Tag Archives: 2024

AL TEATRO SUMMARTE PER LA XI EDIZIONE DI JAZZ E BACCALÀ : MARCO ZURZOLO “O FISCHIO NUN FA PAURA”

Foto gallery : ©SpectraFoto (http://www.spectrafoto.com)

Ospite per la seconda data della XI rassegna Jazz e Baccalà al Teatro Summarte : Marco Zurzolo, che con il suo progetto “O fischio nun fa paura” ha chiuso le prime due date della suddetta rassegna per il 2024.

Jazz e Baccalà riprenderà nel 2025, ma ovviamente al Teatro Summarte c’è una corposa e importate programmazione. Il tutto curato in prima persona dal Direttore Artistico Marco Panico.

Come dicevamo a chiudere la rassegna per il 2024 non poteva esserci un fuoriclasse della Musica non solo Partenopea Marco Zurzolo, una chiusura con il botto!

Marco Zurzolo è: Sassofonista, compositore direttore e arrangiatore e Docente di Musica d’insieme Jazz al Conservatorio di Salerno. Nella casa genitoriale a Bagnoli si respirava musica che era un elemento “quotidiano” basta ricordare il compianto Fratello di Marco, Rino amico e contrabbassista di Pino Daniele.

Il suo progetto tratto dall’omonimo libro è innovativo, che ci conduce nella Napoli che molti di noi non conoscono. Solo dalla mente e dalla genialità di Marco Zurzolo poteva partorire un tale progetto fatto con il cuore e con l’anima per l’amore della propria terra che solo Marco possiede.

Sul palco con Marco Zurzolo : Sax e voce narrante

Antonio Mambelli: Batteria

Franco Amato: Basso

Franco Di Mauro: Chitarra

Roberto Ziaco: Piano

Alessandro Tedesco: Trombone

Cassandra Pepe: Voce

“O fischio ca nun fa paura” di Marco Zurzolo è un progetto discografico che incarna l’anima vibrante di Napoli attraverso una fusione unica di jazz, sonorità popolari e contaminazioni contemporanee. L’album si distingue per la sua capacità di raccontare storie e emozioni radicate nella tradizione partenopea, ma con uno sguardo moderno e universale.

Zurzolo, sassofonista di grande sensibilità, crea un mosaico sonoro in cui il suo strumento guida l’ascoltatore attraverso paesaggi musicali ricchi di pathos e sfumature. I brani, intrisi di melodia e improvvisazione, evocano immagini di vita quotidiana, tradizioni antiche e speranze contemporanee, unendo nostalgia e energia in un equilibrio perfetto. Il titolo stesso, “O fischio ca nun fa paura” (Il fischio che non fa paura), riflette l’idea di un richiamo sonoro che consola e ispira, piuttosto che spaventare. Questo tema attraversa l’intero album, rendendolo un’opera coesa e profondamente emozionante. Per chi ama la musica capace di unire radici e innovazione, questo disco è un viaggio imperdibile.

Il progetto discografico di Marco Zurzolo, “‘O fischio ca nun fa paura”, è un viaggio emozionale che unisce il racconto musicale alle esperienze e ai ricordi del popolo napoletano, mescolando jazz e tradizione partenopea. Racconta una storia che parte dagli anni ’60, esplorando speranze, difficoltà e aspirazioni di rinascita di Napoli.

Il titolo richiama il coraggio di affrontare la paura attraverso il potere catartico della musica, un tema simbolico ispirato al fischio che sovrastava i bombardamenti durante la guerra. Zurzolo trasforma questo concetto in un dialogo tra passato e presente, evidenziando la resilienza e la vitalità della cultura napoletana, con chiari riferimenti autobiografici e alla tradizione musicale locale, come i Napoli Centrale e gli Showmen​ ragazzi (Mario Musella, James Senese e Franco Del Prete) che, attraverso la musica, cercano di affermare la propria identità e i propri sogni, fino ad arrivare ai nostri giorni con le canzoni di Pino Daniele.

È anche un messaggio di speranza: Nonostante le difficoltà e le sfide, la musica rimane un potente strumento per diffondere un messaggio di speranza e di ottimismo. Un ponte tra passato e presente, il progetto unisce le tradizioni musicali napoletane con sonorità più contemporanee, con un sound originale e coinvolgente.

Pubblico coinvolto, emozionato e divertito dai racconti di Marco e soprattutto dal sound del suo inseparabile sax che ha tramesso emozioni forti a tutti i presenti in sala, e al termine sui vari bis Marco ha incitato il pubblico ad alzarsi e contribuire fattivamente a questo sound emotivo che ci avvolto dalla prima all’ultima nota.

Non poteva esserci miglior chiusura a questa serata e a questo 2024 con il sax di Marco con la mitica “Napule è” per questa volta lasciamo la chiusura a Marco Zurzolo con questa bellissima clip.

Buone feste e arrivederci per Jazz e Baccalà 2025!

Recensione: Max Ionata & Hammond Groovers per “Vomero Suona 2024”

Di Annamaria De Crescenzo
Foto di Mario Catuogno (http://www.spectrafoto.com)

L’occasione di poter ascoltare un nuovo progetto musicale di grande bellezza è sempre una grande emozione, poterlo ascoltare dal vivo in un luogo di straordinaria bellezza come la Chiesa di San Potito al centro storico di Napoli lo è ancora di più e il numeroso pubblico che ha accolto l’invito del primo concerto della  nuova edizione di  “Vomero Suona 2024”   ideata e realizzata da Michele Solipano dell’Associazione Napoli Jazz Club  le ha potute vivere intensamente entrambe.

Di fronte ad un pubblico sempre numeroso nei concerti  jazz di grande livello, Max Ionata e gli Hammond Groovers  formato da Daniele Cordisco (chitarra), Elio Coppola (batteria) Antonio Caps (Hammond B3) hanno presentato, sabato 9 Novembre, il nuovo album  “”Four Groovin’ One”

Il progetto ha preso forma dopo una performance live che ha messo in luce la profonda intesa tra i membri, unendo una forte coesione collettiva alla libertà espressiva di ciascuno.

Uscito lo scorso  27 settembre per l’etichetta Nuccia, il disco mescola composizioni originali e rivisitazioni di classici del jazz contemporaneo, proponendo un sound che coniuga freschezza e tradizione, rimanendo saldo alle radici del New Hard Bop. Patrocinato da Hammond Italia, questo lavoro segna una significativa evoluzione stilistica e offre un’esperienza sonora coinvolgente.

Durante l’attesa che il gruppo arrivasse sul palco creato appositamente all’interno della navata centrale della Chiesta di San Potito si è avvertita la curiosità e l’emozione che solo la bellezza di un  concerto dal vivo può far nascere nel pubblico stesso.

L’attesa è stata ampiamente ripagata dal talento indiscutibile di tutti e quattro i musicisti impegnati nel progetto stesso e dallo straordinario interplay tra di loro, creatosi nel tempo visto che la loro amicizia e la loro collaborazione professionale è nata da tantissimi anni e questa particolare affinità  e sinergia tra di loro si nota sin dalle prime note, conquistando cosi ancora di più il pubblico presente.

La bellezza di questo progetto inedito, oltre che dai brani che lo compongono, come detto dallo stesso Ionata, scelti tra le decine di brani composti appositamente per il progetto stesso da ognuno di loro, è anche il grande spirito di amicizia e di condivisione  che fanno di questo gruppo un’unica “voce narrante della Musica” fatto di più cuori e più anime ma con un’unica passione  : LA MUSICA.

Il gruppo riesce a mantenere viva la tradizione dell’Hammond 4et, arricchendola con innovazioni sonore. Il sax di Ionata si amalgama perfettamente con la chitarra elegante di Cordisco, l’Hammond virtuosistico di Caps e il time solido di Coppola, creando un’esperienza musicale densa di feeling, virtuosismo e groove. Patrocinato da Hammond Italia, questo lavoro segna una significativa evoluzione stilistica e offre un’esperienza sonora coinvolgente.

Il concerto e’ iniziato con una bellissima interpretazione di “Cup Bearers” (T. McIntosh) seguito dal brano originale scritto a 4 mani da Max Ionata e Daniele Cordisco “Via del Corso” ispirato appunto da una delle strade piu’ famose della città che li ospita ormai da anni per la loro carriera artistica : Roma.

A seguire tutti i brani del disco, presentati di volta in volta dall’autore stesso come il brano “Honey Bee” scritto dallo stesso Elio Coppola,  “Morro Jable” (M. Ionata) o brani originali come “Just Enough” del grandissimo genio della musica Herbie Hancock ma reinterpretato con  le sonorita’ dell’Hammond e del talento di Antonio Caps, o “Caminhos Cruzados” grandissimo successo mondiale di A.C. Jobim , concludendo poi il concerto stesso con il brano “Looks Beautiful” di Daniele Cordisco che è stato pubblicato prima come singolo ed è la sintesi perfetta dell’energia e dell’originalità che caratterizzano l’intero progetto e che è stato applauditissimo dal numeroso pubblico presente che ha omaggiato cosi tutto il gruppo e il nuovo progetto con grande entusiasmo e con grande energia e riscontro assolutamente positivo.

Prossimo concerto della rassegna “Vomero Suona 2024”   giovedi 12 dicembre ore 21.15    SIMONA MOLINARI QUINTET al Teatro Acacia 

  Via Raffaele Tarantino n. 10 – Napoli

Tel. 0812155639 – Wattsapp 3314104630

Biglietti già in vendita presso iol botteghino del Teatro Acacia

e on line su www.vivaticket.itwww.azzurroservice.net

Recensione: Felicissima Festa con Monica Sarnelli al Teatro Augusteo

Di Annamaria De Crescenzo
Foto di Mario Catuogno (http://www.spectrafoto.com)

Grandissimo successo di pubblico e di critica, un grande evento realizzato con la collaborazione e il contributo di diverse aziende che hanno fortemente voluto esserci, in primis la trasmissione Ritmi Urbani attualmente nel palinsesto di Canale 21, lunedì 21 ottobre al Teatro Augusteo di Napoli con “Felicissima Festa” con Monica Sarnelli che ha ideato e realizzato un concerto che rimarrà a lungo nella storia della musica partenopea e non solo ma anche nei più grandi eventi organizzati a Napoli visto che l’artista napoletana è riuscita a coinvolgere importantissimi nomi del panorama musicale, artistico, teatrale più importanti degli ultimi decenni per festeggiare tre compleanni del suo percorso artistico: vent’anni di “Lazzare Felici” (2004/2024), il suo progetto discografico dedicato a Napoli; ventotto anni di “Un Posto al Sole” (1996/2024), la sua voce in sigla dal 21 ottobre 1996; trent’anni di RitmiUrbani (1994/2024), format tv innovativo, da molti considerato un cult.

Nato dall’idea di Dario Andreano che ne ha curato anche la regia, con i testi di Ciro Andreano, Francesca Andreano e Monica Sarnelli, la band che ha accompagnato la stessa Monica e i numerosissimi ospiti dell’intera kermesse musicale e’ stata la Felicissima Festa Ensemble composta da Francesco Viglietti (voce), Fuliggine (voce), Alfredo Di Martino (piano e fisarmonica), Pino Tafuto (piano), Federico Luongo (chitarre), Paolo Del Vecchio (chitarre e plettri), Diego Imparato (basso e contrabbasso), Claudio Romano (batteria), Christian Brucale (percussioni), Enzo Anastasio (sassofoni).

Tantissimi gli ospiti della serata appartenenti tutti al mondo dello spettacolo del quale Monica Sarnelli ieri ha dimostrato di essere una vera e propria regina non solo per la sua splendida voce ma anche per le sue altrettanto straordinarie doti di presentatrice, attrice, intrattenitrice e mattatrice di una delle serate che coinvolgono ed emozionano il pubblico che è accorso numerosissimo a Teatro.

Tre date importanti per la vita artistica e personale dell’Artista, tre momenti che hanno confermato il suo fortissimo desiderio sin da piccolissima di far parte del mondo artistico e musicale partenopeo. Monica è una leonessa e l ha dimostrato sia nella sua vita ma soprattutto sul palcoscenico in tutti questi anni, riuscendo sempre a mettersi in gioco in ogni ruolo o cammino che ha intrapreso durante la sua lunga carriera artistica.

Ha sempre affrontato ogni sfida con quel bellissimo sorriso che l’accompagna ancora oggi sul viso, con quella grinta, determinazione e voglia di “parlare” al suo pubblico e di farlo emozionare con la propria voce, e le proprie canzoni, senza arrendersi mai, ripartendo da ogni successo con la forza che spesso e’ la caratteristica principale di donne vincenti come Monica, per poter cercare nuovi orizzonti e nuove sfide per riuscire ad  sempre protagonista assoluta in ogni progetto artistico che le e’ stato proposto e affidato in tutti questi anni.

La sua enorme gioia di vivere e la sua solarità hanno fatto da protagonista già dalla presentazione del progetto alla stampa, nel foyer del Teatro Augusteo di fronte ad un nutrito gruppo di fotografi e giornalisti di fronte ai quali Monica non si è risparmiata rispondendo ad ogni domanda con grande entusiasmo e tantissimi dettagli  che hanno dimostrato quanto ha fortemente voluto questo progetto e quante energie ha dedicato per la sua realizzazione.

Sul palco davvero una grandissima Festa della musica e dell’amicizia. Monica Sarnelli sempre elegantissima nei suoi numerosi abiti di scena, protagonista assoluta e  padrona di casa sempre affabile e sorridente con tutti i suoi ospiti, ha iniziato il concerto con la sigla di “Ritmi Urbani” che segnò nel 1994 l’avvio della sua carriera come conduttrice televisiva, per proseguire poi con un bravissimo Alfredo Di Martino al pianoforte e voce, la sigla di “Un Posto al sole” che proprio il 21 ottobre ha festeggiato 28 anni, subito dopo seguita , sempre con Alfredo dall’interpretazione di un altro momento storico della carriera di Monica , il brano “Chesta sera” incisa nel 2004 e che fu l’inizio di una carriera strepitosa come cantante e autrice.

Il concerto poi e’ seguito con l’arrivo sul palco di un numero incredibile di ospiti come Maurizio De Giovanni che ha celebrato con un suo testo di elogi sui tre anniversari, Pino Tafuto, con il quale ha presentato al pubblico alcuni dei più bei brani della canzone napoletana come “Vieneme nzuonno” “Anema e Core”, “Accarezzame” , “Malafemmena con la voce di Mario Maglione,  “Lusingame” con Francesca Marini,  “Reginella” con Antonello Rondi per poi completare questo omaggio artistico alla canzone napoletana con “O sole mio” con tutti e quattro gli artisti gia’ citati prima.

Pubblico entusiasta ma ancora più emozionato all’arrivo sul palco di Dario Sansone con il quale, sempre con Pino Tafuto , Monica ha intonato una splendida interpretazione di “Vasame” che è stata anche l’occasione giusta per collegarsi con un apposito grande schermo posto sul palco con Enzo Gragnaniello per fargli gli auguri per i suoi 70 anni e per omaggiarlo con l’interpretazione di un altro brano bellissimo scritto sempre dal cantautore poeta napoletano “Senza voce” che Monica ha cantato chiamando sul palco una straordinaria pianista di grandissimo talento come  Elisabetta Serio.

Ma la serata è ancora ricca di sorprese e di ospiti ed infatti sul palco arriva il momento dell’omaggio alla musica del Festival di Napoli e delle Feste di Piedigrotta di tanti anni fa e Monica presenta al pubblico non solo uno scatenatissimo medley di canzoni napoletane come “Scapricciatiello, “Chella la “, “Comme facette mammeta”, “A tazza e cafe”, ma anche una bellissima “Dicitencello Vuie “ con Ida Rendano, “O Sarracino”, con Gianni Conte.

Il momento risate e cabaret e affiato a Gino Rivieccio in collegamento sul grande schermo, e l’arrivo a sorpresa di Paolo Caiazzo che scatena il pubblico presente in sala con un monologo di altissimo livello

Ma gli ospiti sono ancora tanti da presentare e Monica ancora una volta elegantissima nel suo abito bianco canta “Assaje” con Antonella Morea e “Lazzari felici” con Roberto Colella, e una scatenatissima Rumba degli scugnizzi e Tammurriata Nera con Francesco Viglietti , e subito un angolo di cuore con “Caruso” con Francesco Malapena, e un bellissimo omaggio alla musica dell’indimenticabile Pino Daniele con “O ssaje comme fa o’core” e “Quando” con la partecipazione di Marco Zurzolo e alla musica di james Senese e Napoli Centrale  con “Campagna” guest star Lino Vairetti.

Ma Monica ha ancora tantissime sorprese nel cilindro e dopo i saluti dallo schermo di Gigi D’Alessio e l’arrivo a sorpresa di Lino D’Angio’ che tra le tante sue imitazioni diverte il pubblico con quelle degli ultimi Sindaci della Citta’ di Napoli compreso il Sindaco Manfredi , Monica Sarnelli dedica, con la sua meravigliosa voce “E’ n’ata manera”, “ tu si meglio e me “, “Ormaje si a mia “ , “Abbracciame”, “mente e cuore”, “Passione Eterna” e “T’aggio purtato na rosa” con Fuliggine.

Il concerto si conclude con i due brani che rappresentano più di ogni altro la carriera artistica di Monica che dedica ad un pubblico emozionato e felice per la splendida serata nuovamente “un posto al sole “ e “Chesta sera” sottolineati dagli applausi infiniti del pubblico in stand ovation per l’artista e la  “Felicissima FESTA” da lei organizzata.

PER LA SECONDA SERATA ALLA XIII EDIZIONE DI SUONI DIVINI : PERTUBAZIONE & NADA

Di Annamaria De Crescenzo
Foto di Catuogno Mario (http://www.spectrafoto.com)

Anche ieri sera, sabato 12 ottobre, il Teatro Tasso ha fatto il pienone, e anche per stasera 13 ottobre si preannuncia un Teatro gremito per l’ultima serata che vedrà sul palco Mario Rosini con il suo trio, per la chiusura della XIII Edizione di Suoni Divini.

La rassegna Suoni Divini è patrocinato dal Comune di Sorrento e dal Mic, e se per tutti questi anni, Suoni Divini è un appuntamento imprescindibile nella vita di Sorrento lo si deve al Direttore Artistico Mario Mormone.

Accolto dagli applausi Mario Mormone come consuetudine ha preso la parola per una breve presentazione del live che da lì a poco inizierà.

ha ringraziato il pubblico in sala per la presenza e a raccontato delle belle emozioni che si sono avute per il concerto del Banco Del Mutuo Soccorso, con il loro prog rock, che ci hanno di fatto riacceso tanti bei ricordi di chi ha vissuto quell’epoca e anche ai più giovani che non erano ancora nati in quegli anni.

Per poi ringraziare Don Carmine “che sono 20 anni che è stato colui il quale ha combattuto insieme a noi per farci ottenere le chiese quando abbiamo iniziato questa kermesse che è durata 15 anni da XIII Edizioni, e colui il quale ha capito che era il nostro messaggio ossia avvicinare chiunque alla sacralità dei luoghi tramite alla bellezza della musica” Don Carmine al momento vive a Arezzo che sta facendo una vita silenziosa e di preghiera e a lui va il nostro più sentito grazie per tutto quello che ha fatto in tutti questi anni.

Per poi presentare il concerto della serata: “Stasera abbiamo il piacere e l’onore di avere un gruppo “Pertubazione” nascono nel 1988 in Piemonte, non tutti li conoscono ma appunto nel 1988 hanno fatto un disco “in circolo” che per la famosa rivista Rolling Stone è considerato uno dei 100 migliori album italiani. E stanno portando avanti questo progetto che li ha visti finalisti al Premio Tenco e vincitori della targa De André quest’anno. La motivazione per la targa per la “Buona Novella” è stata: “Cantare De André non è mai facile perché in qualunque momento, in qualunque verso, su qualunque accordo, si viene paragonati a quella voce là. Cantare la “Buona Novella” lo è ancora di più perché quel disco sancisce definitamente il genio del suo Autore, controcorrente, ma sempre dentro la storia, i Pertubazione riescono nella difficilissima impresa di non snaturare la propria cifra stilistica e cantare le proprie canzoni e quelle di Faber proiettandole nell’oggi, con versioni autentiche, rock rispettose, ma che non mettono le canzoni all’interno di un museo, sanno farle vivere e vibrare come meritano” Questa motivazione l’ha letta Dori Ghezzi. Quindi conclude Mario Mormone non solo abbiamo il  grande piacere di avere i “Pertubazione” ma una grande Artista che non ha bisogno di presentazioni Nada

I “Perturbazione” nascono a Rivoli (TO), nel 1988, con una formazione diversa da quella attuale:

Tommaso Cerasuolo – Voce e mandolino

Cristiano Lo Mele – Chitarra e tastiere

Alex Bracco- Basso (dal 2008)

Rossano Antonio Lo Mele – Batteria

Nada – Voce

Nel silenzio totale entra dalla porta laterale del Teatro Tommaso Cerasuolo cantando solo voce “Laudate Dominum” dirigendosi sul palco.

Rivolgendosi al pubblico racconta il contesto storico / politico di come nasce la “Buona Novella” paragonando De Andrè a un fiume questo è De Andrè è un fiume dove l’acqua in certi punti forma dei vortici, altri dove l’acqua scorre, altre zone dove stagna , pieno di anse dove dietro non sai cosa troverai, e ci fa domande, la sua scrittura è profondamente interrogativa.

La buona novella, pubblicata nel 1970, è un album che rappresenta uno dei momenti più intensi e profondi nella carriera artistica di Fabrizio De André. In questo concept album, De André si ispira ai vangeli apocrifi, scritture cristiane non canoniche, per raccontare la vita di Gesù e le vicende delle persone che lo hanno circondato, dando voce a figure storicamente marginalizzate. Il risultato è un’opera che unisce riflessione spirituale e denuncia sociale, intrecciando il sacro e il profano in una narrazione poetica e umanista.

Per comprendere appieno La buona novella, è necessario inquadrarla nel contesto storico in cui fu concepita. Alla fine degli anni ’60, l’Italia e l’Europa erano attraversate da movimenti di contestazione sociale e politica, culminati nel Sessantotto. Le proteste studentesche e operaie mettevano in discussione l’autorità delle istituzioni, inclusa quella della Chiesa cattolica, e chiedevano un mondo più giusto, libero da ingiustizie sociali e disuguaglianze. In questo clima, l’album di De André arriva come una riflessione che, pur ispirandosi a testi religiosi, parla di temi universali come la giustizia, l’oppressione e la dignità umana.

De André utilizza i vangeli apocrifi come fonte per umanizzare le figure religiose, trasformando la vicenda di Gesù in una metafora delle lotte dei più deboli contro l’autorità e la violenza del potere. Brani come Il testamento di Tito, ad esempio, rivisitano i comandamenti biblici attraverso gli occhi di un ladro crocifisso accanto a Gesù, denunciando l’ipocrisia di norme imposte dai potenti a scapito dei più poveri.

Uno degli elementi più innovativi dell’album è l’attenzione dedicata alle figure femminili, in particolare a Maria. Nelle canzoni L’infanzia di Maria, Il sogno di Maria e Ave Maria, De André tratteggia la figura della madre di Gesù con una delicatezza e una profondità che raramente si ritrovano nella tradizione cristiana ufficiale. Maria è rappresentata come una giovane donna che vive con dolore e consapevolezza il suo ruolo di madre del Messia, ma anche come una persona che affronta le sfide della vita con dignità e umiltà.

Musicalmente, La buona novella fonde il cantautorato di De André con sonorità che richiamano la tradizione religiosa e popolare. Cori, arrangiamenti orchestrali e melodie che evocano atmosfere sacre si mescolano a ritmi più moderni, creando un paesaggio sonoro che sottolinea la dualità dell’album: da un lato, la sacralità dei temi religiosi; dall’altro, la critica sociale e politica.

La poesia dei testi è, come sempre in De André, uno degli aspetti più straordinari dell’album. Ogni canzone è una storia a sé, in cui le parole sono scelte con cura per evocare immagini potenti e per stimolare una riflessione profonda. Tre madri, ad esempio, è un brano struggente in cui le madri di Gesù, Tito e Disma piangono i loro figli crocifissi, in un lamento universale che parla della sofferenza umana al di là del contesto religioso.

La buona novella è un’opera che sfida e sovverte le convenzioni. In un periodo di fervore politico e di contestazione sociale, De André crea un album che, pur attingendo a temi religiosi, riesce a parlare in modo sorprendentemente attuale di libertà, giustizia e umanità. La sua capacità di umanizzare figure sacre e di criticare il potere attraverso la lente della religione rende quest’opera non solo un capolavoro musicale, ma anche un potente manifesto di pensiero critico e di compassione verso i più deboli.

Ancora oggi, La buona novella è un album che continua a risuonare con forza, dimostrando la grandezza di De André come poeta e cantautore, capace di trasmettere messaggi senza tempo attraverso la sua arte.

In teatro durante tutto lo spettacolo si respira un’aria quasi di “sacralità” in silenzio il pubblico segue attentamente le varie canzoni di questa grande opera scritta da De Andrè, oggi si etichetterebbe con un termine molto in voga “concept album” cioè un album musicale in cui tutte le canzoni ruotano attorno a un tema centrale, una storia o un’idea comune, sviluppandosi in modo coerente dall’inizio alla fine. A differenza di un album tradizionale, che può contenere canzoni scollegate tra loro, il concept album è progettato per essere un’opera unitaria, in cui ogni traccia contribuisce a raccontare un unico messaggio o una narrazione.

Applausi finali a scena aperta per la bellissima interpretazione de “La Buona Novella” a conclusione i bis di rito, con una canzone di Nada che di incastra bene nel contesto dal titolo “Gesù”.

A seguire una canzone dei “Pertubazione” del 2001 dal cd “in circolo” dal titolo “Agosto” e a termine una canzone solo voce di Nada dal titolo “All’aria aperta”

Open act: 12 Corde, Gennaro Mastellone voce, chitarra ritmica e Paolo Reale chitarra solista.

Se il concerto di venerdì è stato un “botto” (cit. Mario Mormone) questo non è stato da meno! Di grande intensità e emozionante, non solo alla grande bravura dei “Pertubazione” ma anche alla voce di Nada che ha contribuito a dare ancora di più a un’atmosfera quasi sacrale del concerto.

Non per piaggeria, ma ne testimoniano i fatti reali che il Direttore Artistico Mario Mormone, che ringraziamo per l’ospitalità, che in tutti questi anni il suo continuo e incessante lavoro minuzioso non ci ha mai deluso portandoci artisti e progetti a Sorrento di una qualità altissima.

The last but not the least un saluto affettuoso a Giuseppe Prudente grande conoscitore di musica e come già dichiarato tempo fa da Mario Mormone suo braccio destro.

ALLA PRIMA SERATA DELLA XIII EDIZIONE DI SUONI DIVINI: BANCO DEL MUTUO SOCCORSO

Di Annamaria De Crescenzo
Foto gallery di : Mario Catuogno (http://www.spectrafoto.com)

Ieri sera, 11 ottobre, è iniziata la XIII Edizione di Suoni Divini che si svolgerà presso il Teatro Tasso.

Tale manifestazione, è patrocinata dal Comune di Sorrento e dal Ministero della Cultura.

Teatro pieno per la prima serata della manifestazione considerato i grandi Artisti che verranno ospitati in questi tre giorni a Sorrento.

Prima di dare il via alla manifestazione sul palco oltre a Mario Mormone è intervenuto il Sindaco di Sorrento Massimo Coppola.

Che ha detto tra l’atro: “Che è una manifestazione stabile nel calendario del Comune di Sorrento, e che aveva una collocazione temporale diversa, ma che adesso è posta in un lasso di tempo “mediana”, vista la stagione estiva molto impegnativa e che il comune ha lavorato per rendere il Teatro ancora più accogliente internamente e esternamente. E che il teatro sia un punto di riferimento per Sorrento non solo per gli spettacoli ma per tutto l’anno, soprattutto durante la stagione autunnale / invernale dove le distrazioni dono minori che diventi un luogo di incontro e aggraziane per i Sorrentini”

Il Sindaco Coppola Massimo poi ha tenuto a ringraziare Mario Mormone: “per il lavoro che svolge con tanto impegno e dedizione, per portare a Sorrento grandi artisti che sicuramente renderanno omaggio a questa XIII Edizione di Suoni Divini”

La parola è passata a Mario Mormone che oltre a ringraziare il Sindaco, un altro motivo di ringraziamento e che questa Amministrazione ci permette di realizzare questi grandi eventi a dei prezzi molto popolari che in altri posti della penisola non si trovano. Ha salutato una rappresentanza di ragazzi dell’istituto “Istituto Superiore ad indirizzo RARO “Francesco Grandi” ospiti della manifestazione, con il suddetto collaboriamo da anni in sinergia con il Professore Mº Domenico Guastafierro, con questo scambio di esperienze e confronto e di proposte.

Poi Mario Mormone ha fatto un excursus della tre giorni della manifestazione partendo da quello di domenica che chiuderà la XIII  Edizione di Suoni Divini, sul palco sarà ospite Mario Rosini grandissimo Arista con il suo trio, domani (sabato 12) con una bellissima rappresentazione di quello che è stato il capolavoro di Fabrizio De André “Faber” con  la “Buona Novella” con il gruppo “Pertubazioni” tra l’atro vincitori del premio Tenco e vincitori della targa  su “De André” insieme a Nada e poi con il concerto di stasera, un concerto con il “botto” un vero motivo di orgoglio di presentare sul palco del Teatro Tasso uno dei gruppi fondatori del “progressive rock”  in Italia il “Banco del Mutuo Soccorso” fondato da Vittorio Nocenzi

Accolti da applausi sul palco hanno dato inizio al concerto che per due e passa ore ha percorso la loro storia musicale con le loro carriera musicale il tutto con intervallato da interazioni con il pubblico da parte di Vittorio Nocenzi.

Banco del Mutuo Soccorso: Pioniere del rock progressivo italiano, che ha saputo conquistare il pubblico con sonorità complesse e testi poetici. Tra le band più rappresentative del genere in Italia, il loro sound è un mix di rock, jazz e musica classica, creando un’atmosfera unica e coinvolgente. Se ami il prog rock e la musica italiana, il Banco è un must-listen!

Nei primi sei album si consacrano fra le Band Europee di rock progressive più importanti di quegli anni. Negli anni ‘80 sono protagonisti con brani di grande successo: «Paolo Pa», «Moby Dick», «Grande Joe», ecc., coniugando vasta popolarità e qualità artistica. Il terzo decennio di attività, gli anni ‘90, diventa il giusto. Il Banco è tra le band rock italiane a non aver mai interrotto l’attività concertistica contribuendo a consacrare il prog rock italiano in tutto il mondo.

Con Vittorio Nocenzi : Organo e sintetizzatori a completare la band

Michelangelo Nocenzi: Piano e tastiere

Filippo Marchegiani – Chitarra elettrica

Marco Capozi – Basso elettrico

Dario Esposito – Batteria

Tony D’Alessio – Voce solista

Applauditi dalla prima all’ultima nota dal pubblico eterogeneo che ha rivissuto epoche passate con il prog rock inconfondibile del Banco.

E come aveva detto nella presentazione Mario Mormone è stato un concerto con il “botto” vista la grande partecipazione del pubblico e dal grande entusiasmo che si è avuto durate e post il concerto del Banco.

Open Act – Giovanni Cinque – Voce e Chitarra

Ringraziamo il Direttore Artistico Mario Mormone, per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.

ALLA SERATA CONCLUSIVA DEL LEMON JAZZ : IL SOUND DI DARIO BASSOLINO.

Di Annamaria De Crescenzo
Foto gallery: Mario Catuogno (http://www.spectrafoto.com)

È domenica ed è anche l’ultimo giorno che chiude la VI edizione del Lemon Jazz, rassegna che è entrata da anni nelle attività culturali della città di Sorrento che si è svolta presso il Teatro Tasso.

Come tutte le altre due serate, Mario Mormone sale sul palco per introdurre all’ascolto degli artisti della serata e tra gli applausi dal palco Mario Mormone prima di parlare degli artisti della serata fa i ringraziamenti di rito: “Oggi è la giornata dei ringraziamenti a tutti quelli che hanno reso possibile la realizzazione della VI Edizione di Lemon Jazz, prima di tutto il Comune di Sorrento e la Fondazione Sorrento, a  tutti i collaboratori che ci sono vicini ogni anno, un ringraziamento a Michele Mozzicato di Egea Music, che mi segue da dodici anni, poi l’immancabile mio braccio destro Giuseppe Prudente, un ringraziamento a tutti i tecnici dei suoni e delle luci, a Paolo Terlizzi, fotografo ufficiale del Lemon Jazz e a tutto il personale del Teatro Tasso. E rivolgendosi al pubblico, un ringraziamento a tutti voi che con la vostra presenza ci aiutate a portare avanti il festival. Mi fa piacere vedere anche stasera Elisabetta Ricca di Sorrento Jazz (moglie del compianto Antonino Esposito)che con la quale continuiamo a fare interscambi e a seguirci a vicenda, alla prima serata avevo la shirt di Sorrento Jazz e dintorni e parlando con Elisabetta ho spiegato il perché della scritta Sorrento Jazz e dintorni, Antonino fu il primo a fare un festival Jazz a Sorrento, ben 24 edizioni, e quindi una storia lunghissima, e iniziò a portare artisti che non avevano specificità con il Jazz, Antonino diceva che il Jazz è contaminazione, non è solo quello che ascoltiamo come i  classici e i grandi interpreti del Jazz. Dopotutto il Jazz è nato da contaminazioni di vari generi e quindi dobbiamo continuare su questa linea, promuovendo questi movimenti che attingono al Jazz e trasformano la propria musica verso nuove vie. Quindi stasera di Jazz avremo molto poco”

Ad aprire la serata un duo di giovani ragazzi i Devil A and Skioffi

Devil A (pseudonimo di Angelo Autorino) di San Giuseppe Vesuviano, rapper e cantautore  

Skioffi (pseudonimo di Giorgio Iacobelli) di Casalvieri, rapper e produttore

Hanno presentato alcuni loro brani molto apprezzati dal pubblico.

Dopo l’esibizione del duo, Mario Mormone introduce l’artista principale e per spiegare come avviene la scelta degli artisti, parte dalla considerazione che un direttore artistico per poter proporre artisti ai soggetti istituzionali, che hanno la voglia, il coraggio di investire risorse in questi progetti, deve, spesso trascorre parecchio tempo davanti al pc con le cuffie ad ascoltare musica, da quella più famosa a quella emergente, non solo artisti famosi che sono stati ospiti al Lemon Jazz ma anche artisti emergenti. E quindi “scrollando” sul telefonino ha iniziato ad ascoltare la musica dell’artista della serata, Dario Bassolino.

Dario Bassolino è pianista e compositore attivo nella scena jazz elettronica e non solo a livello nazionale e internazionale, ha all’attivo produzioni con Nicola Conte, LNDFK e Pellegrino, vanta collaborazioni con Nu Genea, Paolo Fresu, Stefano Costanzo, Chester Watson e tanti altri.

E per la serata conclusiva del Lemon Jazz presenta insieme al suo gruppo il suo lavoro discografico “Città Futura”

Dario Bassolino: Piano, sinth, voce
Paolo Petrella: basso elettrico, sinth
Andrea De Fazio: batteria
Marcello Giannini: chitarra
Francesca Diletta Iavarone: flauto, voce, cori
Pietro Santangelo: sax, percussioni
Linda Feki: voce, sinth
Gennaro Apuzzo: voce, cori

Il pubblico in sala molto attento all’ascolto delle canzoni proposte, un sound familiare, ma allo stesso tempo nuovo e coinvolgente. In definitiva “Città Futura” di Dario Bassolino è un album che si distingue per la sua capacità di mescolare elementi elettronici con sonorità più tradizionali, creando un’atmosfera futuristica e riflessiva. Il disco, con le sue sfumature ambient e glitch, sembra voler trasportare l’ascoltatore in una città immaginaria, in un mondo in cui il passato e il futuro si fondono. Le tracce sono caratterizzate da ritmi ipnotici e tessiture sonore complesse, dove la melodia lascia spesso spazio alla sperimentazione sonora.

Uno degli aspetti più interessanti del disco è la sua capacità di evocare immagini e sensazioni, quasi come se ogni traccia fosse un viaggio attraverso diverse zone di questa “città futura”. Bassolino utilizza suoni sintetici che si fondono con strumentazioni organiche, creando un contrasto affascinante che dà vita a una narrazione musicale ricca di dettagli.

In sintesi, “Città Futura” è un lavoro raffinato e suggestivo, capace di catturare l’attenzione di chi è alla ricerca di sonorità innovative e atmosfere oniriche.

Così con queste sonorità a noi vicine si è conclusa la VI Edizione del Lemon Jazz, con un ottimo riscontro di critica e di pubblico che ha apprezzato molto gli artisti che Mario Mormone ha proposto, dalle sonorità Cubane di Roberto Fonseca, ai virtuosismi del basso di Vincen Garciá e a concludere con le atmosfere futuristiche di Dario Bassolino.

Non ci resta che salutare la sempre bella Sorrento e ringraziare ancora una volta il Direttore Artistico Mario Mormone, per l’ospitalità concessaci, per aver avuto l’opportunità di seguire questa interessantissima rassegna del Lemon Jazz. Arrivederci alla VII Edizione che sicuramente ci riserverà tante altre sorprese!

ALLA SECONDA SERATA DEL LEMON JAZZ : IL VIRTUOSO BASSISTA SPAGNOLO VINCEN GARCIÁ

Di Annamaria De Crescenzo
Foto gallery : Mario Catuogno (http://www.spectrafoto.com)

Per la seconda serata alla VI edizione del Lemon Jazz, si è esibito al Teatro Tasso di Sorrento, il giovane e virtuoso bassista Vincen Garciá.

Mario Mormone ringraziando il pubblico in sala, presenta l’artista di stasera ospite della VI edizione del Lemon Jazz, organizzata dalla Fondazione Sorrento e dal Comune di Sorrento.

Come solito il concerto principale è aperto da musicisti che sono del territorio regionale e questa sera ad aprire il live sono stati chiamati i Nica Acoustic Trio, tre giovani promesse non nuovi al Lemon Jazz, già due anni fa aprirono il concerto di Matteo Mancuso, tutti Sorrentini:

Voce: Camilla Nica
Chitarra: Dario Palomba
Chitarra: Giuseppe Ruocco

Che hanno tra l’altro interpretato brani di Stevie Wonder e Pino Daniele.

Dopo l’esibizione del trio, molto applaudito dal pubblico in sala, è entrato sul palco Vincen Garciá con i suoi musicisti, accolti da fragorosi applausi.

La band composta da:

Vincen Garciá: Basso

Andoni Narvaez: Chitarra

Manuel Pardo: Tromba

Clara Juan: Sax

Jorge Tortosa: Batteria

Da subito Vincen Garciá, ha dato prova delle sue enormi capacità musicali, coinvolgendo i tantissimi spettatori in sala al Teatro Tasso, che anche se seduti accennavano a ballare.

Vincen García è un bassista spagnolo “autodidatta “con una tecnica eccellente e una capacità creativa inesauribile. Con oltre 14 anni di esperienza, è riuscito a forgiare uno stile distintivo basato su un suono moderno e un’esecuzione piena di grinta ed energia.

Nato da una madre cantante e un padre trombettista, Vincen ha trascorso la sua infanzia immerso nella musica, tra tour e concerti con i suoi genitori. Di fronte alla mancanza di candidati, il giovane Vincen si è offerto volontario per suonare il basso nella banda scolastica, entrando così nel mondo delle quattro corde.

La sua padronanza dello strumento è evidente in ogni performance, dove mescola con facilità diversi stili, dal jazz al funk, dal rock al flamenco. La sua capacità di adattarsi a diversi generi musicali rende la sua musica fresca e versatile, capace di catturare l’attenzione sia dei musicisti esperti che del grande pubblico.

La sua capacità di fondere stili diversi e la sua maestria tecnica lo posizionano tra i musicisti più interessanti della scena contemporanea. Se non lo avete ancora ascoltato, vale sicuramente la pena di scoprire il suo lavoro.

IL pubblico è rimasto estasiato e silenzioso quando Vincen García è rimasto solo sul palco con il suo basso e fare un brano “basso solo” per poi sfociare manifestazioni di apprezzamento al termine della performance.

Inoltre in scaletta Vincen García ha suonato:

Nexpresso

Aprieta

Funkrock

Berlin

Hangover

Funkfussion

Get up funkier

Right now

The gridgeneration

Bass tribute

Altf4

Too much

Al termine lo stesso Vincen García, ha esortato il pubblico a alzarsi e andare sotto palco a ballare per condividere la sua musica coinvolgendo attivamente le persone, ovviamente tutti nessuno esclusi non si sono fatti pregare per dare sfogo alla voglia matta di ballare sul bis che concludeva il live.

Anche stasera, pubblico entusiasta e contento di aver vissuto una serata così elettrizzante in compagnia del basso di Vincen García.

Domenica chiuderà la VI edizione del Lemon Jazz Dario Bassolino.

 APRE IL LEMON JAZZ FESTIVAL UNO DEI PIÙ GRANDI ESPONENTI DELLA MUSICA CUBANA: ROBERTO FONSECA IN TRIO

Di Annamaria De Crescenzo
Foto Gallery : Mario Catuogno (http://www.spectrafoto.com)

È venerdì sera a Sorrento, tanti turisti in strada e al Teatro Tasso, inizia la VI edizione del Lemon Jazz, sembra tutto come gli altri anni, la gente in fila per entrare, chi chiacchiera amabilmente, ci si saluta e si attende chiacchierando l’orario di apertura per poter entrare.

Verso le 21.30, si fa buio in sala, una sola luce illumina il M° Gaemaria Palumbo, con il suo sax, le note sono struggenti e accompagnano vecchie foto che scorrono sul grande telo al centro del palco e partono lunghi applausi, foto che vedono come soggetti Mario Mormone, Patron e Direttore Artistico del Lemon Jazz, con Antonino Esposito (Vikingo), Direttore del Sorrento Jazz Festival.

In suo post su Facebook dove dava la ferale notizia, Mario Mormone oltre al commiato, prometteva che quest’anno il suo festival lo avrebbe dedicato a Antonino e così è stato.

Mario Mormone, sale sul palco indossando la maglietta del Sorrento Jazz Festival, la Famiglia di Antonino Esposito in prima fila, e con voce rotta dall’emozione, ricorda l’amico Antonino Esposito, scomparso prematuramente agli inizi di agosto. Tiene a ricordare, ancora una volta, che erano Amici mai avversari, al limite “competitor”. Ricorda che Antonino è stato il Jazz a Sorrento, 24 edizioni del Sorrento Jazz Festival, e che senza il Festival di Antonino non sarebbe mai nato il suo Lemon Jazz. Che avevano cose in comune, nati entrambi il 24 Marzo, la passione politica e tifosi della stessa squadra di calcio, poco amata a queste latitudini e la grande passione per il Jazz. Precisa che il Sorrento Jazz Festival continuerà a esistere grazie alla Familiari di Antonino. Conclude tra gli applausi dicendo che: “Antonino non solo sarà parte solo del mio cuore, ma anche del nostro Festival, perché Antonino veniva al mio Festival e io andavo al suo Festival, per cui era doveroso e sono orgoglioso che la VI edizione del Lemon Jazz sia dedicata a Antonino”  

Mario Mormone introduce alla presentazione della VI edizione del Lemon Jazz, organizzata dalla Fondazione Sorrento e dal Comune di Sorrento in questa nuova location del Teatro Tasso. E nonostante le grandi difficoltà anche quest’anno è stato fatto un programma di grandissimo livello alla serata inaugurale venerdì 6 settembre Roberto Fonseca, sabato 7 settembre Vincent Gracia e a concludere domenica settembre Dario Bassolino. E grazie al Ministero della Cultura è stata data la possibilità di affiancare a questi gradi artisti principali, anche artisti locali per farli conoscere non solo al pubblico locale ma anche ai tanti turisti provenienti da ogni parte del mondo a Sorrento.

Quindi ad aprire questa prima serata del Lemon Jazz sono stati chiamati i : “Billa voice duo” nasce nel 2010 con Roberta Paturzo (voce) e Renato Podano (chitarra) impegnati in un progetto, completamente acustico, che vuole riscoprire certe sonorità degli anni ’80, e in particolare quelle della cosiddetta “fashion music”. Il repertorio rievoca le atmosfere di quegli anni felici, proponendo la raffinatezza di Sade e Anita Baker, o l’accattivante jazz sound  di Lisa Stansfield  e George Benson, strizzando anche l’occhio a tendenze sonore più attuali. Il Duo ha presentato per la serata tre famosi brani:

Just The Two of Us (scritto da Bill Withers, William Salter Ralph MacDonald e inciso da Grover Washington Jr. e Bill Winthers

Sina (Djavan Caetano Viana)

a chiudere con Vita (scritto da Mogol/Lavezzi, cantato da L. Dalla e G. Morandi)

Giusto il tempo per liberare il palco, e Mario Mormone, introduce il grande Artista che apre questa VI edizione del Lemon Jazz: M° Roberto Fonseca, dopo aver fatto tappa al North Sea Jazz, Paris Jazz Festival e a Umbria Jazz#24

Roberto Fonseca è un pianista cubano nato l’11 marzo 1975 all’Avana. Cresciuto in una famiglia di musicisti (suo padre era batterista e sua madre cantante), Fonseca ha iniziato a studiare il pianoforte all’età di otto anni, dopo aver inizialmente mostrato interesse per la batteria. Ha studiato al prestigioso Instituto Superior de Arte de La Habana, dove ha affinato il suo stile eclettico, che mescola jazz, musica afro-cubana, musica classica e sonorità moderne. Quando alcuni anni fa quando Rubén González Fontanills cedette il posto di pianista del mitico gruppo Buena Vista Social Club, incominciò a cercare il suo erede e la scelta ricadde appunto su Roberto Fonseca, giovane ma artista maturo e figlio d’arte. Roberto Fonseca è stato circondato dalla musica poiché suo padre era il batterista Roberto Fonseca e sua madre, Mercedes Cortés Alfaro, una cantante professionista.

la sua carriera solista si è rapidamente distinta grazie al suo talento per la fusione di tradizione e innovazione, esplorando non solo le radici della musica cubana, ma anche influenze internazionali, come il jazz contemporaneo e la musica elettronica.

Roberto Fonseca è noto per il suo virtuosismo pianistico e per la capacità di fondere diversi generi in una musica vibrante e carica di energia. Nei suoi album, come “Zamazu” (2007) e “Yo” (2012), emerge un linguaggio musicale unico che unisce elementi tradizionali cubani, afro-cubani, jazz e suoni moderni. L’album “Yo”, in particolare, ha ricevuto il plauso della critica per l’originalità dell’approccio, con l’inclusione di strumenti tradizionali africani e elettronici.

La sua musica è ricca di improvvisazione, ma sempre radicata in melodie profonde e ritmi coinvolgenti, offrendo un’esperienza sonora che porta l’ascoltatore attraverso paesaggi sonori ricchi di emozioni. Fonseca riesce a rendere omaggio ai grandi maestri del jazz cubano, aggiungendo al contempo la sua impronta personale.

Il suo stile unico lo rende uno degli esponenti più interessanti della scena musicale contemporanea cubana, riuscendo a collegare passato e presente in modo dinamico e creativo.

Il suo più recente progetto discografico, “La Gran Diversión è anche uno show musicalmente ribollente che rievoca i fasti delle grandi dance hall degli anni ruggenti della musica cubana. È un suono che da Cuba ha invaso tutto il mondo, da New York alle capitali europee, e che artisti cubani come Fonseca custodiscono e rivitalizzano coniugandolo con i generi contemporanei.

Così sulle con questi suoni caldi Cubani del: M° Roberto Fonseca, finisce in allegria con tantissimi applausi da parte del numero pubblico in sala la prima serata del Lemon Jazz.

Ringraziamo il Patron e Direttore Artistico Mario Mormone, per la cortesia e disponibilità di ospitarci per l’intera durata del VI Lemon Jazz, che ancora una volta ha proposto Artisti di grande richiamo internazionale. Citiamo l’organizzazione esemplare del Teatro Tasso di Sorrento, Ufficio Stampa, Staff e i Tecnici, hanno fatto sì che tutto si svolgesse in maniera ineccepibile.

AL TEATRO ACACIA – SERGIO CAMMARIERE -“UNA SOLA GIORNATA”

Photogallery SpectraFoto (http://www.spectrafoto.com)

Per la rassegna “Vomero suona 2024” al Teatro Acacia ieri sera ha portato in scena il suo spettacolo Sergio Cammariere “Una sola giornata”, per una serata in cui la canzone d’autore promette di abbracciare il jazz. Con il pianista e cantautore.

Lo spettacolo “Una Sola Giornata” di Sergio Cammariere è un viaggio emozionante attraverso la musica e le storie che la compongono. Cammariere, con la sua maestria pianistica e la sua voce coinvolgente, riesce a trasportare il pubblico in un mondo fatto di sensazioni e riflessioni. Le sue performance sono intense e cariche di pathos, regalando al pubblico un’esperienza indimenticabile. Con brani ben selezionati e arrangiamenti accattivanti, Cammariere dimostra ancora una volta il suo talento e la sua capacità di comunicare attraverso la musica. “Una Sola Giornata” è uno spettacolo che lascia il segno, capace di toccare le corde dell’anima e rimanere impresso nella memoria degli spettatori.

La scaletta contiene sia di nuove canzoni dal nuovo album appunto “Una sola giornata”, ma anche riproposto le sue hits come :«Tempo perduto», «Dalla pace del mare lontano», «Via da questo mare», «Cantautore piccolino», «L’amore non si spiega» e «Tutto quello che un uomo» brano famoso che si classifica terzo nella serata conclusiva del festival di Sanremo Sergio e si aggiudica il Premio della critica e il Premio Volare per la migliore composizione musicale.

A accompagnare Sergio Cammariere sul palco ci sono Amedeo Ariano : batteria , Luca Bulgarelli : contrabasso e Daniele Tittarelli : clarinetto

Sergio Cammariere è un cantautore, pianista e compositore italiano. Sin da giovane ha mostrato un grande interesse per la musica e il pianoforte, studiando presso il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma.

Nel 2000 ha debuttato con l’album omonimo “Sergio Cammariere”, che ha suscitato l’interesse della critica e del pubblico, grazie alla sua fusione di jazz, pop e musica d’autore. Da allora ha pubblicato una serie di album di successo, guadagnandosi una reputazione come uno dei più talentuosi e originali cantautori italiani.

La sua musica è caratterizzata da testi poetici e profondi, arrangiamenti sofisticati e una voce calda e coinvolgente. Cammariere ha vinto numerosi premi, tra cui il prestigioso Premio Tenco, consolidando la sua posizione nel panorama musicale italiano. Con il passare degli anni, ha continuato a evolversi artistica e musicalmente, dimostrando una versatilità e una creatività senza pari.

Entusiasmo alle stelle da parte del pubblico che ha gremito il teatro, che ha esternato con fragorosi applausi alla fine di ogni canzone.

Alla fine non poteva mancare l’omaggio a Pino Daniele, che Sergio Cammariere ha incontrato molte volte, coinvolgendo il pubblico in sala a cantare “Napule è” e sulle note di questa struggente canzone saluta calorosamente il pubblico.

Pubblico in sala non demorde e a forza di applausi e grida di “bis!” Sergio Cammariere e i suoi musicisti vengono richiamati sul palco per il bis di rito.

Ringraziamo il Direttore Artistico Michele Solipano sua per la cortesia e diponibilità.