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ACHILLE LAURO IN CONCERTO A NAPOLI DOMENICA 13 OTTOBRE ALLA CASA DELLA MUSICA L’UNICA TAPPA AL SUD DEL “ROLLS ROYCE TOUR”

 

Cresce l’attesa per Il ROLLS ROYCE TOUR”, che ad ottobre porterà l’energia rivoluzionaria di ACHILLE LAURO nei migliori club d’Italia.  Domenica 13 ottobre è atteso in concerto a Napoli, alla Casa della Musica (via Barbagallo a Fuorigrotta – c/o Palapartenope), per l’ultima data del suo tour che toccherà 6 città italiane. Un viaggio che partirà da Firenze per poi raggiungere Roma, Milano, Bologna, Venaria Reale (TO) e il gran finale di Napoli, unica tappa al sud Italia.

Sarà uno spettacolo a 360° con Achille Lauro nelle vesti da gran cerimoniere, immergendo le sue hit in una rappresentazione scenica curata nei dettagli tra luci, scenografia e abiti. Al suo fianco, non mancheranno Boss Doms e la band formata da Nicola Iazzi al basso, Mattia Tedesco alle chitarre e Marco Lanciotti alla batteria.

 

Ad anticipare l’atteso Rolls Royce Tour” è uscito lo scorso 27 settembre “Delinquente”, il nuovo singolo estratto dal suo ultimo album “1969” (Sony Music Italy). Un brano Rock and Roll travolgente, che spinge sul ritmo fin dall’apertura e che delinea l’autoritratto di un’artista che non vuole e non può essere etichettato. Intanto, già si parla del prossimo lavoro discografico dal titolo “1990” annunciato di recente dallo stesso Achille Lauro.

Dal 1969 passiamo al 1990, stiamo viaggiando nelle epoche. Sono molto contento, perché prima c’eravamo ispirati ai monumenti della musica mondiale, e ora siamo passati alle vecchie nostalgie. Aspettatevi la fine del mondo“.

 

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Lampedusa con Donatella Finocchiaro e Fabio Troiano 21 FEBBRAIO CASA DELLA MUSICA

Lampedusa

di Anders Lustgarten

con Donatella Finocchiaro e Fabio Troiano

Regia di Gianpiero Borgia

21 FEBBRAIO ORE 21 – CASA DELLA MUSICA 

“Un’escursione coraggiosa nelle acque oscure della migrazione di massa” The Guardian

Il flusso migratorio che percepiamo come sempre più inarrestabile sarà il vero problema delle politiche comunitarie del prossimo decennio. La nostra Europa, che avevamo immaginato senza confini, rivendica adesso la geografia dei perimetri nazionali; il metissage multietnico proposto dalla mescolanza delle culture, viene allontanato in nome del rispetto della propria etnia e delle proprie tradizioni, il populismo avanza dileggiando soluzioni semplici a problemi altamente complessi. E i muri che pensavamo di avere abbandonato alla memoria della storia , tornano ad erigersi con prepotenza.

Su tutto, domina la paura dell’altro e lo spettro degli attentati nel cuore delle nostre città.

 

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L’Oro di Napoli in scena alla Casa della Musica di Napoli

Di Annamaria De Crescenzo
Foto: SpectraFoto

Martedì 1 gennaio ha debuttato in prima nazionale alla Casa della Musica lo spettacolo “L’Oro di Napoli” tratto dal romanzo di Giuseppe Marotta e rielaborato da Manlio Santanelli per la regia di Nello Mascia. Il progetto, fortemente voluto dal patron del Complesso Palapartenope Rino Manna sempre alla ricerca di nuovi progetti e dalla compagnia Attori Indipendenti, ha avuto un grandissimo successo di pubblico, accorso, nonostante il giorno festivo dedicato solitamente al riposo dopo i festeggiamenti della fine dell’anno, numerosissimo in Teatro per iniziare l’anno assistendo ad uno dei progetti più creativi degli ultimi anni.

Lo spettacolo è stato una vera e propria sorpresa in quanto questa edizione teatrale non è stata, come ormai troppo spesso accade in teatro, una riproduzione fedele del film di De Sica, ma una ricomposizione totalmente nuova dei suoi racconti, dei quali alcuni riportati nel film stesso ma altri completamente inediti.

La voce narrante che fa anche da filo conduttore tra i vari personaggi e i vari episodi è il portiere del palazzo nel quale si svolge la storia e che fa da scenografia all’intero spettacolo, Peppino, interpretato magistralmente dallo stesso regista Nello Mascia.

L’Oro di Napoli è la pazienza, “la possibilità di rialzarsi dopo ogni caduta; una remota, ereditaria, intelligente, superiore pazienza.” Con queste parole Don Peppino, “spiega” il senso dello spettacolo, una vera e propria “sinfonia teatrale”, un racconto della Napoli dai mille volti, dei napoletani dalle mille virtù ma anche dai tantissimi vizi compreso quella di un’eterna indolenza, di un eterno attendere un “maestro che forse non arriverà mai”.

La storia si sviluppa con il racconto delle varie “vite” dei personaggi che abitano nel palazzo-microcosmo, a partire da Saverio (Giovanni Mauriello), il pazzariello del quartiere, vessato dal boss del quartiere Don Carmine (Ciro Capano) del quale riuscirà a liberarsi in un moto di orgoglio e di dignità, Donna Rosaria (Rosaria de Cicco) sempre dedita al culto della “Mamma Schiavone” come viene chiamata dal popolo napoletano la Madonna di Montevergine, sempre in contrasto con Concetta (Cloris Brosca) , devota alla Madonna di Pompei, vedova con tre figli, che rifiuta tutti gli spasimanti per poter fare la mamma, Don Leopoldo Criscuolo (Giancarlo Cosentino), vedovo inconsolabile, ma che si fa “tentare” dal profumo e dal sapore di una pizza preparata dalla procace e conturbante Sofia (Rossella Amato) e dal marito Rosario (Gianni Ferreri) gelosissimo di lei, ma che subisce anche l’onta del tradimento con il marchesino (Matteo Mauriello) pur di non perderla, il Conte Prospero (Roberto Azzurro) rovinato dal gioco che perde addirittura con un bambino di 8 anni, fino a Don Ersilio, interpretato da un bravissimo Gigi Savoia, il venditore di “saggezza”, che dietro la modica somma di 100 lire, dispensa consigli e suggerimenti per risolvere le crisi e i piccoli/grandi problemi che affliggono gli abitanti del quartiere stesso.

Nello Mascia, oltre che bravissimo attore, dirige tutti con uno straordinario talento, accompagnati dalla musica di Ciccio Merolla, il quale accanto ad alcuni brani della tradizione napoletana come “Mare Verde” di Sergio Bruni, o “Torna Maggio” , “Lu Guarracino”, ha presentato i suoi brani di maggiore successo come “O Bongo” e “Song e Napule”.

Lo spettacolo racconta il vero volto di Napoli, le sue emozioni, la sua energia, la sua vera identità, e ha divertito ma anche commosso il numerosissimo pubblico presente in Teatro.

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In scena fino al 6 gennaio è decisamente uno spettacolo da non perdere.