I cavalli di monsignor Perrelli con Peppe Barra al Teatro Cilea dal 13 febbraio

Una farsa in musica, in due atti, nei canoni e nello stile allegro, elegante della commedia all’antica italiana.

L’epoca è quella di Ferdinando IV di Borbone. Si dice che lo stesso re Ferdinando, e la regina Carolina, attendevano con ansia le visite del caro Monsignore, per cominciare la giornata con qualche sana risata. Fu cosìche nacque la leggenda di Monsignor Perrelli. Un uomo di chiesa, ma anche un eccentrico uomo di scienza, che spiattellava invenzioni divenute leggendarie, al limite della stupidità, portatore di surreale poesia, di pura follia, che racchiudeva, nel bene e nel male, le caratteristiche di un aristocratico, magari un po’ campagnolo, dell’ottocento.

In questo spettacolo si mette in scena il suo rapporto con Meneca, la sua fedele perpetua, vittima rassegnata delle sue stramberie. Barra é Meneca che, dopo aver subito le cretinerie del suo padrone, si sfoga, a tu per tu con il pubblico in sala, con i suoi irresistibili monologhi. Anche se, come accade in ogni coppia che si rispetti, continua ad accudirlo con attenzioni quasi materne, tenendolo al laccio con la sua arte culinaria di schietta tradizione campana.

Monsignore ha la testa tra le nuvole, Meneca ha i piedi per terra, due esseri distanti e vicinissimi, dipendenti l’uno dall’altra. I costumi, le scene, con il Vesuvio che incombe, fumante ed eruttante, dal balcone della villa, la dolcezza delle canzoni, tutto rimanda a quegli anni “felici” del primo ottocento. Quando la vita, come ancora si ama credere, scorreva leggera, nel profumo degli aranci, nella dolcezza delle canzoni, nella ricchezza del cibo, nella vista appagante del mare. Questo è l’ambiente, il pretesto, non per sobillare inutili nostalgie, ma per illuminare i giorni d’oggi con la forza liberatoria di una risata condivisa. Oltre ai due protagonisti, Peppe e Patrizio, complici fin dagli anni settanta di spettacoli colti e popolari, vi saranno altri due attori/cantanti, per dare ritmo, e divertente contrappunto, alle surreali situazioni scatenate da Meneca e dal Monsignore, anche con godibili intermezzi canori, accompagnati dal vivo da un virtuoso trio di musici.

 

Di Peppe Barra e Lamberto Lambertini

Con Patrizio Trampetti

Enrico Vicinanza

Luigi Bignone

Musiche : Giorgio Mellone

Scene: Carlo De Marino

Costumi: Annalisa Giacci

Regia : Lamberto Lambertini

 

http://www.teatrocilea.it/spettacolo/peppe-barra/

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