Recensione: Manu Chao a Verghereto ospite della rassegna Dante Trail

Recensione e Foto di Max Radicchi (www.massimoradicchi.it)
Sveglia presto, si riparte. Un nuovo concerto.
Questa volta non sono solo, due miei cari amici vengono con me, loro in veste di pubblico pagante e io come fotografo.
Un’ora di macchina tra le curve, in mezzo alla natura, in mezzo ai boschi.
Arriviamo alle Balze di Verghereto, parcheggiamo la macchina.
Voi penserete :”sono arrivati, parcheggiano e si godono il concerto…”.
Beh…non proprio.Tre percorsi diversi…inferno, purgatorio e paradiso.
Pensate a Dante? E fate bene, perché nella valle del Savio, lui passo’ e stazionò. I
l festival organizzato da Retropop Live si chiama Dante Trail, rifacendosi proprio al sommo poeta e alla più Divina delle opere mai scritte.
Il percorso Infernale richiede 4 ore di camminata circa
Difficoltà alta.
Il purgatorio richiede circa 1h e 40 minuti con salite però di tutto rispetto. Difficoltà media.
Il terzo ed ultimo percorso ( Paradiso) richiede circa 1h e 20 minuti e una difficoltà medio-bassa.
Scelgo il purgatorio. Non è infin dei conti la vera condizione del genere umano?
Si parte dal paesino e si sale.Proviamo immediatamente a rompere il fiato ma subito una ripida salita ci mette un po’ in difficoltà.
Ho 30 kg sulle spalle. Simone va veloce e fa da traino, poi nel giro di 20 minuti, il nostro sherpa (Gigi) ci sorpassa entrambi e crea il vuoto. Non lo vedremo più per 40 minuti.
Andiamo avanti di buon passo…prima dell’ultima salita ricompare Gigi di corsa.
Io ho la lingua di fuori, fa freddo , ho messo una maglia. Simone in maniche corte.
Gigi a petto nudo.Eroe.
Finalmente scorgiamo delle figure Dantesche di giallo vestite (gli steward) .
Prima selezione, biglietti e accrediti. Altri 100 metri, altra velocissima fila (passo subito, poiché accreditato) e siamo dentro. O meglio…fuori.
Di fronte un mare d’erba…una quercia in mezzo al prato…Piccolo,piccolo ,piccolo un palchetto. Più che un palco, sembra una scrivania.
Il vento si fa sempre più forte…ci porta quasi via. Sembra piovere, invece no.
Teli…tappeti…zaini…birra ,vino e piadine. Mi piazzo vicino alla console.
La gente continua ad arrivare dai vari percorsi.
Il clima è di festa.L’odore è inconfondibile e non mi riferisco a quello delle piadine.
L’unico green pass richiesto è quello della natura. Della natura che si fonde con la musica…
In lontananza vedo del movimento mi avvicino , penso:”e’ lui!”.
Cazzo no. È Biagio Antonacci ( venuto anche lui a godersi il concerto ).
Saluti, selfie con gli astanti. Me ne ritorno al mio posto.
Concerto ritardato di due ore causa vento che nella notte ha divelto bar , palco e tutto quello che si poteva portare via.
Dopo circa un’ora, ancora una volta vedo movimento…ricorro la’. Stavolta è lui.
Inconfondibile.Con il suo cappellino.
Saluta tutti come farebbe un vecchio amico arrivato in ritardo ad una festa.
Sale sul palco, la gente non si tiene più…la sicurezza ha le sue difficoltà.
Le mille anime che hanno attraversato inferno, purgatorio e paradiso lo aspettavano da 4 ore.
Mille anime ed un clandestino.
Che il concerto abbia inizio.
Il vento va, il vento viene.
Un concerto strepitoso.
Quando ho la fortuna di assistere a questi spettacoli penso che
il mio sia il lavoro più bello del mondo.
I miei amici si divertono ed io con loro. Le ragazze dietro di me ballano per due ore e mi chiedono foto.
Il tempo si è fermato.
A nessuno è dato sapere cosa ci accadrà domani…perché la vida es una tombola.
Manu Chao dopo Dante è passato di lì.
Verghereto 5 agosto 2021.