Recensione: Danilo Rea e Fiorella Mannoia/ Ida Nielsen & The Funkbots ospiti di Umbria Jazz weekend 2021

Di Annamaria De Crescenzo
Foto di SpectraFoto (http://www.spectrafoto.com)

L’atmosfera mattutina di Terni che inizia a prepararsi per accogliere il terzo giorno di programmazione musicale è galvanizzante. Tutta la città si è preparata da tempo per accogliere questa grande maratona della musica e i locali che hanno allestito gli spazi per i concerti previsti nei loro luoghi si danno da fare con grande entusiasmo sin dal mattino per preparare le sale dei concerti che, come da programma, iniziano già dall’ora del pranzo.

La nostra giornata di Umbria Jazz inizia proprio in uno di questi locali, il Caffè del Corso, che ospita il trio di Accordi e Disaccordi. In tanti in sala, non solo per gustare le ottime prelibatezze preparate dallo staff del locale, ma soprattutto per ascoltare la musica del Trio composto da   Alessandro Di Virgilio alla chitarra, Dario Berlucchi alla chitarra e Dario Scopesi al contrabbasso, composta da sonorità che combinano le più disparate influenze jazz, blues e della musica tradizionale, con originali sonorità dal gusto cinematografico, mantenendo una matrice stilistica gipsy jazz. Tra i simboli di Umbria Jazz, visto che ormai sono ospiti fissi delle varie rassegne annuali, rappresentano un progetto italiano molto attivo nel panorama swing nazionale ed internazionale oltre ad incarnare una rarità musicale tutta italiana, come afferma lo stesso Emanuele Cisi, altro grande artista jazz di fama internazionale che li ha definiti “virtuosi di corde che si esibiscono con un entusiasmo contagioso, regalando al pubblico divertimento intriso di swing e aromi gipsy”.

Il loro repertorio è composto da brani originali le cui sonorità combinano le più disparate influenze jazz, swing, blues e della musica tradizionale, con originali sonorità acustiche e dal gusto cinematografico, mantenendo un’iniziale matrice stilistica gipsy jazz, influenzata dalle sonorità del chitarrista Django Reinhardt. La bellezza di un concerto di Accordi Disaccordi è l estrema semplicità con il quale il Trio presenta al pubblico la sua musica, anticipata sempre da una presentazione dello stesso Dario Berlucchi che, con grande carisma, riesce a catturare l’attenzione del pubblico, narrando la storia della musica gipsy alla quale le loro composizioni originali si sono ispirate, la vita dei musicisti che li hanno conquistati come appunto Django Reinhardt. Molto bella ed emozionante una delle loro composizioni originali “Stay” che il regista Walter Veltroni ha scelto come colonna sonora del film “Fabrizio De Andre’ e PFM il concerto ritrovato” che coniuga perfettamente il binomio emozioni/musica nella sua interezza e profondità.

Il pomeriggio invece è la volta di un altro bel locale il Rendez-vous in Piazza San Francesco proprio di fronte all’omonima Chiesa di San Francesco che durante tutta la rassegna ha ospitato in due set sempre di grandissimo successo di pubblico (ore 18.30 e 22.30) il concerto di Piero Odorici & Roberto Rossi sextet feat Stephanie Belmondo.

Una band strepitosa da grande emozione quella che vede sul palco del Rendez-vous formata da Piero Odorici sax tenore, Stéphane Belmondo tromba e flicorno, Roberto Rossi trombone, Paolo Birro pianoforte, Aldo Zunino contrabbasso, Anthony Pinciotti batteria.

Il sestetto è guidato dal trombonista e arrangiatore Roberto Rossi e dal sassofonista Piero Odorici, due musicisti importantissimi della scena nazionale. Rossi ha fatto parte di varie orchestre sinfoniche (Orchestra Sinfonica di Sanremo, Orchestra della RAI, Orchestra del Rossini Opera Festival, Orchestra Regionale Toscana) e vanta una notevole attività jazzistica, oltre che nella didattica. Odorici è un punto di contatto privilegiato tra il jazz italiano e quello americano e ha collaborato con musicisti di fama come Cedar Walton, George Cables, Eumir Deodato, Curtis Fuller, molto conosciuto dal  pubblico di Umbria Jazz visto che gli organizzatori del Festival gli affidano da anni i concerti della resident band del club di mezzanotte e sono sempre concerti e jam session seguitissime dal pubblico, soprattutto quando vedono alternarsi sul palco grandissimi musicisti italiani ed internazionali in un’atmosfera di condivisione di esperienze musicali e di talenti senza alcun limite che raramente si verificano in rassegne importantissime a livello internazionale come questa.  Ospite speciale del quintetto è il trombettista francese Stéphane Belmondo, più volte vincitore dei referendum “Victoires du jazz” nelle categorie disco dell’anno e artista dell’anno. Belmondo ha suonato anche con le orchestre di Michel Legrand e Laurent Cugny, quando questa collaborò con Gil Evans. Tra gli altri, ha lavorato con Dee Dee Bridgewater e Milton Nascimento, ma la lista delle sue partnership musicali, sia in patria che nei soggiorni americani, è lunga e fa di lui uno dei personaggi di rilievo del jazz europeo.  Tutto questo fa capire che la forza di tale gruppo è un’eccezionale competenza e bagaglio musicale di tutti i musicisti del gruppo che fa sì che il concerto sia un evento straordinario che rende l’idea della bellezza e della forza del jazz sia in composizioni originali dei musicisti del gruppo che dei brani standard jazz di maestri che fanno parte del bagaglio musicale di ognuno di loro.

La serata invece assume un’atmosfera diversa. Sono molti anni ormai che le scelte del Direttore Artistico Carlo Pagnotta propone sempre, in ogni edizione di Umbria Jazz, artisti che sembra che non appartengano minimamente al jazz ma che poi si rivelano concerti di grandissimo successo sia di pubblico che di critica. Uno di questi è proprio il concerto di Danilo Rea special guest Fiorella Mannoia, un duo che apparentemente appartengono a due stili e due mondi musicali differenti ma che insieme hanno creato una straordinaria alchimia di sensazioni, emozioni di grandissima bellezza musicale.

Danilo Rea è uno dei jazzmen italiani più popolari, con alle spalle una carriera straordinaria, anche per via di una sua particolare dote con la quale riesce ad adattarsi ad ogni contesto, ed in particolare alla canzone, come testimoniata dalle collaborazioni con molti cantanti come Gino Paoli e Peppe Servillo, e ovviamente Mina, e gli spettacoli dedicati ai cantautori (De André, Tenco).  Quella tra Fiorella Mannoia e Danilo Rea è una partnership che non nasce oggi e che si fonda sulla versatilità di entrambi, capaci di sconfinare in mondi sonori solo apparentemente diversi da quelli di appartenenza. Infatti, già qualche anno fa, proprio sul palco di Umbria Jazz Fiorella e Danilo offrirono un breve set con la formula voce-pianoforte che dava alle canzoni una dimensione intima ed emotiva.

Il concerto di sabato sera è stato ancora una volta la conferma della grandissima professionalità di entrambi gli artisti protagonisti del concerto stesso. Dopo le parole entusiastiche di Nick The Nightfly, amatissimo conduttore dell’intera rassegna dei concerti dell’Anfiteatro, sul talento di Danilo Rea, il pianista romano arriva, come sempre elegantissimo sul palco in abito scuro e camicia bianca ed emozionatissimo, vista l’eccezionalità della serata grazie alla presenza di un’artista stellare come Fiorella Mannoia, e nonostante i tantissimi anni di carriera, ha presentato una carrellata, come da lui stesso definito “un viaggio” tra la musica italiana ed internazionale, rivisitata, riarrangiata, rielaborata dal suo talento e dalle sue particolarissime doti di pianista jazz, trasformando tali brani come canzoni di Dalla, di De André in piccoli capolavori con straordinari “innesti” di brani di spessore internazionale come “Halleluia” e brani indimenticabili dei Beatles , che hanno incantato il pubblico presente.

Il pubblico è letteralmente esploso di gioia all’arrivo sul palco di Fiorella Mannoia, splendida nel suo abito nero. Bellissimo il suo commento iniziale “Ero dietro al palco ad ascoltare Danilo e mi ero “persa” ascoltando la bellezza della sua musica che quasi stavo dimenticando di salire sul palco! “. E ancora “Grazie Danilo per questa opportunità, per questo “viaggio” nelle emozioni che mi permetterai di fare stasera con te”. Ed appunto è stato un vero e proprio viaggio nella musica visto che insieme per più di un’ora hanno “attraversato” le emozioni di canzoni stupende sia della lunga carriera di Fiorella Mannoia che dei più grandi talenti della musica italiana. Iniziato con “O que será (A flor da terra)” di Chico Buarque , e “Come si cambia”, il concerto è proseguito con una bellissima versione di “C’è tempo”, “Che sia benedetta” “Sally”, storici successi della Mannoia ma tutti con una bellezza mozzafiato in una versione straordinaria di solo piano e voce che da risalto alla voce particolarissima della cantante che ne acquisisce in questo modo una bellezza ancora più intensa e coinvolgente. Ma l’artista dà ancora più emozioni con “La Cura” di Battiato, “Felicità” di Lucio Dalla, “Vieni via con me” di Paolo Conte che vedono una scatenata Mannoia e un super sorridente Rea perché

era un regalo che stavano facendo prima di tutto a loro stessi prima che al pubblico in quanto assolutamente improvvisato e anche qui l’interplay tra i due protagonisti è stata un’esperienza straordinaria e come tale arriva al pubblico che ne  è totalmente conquistato. Un lunghissimo applauso finale convince i due protagonisti a tornare sul palco per intonare una straordinaria versione di “Quello che le donne non dicono” con una Fiorella Mannoia che incanta il numerosissimo pubblico presente all’Anfiteatro per un concerto in sold out appena pubblicata la data sul sito di Umbria Jazz.

Subito dopo nel consueto secondo concerto previsto per la serata, l’arrivo sul palco di Ida Nielsen & The Funkbots

Chiunque affermi che le donne non possono rockeggiare come i loro colleghi uomini non ha mai sentito suonare Ida Nielsen. La bassista, cantante e compositrice danese continua a battere le corde come se non ci fosse un domani. La stella di Ida Nielsen nell’Olimpo dei bassi è salita quando Prince l’ha invitata alla sua formazione NPG nel 2010 e successivamente a 3rdEyeGirl. E ha centrato l’obiettivo perché la musicista danese ha preso in prestito  il funk, con tutto il necessario: slap, fingerstyle, improvvisazione, suono e presenza sul palco. Ma non renderebbe giustizia alla musicalità di Ida Nielsen ridurla solo per un po’ con i 3rdEyeGirl, perché non solo ha suonato in molte formazioni diverse per anni, ma è anche in viaggio con il suo progetto. Nel 2019 Ida ha pubblicato il suo terzo album “Time 2 Stop Worring”,dopodiché puoi ascoltare un misto di funk oldschool con hip-hop, reggae e un tocco di world music. E ovviamente sempre con tanti bassi!

L’elenco dei loro soprannomi è lungo: Bass Ida, Bassida e Ida Funkhouser. Non importa come venga chiamata questo genio del basso, questa donna suona come se fosse lo strumento stesso e i suoi orizzonti musicali sono assolutamente senza confini. Nessun genere sembra sfuggire alla sua voglia di sperimentare. Rock, soul, funk, hip hop. Nielsen fa anche rap ogni tanto

La maturità acquisita le ha permesso di intraprendere con successo il percorso di leader alla testa del suo gruppo, The Funkbots, e di produrre cinque dischi, l’ultimo dei quali, uscito l’anno scorso, che ha segnato una svolta verso un suono più intimo e più soft. La band ha una energetica line up multinazionale, con un virtuoso della chitarra elettrica come lo scandinavo Oliver EngQvist, il rapper Kuku AgamiPhong Le alle tastiere e voce e Patrick Dorcean alla batteria. Il concerto è stata un’autentica esplosione di energia e il pubblico ha testimoniato di apprezzare tantissimo la proposta musicale del gruppo dedicandogli lunghissimi applausi. Insomma, ancora una volta Carlo Pagnotta ha avuto “coraggio” nel proporre un’artista fuori dagli schemi di un jazz puro ma ha avuto ancora una volta ragione.

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