sembra che il giovane pianista americano raccolto abbia con grande maestria la difficile eredità di giganti del calibro di Art Tatum e Jerry Roll Morton ed abbia creato un linguaggio musicale del tutto personale.


 
John Patitucci è nato a Brooklyn, New York, nel 1959 e ha iniziato a suonare il basso elettrico all’età di dieci anni, cimentandosi successivamente con il basso acustico e il pianoforte. Passa rapidamente dal suonare soul e rock al blues, al jazz e alla musica classica: i suoi gusti eclettici gli hanno fatto esplorare tutti i generi musicali come musicista e compositore. Le sue sei registrazioni da solista per la GRP Records e le sue registrazioni successive gli hanno portato due Grammy Awards e oltre quindici nomination ai Grammy. 

In sala sin dai primi istanti dell’arrivo sul palco dei due musicisti abbiamo avuto la sensazione di ritrovarci di fronte a due assoluti astri megagalattici del panorama jazzistico internazionale.

In completo elegante Joey Calderazzo, in total black come da diversi anni ormai, il grandissimo John Patitucci si sono presentati al pubblico in sala con grande autoironia, divertimento, sorrisi e una naturale propensione a comunicare, oltre alla propria musica, anche le proprie emozioni e la grande gioia di ritrovarsi di nuovo insieme di fronte al pubblico che li adora in un tour che li vedrà girare per tantissime città italiane, sotto la guida sapiente del loro manager tour italiano Alex Travi della Zenart, che li sta accompagnando in ogni tappa del tour seguendoli dalle prove in teatro al consueto giro turistico in città che lo stesso Patitucci non manca mai di fare con relativa (obbligatoria) sosta gastronomica per godere della cucina napoletana, soprattutto della pizza che lui ama particolarmente.

Entrambi di grandissimo talento sia come musicisti che compositori, sia Joey Calderazzo che John Patitucci hanno mostrato soprattutto il lato “umano” del loro modo di essere artista che non è in tutti gli artisti che finora abbiamo avuto l’onore di conoscere ed ascoltare su di un palco. Forse perchè entrambi di origini italiane, Calderazzo con origini campane, John Patitucci, fiero delle sue origini calabresi/napoletane, sono riusciti a conquistare il pubblico presente non solo con la loro straordinaria musica ma anche con il loro modo di essere cosi speciale, sempre con il sorriso sulle labbra, con una grandissima voglia di suonare, di essere in totale sinergia tra loro, al punto tale che sono riusciti a “raccontarsi” al pubblico, a prendersi simpaticamente in giro, a concedere all’altro il giusto spazio anche in momenti di assoli nei quali entrambi hanno conquistato completamente il pubblico che li ha ascoltati in un sorta di “silenzio trattenendo il fiato” per non perdersi neppure una nota dei loro brani di  una bellezza  così  strepitosa che sono stati accolti sempre con lunghissimi applausi.

Il concerto è stato l’occasione per presentare sia brani composti da Calderazzo che ha ricordato le emozioni del primo tour che fece proprio con Patitucci in Italia con il grande batterista Peter Erskine più di trent’anni fa, tra i quali un applauditissimo inedito “Cianna”, e sia brani scritti da Patitucci e che affondano le loro radici nei suoi ricordi, emozioni, sentimenti vissuti grazie alle sue origini italiane e al suo profondissimo amore per la sua Terra che è la Calabria che gli ha ispirato brani meravigliosi come “Torano Castello” e “Diamante e che ben rappresentano quanto le sue radici italiane influiscano sulla sua musica che parla di mare,  di amore per la vita, di profumi che vengono da qualsiasi aspetto della vita, come la natura, la terra, ma anche le tradizioni della cucina e della cultura di quel territorio ancora tutto da scoprire e valorizzare. Poi è la volta di tanti altri brani emozionanti come “Oblivion”, uno splendido assolo di Patitucci che come spesso accade nell’ascoltarlo sembra che diventi tutt’uno con il suo amatissimo strumento, anche quando lo suona con l’archetto in una sorta di  perfetta alchimia scaturita dall’incontro della musica classica con il jazz  stesso. Meraviglioso anche quando per suonare indossa i suoi ormai irrinunciabili occhiali e ironizza su se stesso di quanto ormai sia inesorabilmente invecchiato, ma magari ci fossero tanti musicisti come lui che sanno dare emozioni cosi intense con un assolo di contrabbasso da brividi, sia John Patitucci che lo stesso Joey Calderazzo si superano in una versione di “Chick Monk” scritto dallo stesso Patitucci in omaggio a Chick Corea con il quale il contrabbassista italo/americano ha suonato per tantissimi anni, e nel bis una straordinaria interpretazione di “O babbino caro” omaggio al talento di Giacomo Puccini, ricordato dallo stesso John Patitucci che con gli occhi rivolti al Cielo ha esclamato: “Io ho due idoli nella mia vita, sia come compositore che come musicista, uno di loro è proprio Giacomo Puccini e io prego Iddio ogni giorno che mi dia il suo stesso talento e la sua stessa sensibilità nella composizione” 

E visto l’applauso lunghissimo che il pubblico ha tributato ad entrambi i musicisti presenti sul palco, possiamo sicuramente affermare che la sua preghiera è stata sicuramente già esaudita.

Con tale concerto la rassegna “Vomero Suona” si conclude qui. Non ci resta che aspettare con grande trepidazione la presentazione del cartellone estivo preparato con grande cura da Napoli Jazz Club che inizierà da metà giugno e si concluderà a metà luglio

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