Il sole splende in Indocina – Fabrizio Fedele
di Giorgio Borrelli
“Rendi lieve il tuo vivere e non graverai mai sulla vita delle persone che ami!”.
Fabrizio Fedele, chitarrista, compositore e arrangiatore partonepeo apre così la preziosa raccolta di racconti “Cerchi di Luce Soffusa”, edito da Spazio Creativo Edizioni, contenuta nel lavoro “Il sole splende in Indocina”, interamente scritto, arrangiato, suonato, missato e masterizzato da Fedele presso il Cellar Studio di Napoli.
Il progetto di Fedele è un lavoro minuzioso che, incrociando narrativa e note, ritaglia scene di vita quotidiana.
E’ un progetto complesso da cui emerge, in maniera lapalissiana, la maturazione artistica e personale dell’autore che con leggiadria concede spazio alla cd. “forma canzone” senza adagiarsi su virtuosismi tecnici, di cui è ben capace, ma ponendosi al servizio della narrativa corale e strumentale.
Al netto dei fronzoli a cui legioni di musicisti ci hanno abituato, mortificando la propria personalità, Fabrizio esprime un concetto assoluto: “La musica ha il potere di tenerti in vita a qualunque costo”. La musica al servizio di tutti.
Questo famelico bisogno di appagare la propria anima e, addirittura, il proprio corpo, ossia l’arte intesa come requisito fondante della e nella vita, l’autore lo rappresenta perfettamente nella serena solitudine di un “calice di vino”, momento in cui si dialoga con l’io.
I racconti, progressione naturale del linguaggio compositivo del chitarrista col vizio della penna, racconta un’umanità gioiosa e fragile, racconta il confronto con se stessi, con le proprie paure, con una disarmante semplicità, che tocca.
Checco, geniale pianista dall’anima nobile, che viene soffocato dalla puerile gelosia di una compagna che, come un vampiro energetico, lo priva di linfa vitale oppure la “boteriana Anna” che viene risucchiata nel vorticoso e superficiale mondo catodico. Anna vuole riscattarsi dall’atavica fame e rischia di stereotiparsi nella collettiva immagine della “perfezione fisica” senza accorgersi che la bellezza è nelle sue mani e nel modo in cui suona Bach.
Accettarsi, non farsi travolgere dagli ingannevoli modelli della società moderna che pretende automatismi emozionali, superficiale perfezione di stampo ariano che non ha alcun senso.
La musica è l’ultimo avamposto della mistica dell’anima, concetto chiarito proprio in “Anima” dove Bob, chiatarrista dalle superbe doti tecniche, è dipinto come un meraviglioso castello Disney ma vuoto, privo di contenuti, privo appunto di quella scintilla che la Musica pretende con spasmodica energia, così come farebbe Lucifero per un’anima.
L’allegorico “fitness musicale”, specchio di un mondo che dà risalto alla superficiale disorganizzazione dell’ego, protesi social che avvinghia tutti o quasi, va debellato!
Comunicare è la parola d’ordine poichè: “Quando la musica è scritta con cuore varca qualunque confine”.
La raccolta prosegue con altri camei, “Qualcuno ha detto che quando Dio ti toglie qualcosa te lo restituisce sotto altra forma … Annette era fatta di musica. Fedele narra del riscatto di un’anima “baciata da Dio”, di un talento umile, poichè il “dono della musica” non ha carattere personale.
Le composizioni, tre tracce in tutto, riassumono in pieno questa filosofia.
A partire dal primo estratto, “Alba”, a seguire “Il sole splende in indocina” e “Tramonto”, il chitarrista e compositore napoletano dipinge paesaggi impressionistici, difficili da illustrare.
I brani vanno ascolati in religioso silenzio, ad occhi chiusi, magari da soli.
Il pettine ed il nodo, reprimere se stessi o esprimersi, accettare i propri limiti, riconscersi, amarsi.
Fabrizio ci racconta dell’Amore, quello con la “A” maiuscola, l’Amore vissuto, sofferto, che supera ostacoli fisici e mentali, pregiudizi, luoghi comuni.
Un Amore maturo ed assoluto, verso gli altri e verso se stessi.
Fabrizio Fedele è un talento al servizio di tutti.
Vivi libero e senza confini e l’amore ti troverà.
Giorgio Borrelli.
@carteecartuscelle.