Umbria Jazz 18 : Emanuele Cisi in “No Eyes – Looking at Lester Young”
di Clementina Abbamondi Un altro concerto che ha creato grande emozione tra il pubblico del Teatro Morlacchi è stato il progetto che ha voluto omaggiare Lester Young il sassofonista statunitense famoso per il suo personalissimo stile come solista e per aver costituito un modello musicale per generazioni di jazzisti sia quelli che avrebbero dato l’avvio al movimento bepbop sia quelli che avrebbero definito il successivo cool jazz. Il concerto “No Eyes” è stato eseguito da un quartetto d’eccezione formato da Emanuele Cisi ,uno dei compositori e sassofonisti più apprezzati sulla scena del jazz internazionale ,Dino Rubino pianista eccellente che nel 1994 dopo aver visto suonare Tom Harrell decide di iniziare a studiare la tromba, Rosario Bonaccorso uno dei più importanti contrabbassisti italiani e Adam Pache un batterista giovane ma talentuoso che ha potuto perfezionare la sua tecnica studiando a New York con eccellenti maestri. Emanuele Cisi col suono personale e ricercato dello strumento e grazie alla profonda conoscenza della tradizione e a uno spiccato senso della melodia e dello swing ha esaltato i brani eseguiti nel concerto supportato dal meraviglioso suono della tromba suonata dal poliedrico Dino Rubino e dallo stile personalissimo di Rosario Bonaccorso che ha suonato il contrabbasso con il suo originale spirito d’improvvisazione che ha il vertice espressivo significativo nel connubio stilistico ed emotivo tra il suono della sua voce ed il suono del suo strumento .Il quartetto è riuscito ad evocare le atmosfere poetiche ed esistenziali che caratterizzano la musica di Lester Young . Il senso dello swing ma anche della malinconia del blues che sono gli elementi caratteristici del progetto. Il momento più toccante è stato quando il quartetto ha eseguito il bellissimo brano dedicato da Mingus a Lester Young poco dopo la morte del sassofonista “Goodbye Pork Pie Hat” il cui titolo fa riferimento al caratteristico cappello che portava sempre Lester young. Un brano struggente ricco d’improvvisazioni mirabilmente eseguito. |