Franco del Prete: la storia della musica sul palco del 1 Maggio a Napoli

di Annamaria De Crescenzo
Foto: SpectraFoto

La storia della musica sul palco del 1 Maggio: Franco del Prete, classe 1943, ancora attivissimo e uno dei batteristi più bravi del panorama musicale italiano. Una carriera artistica di cinquant’anni di successi. Debuttò nella prima metà degli anni ’60 con gli Showmen con i quali raggiunse un successo strepitoso. Dopo l’uscita di Mario Musella dal gruppo, fondò insieme all’amico di sempre James Senese “Napoli Centrale” partecipando anche come autore di testi alla pubblicazione di tre album ed ottenendo grandi risultati e seguitissimi concerti in tutta Europa e preparando la strada alla nascita e all’affermazione del cosiddetto “Neapolitan Power” e di Pino Daniele, il quale iniziò la sua carriera artistica come bassista proprio del gruppo Napoli Centrale.

Negli anni successivi continuò la sua carriera di batterista e di autore collaborando con Gino Paoli, Eduardo De Crescenzo, Sal da Vinci, Peppino di Capri, oltre che Lucio Dalla, Raiz, Zulù, Tullio De Piscopo, Peppe Barra, Enzo Avitabile e tanti altri.

Dal 2006 un nuovo progetto: i Sud Express con i quali pubblica due album “L’ultimo Apache” e “Radice “un progetto di Enzo Gragnaniello.

Nel 2016 riprendendo la collaborazione con James Senese scrive i testi e registra l’album di Napoli Centrale “’O sanghe”.

  •  Cosa significa per un musicista come te che è la storia della musica per tutti quelli che come me amano la tua musica partecipare ad una giornata del 1 Maggio come questa?

A Napoli non è la prima volta che i musicisti si uniscono e suonano insieme. A differenza delle altre città noi sentiamo molto la volontà di stare insieme perché la nostra città è piena di musica e vive di musica. Per me già stare qui è importantissimo, sono emozionato come non mai, è come se salissi su un palco per la prima volta, mi auguro quindi di suonare bene, di essere all’altezza di una manifestazione importante come quella di oggi.

  • In una giornata come questa che unisce generazioni diverse di musicisti in un unico insieme di musica, vogliamo ricordare un Musicista importantissimo per tutti noi quale e sarà sempre Rino Zurzolo. Un tuo ricordo di lui.

Come musicista lo sanno tutti che era un musicista straordinario, di fama internazionale. Ma la cosa importantissima di Rino che era anche un uomo eccezionale, di una delicatezza incredibile, di un’umiltà rara da trovare, uno dei pochi che, rispetto ai giovani musicisti che si rivolgevano a lui per consigli, suggerimenti, idee, si mostrava sempre disponibile e sempre pronto a spronarli a continuare a studiare, ad approfondirsi sulla musica e a migliorare sempre di più. Una persona stupenda che viveva di musica ogni giorno, perché della musica non si parla, si fa.

  • E tu di musica ne hai fatta nella tua lunga carriera, ma l’hai anche trasmessa non solo ai tanti giovani che hanno imparato ad amare e suonare la batteria come te, ma anche a tuo figlio (Francesco Del Prete ndr) che è qui insieme a te oggi, impegnato in un’altra formazione

Quando seppi che aveva scelto la musica ne sono stato felice. E gli ho sempre detto che è un uomo fortunato, perché al di là del successo professionale che può arrivare, vivere di musica e grazie alla Musica è una fortuna, perché è un arricchimento per la propria persona e per la propria anima. Suonare è un po’ come aiutare il prossimo a vivere meglio, condividere le emozioni di un brano che hai scritto o semplicemente che interpreti con tutto te stesso può aiutare un altro a sentirsi sollevato, anche se per poco tempo, dai propri problemi, dai propri affanni. Essere musicista è tutto questo per me.

  • Un messaggio di Franco Del Prete per tutto il pubblico che ti ascolterà nello spazio riservato ai Sud Express che ricordiamo è la band con la quale salirai oggi sul palco di questo 1 Maggio è a tutti i ragazzi che fanno musica o vogliono scegliere la musica come proprio lavoro

Ai ragazzi che fanno musica dò sempre lo stesso messaggio: non vi fate condizionare dalle mode del momento, partite sempre dalle vostre radici, dall’appartenenza alla vostra terra, alla vostra identità culturale. Siate voi stessi e quello che la vostra Terra vi ha insegnato ad essere. Non vi fate fagocitare da culture che non vi appartengono, come quella dei rap americani, che vi trasformerebbero in grottesche caricature degli originali, ma siate quello che sentite dentro. E al pubblico che è intervenuto oggi, continuate ad affermare l’importanza di valori come accoglienza, condivisione, pace nel mondo senza barriere e senza razzismo, perché è solo di questo che abbiamo bisogno, non di altro.

 

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