Recensione: Peppe Barra in concerto al Teatro Trianon

Recensione di Annamaria De Crescenzo
Foto di SpectraFoto (http://www.spectrafoto.com)

Un’emozionante serata di musica al Teatro Trianon, sabato 4 dicembre, grazie al concerto di una delle voci più interessanti e particolari del mondo musicale e teatrale di Napoli come quella di Peppe Barra, accompagnato sul palco da musicisti che lo accompagnano da anni come Paolo Del Vecchio chitarra-mandolino, Luca Urciuolo pianoforte-fisarmonica, Ivan Lacagnina alle percussioni, Sasà Pelosi al basso.

 Istrione, maschera unica, voce inimitabile, gestualità, musicalità, conoscenze delle tradizioni popolari. Un mix che rende unico ogni spettacolo di Peppe Berra e il concerto di sabato sera non è stato assolutamente da meno, un vero e proprio omaggio al suo cammino artistico iniziato più di cinquant’anni fa. Un viaggio attraverso il vasto paesaggio culturale rivisitato da Barra che propone canzoni vecchie e nuove di autori diversi, in un crescendo di emozioni e di musica: dagli autori del passato come Pisano-Rendine (La Pansè) per arrivare all’omaggio a Eduardo De Filippo (Uocchie c’arraggiunate) fino alla reinterpretazione dei brani di autori contemporanei come “Nun me lassa”  di Enzo Gragnianiello e “Cammina, cammina” di Pino Daniele, ai testi recitati diTiempo in cui la creatività artistica del cantante e attore napoletano trova il picco più alto, in questo eterno cammino di musica e poesia.

Il concerto iniziato con un elegantissimo Peppe Barra con la sua veste coloratissima, con una bellissima villanella seguito da un brano della meta’ dell’800 “Lu vasillo” che il Maestro ha dedicato, sornione e sorridente, a tutto il pubblico presente che ha seguito tutto il concerto in autentico visibilio di fronte all’Arte assoluta che esprime, nonostante “l’età certa” come lui stesso dichiara, del Maestro. A 77 anni ha una voce e una personalità scenica così forte e unica che ancora oggi conquista totalmente il pubblico.

Voce e dialetto sono gli strumenti principali del suo lavoro. Un artista autentico, custode indiscusso della nostra tradizione popolare, Peppe Barra ha dimostrato ancora una volta di avere un estro geniale in grado di trasmettere al suo pubblico un fiume inarrestabile di emozioni, dalla risata più sonora alla commozione più autentica.

E lo dimostra ampiamente in questo viaggio nelle emozioni dei brani presentati durante il concerto stesso.

Interpreta in maniera straordinaria uno dei brani di colui che lo stesso Maestro indica come uno dei poeti più importanti del panorama musicale napoletano come Enzo Gragnaniello “Nun me lassa’”, insieme ad un altro poeta per eccellenza della musica italiana come Pino Daniele” con una dolcissima versione di “Cammina .. Cammina” una delle più belle versioni mai ascoltate per la dolcezza e la sensibilità del Maestro che la trasforma in una perla dell’anima, per passare poi ad un altro poeta questa volta dalla fama internazionale come Bob Marley che Peppe Barra reinterpreta con “nun chiagnere cchiu” che è un vero e proprio quadro sulle emozioni e sul vissuto di una città bellissima ma complicata come Napoli, un “blues napoletano” dell’anima.

Peppe Barra affascina anche con i suoi racconti sul teatro, come quando racconta della bellezza dell’arte di Petito con “L’ammore” recitato magistralmente dall’artista con lo stile dell’interpretazione con la voce e una gestualità che ne fa un maestro assoluto del Teatro vero, quello con la T maiuscola in tutto le sue sfaccettature.

E ancora tanti i brani in scaletta, come “Piccire’” tratta dal suo album “N’attimo “dedicato a sua mamma Concetta Barra, composto da Piero Gallo, altro straordinario musicista e compositore, che rende tale brano paragonabile ad un vero e proprio gioiello della canzone classica  napoletana, “Papaveri e papere” straordinario esempio del talento creativo del Maestro che con la sua voce e la sua interpretazione del brano che fu portato al successo da Nilla Pizzi, lo trasforma in una vera e propria chicca teatrale, come nel caso di “Uallarino” dove interpreta con un tono sempre diverso tutti gli animali della filastrocca popolare, seguito da “L’amore no” per la quale assume uno stile un po’ da crooner napoletano un po’ da attore ironico e irriverente ma divertentissimo, come straordinario nel  brano blues per eccellenza “Shit Struck Street Blues” nato apposta per le sue indiscutibili doti da voce blues man napoletano  che ha emozionato e  divertito fino alla lacrime il pubblico in sala.

 La sua voce gli consente di raggiungere in scena risultati mirabili, con il sostegno di musicisti straordinari che da lungo tempo sono i suoi compagni di viaggio e che sapientemente partecipano alla preparazione delle pozioni di Peppe, mescolando timbri e scale di tradizioni musicali diverse, creando un sound in cui si mescolano tradizione ed innovazione.

Nel finale del concerto ovviamente non poteva mancare quella che lo stesso Peppe Barra ha definito come “Tammurriata d’autore”, una bellissima interpretazione di “Tammurriata nera” dove viene narrato, dietro alla maschera ridanciana e divertente del popolo napoletano il dolore della guerra vissuta nella propria vita e nella propria carne come quella vissuta negli ultimi tempi della Seconda guerra mondiale allo sbarco degli americani. Nel tempo, come racconta lo stesso Maestro Barra “L’ho trasformata nel tempo, e l’ho intesa come un grido di dolore e ribellione al dolore stesso e l’ho dedicata alle donne, contro la violenza che ancora oggi viene fatta contro le donne, e il mio grido di dolore e il mio personale basta violenza”  e nel bis richiestissimo a gran voce da tutto il pubblico presente in sala con “Uocchie c’arraggiunate” dedicata alla mamma Concetta Barra e ad Eduardo De Filippo che ama moltissimo questa bellissima canzone della tradizione napoletana.

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