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Mario Venuti chiude il tour “Tra la carne e il cielo” con una serata di grande musica al Teatro Summarte

Foto gallery : SpectraFoto (www.spectrafoto)

SOMMA VESUVIANA – Si è concluso venerdì 10 maggio 2025, sul palco del Teatro Summarte, il tour “Tra la carne e il cielo” di Mario Venuti, che ha portato in scena l’eleganza e la complessità del suo ultimo lavoro discografico. Una serata intensa, a tratti evocativa, che ha confermato la cifra stilistica di un artista che continua a reinventarsi, restando fedele a una poetica musicale colta e raffinata.

L’artista siciliano ha proposto i brani del suo ultimo album, uscito nell’aprile 2024, affiancati da alcuni dei suoi successi più noti. Sul palco, accompagnato da una band di altissimo livello, Venuti ha mescolato sapientemente pop d’autore, sonorità world, influenze jazz e blues, in un concerto che ha unito sperimentazione musicale e forte radicamento nella tradizione italiana.

L’evento ha segnato il culmine di un tour partito all’indomani della pubblicazione dell’omonimo album, uscito ad aprile 2024. “Tra la carne e il cielo” rappresenta un’evoluzione artistica rispetto al precedente “Tropitalia”, con cui Venuti aveva riscoperto le radici della musica tropicalista brasiliana. In questo nuovo lavoro, le influenze si ampliano: accanto al pop cantautorale italiano, trovano spazio richiami al jazz, al blues e alle musiche del mondo, creando un mix sonoro sofisticato, mai banale.

Sul palco, Venuti ha dato prova di grande maturità artistica, supportato da una band affiatata: Peppe Milia e Giuseppe Nasello alle chitarre, Eusebio Gentulio al basso, Franco Barresi alla batteria e Gabriel Prado alle percussioni. La scaletta ha spaziato dai nuovi brani – come la più politica “Degrado” – ai classici del suo repertorio, riproposti in chiave aggiornata ma sempre riconoscibile.

Il pubblico del Summarte ha accolto con calore ogni pezzo, dai ritmi coinvolgenti di “Napoli-Bahia” ai testi più riflessivi di brani come “Degrado”. Tra applausi, emozioni e un dialogo costante con la platea, l’ex voce dei Denovo ha confermato il suo talento e la sua continua evoluzione artistica.

Grande l’interazione con il pubblico, che ha risposto con entusiasmo e partecipazione. Tra applausi convinti e momenti di autentica emozione, la performance ha mantenuto un equilibrio perfetto tra introspezione e ritmo, tra ballata e danza, tra carne e cielo – proprio come suggerisce il titolo del tour.

Un evento che ha lasciato il segno e che ha chiuso in bellezza un tour tra i più interessanti del panorama musicale italiano recente.

RECENSIONE:MARIO VENUTI OSPITE DI “VOMERO SUONA”

Recensione di Annamaria De Crescenzo
Foto di SpectraFoto (http://www.spectrafoto.com)

La grande musica italiana “servita” in salsa tropicale: “Ma che freddo fa”, “Xdono” e tanti altri brani popolari saranno interpretati con l’inconfondibile stile di Mario Venuti, che è tornato in concerto a Napoli sabato 26 febbraio all’Auditorium Salvo d’Acquisto al Vomero per il primo appuntamento della rassegna di jazz e non solo “VomeroSuona” ideata ed organizzata da Napoli Jazz Club diretta da Michele Solipano.

Dopo l’uscita in radio e in digitale di “Ma che freddo fa” e “Xdono” (Puntoeacapo – Microclima/Artist First) che hanno anticipato l’album “Tropitalia” pubblicato lo scorso settembre,    Mario Venuti  ritorna in un nuovo tour che lo ha visto protagonista al Bravo Caffe il 10 e 11 febbraio, il 12 febbraio a Bari e finalmente a Napoli dopo mancava da qualche anno il 23 febbraio all’Auditorium dove Mario Venuti  e la sua band hanno incontrato  il pubblico presentando in acustico oltre i brani del suo repertorio, alcune delle canzoni che fanno  parte del nuovo disco. Il live ha la produzione artistica di Tony Canto, che sarà sul palco assieme a Neilton Dos Santos alle percussioni, Vincenzo Virgillito al contrabbasso e Manola Micalizzi alle percussioni.

In una recente intervista lo stesso cantante e musicista ha dichiarato: ““Se mai ce ne fosse bisogno, durante questa lunga lontananza dal palco – spiega Mario Venuti – ho capito che cantare davanti al pubblico per me è ossigeno, è un balsamo necessario a curare le ferite che inevitabilmente la vita può procurarti. Quindi sono già qui a scaldare i motori, o per meglio dire la voce e la chitarra e non vedo l’ora di procuravi un po’ di gioia che è sempre poco confronto a quella che voi donate a me”

TROPITALIA, album nel quale Mario Venuti si diverte a interpretare undici brani che, dagli anni trenta ai duemila, hanno segnato a loro modo la musica italiana, è un emozionante viaggio che ci porta in un grande affresco dai colori dei tropici, amore dichiarato ed espresso sin dai tempi di Fortuna svelando così tutte le sfumature che caratterizzano il mondo sonoro di Venuti.

 Con tale disco, frutto della collaborazione con l’artista Monica Silva e il Creative Director Valerio Fausti, che hanno curato il progetto grafico della copertina del disco, dei quattro 45 giri in vinile che stanno accompagnando la release dell’album, e tutto il set fotografico, Mario Venuti ha realizzato un’opera d’arte unica, con una copertina caratterizzata da colori forti e vivaci, con una bellissima foto di lui che indossa un coloratissimo copricapo, una sorta di tributo alla grande Carmen Miranda e al movimento tropicalista.

In tale progetto, Venuti diventa puro interprete, rileggendo alcuni brani popolari della canzone italiana, scegliendo da periodi e generi diversi per disegnare un tema originale e sviluppare un’unica storia compositiva in cui ciascun brano traccia una linea netta che unisce la canzone italiana ai tropici.

È quindi un Mario Venuti diverso rispetto ai tanti concerti eseguiti finora nei grandi Teatri e nei grandi Palazzetti della Musica ai quali ci aveva abituato, come quello del 2017 al Castel Sant’Elmo sempre organizzato da Napoli Jazz Club, un artista in una dimensione diversa, più maturo e più interprete di brani, anche quelli storici della sua carriera artistica, riarrangiati in una veste completamente diversa.

Il concerto è iniziato con “Tutto questo mare”, “Vivere”, “Crudele” con Mario Venuti alla chitarra che ha stretto a sé per quasi tutto il concerto e che ha “abbandonato” solo verso la fine dello stesso per scatenarsi e scatenare la platea in un mix dei suoi più grandi successi.

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