Intervista a Igor Caiazza, percussionista jazz con un’anima romantica e il suo nuovo progetto “People”

di Annamaria De Crescenzo 
foto di SpectraFoto (http://www.spectrafoto.com)

Domenica 27 febbraio, come secondo appuntamento del suo nuovo prestigioso cartellone 2022, l’Accademia di Santa Sofia, sempre in  collaborazione con l’Università degli Studi del Sannio, e valendosi della direzione artistica di Filippo Zigante e Marcella Parziale e della consulenza scientifica di Marcello Rotili, Massimo Squillante e Aglaia McClintock, ha proposto al pubblico di Benevento una straordinaria serata di musica jazz con il Igor Caiazza New Quartet composto da Igor Caiazza alla batteria, Claudio Filippini al pianoforte, Aldo Vigorito al contrabbasso , Nico Gori sax e clarinetto, con la straordinaria partecipazione di Fabrizio Bosso alla tromba.

Il concerto è stato un vero e proprio viaggio all’interno della musica e delle emozioni di un repertorio che ha spaziato da brani standard e composizioni originali dello stesso Igor Caiazza che hanno letteralmente conquistato il numerosissimo pubblico presente nella sala dell’Auditorium di Santo Agostino.

Per tale evento abbiamo già pubblicato un interessantissima recensione a cura di Monica Carbini, addetta stampa di tutta la rassegna, (https://aroundeventi.com/2022/03/01/recensione-jazz-night-concert-a-benevento-una-notte-da-ricordare-a-base-di-puro-jazz/) ma abbiamo avuto anche l’onore di poter porre alcune domande ad Igor Caiazza che ci ha parlato del suo affascinante mondo di musicista jazz.

In tale occasione, Igor Caiazza ci ha parlato della sua musica, del progetto presentato domenica scorsa ma anche del suo nuovo progetto musicale appena registrato.

1)  Domenica scorsa abbiamo avuto la conferma che la musica unisce e che è l’unica forza che abbiamo per poter affrontare e resistere di fronte ad eventi così importanti, non solo come per i due anni della pandemia ma anche questi nuovi terribili venti di guerra. Come è nato il progetto che hai presentato per l’accademia di Santa Sofia? 

L’idea è nata quest’estate, durante il Tour di presentazione del mio disco Blu, a cui hanno preso parte separatamente i Musicisti del concerto di domenica. Le emozioni vissute quest’estate mi hanno fatto pensare che sarebbe stato bello riunire tutti questi fantastici musicisti in un unico progetto, considerando l’unione, proprio in un periodo come questo, caratteristica fondamentale per esprimersi e suonare insieme.

2) Nell’ascoltarvi domenica in sala si percepiva un grande affiatamento nel gruppo. Come hai scelto i musicisti che fanno parte del progetto “Jazz Night Concert” e i motivi che ti hanno spinto a scegliere proprio questi musicisti, tra l’altro, di grandissimo livello e quali invece i due guest star d’eccezione invitati per il concerto stesso come Fabrizio Bosso e Nico Gori?

Come si può immaginare, Fabrizio Bosso e Nico Gori non hanno bisogno di presentazioni, sono due tra i più grandi e influenti jazzisti del panorama internazionale. Sono persone buone, schiette, sincere, e l’idea di mettere insieme due musicisti con queste caratteristiche, molto simili tra loro, ero sicuro che avrebbe provocato un’esplosione di emozioni. E credo proprio che al concerto si sia avvertito.

3) Quale è il segreto di così tanto “feeling” tra di voi oltre ovviamente al grande amore per la musica che sicuramente vi ha da sempre spinto a suonare insieme?

Il grande feeling viene da un’amicizia, vera, pura, senza filtri, onesta e sincera. E ciò si rispecchia esattamente sul palcoscenico, durante i concerti. Nessuno di noi si fa tentare da eccessi di protagonismo, nessuno è leader, nessuno prevale sull’altro. È proprio un incontro tra amici, musicisti, che decidono di condividere con il pubblico l’emozione che loro stessi provano suonando insieme.

4) Il concerto di domenica sera vi ha dato modo di sperimentarvi in tue composizioni originali come in standard jazz molto conosciuti. Come crei la tua musica e come invece scegli, tra i numerosi standard jazz, quelli che più senti “vicino” al tuo modo di concepire la musica? 

Proprio come un buon gruppo di amici, ci incontriamo, ci riuniamo e decidiamo ciò che più abbiamo piacere di suonare insieme. Sicuramente la scelta degli standard jazz, anche per una questione di omogeneità del concerto, risente della scelta dei miei brani originali. Considerando però sempre dei compromessi, affinché ognuno dei musicisti coinvolti possa scegliere e proporre lo standard che preferisce suonare.

5)  Tu hai avuto molte collaborazioni artistiche ed esperienze musicali diverse fra loro tra Conservatorio, Orchestra e gruppi jazz. Chi ha avuto tra queste esperienze maggiore influenza per poter comporre e, se c’è, a quale musicista ti ispiri di più per creare il tuo personalissimo stile? 

 Oltre alla laurea in Percussioni, ho seguito per alcuni anni il corso di Composizione al Conservatorio. Ovviamente la musica classica è il genere che più ha influenzato il mio modo di comporre, come prevedibile dopo vent’anni di carriera svolta nei Teatri d’Opera in giro per il mondo. Tra i compositori classici, premettendo però di adorarli tutti, ognuno per una peculiarità diversa, i miei preferiti sono senza dubbio Bach e Mozart, che hanno maggiormente influenzato il mio stile e il mio modo di scrivere musica.

6) Parliamo del tuo nuovo progetto che hai appena registrato lo scorso 14 e 15 febbraio che sarà pubblicato da Alpha Music. Se non erro si chiamerà “People”. Come è nata l’idea di questo disco?

 L’idea di questo disco è nata la scorsa estate, dopo la serie di concerti che ho avuto la fortuna di condividere con molti amici illustri, appunto Fabrizio Bosso, Karima, Nico Gori. E proprio con Nico, per il feeling, per l’amicizia, per la semplicità delle cose che ci accomunano, abbiamo deciso che avremmo dovuto registrare un disco insieme. Infatti, come hai anticipato, lo scorso 14 e 15 febbraio ci siamo riuniti, a Napoli, io, Nico Gori, Claudio Filippini e Marco De Tilla, e abbiamo registrato le mie musiche per il progetto “People”. Nel disco altri due amici ospiti, napoletani, che adoro, Emilia Zamuner e Marco Zurzolo. Ho deciso che l’album dovesse chiamarsi People proprio per l’importanza che l’interazione tra le persone abbia nella vita. Si può essere in un luogo bellissimo, ma se lo condividiamo con una cattiva compagnia di certo non ne godremmo appieno, e viceversa, potremmo essere nel posto più brutto del mondo, ma se con noi ci sono le persone giuste, allora ci sembrerà di essere in Paradiso! Ecco perché “People”: i rapporti tra gli esseri umani sono alla base di una vita serena e felice, e sicuramente senza guerre!

7)      Dall’ascolto della tua musica, e credo anche lo sarà anche per questo nuovo disco, si ha la netta sensazione che sei pervaso da una sensibilità molto particolare e intensa. Da cosa ti lasci maggiormente ispirare in questo periodo così particolare a livello di emozioni sia personali, sei diventato da poco papà, e sia a livello professionale con la grave crisi che la musica ha dovuto subire a causa della pandemia? 

Proprio come dicevo nella domanda precedente, il rapporto con gli altri è diventato fondamentale per le mie ispirazioni. In effetti lo è sempre stato, come credo lo sia per ogni compositore. Quando un artista si esprime, qualsiasi sia la sua forma d’arte, credo fortemente che sia influenzato dal proprio stato d’animo. E chi condiziona il nostro stato d’animo? Pensandoci bene le persone che ci circondano! Sicuramente i luoghi, la condizione economica e lavorativa sono importanti, ma riflettendoci anche il lavoro, i luoghi, le possibilità e le occasioni, sono regolati dagli esseri umani. E ovviamente la famiglia, le figlie, tutti sono fonte di ispirazione.

8)      Come hai scelto questa volta i temi del disco e soprattutto le “persone “con le quali lo hai registrato? 

I temi di questo disco appartengono appunto alle mie sensazioni vissute in determinati momenti, in determinati luoghi. Tant’è che alcuni titoli sono esplicitamente dedicati a Città, a luoghi, anche immaginari, che quotidianamente fanno parte del mio essere.

9)      Ultima domanda: Cosa ti aspetti da questo disco e soprattutto quali sono i sogni e i progetti di Igor Caiazza musicista e quali quelli di Igor Caiazza uomo?

Spero che questo disco possa porre l’attenzione riguardo il tema delle interazioni e delle relazioni tra esseri umani, fondamentali per la sopravvivenza. La Musica dovrebbe unire e spero che possa farlo sempre più, soprattutto in un momento come questo. Infine, Igor Caiazza musicista e Igor Caiazza uomo sono la stessa persona, esattamente identici, senza filtri, senza misura, senza limiti, e credo che questo venga fuori nella semplicità della mia musica.

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