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Umbria Music 2025 – Nove serate all’Arena Santa Giuliana tra fuochi d’artificio sonori, grandi ritorni e nuove visioni

Di Annamaria De Crescenzo
Foto di Mario Catuogno (http://www.spectrafoto.com)

Perugia si è confermata anche quest’anno capitale della musica internazionale con la nuova edizione di Umbria Jazz – o meglio, Umbria Music, come forse sarebbe più corretto definirla guardando al vasto spettro sonoro che ha attraversato l’Arena Santa Giuliana dal 12 al 20 luglio 2025.

La manifestazione, tra i festival musicali più importanti d’Italia e d’Europa, ha offerto un cartellone eclettico, capace di unire nomi storici e leggende viventi a giovani promesse, in una continua alternanza di stili, generi e visioni. Un evento che riesce da decenni a parlare a pubblici diversi senza mai perdere qualità né coerenza.

L’Arena Santa Giuliana, come da tradizione, è stata il cuore pulsante della rassegna. Ogni sera – a partire dalle ore 21 – migliaia di spettatori hanno gremito spalti e platea, con un’affluenza continua, appassionata e partecipe, testimoniando il profondo legame che da anni unisce Perugia alla grande musica dal vivo.

Il racconto dei concerti – Dalla classe del jazz alla spettacolarità pop

Sabato 12 luglio ha aperto le danze Stefano Bollani, figura ormai iconica del panorama musicale italiano, che ha stupito con la consueta miscela di virtuosismo pianistico, ironia e improvvisazione. Il suo concerto, brillante e imprevedibile, ha subito catturato l’attenzione del pubblico.

A seguire, I Patagarri, giovane formazione emergente, hanno portato sul palco un live solido e travolgente, con un mix di jazz elettrico, groove mediterraneo e ritmi contaminati che ha sorpreso anche i più tradizionalisti.

Domenica 13 luglio, due giganti: Dianne Reeves, con la sua voce profonda e calda, ha incantato con interpretazioni piene di sfumature e forza espressiva. È stata una vera lezione di eleganza vocale.

Dopo di lei, Herbie Hancock, maestro assoluto del jazz moderno, ha accompagnato il pubblico in un viaggio sonoro tra tradizione e sperimentazione, toccando punte di lirismo, elettronica e improvvisazione che solo lui sa orchestrare.

Lunedì 14 luglio, ha aperto Samara Joy, giovanissima voce dal timbro puro e maturo, che si sta rapidamente affermando come erede spirituale delle grandi vocalist jazz del passato. Il suo repertorio è stato eseguito con intensità, controllo e naturalezza. Subito dopo, Gregory Porter, artista che non ha bisogno di presentazioni: la sua voce profonda, il carisma, la capacità di toccare il cuore con ogni nota hanno reso il concerto uno dei più emotivamente coinvolgenti dell’intera edizione.

Martedì 15 luglio, la potente vocalità di Ledisi, tra gospel, soul e R&B, ha scaldato l’atmosfera con un’esibizione appassionata, tra grande tecnica e presenza scenica. Nel secondo concerto, Kurt Ellington & The Yellow Jackets hanno offerto un concerto dalla scrittura raffinata e dal groove controllato, in perfetto equilibrio tra composizione e improvvisazione.

Mercoledì 16 luglio è stato il giorno delle sei corde: Lee Ritenour, col suo tocco inconfondibile e la sua eleganza musicale, ha proposto un concerto pieno di finezza e groove. Poi è stata la volta di Steve Vai & Joe Satriani, che hanno trasformato l’Arena in un’arena rock. Virtuosismo, interplay spettacolare, momenti di pura energia elettrica: la platea ha risposto con entusiasmo, applaudendo due mostri sacri della chitarra contemporanea.

Giovedì 17 luglio, il basso monumentale di Marcus Miller ha messo subito tutti d’accordo: groove, potenza e musicalità a livelli assoluti. Poi è arrivato Jacob Collier, enfant prodige della scena mondiale, che ha costruito un live multidimensionale, pieno di loop vocali, armonie dense e coinvolgimento diretto del pubblico, confermandosi come una delle menti più originali della nuova generazione musicale.

Venerdì 18 luglio, Candy Dulfer ha portato una ventata funky, colorata e travolgente. Il suo sax ha riempito l’arena di energia e leggerezza, facendo ballare anche i più timidi.

In chiusura, Kamasi Washington ha stregato con un performance musicale epico, spirituale, cinematico, che ha fatto vibrare le corde più profonde degli ascoltatori, tra assoli torrenziali e costruzioni armoniche mastodontiche.


Mika e Lionel Richie – Due serate da antologia

Sabato 19 luglio, Mika ha dato vita a uno degli show più spettacolari e coinvolgenti dell’intera rassegna. Con il suo stile teatrale, ironico e trascinante, ha trasformato l’Arena Santa Giuliana in una vera e propria festa a cielo aperto. Brani come Grace Kelly, Relax (Take It Easy) e Happy Ending sono diventati cori spontanei di migliaia di persone. Una performance trascinante, perfetta sintesi tra pop, spettacolo e partecipazione collettiva.

Domenica 20 luglio, il gran finale con Lionel Richie è stato all’altezza delle più alte aspettative. Il leggendario artista americano ha proposto un live ricco di emozioni e memoria condivisa. Le sue hit planetarie – Hello, All Night Long, Say You, Say Me – sono state cantate in coro da un pubblico visibilmente commosso e coinvolto. Il suo bis, richiesto a gran voce, ha chiuso Umbria Jazz 2025 tra applausi infiniti, danze, sorrisi e una standing ovation sincera e calorosa.

Un’edizione da ricordare. E il futuro è già scritto

Umbria Jazz 2025 ha confermato la sua capacità unica di coniugare l’eccellenza artistica alla partecipazione popolare, offrendo un cartellone ricco, trasversale e sempre di altissimo livello. In nove giorni, l’Arena Santa Giuliana ha ospitato un mosaico sonoro senza confini, tra jazz, soul, funk, pop e sperimentazione, sempre con un pubblico attento, caloroso, esigente.

La direzione artistica ha saputo, ancora una volta, intercettare lo spirito del tempo, affiancando le nuove generazioni ai grandi nomi della scena internazionale, senza mai perdere di vista la qualità.

Umbria Jazz tornerà nel 2026, sempre a Perugia, sempre all’Arena Santa Giuliana, dal 3 al 12 luglio.
L’attesa è già cominciata. E sarà, ancora una volta, musica allo stato puro.

“Umbria Jazz 2025 al Teatro Morlacchi: Un Viaggio nel Cuore del Jazz Contemporaneo”

Di Annamaria De Crescenzo
Fotogallery : Catuogno Mario (http://www.spectrafoto.com)

Il Teatro Morlacchi, gioiello storico nel cuore di Perugia, ha offerto un’atmosfera intima e accogliente, ideale per vivere ogni concerto come un’esperienza unica. Ogni esibizione ha portato sul palco emozioni diverse, ma tutte altrettanto potenti, rendendo ogni pomeriggio un’occasione speciale per apprezzare il jazz in una delle sue forme più pure.

12/7 – Isaiah Collier & The Chosen Few

Isaiah Collier e la sua band hanno aperto il festival con una performance energica e coinvolgente. Il suo sax, robusto e ricco di improvvisazioni, ha trascinato il pubblico in un viaggio sonoro emotivo. Il gruppo ha offerto una miscela perfetta di passione e sperimentazione, creando un’atmosfera intensa che ha catturato l’attenzione fin dai primi minuti.

13/7 – Sullivan Fortner Trio

Il trio di Sullivan Fortner ha conquistato la sala con la sua eleganza sofisticata. Il pianoforte di Fortner, tecnicamente impeccabile, ha saputo alternare momenti lirici e intensi, accompagnato da una ritmica precisa che ha creato un equilibrio perfetto. Un concerto che ha regalato al pubblico il piacere di ascoltare un jazz raffinato e introspectivo.

14/7 – Johnathan Blake “My Life Matters”

Johnathan Blake ha presentato un progetto dal forte impatto sociale, “My Life Matters”, che ha trattato temi di identità, lotta e speranza. La sua batteria, potente e incisiva, ha guidato il gruppo con precisione, mentre il dialogo musicale con gli altri musicisti ha dato vita a un concerto emotivamente denso e significativo.

15/7 – Jazzmeia Horn

Jazzmeia Horn ha incantato il pubblico con la sua voce straordinaria, un mix di soul e jazz che ha reso ogni brano unico. La sua capacità di improvvisare con una naturalezza disarmante e la sua presenza scenica magnetica hanno trasformato il concerto in un’esperienza coinvolgente, facendo vivere al pubblico ogni nota con grande intensità emotiva.

18/7 – Ambrose Akinmusire “Honey from Winter Stone”

Il trombettista Ambrose Akinmusire ha presentato un progetto visionario e delicato, “Honey from Winter Stone”. La sua tromba, alternando suoni dolci e incisivi, ha creato un’atmosfera introspettiva, accompagnata da una band che ha saputo equilibrare improvvisazione e ricerca musicale. Un concerto che ha mostrato la profondità artistica di Akinmusire e la sua capacità di emozionare con il suono.

19/7 – Enrico Rava & Fred Hersch

Il dialogo musicale tra Enrico Rava e Fred Hersch è stato uno dei momenti più affascinanti del festival. La tromba di Rava e il pianoforte di Hersch hanno creato un’intesa perfetta, alternando momenti di grande lirismo e improvvisazione. Un concerto che ha esplorato la sottile arte del dialogo musicale, lasciando il pubblico affascinato dalla loro complicità.

20/7 – Paolo Fresu & Omar Sosa “Food”

Il concerto di Paolo Fresu e Omar Sosa, intitolato “Food”, ha unito il suono del cibo alla musica. Registrazioni di suoni di cucine e ristoranti – come tintinnii di calici, il fruscio dell’olio che frigge e le voci narranti in diverse lingue – sono diventate la base per le composizioni originali del duo. Fresu alla tromba e Sosa al pianoforte hanno mescolato influenze mediterranee e cubane, creando una performance che rifletteva sul piacere del cibo e la sostenibilità globale. Un concerto che ha portato il pubblico in un viaggio sensoriale, fondendo arte musicale e cultura gastronomica.

Il Teatro Morlacchi, sempre affollato di pubblico, ha reso ogni concerto un’esperienza ancora più speciale. Il pubblico, attento e partecipe, ha apprezzato la qualità delle performance, mentre la location ha esaltato l’intensità di ogni esibizione, contribuendo a consolidare Umbria Jazz come uno degli eventi jazzistici più importanti a livello mondiale.

“Un Viaggio Sonoro alla Sala Podiani: I Grandi Concerti di Umbria Jazz 2025

Di Annamaria De Crescenzo
Fotogallery : Catuogno Mario (http://www.spectrafoto.com)

La Sala Podiani di Perugia, con la sua atmosfera intima e raccolta, è da anni un punto di riferimento imprescindibile per gli amanti del jazz. Ogni concerto qui è un’esperienza unica, grazie anche alla sua capienza limitata che consente agli spettatori di godere della musica in modo personale e coinvolgente. Il festival, che prevede due appuntamenti giornalieri – alle 12.30 e alle 15.30 – ha offerto nel 2025 una serie di performance straordinarie, caratterizzate dalla presenza di artisti di livello internazionale. Ogni set ha saputo raccontare una storia, un’emozione, un linguaggio musicale che ha saputo trascinare il pubblico in un viaggio sonoro senza pari.

12 luglio: Mathis Picard / Dado Moroni

Il 12 luglio ha visto due esibizioni straordinarie. Mathis Picard, pianista di talento, ha aperto la giornata alle 12.30 con un set solista che ha messo in evidenza una grande versatilità, fondendo jazz moderno e tradizione con uno stile personale e molto apprezzato. Alle 15.30, Dado Moroni ha offerto un’altra performance di altissimo livello. Con il suo pianoforte, ha incantato il pubblico con il suo lirismo e la sua tecnica impeccabile, portando in scena una raffinata miscela di jazz classico e improvvisazione, che ha esaltato la sua grande esperienza e il suo talento.

13 luglio: Melissa Aldana Quartet

Melissa Aldana ha portato la sua straordinaria visione del jazz il 13 luglio. Alle 12.30, il quartetto della saxofonista cilena ha regalato un set ricco di energia e lirismo, dimostrando come il jazz contemporaneo possa mescolare tradizione e innovazione. La sua capacità di improvvisare e la sua musicalità hanno conquistato il pubblico, che ha apprezzato ogni singola nota. Il secondo set alle 15.30 ha continuato su questa scia, regalando un’esibizione ancora più intensa, che ha saputo emozionare e coinvolgere con un sound che ha spaziato tra il tradizionale e il moderno.

14 luglio: Danilo Rea / Danilo Rea & Luciano Biondini “Cosa sono le nuvole”

Il 14 luglio si è aperto con il set solista di Danilo Rea alle 12.30, che ha incantato il pubblico con la sua capacità di coniugare improvvisazione e melodia. Alle 15.30, il duo Danilo Rea & Luciano Biondini ha proposto il progetto “Cosa sono le nuvole”. La loro sintonia, nata durante la pandemia, è stata immediatamente percepibile. Nonostante la sfida di far convivere due strumenti armonici come il pianoforte e la fisarmonica, la loro intesa è stata perfetta. Il repertorio, che spaziava dalla canzone d’autore italiana alla tradizione popolare e ai classici del jazz, è stato eseguito con grande freschezza e improvvisazione, regalando al pubblico un’esibizione ricca di emozioni e sorprese musicali.

15 luglio: Giovanni Mirabassi & Rosario Giuliani “Live and Kicking” / Matteo Bordone “No Land’s”

Il 15 luglio è stato caratterizzato da due set che hanno messo in luce diverse sfumature del jazz. Alle 12.30, Giovanni Mirabassi e Rosario Giuliani hanno offerto un’esibizione ricca di energia e virtuosismo con il progetto “Live and Kicking”. La loro sintonia era palpabile, e il loro interplay ha dato vita a una performance vibrante e appassionata. Alle 15.30, Matteo Bordone ha presentato “No Land’s”, un progetto che fonde il jazz con l’elettronica in modo originale e coinvolgente. Il set è stato un’esplorazione sonora che ha affascinato il pubblico, unendo la tradizione jazzistica con suoni più futuristici e contemporanei.

16 luglio: Fabrizio Bosso & Julian Olivier Mazzariello “Il cielo è pieno di stelle (Omaggio a Pino Daniele)”

Il 16 luglio ha visto due esibizioni indimenticabili. Alle 12.30, il trombettista Fabrizio Bosso e il pianista Julian Olivier Mazzariello hanno eseguito il loro omaggio a Pino Daniele con il progetto “Il cielo è pieno di stelle”. La loro interpretazione della musica di Daniele ha saputo mescolare jazz e sonorità mediterranee, creando un’atmosfera intensa e coinvolgente. Il secondo set alle 15.30 ha continuato su questa scia, con il pubblico che ha potuto godere di un’altra performance di altissima qualità.

17 luglio: Enrico Pieranunzi / Marco Bardoscia “LegnoMadre”

Il 17 luglio ha visto due performance molto diverse ma ugualmente affascinanti. Alle 12.30, Enrico Pieranunzi ha offerto una performance solista di grande raffinatezza. Il suo approccio al pianoforte è stato sofisticato e improvvisativo, con ogni nota che sembrava raccontare una storia. Alle 15.30, Marco Bardoscia ha presentato il suo progetto “LegnoMadre”, una proposta che unisce jazz e musica naturale, unendo elementi tradizionali e contemporanei in un set che ha saputo coinvolgere il pubblico con la sua freschezza e originalità.

18 luglio: Kurt Rosewinkel & Gerard Clayton “A Lovesome Thing in Tribute to Geri Allen”

Il 18 luglio è stato dedicato al tributo alla pianista Geri Allen. Alle 12.30, Kurt Rosewinkel alla chitarra e Gerard Clayton al piano hanno interpretato il repertorio della grande musicista con grande sensibilità e rispetto. La loro performance è stata un viaggio emozionante tra improvvisazione e lirismo. Alle 15.30, il secondo set ha continuato su questa linea, con un omaggio che ha saputo rendere omaggio alla grandezza di Geri Allen, mantenendo comunque una forte impronta personale.

19 luglio: Alessandro Lanzoni “Bouncing with Bud” / Giovanni Guidi Trio con Joe Rehmer e Enrico Morello

Alessandro Lanzoni ha regalato un tributo vibrante a Bud Powell alle 12.30 con il suo progetto “Bouncing with Bud”. La sua interpretazione al pianoforte ha mescolato modernità e classicismo, rendendo omaggio al grande pianista in modo originale e appassionato. Alle 15.30, il Giovanni Guidi Trio ha proposto un set ricco di inventiva e freschezza, con Joe Rehmer al basso e Enrico Morello alla batteria che hanno dato vita a un sound dinamico e originale.

20 luglio: Craig Taborn

Il 20 luglio, Craig Taborn ha concluso il festival con un’esibizione straordinaria. Il suo approccio radicale al pianoforte, che mescola elettronica, jazz acustico e avanguardia, ha incantato il pubblico con la sua audacia e originalità. La sua performance alle 12.30 è stata intensa e coinvolgente, mentre il secondo set alle 15.30 ha confermato la sua unicità, lasciando un segno indelebile nel cuore degli ascoltatori.


Umbria Jazz 2025 ha, ancora una volta, dimostrato che la Sala Podiani è il cuore pulsante di uno dei festival jazz più importanti del panorama mondiale. Ogni concerto ha saputo unire la grande tradizione del jazz con le sue più moderne evoluzioni, creando un’atmosfera unica che ha coinvolto ogni spettatore. L’edizione 2025 sarà sicuramente ricordata come una delle più emozionanti e artisticamente ricche.