Recensione: Monty Alexander e El Comite’ Cuban Groove ospiti di Umbria Jazz Weekend

Di Annamaria De Crescenzo
Foto di SpectraFoto (http://www.spectrafoto.com)

Dopo un avvio di enorme successo dell’edizione Umbria Jazz Weekend iniziata giovedì 16 settembre con tutta la città di Terni in totale accoglienza degli artisti presenti in cartellone nei vari concerti programmati sia nei vari locali della città che si sono resi disponibili come l’Ecurie, il Pazzaglia, il Ristorante Piazzetta, il Fat Art Club, il Caffe del Corso, il Rendez Vous, il Mishima,  e la straordinaria location dell’Anfiteatro Romano con il suo main stage e il pre concerto serale negli spazi del Baravai Stage, venerdì 17 settembre il nostro arrivo ad Umbria Jazz è iniziato con lo straordinario concerto di Monty Alexander Trio seguito da quello di El Comité Cuban Groove.

Già dalle prime ore in città e dall’affettuosa accoglienza in sala stampa da parte di Cristiano Romano, addetto stampa di Umbria Jazz, e di tutto lo staff organizzativo, ci aveva dato la conferma della necessità sia degli organizzatori, staff, artisti che del pubblico stesso, di un necessario ritorno alla normalità dopo più di un anno di lontananza dai concerti live, dalle amicizie che si stringono sotto palco tra i fotografi, stampa, staff, e dal desiderio di viversi e assaporare ogni istante di questa bellissima atmosfera che solo un concerto jazz sa donare al proprio pubblico.

Umbria Jazz è un mondo a sé, un mondo di amicizie, di progetti, di persone che vivono di musica ma anche di arte, cultura, di scambio di esperienze musicali diverse perché provenienti da ambienti musicali diversi.

Umbria jazz è incontro, è vita, è passione, è non fermarsi mai di fronte alle difficoltà, è lavoro, è turismo per le città che ospitano le quattro rassegne che ogni anno si ripetono in altrettanti mesi dell’anno e che richiamano a Perugia, Orvieto e da qualche anno anche Terni migliaia di appassionati del Jazz che tornano ogni anno con un entusiasmo che solo frequentando un festival così ben organizzato si riesce a vivere.

E anche quest’anno nonostante le difficoltà organizzative legate appunto al periodo post covid con innumerevoli restrizioni che hanno messo a dura prova ma, ampiamente superata, gli organizzatori e lo staff sia direttivo che tecnico siamo stati entusiasti spettatori di una rassegna che, si può tranquillamente affermare, è stata un autentico successo.

Inoltre gli artisti invitati al Festival sono sempre delle straordinarie scoperte o delle meravigliose riconferme che il talento esiste e la fa da padrona ad Umbria Jazz.

La prima grande emozione del nostro “viaggio ” all’interno di Umbria Jazz weekend ci è stato dato proprio dal concerto serale all’Anfiteatro con Monty Alexander Trio composto da   Monty Alexander al pianoforte, Paul Berner al contrabbasso, Jason Brown alla batteria.

Monty Alexander è uno dei maggiori pianisti di tutta la storia del jazz, con in una carriera che dura da cinque decenni. Un artista di culto, che ancora oggi, gira il mondo senza sosta con vari progetti, deliziando un pubblico globale attratto dalla sua vibrante personalità e dal suo messaggio profondo.

 Calca le scene dal lontano 1958, ha inciso oltre 75 album a suo nome e la sua carriera è una collezione di successi internazionale inarrivabile. Lungo questa strada artistica, ha suonato e inciso con artisti provenienti da ogni angolo possibile dell’universo musicale: Frank Sinatra, Tony Bennett, Ray Brown, Dizzy Gillespie, Sonny Rollins, Clark Terry, Quincy Jones, Ernest Ranglin, Barbara Hendricks, Bill Cosby, Bobby McFerrin, Sly Dunbar e Robbie Shakespeare. Le origini giamaicane hanno lasciato una traccia inconfondibile di vivacità e solarità nel suo approccio musicale. “Il ritmo, il tempo sta sempre alla base delle composizioni che scrivo”, dice. “Quando suono il mio unico obiettivo è che la gente si senta bene e si diverta. Mi sento un ponte tra due culture, quella giamaicana e americana”.  Il suo jazz luminoso e spettacolare, a tratti travolgente, coniuga melodia e swing in una miscela cui è difficile resistere.

Elegantissimo nel suo completo scuro e camicia bianca, si è presentato al pubblico di Umbria Jazz con grande carisma e grande talento, conquistando tutto il numerosissimo pubblico presente all’Anfiteatro con composizioni originali e brani standard jazz arrangiati in maniera assolutamente straordinaria.  Con grande energia ha intonato anche alcuni brani della musica giamaicana famosissimi in tutto il mondo e che lui ha suonato con grandi sorrisi e grande entusiasmo, sottolineando cosi che davvero il jazz è dialogo con le musiche di tutto il mondo.

Dalla sala si è percepito sin dai primi brani di essere di fronte ad un genio della musica dal talento davvero inarrivabile, coadiuvato da due altri talenti sia alla batteria che al contrabbasso che lo hanno aiutato a creare uno straordinario feeling con il pubblico che lo ha letteralmente adorato e applaudito a lungo fino a farlo ritornare sul palco (e ad Umbria jazz è un evento raro per questioni di tempi ) con la moglie Caterina Zapponi che ha dedicato al pubblico una bellissima interpretazione di “Estate”.

Veloce cambio di strumenti sul palco, grazie all’ottimo lavoro di tutta la squadra dei tecnici di palco, e il secondo concerto della serata vede l’arrivo sul palco di El Comité Cuban Groove ossia Irving Acao, sax Carlos Sarduy, tromba Rolando Luna, pianoforte e Fender Rhodes Gastón Joya, basso Rodney Barreto, batteria Yaroldy Abreu, percussioni Harold Lopez-Nussa, pianoforte e tastiere. Sette dei più accreditati musicisti cubani contemporanei – tutti solisti, compositori, arrangiatori, giovani ma già con importanti carriere alle spalle – che nell’anno 2017 hanno formato una band in vista di un concerto a Tolosa, nel sud della Francia e che da allora hanno dimostrato che non era una band nata solo per tale occasione ma che quell’incontro avrebbe dato vita ad un gruppo affiatatissimo che avrebbe avuto un enorme successo.

Sin dal loro arrivo sul palco di Umbria Jazz hanno dimostrato di avere un’enorme energia e un incredibile talento di fondere insieme vari generi musicali come l’afrobeat, funk, latin jazz, senza mai dimenticare le sonorità della musica popolare cubana. Il risultato è stato un insieme esplosivo di energia, divertimento, musica che ha fatto entusiasmare e divertire tutto il pubblico.

Per noi la serata non è finita con l’energia del palco dell’Anfiteatro anche se già molto tardi, ma abbiamo scelto di iniziare il nostro piccolo viaggio all’interno della musica dei club scegliendo di andare ad ascoltare e fotografare uno dei gruppi ormai veterani di Umbria Jazz, spesso ospiti sia a Perugia che a Orvieto: Daniele Scannapieco Quartet.

Ospitati nella sala concerti del Mishima, Daniele Scannapieco straordinario sassofonista campano ha dato vita insieme al suo gruppo formato da Michele Di Martino al pianoforte, Tommaso Scannapieco al contrabbasso, Luigi Del Prete alla batteria. È un progetto molto affiatato, dotato di un grande interplay tra i musicisti che suonano insieme da tantissimi anni. Ogni sera hanno creato la vera atmosfera dei veri jazz club con l’esecuzione di brani standard jazz di grande respiro internazionale e di proprie composizioni originali, il talento di Daniele Scannapieco come di tutti gli altri componenti del gruppo e’ indiscutibile ma ancora di piu’ la loro naturale bravura di poter “raccontare” il jazz in maniera semplice e immediata e al talento, spesso dimenticato, di saper conquistare il pubblico anche quello non necessariamente esperto di jazz all’ascolto di tale genere musicale. Inoltre, al gruppo va dato merito di essere aperti ad ospitare nei loro concerti anche altri musicisti in un reciproco scambio di conoscenza ed esperienza musicale in piena collaborazione e desiderio di crescere professionalmente senza alcuna preclusione. Insomma un’altra grande conferma dello spirito di condivisione che anima da sempre Umbria Jazz e che ci porta ad aspettare il terzo giorno di Umbria Jazz weekend con grande attesa ed entusiasmo e che racconteremo nel prossimo articolo.

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