Recensione: Antonio Fresa in “Piano Verticale a soundtrack experience” per Napoli Jazz Winter 2020

di Annamaria De Crescenzo
foto di SpectraFoto (www.spectrafoto.com)
È rarissimo ormai che organizzatori e imprenditori legati al mondo musicale ad avere modo di poter ideare, progettare e realizzare una rassegna, un festival, un semplice evento. Le norme anticovid, la diffidenza del pubblico, le paure di un possibile contagio allontanano il pubblico dagli eventi, e ci vuole molto coraggio e molta determinazione a far sì che si possa ritornare alla normalità, fatta di emozioni e alla gioia che solo una serata di buona musica può dare. E quando capitano tali serate non si può che apprezzare, sostenere ed applaudire il “coraggio” di chi sta facendo di tutto per tornare alla vita di sempre. Uno di questi uomini coraggiosi è sicuramente Michele Solipano che ha fortemente voluto organizzare l’edizione 2020 di Napoli Jazz Winter per conto dell’Associazione Napoli Jazz Club di Napoli, iniziata con grande successo venerdì 16 ottobre all’Auditorium salvo D’Acquisto del Vomero con il concerto di Antonio Fresa in piano solo in “Piano Verticale a soundtrack experience” e che continuerà con altre due serate, sempre ad ottobre e sempre nello stesso Auditorium, il 24 con Carlo Lomanto in “Passione”omaggio in jazz alla canzone napoletana e il 30 con Lello Petrarca in piano solo con l’omaggio alla musica di Ennio Morricone.
Pianista, Compositore, Arrangiatore, Produttore, Antonio Fresa ha avuto una formazione musicale eclettica che si arricchisce di un’esperienza di tre anni negli Stati Uniti presso l’Università Berklee School of Music e successivamente di un percorso classico che lo porterà al diploma in pianoforte presso il Conservatorio.
Ha dedicato i suoi primi anni di attività alla scrittura di arrangiamenti e composizioni originali per ensemble jazzistici e cameristici, oltre a dedicarsi alla produzione e a lavorare come assistente musicale alle musiche di diversi sceneggiati e film per la televisione, oltre a firmare colonne sonore di diversi film come –“Non è Giusto”, – Il mio nuovo Strano Fidanzato (vers. per mercato italiano)- Il principe di San Sereno – El camp – La Cantata dei Pastori – L’Arte della Felicità
Nonostante un costante impegno in studio di registrazione come produttore, continua a dedicarsi all’attività di numerosi concerti in piano solo, oltre ad essere musicista nel gruppo di Joe Barbieri e di Nino Buonocore.
Il concerto di venerdì sera e un vero toccasana per l’anima. Antonio Fresa ha dimostrato non solo di essere un eccellente pianista ma anche un artista di una sensibilità fuori dal comune e da un profondo amore per la musica e per la composizione. Il progetto presentato segna una svolta nella vita artistica di Fresa in quanto e il racconto di un mondo di idee e di emozioni sussurrate, suscitate, ispirate dai tasti di un pianoforte verticale. Come ha lui stesso annunciato durante il concerto stesso “L’idea di tale progetto è nata dal desiderio e dall’esigenza di poter dare spazio ad uno strumento che accompagna noi pianisti sin dall’inizio dei nostri studi ed è appunto il piano verticale, quello che i genitori possono permettersi di acquistare al figlio che inizia a studiare musica e che lo accompagna per le tante ore che si dedicano allo studio di tale strumento e il suono che ne è derivato, anche grazie al fatto che ho deciso di suonarlo con la sordina, un particolare strumento che ne attutisce i suoni, per non dare fastidio ai vicini, quasi a farne un insieme di suoni ovattati, ma allo stesso tempo intrisi di una sorta di magia speciale”.
Il progetto, diventato anche un disco pubblicato dalla casa discografica The Writing Room, e nato per le Vatican Chapels sull’Isola di San Giorgio a Venezia che hanno trasformato una visita tra natura ed architettura in una vera e propria esperienza multisensoriale, sottolineata dalla musica che è una vera e propria colonna sonora firmata da Antonio Fresa che ha creato undici composizioni, una per ciascuna delle installazioni, più il tema Close Afar riservato al Padiglione Asplund, firmato da Francesco Magnani e Traudy Pelzel, un vero e proprio preludio narrativo alla visita, non musica didascalica, bensì una struttura evocativa in grado di far emergere una nuova dimensione dalla visita.
La sua musica è un lungo piano sequenza fatto di suoni evocativi che portano a galla e dove si mescolano parole intrise di poesia, immagini, luoghi, volti accompagnati da ricordi, sensazioni, emozioni. Non a caso Fresa ha molta confidenza con il linguaggio cinematografico avendo composto varie colonne sonore, tra cui i meravigliosi temi di Cinque (colonna sonora del documentario di stefano Incerti mai uscito ma che è stato riportato nel disco) El campo (scritto per un film argentino) e Perdita qui riletti in una chiave particolare da piena atmosfera un po più intimistica che solo la musica del piano solo sa donare.
Di grande atmosfera il brano “Tra sette anni” forse il più bello di tutto il progetto, e come definito dallo stesso musicista “un brano per fare pace con il futuro, pensato per riappropriarsi del significato del futuro e della progettualità a lungo termine che sembra un concerto lontanissimo da noi, soprattutto in questo periodo così difficile , ma è assolutamente necessario affidarsi a desideri grandi, immensi, ai sogni magari irrealizzabili ma importantissimi per continuare a sperare e a sognare”, e “Hanami” ispirato da diversi viaggi in Giappone per alcuni concerti in tournee in quella terra meravigliosa e che significa “Primavera” . Il pubblico ha seguito in assoluto silenzio l’intero concerto e ne è stato letteralmente conquistato sia dalla musica di Fresa che dalle sue parole, a tratti tenere, discrete, anche timide, espressione di un’anima altrettanto sensibile e umile dell’Artista, che verso la fine del concerto ha voluto coinvolgere il pubblico in un blues, chiedendogli di sottolineare il ritmo con lo schioccare delle dita, e regalandogli, in totale improvvisazione, un vero e propria chicca blues.
Prossimo concerto del Napoli Jazz Winter sabato 24 ottobre ore 21 con il concerto di Carlo Lomanto.
Evento assolutamente da non perdere
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