Category Archives: Umbria Jazz

Umbria Music 2025 – Nove serate all’Arena Santa Giuliana tra fuochi d’artificio sonori, grandi ritorni e nuove visioni

Di Annamaria De Crescenzo
Foto di Mario Catuogno (http://www.spectrafoto.com)

Perugia si è confermata anche quest’anno capitale della musica internazionale con la nuova edizione di Umbria Jazz – o meglio, Umbria Music, come forse sarebbe più corretto definirla guardando al vasto spettro sonoro che ha attraversato l’Arena Santa Giuliana dal 12 al 20 luglio 2025.

La manifestazione, tra i festival musicali più importanti d’Italia e d’Europa, ha offerto un cartellone eclettico, capace di unire nomi storici e leggende viventi a giovani promesse, in una continua alternanza di stili, generi e visioni. Un evento che riesce da decenni a parlare a pubblici diversi senza mai perdere qualità né coerenza.

L’Arena Santa Giuliana, come da tradizione, è stata il cuore pulsante della rassegna. Ogni sera – a partire dalle ore 21 – migliaia di spettatori hanno gremito spalti e platea, con un’affluenza continua, appassionata e partecipe, testimoniando il profondo legame che da anni unisce Perugia alla grande musica dal vivo.

Il racconto dei concerti – Dalla classe del jazz alla spettacolarità pop

Sabato 12 luglio ha aperto le danze Stefano Bollani, figura ormai iconica del panorama musicale italiano, che ha stupito con la consueta miscela di virtuosismo pianistico, ironia e improvvisazione. Il suo concerto, brillante e imprevedibile, ha subito catturato l’attenzione del pubblico.

A seguire, I Patagarri, giovane formazione emergente, hanno portato sul palco un live solido e travolgente, con un mix di jazz elettrico, groove mediterraneo e ritmi contaminati che ha sorpreso anche i più tradizionalisti.

Domenica 13 luglio, due giganti: Dianne Reeves, con la sua voce profonda e calda, ha incantato con interpretazioni piene di sfumature e forza espressiva. È stata una vera lezione di eleganza vocale.

Dopo di lei, Herbie Hancock, maestro assoluto del jazz moderno, ha accompagnato il pubblico in un viaggio sonoro tra tradizione e sperimentazione, toccando punte di lirismo, elettronica e improvvisazione che solo lui sa orchestrare.

Lunedì 14 luglio, ha aperto Samara Joy, giovanissima voce dal timbro puro e maturo, che si sta rapidamente affermando come erede spirituale delle grandi vocalist jazz del passato. Il suo repertorio è stato eseguito con intensità, controllo e naturalezza. Subito dopo, Gregory Porter, artista che non ha bisogno di presentazioni: la sua voce profonda, il carisma, la capacità di toccare il cuore con ogni nota hanno reso il concerto uno dei più emotivamente coinvolgenti dell’intera edizione.

Martedì 15 luglio, la potente vocalità di Ledisi, tra gospel, soul e R&B, ha scaldato l’atmosfera con un’esibizione appassionata, tra grande tecnica e presenza scenica. Nel secondo concerto, Kurt Ellington & The Yellow Jackets hanno offerto un concerto dalla scrittura raffinata e dal groove controllato, in perfetto equilibrio tra composizione e improvvisazione.

Mercoledì 16 luglio è stato il giorno delle sei corde: Lee Ritenour, col suo tocco inconfondibile e la sua eleganza musicale, ha proposto un concerto pieno di finezza e groove. Poi è stata la volta di Steve Vai & Joe Satriani, che hanno trasformato l’Arena in un’arena rock. Virtuosismo, interplay spettacolare, momenti di pura energia elettrica: la platea ha risposto con entusiasmo, applaudendo due mostri sacri della chitarra contemporanea.

Giovedì 17 luglio, il basso monumentale di Marcus Miller ha messo subito tutti d’accordo: groove, potenza e musicalità a livelli assoluti. Poi è arrivato Jacob Collier, enfant prodige della scena mondiale, che ha costruito un live multidimensionale, pieno di loop vocali, armonie dense e coinvolgimento diretto del pubblico, confermandosi come una delle menti più originali della nuova generazione musicale.

Venerdì 18 luglio, Candy Dulfer ha portato una ventata funky, colorata e travolgente. Il suo sax ha riempito l’arena di energia e leggerezza, facendo ballare anche i più timidi.

In chiusura, Kamasi Washington ha stregato con un performance musicale epico, spirituale, cinematico, che ha fatto vibrare le corde più profonde degli ascoltatori, tra assoli torrenziali e costruzioni armoniche mastodontiche.


Mika e Lionel Richie – Due serate da antologia

Sabato 19 luglio, Mika ha dato vita a uno degli show più spettacolari e coinvolgenti dell’intera rassegna. Con il suo stile teatrale, ironico e trascinante, ha trasformato l’Arena Santa Giuliana in una vera e propria festa a cielo aperto. Brani come Grace Kelly, Relax (Take It Easy) e Happy Ending sono diventati cori spontanei di migliaia di persone. Una performance trascinante, perfetta sintesi tra pop, spettacolo e partecipazione collettiva.

Domenica 20 luglio, il gran finale con Lionel Richie è stato all’altezza delle più alte aspettative. Il leggendario artista americano ha proposto un live ricco di emozioni e memoria condivisa. Le sue hit planetarie – Hello, All Night Long, Say You, Say Me – sono state cantate in coro da un pubblico visibilmente commosso e coinvolto. Il suo bis, richiesto a gran voce, ha chiuso Umbria Jazz 2025 tra applausi infiniti, danze, sorrisi e una standing ovation sincera e calorosa.

Un’edizione da ricordare. E il futuro è già scritto

Umbria Jazz 2025 ha confermato la sua capacità unica di coniugare l’eccellenza artistica alla partecipazione popolare, offrendo un cartellone ricco, trasversale e sempre di altissimo livello. In nove giorni, l’Arena Santa Giuliana ha ospitato un mosaico sonoro senza confini, tra jazz, soul, funk, pop e sperimentazione, sempre con un pubblico attento, caloroso, esigente.

La direzione artistica ha saputo, ancora una volta, intercettare lo spirito del tempo, affiancando le nuove generazioni ai grandi nomi della scena internazionale, senza mai perdere di vista la qualità.

Umbria Jazz tornerà nel 2026, sempre a Perugia, sempre all’Arena Santa Giuliana, dal 3 al 12 luglio.
L’attesa è già cominciata. E sarà, ancora una volta, musica allo stato puro.

“Umbria Jazz 2025 al Teatro Morlacchi: Un Viaggio nel Cuore del Jazz Contemporaneo”

Di Annamaria De Crescenzo
Fotogallery : Catuogno Mario (http://www.spectrafoto.com)

Il Teatro Morlacchi, gioiello storico nel cuore di Perugia, ha offerto un’atmosfera intima e accogliente, ideale per vivere ogni concerto come un’esperienza unica. Ogni esibizione ha portato sul palco emozioni diverse, ma tutte altrettanto potenti, rendendo ogni pomeriggio un’occasione speciale per apprezzare il jazz in una delle sue forme più pure.

12/7 – Isaiah Collier & The Chosen Few

Isaiah Collier e la sua band hanno aperto il festival con una performance energica e coinvolgente. Il suo sax, robusto e ricco di improvvisazioni, ha trascinato il pubblico in un viaggio sonoro emotivo. Il gruppo ha offerto una miscela perfetta di passione e sperimentazione, creando un’atmosfera intensa che ha catturato l’attenzione fin dai primi minuti.

13/7 – Sullivan Fortner Trio

Il trio di Sullivan Fortner ha conquistato la sala con la sua eleganza sofisticata. Il pianoforte di Fortner, tecnicamente impeccabile, ha saputo alternare momenti lirici e intensi, accompagnato da una ritmica precisa che ha creato un equilibrio perfetto. Un concerto che ha regalato al pubblico il piacere di ascoltare un jazz raffinato e introspectivo.

14/7 – Johnathan Blake “My Life Matters”

Johnathan Blake ha presentato un progetto dal forte impatto sociale, “My Life Matters”, che ha trattato temi di identità, lotta e speranza. La sua batteria, potente e incisiva, ha guidato il gruppo con precisione, mentre il dialogo musicale con gli altri musicisti ha dato vita a un concerto emotivamente denso e significativo.

15/7 – Jazzmeia Horn

Jazzmeia Horn ha incantato il pubblico con la sua voce straordinaria, un mix di soul e jazz che ha reso ogni brano unico. La sua capacità di improvvisare con una naturalezza disarmante e la sua presenza scenica magnetica hanno trasformato il concerto in un’esperienza coinvolgente, facendo vivere al pubblico ogni nota con grande intensità emotiva.

18/7 – Ambrose Akinmusire “Honey from Winter Stone”

Il trombettista Ambrose Akinmusire ha presentato un progetto visionario e delicato, “Honey from Winter Stone”. La sua tromba, alternando suoni dolci e incisivi, ha creato un’atmosfera introspettiva, accompagnata da una band che ha saputo equilibrare improvvisazione e ricerca musicale. Un concerto che ha mostrato la profondità artistica di Akinmusire e la sua capacità di emozionare con il suono.

19/7 – Enrico Rava & Fred Hersch

Il dialogo musicale tra Enrico Rava e Fred Hersch è stato uno dei momenti più affascinanti del festival. La tromba di Rava e il pianoforte di Hersch hanno creato un’intesa perfetta, alternando momenti di grande lirismo e improvvisazione. Un concerto che ha esplorato la sottile arte del dialogo musicale, lasciando il pubblico affascinato dalla loro complicità.

20/7 – Paolo Fresu & Omar Sosa “Food”

Il concerto di Paolo Fresu e Omar Sosa, intitolato “Food”, ha unito il suono del cibo alla musica. Registrazioni di suoni di cucine e ristoranti – come tintinnii di calici, il fruscio dell’olio che frigge e le voci narranti in diverse lingue – sono diventate la base per le composizioni originali del duo. Fresu alla tromba e Sosa al pianoforte hanno mescolato influenze mediterranee e cubane, creando una performance che rifletteva sul piacere del cibo e la sostenibilità globale. Un concerto che ha portato il pubblico in un viaggio sensoriale, fondendo arte musicale e cultura gastronomica.

Il Teatro Morlacchi, sempre affollato di pubblico, ha reso ogni concerto un’esperienza ancora più speciale. Il pubblico, attento e partecipe, ha apprezzato la qualità delle performance, mentre la location ha esaltato l’intensità di ogni esibizione, contribuendo a consolidare Umbria Jazz come uno degli eventi jazzistici più importanti a livello mondiale.

“Un Viaggio Sonoro alla Sala Podiani: I Grandi Concerti di Umbria Jazz 2025

Di Annamaria De Crescenzo
Fotogallery : Catuogno Mario (http://www.spectrafoto.com)

La Sala Podiani di Perugia, con la sua atmosfera intima e raccolta, è da anni un punto di riferimento imprescindibile per gli amanti del jazz. Ogni concerto qui è un’esperienza unica, grazie anche alla sua capienza limitata che consente agli spettatori di godere della musica in modo personale e coinvolgente. Il festival, che prevede due appuntamenti giornalieri – alle 12.30 e alle 15.30 – ha offerto nel 2025 una serie di performance straordinarie, caratterizzate dalla presenza di artisti di livello internazionale. Ogni set ha saputo raccontare una storia, un’emozione, un linguaggio musicale che ha saputo trascinare il pubblico in un viaggio sonoro senza pari.

12 luglio: Mathis Picard / Dado Moroni

Il 12 luglio ha visto due esibizioni straordinarie. Mathis Picard, pianista di talento, ha aperto la giornata alle 12.30 con un set solista che ha messo in evidenza una grande versatilità, fondendo jazz moderno e tradizione con uno stile personale e molto apprezzato. Alle 15.30, Dado Moroni ha offerto un’altra performance di altissimo livello. Con il suo pianoforte, ha incantato il pubblico con il suo lirismo e la sua tecnica impeccabile, portando in scena una raffinata miscela di jazz classico e improvvisazione, che ha esaltato la sua grande esperienza e il suo talento.

13 luglio: Melissa Aldana Quartet

Melissa Aldana ha portato la sua straordinaria visione del jazz il 13 luglio. Alle 12.30, il quartetto della saxofonista cilena ha regalato un set ricco di energia e lirismo, dimostrando come il jazz contemporaneo possa mescolare tradizione e innovazione. La sua capacità di improvvisare e la sua musicalità hanno conquistato il pubblico, che ha apprezzato ogni singola nota. Il secondo set alle 15.30 ha continuato su questa scia, regalando un’esibizione ancora più intensa, che ha saputo emozionare e coinvolgere con un sound che ha spaziato tra il tradizionale e il moderno.

14 luglio: Danilo Rea / Danilo Rea & Luciano Biondini “Cosa sono le nuvole”

Il 14 luglio si è aperto con il set solista di Danilo Rea alle 12.30, che ha incantato il pubblico con la sua capacità di coniugare improvvisazione e melodia. Alle 15.30, il duo Danilo Rea & Luciano Biondini ha proposto il progetto “Cosa sono le nuvole”. La loro sintonia, nata durante la pandemia, è stata immediatamente percepibile. Nonostante la sfida di far convivere due strumenti armonici come il pianoforte e la fisarmonica, la loro intesa è stata perfetta. Il repertorio, che spaziava dalla canzone d’autore italiana alla tradizione popolare e ai classici del jazz, è stato eseguito con grande freschezza e improvvisazione, regalando al pubblico un’esibizione ricca di emozioni e sorprese musicali.

15 luglio: Giovanni Mirabassi & Rosario Giuliani “Live and Kicking” / Matteo Bordone “No Land’s”

Il 15 luglio è stato caratterizzato da due set che hanno messo in luce diverse sfumature del jazz. Alle 12.30, Giovanni Mirabassi e Rosario Giuliani hanno offerto un’esibizione ricca di energia e virtuosismo con il progetto “Live and Kicking”. La loro sintonia era palpabile, e il loro interplay ha dato vita a una performance vibrante e appassionata. Alle 15.30, Matteo Bordone ha presentato “No Land’s”, un progetto che fonde il jazz con l’elettronica in modo originale e coinvolgente. Il set è stato un’esplorazione sonora che ha affascinato il pubblico, unendo la tradizione jazzistica con suoni più futuristici e contemporanei.

16 luglio: Fabrizio Bosso & Julian Olivier Mazzariello “Il cielo è pieno di stelle (Omaggio a Pino Daniele)”

Il 16 luglio ha visto due esibizioni indimenticabili. Alle 12.30, il trombettista Fabrizio Bosso e il pianista Julian Olivier Mazzariello hanno eseguito il loro omaggio a Pino Daniele con il progetto “Il cielo è pieno di stelle”. La loro interpretazione della musica di Daniele ha saputo mescolare jazz e sonorità mediterranee, creando un’atmosfera intensa e coinvolgente. Il secondo set alle 15.30 ha continuato su questa scia, con il pubblico che ha potuto godere di un’altra performance di altissima qualità.

17 luglio: Enrico Pieranunzi / Marco Bardoscia “LegnoMadre”

Il 17 luglio ha visto due performance molto diverse ma ugualmente affascinanti. Alle 12.30, Enrico Pieranunzi ha offerto una performance solista di grande raffinatezza. Il suo approccio al pianoforte è stato sofisticato e improvvisativo, con ogni nota che sembrava raccontare una storia. Alle 15.30, Marco Bardoscia ha presentato il suo progetto “LegnoMadre”, una proposta che unisce jazz e musica naturale, unendo elementi tradizionali e contemporanei in un set che ha saputo coinvolgere il pubblico con la sua freschezza e originalità.

18 luglio: Kurt Rosewinkel & Gerard Clayton “A Lovesome Thing in Tribute to Geri Allen”

Il 18 luglio è stato dedicato al tributo alla pianista Geri Allen. Alle 12.30, Kurt Rosewinkel alla chitarra e Gerard Clayton al piano hanno interpretato il repertorio della grande musicista con grande sensibilità e rispetto. La loro performance è stata un viaggio emozionante tra improvvisazione e lirismo. Alle 15.30, il secondo set ha continuato su questa linea, con un omaggio che ha saputo rendere omaggio alla grandezza di Geri Allen, mantenendo comunque una forte impronta personale.

19 luglio: Alessandro Lanzoni “Bouncing with Bud” / Giovanni Guidi Trio con Joe Rehmer e Enrico Morello

Alessandro Lanzoni ha regalato un tributo vibrante a Bud Powell alle 12.30 con il suo progetto “Bouncing with Bud”. La sua interpretazione al pianoforte ha mescolato modernità e classicismo, rendendo omaggio al grande pianista in modo originale e appassionato. Alle 15.30, il Giovanni Guidi Trio ha proposto un set ricco di inventiva e freschezza, con Joe Rehmer al basso e Enrico Morello alla batteria che hanno dato vita a un sound dinamico e originale.

20 luglio: Craig Taborn

Il 20 luglio, Craig Taborn ha concluso il festival con un’esibizione straordinaria. Il suo approccio radicale al pianoforte, che mescola elettronica, jazz acustico e avanguardia, ha incantato il pubblico con la sua audacia e originalità. La sua performance alle 12.30 è stata intensa e coinvolgente, mentre il secondo set alle 15.30 ha confermato la sua unicità, lasciando un segno indelebile nel cuore degli ascoltatori.


Umbria Jazz 2025 ha, ancora una volta, dimostrato che la Sala Podiani è il cuore pulsante di uno dei festival jazz più importanti del panorama mondiale. Ogni concerto ha saputo unire la grande tradizione del jazz con le sue più moderne evoluzioni, creando un’atmosfera unica che ha coinvolto ogni spettatore. L’edizione 2025 sarà sicuramente ricordata come una delle più emozionanti e artisticamente ricche.

Recensione: Umbria Jazz 2024 un’edizione record

Fotogallery : Emanuele Pontani 
              Massimiliano Radicchi

Umbria Jazz 2024

Numeri da record assoluto quelli di Umbria Jazz 2024: oltre 42.000 biglietti venduti con un incasso lordo di 2.400,000 Euro. Mai visti tanti visitatori in città durante la manifestazione!

 Questi i dati della manifestazione come riportato dal comunicato stampa della Fondazione Umbria Jazz.

Circa 250 eventi distribuiti su dieci giorni, per la maggior parte gratuiti, dodici diverse location. Ottantasette band in cartellone con quasi seicento musicisti.

Tanta musica, ma anche seminari di formazione, iniziative e laboratori per i bambini, enogastronomia, dj set per dieci giorni che hanno visto Perugia invasa come mai da migliaia di appassionati e turisti.

Il Teatro Morlacchi, dedicato al jazz più ortodosso, ha totalizzato oltre 5 mila paganti. Notevoli anche i numeri alla Sala Podiani della Galleria Nazionale dell’Umbria, con oltre 2 mila biglietti.

Ottimo risultato per la nuova location della Terrazza del Mercato Coperto e per il Conad Jazz Contest, che ha visto vincere lo Scannapieco-Geremia Set.

Di assoluto rilievo anche i risultati del festival online: il volume di traffico digitale organico (social, sito) ha raggiunto oltre 1 milione di persone, con il media team di Umbria Jazz che ha realizzato nei giorni del festival 10 terabyte di materiale multimediale tra video e foto.

Radio Monte Carlo, radio ufficiale di Umbria Jazz, è stata anche quest’anno il cuore pulsante di Perugia con 124 ore di diretta in dieci giorni, 8 conduttori, staff direttivo, tecnico e redazionale sempre presente, una postazione da 11 metri per 7 comprensiva di studio della diretta, ufficio, lounge, una zona riservata all’accoglienza, una alle interviste e una ai live oltre a un corner fotografico dedicato agli ascoltatori. Un impegno considerevole teso all’unico obiettivo di coinvolgere il pubblico, quello presente a Perugia e quello all’ascolto, facendogli godere appieno l’unicità dell’evento.

Si conferma anche in questa edizione l’impegno green di UJ. Tra le tante iniziative un solo ma significativo dato: l’utilizzo delle borracce da parte dello staff ha prodotto un risparmio di oltre 650 kg di plastica, con una riduzione di circa 1.500 bottigliette di plastica al giorno.

Questi i numeri di una edizione “Super” di Umbria Jazz, che oltre ai dati riportati, ha fatto respirare un clima frizzante e gioioso per l’intera durata del festival. Un centro storico tornato alla vita, anche grazie alla ricomparsa di artisti di strada (magari alcuni di loro prima o poi calcheranno i palcoscenici di UJ stessa) che nelle assolate giornate di luglio non hanno mai lasciato Corso Vannucci senza note di sottofondo, offrendo a chiunque la propria visione di musica e divertimento.

Veramente un grande lavoro quello dello staff di Umbria Jazz; tantissimi i tecnici, organizzatori, uffici, operatori, hostess, fotografi e video-maker, che come al solito hanno reso la manifestazione perfettamente funzionante.

Il tutto condito dal piacere degli incontri, in giro per le varie location del festival, con “il proprietario di casa”: l’eclettico e lungimirante Carlo Pagnotta! Fondatore e Direttore Artistico fin dalla prima edizione del festival nel 1973, ancora oggi onnipresente per tutti i dieci giorni, sempre disponibile ad uno scambio di battute con chiunque lo incontri e dispensatore di sorrisi a chi incrocia la sua strada tra un cambio di palco e l’altro.

Emanuele Pontani

Recensione: Umbria Jazz 2024 gli eventi gratuiti

Recensione di Annamaria De Crescenzo
Fotogallery : Mario Catuogno (http://www.spectrafoto.com)

L’Edizione 2024 di Umbria Jazz si è conclusa, domenica 21 luglio, con numeri di record   assoluto : oltre 42000 biglietti venduti con un incasso lordo di 2400000 euro, 250 eventi su 10 giorni di programmazione, dodici location che hanno ospitato 87 band con quasi seicento musicisti.

La bellezza di questo bellissimo Festival è che, ormai da diversi anni, non e solo il Festival della Musica ma una vera e propria rassegna della Cultura a tutto tondo.

Quest’anno, oltre alle Clinics della Barklee School che hanno ospitato 45  studenti di tutto il mondo che hanno avuto modo di partecipare a corsi e seminari con i più grandi musicisti del jazz  e vincere delle prestigiose borse di studio, e al consueto CONAD Jazz Contest che quest’anno ha visto la vittoria di  Scannapieco-Geremia 5tet, una band di giovanissimi musicisti ma già di grandissimo talento ed esperienze musicali tanto che siamo sicuri che faranno una carriera strepitosa nei prossimi anni, la postazione di Radio Montecarlo, radio ufficiale di Umbria Jazz, che ha ospitato tutti gli artisti del Festival in interessantissime interviste e che ha trasmesso in diretta tutte le emozioni del Festival stesso, agli spazi dedicati a UJ Kids che ha visto, attraverso il gioco, il coinvolgimento di tantissimi bambini alla musica jazz attraverso laboratori didattici di grandissimo interesse, ai vari concerti che ogni anno ci sono nei ristoranti e bistrot della città durante la pausa pranzo e cena, allo spazio dedicato alla musica swing che quest’anno ha visto l’esibizione del gruppo degli Sticky Bones nell’apposito spazio della Terrazza Swing allestita nel Mercato Coperto di Perugia, alle esibizioni per tutte le strade della città dei Funk Off,  due iniziative che quest’anno hanno avuto tantissimo successo come la presentazione dei libri alla Libreria Feltrinelli, come nel caso del libro “Fatti e Misfatti dell’industria musicale italiana” di Alceste Ayroldi e al  Nuovo Cinema Méliès di film/documentari riguardanti molti artisti che ormai sono ospiti fissi di Umbria Jazz come Fabrizio Bosso, Dado Moroni, Rosario Giuliani, Doctor 3 e Gianluca Petrella, registrati nei luoghi più belli della città stessa.

Ma una delle bellezze più belle di Umbria Jazz, oltre ovviamente ai grandi concerti in programma nelle location dell’Arena Santa Giuliana, Teatro Morlacchi e Galleria Podiani, sono i concerti gratuiti nella piazza IV Novembre e Giardini Carducci, dove si assapora tutta l’emozione di fare musica su palchi in piazza in una sorta di happening musicale di grande emozione e di grande coinvolgimento di pubblco che dalle 13 a mezzanotte nel caso dei Giardini Carducci e dalle 19 a mezzanotte nel caso della Piazza IV Novembre ha visto alternarsi, giorno dopo giorno, bravissimi artisti come Lorenzo Hengeller, Nico Gori, Lovesick, Cha Wa, Ray Gelato & The Giants, Sammy Miller and the Congregation, Accordi e disaccordi, Thornetta Davis e nel caso della Piazza IV Novembre, su un palco enorme, oltre agli artisti già citati, anche grandi orchestre e jazz band come Utah State Unversity Jazz Band, University of Montana Jazz Band, Utrechtse Studenten Big Band , Kansas Univesity Jazz Band, Tribunal Mist Jazz band che hanno fatto divertire e ballare tutto il numerosissimo pubblico che ha affollato le vie della Città di Perugia dal primo all’ultimo giorno del Festival senza mai perdersi un solo concerto.

Impossibile seguire tutti i concerti previsti nelle piazze, anche perché molti di loro erano concomitanti agli eventi da noi seguiti sia all’Arena che alle altre due location degli eventi a pagamento.

Ma alcuni concerti hanno attirato la nostra attenzione di fotoreporter e di giornalisti, come quello dei concerti di Nico Gori che ha inaugurato il nuovo palco allestito all’interno dello spazio dove sorge l’Arena Santa Giuliana e che anticipava, ogni sera, i concerti previsti sul palco dell’Arena stessa, in un atmosfera molto rilassata e tranquilla, con tantissimo pubblico che sceglieva tale spazio anche per poter cenare o gustare una buona birra dal punto ristoro allestito nel parco stesso.

La nostra attenzione è andata poi a due concerti molto spettacolari in termini di musica e di costumi di scena : i Lovesick e Cha Wa.

I Lovesick sono una band composta da due musicisti bolognesi, entrambi cantanti e polistrumentisti, le cui influenze musicali vanno ricercate nel country americano, nel rock’n’roll e nello swing anni ’40 e ’50. Paolo Roberto Pianezza suona la chitarra elettrica e acustica, oltre a lap steel, resonator e dobro a manico singolo e doppio. Francesca Alinovi suona il contrabbasso con l’aggiunta di un brush pad, una percussione incorporata nel contrabbasso per tenere il ritmo con una spazzola di batteria.
Il concerto dei Lovesick è un’immersione nelle atmosfere americane anni ’40-’50: con il loro sound, l’abbigliamento e gli strumenti vintage, toccano i temi tipici del country e del rock’n’roll come l’amore, il tradimento e il divertimento. Il duo dal vivo coinvolge con la sua gioia tangibile di suonare e la presenza scenica travolgente.

 Cha Wa è una band funky diversa dalle altre perché strettamente intrecciata con le antiche tradizioni dei Mardi Gras Indians di New Orleans: piccante come il gumbo, multicolorata come il mercato delle spezie della Città del Delta, evocatrice di misteri e di magie. Con, in più, una eco delle marching band che sfilavano nel French Quarter. Non bastasse la musica, la band offre anche un forte impatto scenico sfoggiando i pittoreschi costumi e copricapi delle tribù native della Louisiana. “Cha Wa” nella lingua dei Mardi Gras Indians si può tradurre in: “Stiamo arrivando per voi!”.

L’altro concerto che ha attirato la nostra attenzione è quello di grande energia e allegria di Ray Gelato ai Giardini Carducci.

Una miscela contagiosa, spettacolare, irresistibile che ha fatto la fortuna del sassofonista e cantante inglese, da tempo amatissimo, non solo in patria, per la sua simpatia e la sua verve, nonché per esecuzioni musicali impeccabili.

Ray Gelato è più di altri colui che ha riscoperto con successo lo spirito più disincantato di tanta musica in voga negli anni Quaranta e Cinquanta: soprattutto dal vivo, lui e la sua band trascinano il pubblico in un sorta di rito collettivo all’insegna del più sano e tonificante divertimento. Merito anche di influenze e canzoni che vanno da Nat King Cole a Frank Sinatra, da Cole Porter a Louis Prima, da Sammy Davis Jr. a Louis Jordan, senza dimenticare capisaldi della tradizione italiana, in special modo partenopea. Nello stile e nell’estetica di Ray Gelato i riferimenti a BuscaglioneCarosone, Rabagliati e Natalino Otto sono infatti evidentissimi.

Nel suo repertorio “Tu vuo’ fa l’americano” va quindi a braccetto con “Just A Gigolo”, “O Marie” con “Everybody Loves Somebody”, “Carina” con “I Ain’t Got Nobody”, “That’s Amore” con “Just One of Those Things”. Con Ray Gelato e i suoi “giganti” non c’è dunque timore di annoiarsi: d’altra parte, nel jazz arte e intrattenimento convivono in armonia da sempre.

E per finire l’energia, l’allegria dei Funk Off da decenni la Funky Marchin’ band che porta il ritmo funky in ogni angolo della citta’, attirando nei loro concerti in strada centinaia e centinaia di persone che vengono coinvolti in performance artistiche della band che non solo e’ composta da straordinari musicisti ma anche protagonisti assoluti di uno spettacolo particolarissimo e divertentissimo come quello che solo i Funk Off sanno creare

I funk off infatti hanno legato un tipo di musica, che unisce il groove della black music ad arrangiamenti di tipo jazzistico, ad uno stile e ad una melodia italiana, a movimenti e coreografie di grande impatto visivo ed emotivo.

Sulla loro scia decine e decine di gruppi simili sono nati in Italia, ma la loro energia, la loro grinta, il loro affiatamento e l’originalità della loro musica, scritta e arrangiata da Dario Cecchini, fondatore e leader della band, sono uniche ed inimitabili!

Insomma la musica a Perugia  è stata l’assoluta protagonista della città e la città ha risposto con grandissimi numeri in termine di presenza e di assoluto consenso ai concerti proposti in una sorta di grande incontro tra Musica e cultura, arte in ogni forma e in ogni espressione artistica.

Ringraziando il Presidente di Umbria jazz Gian Luca Laurenzi, tutto lo staff direttivo  e organizzativo che ci hanno accolto con grande professionalità, e a Cristiano Romano, Responsabile della Comunicazione e Ufficio Stampa del Festival per gli accrediti che gentilmente ci ha concesso, non ci resta che dare appuntamento a Umbria Jazz Weekend a Terni dal 12 al 15 settembre e a Umbria Jazz Winter a Orvieto dal 28 dicembre 2024 al 1° gennaio 2025.

Recensione: Umbria Jazz 2024 il jazz della Sala Podiani

Recensione di Annamaria De Crescenzo
Fotogallery : Mario Catuogno (www.spectrafoto.com)

Le emozioni di Umbria Jazz non si fermano all’energia della musica in piazza o al jazz di assoluto livello del Teatro Morlacchi . L’altra interessantissima location, uno spazio dedicato alla musica d’autore nell’ambito del jazz, è quello della Sala Podiani all’interno della Galleria Nazionale dell’Umbria che ha visto in dieci giorni l’esibizione di talenti indussi del panorama jazzistico italiano ed internazionale con progetti assolutamente strepitosi che hanno conquistato il pubblico che ogni giorno ha riempito con sold out ogni singolo giorno

Si è iniziato sabato 13 luglio con il concerto El Arte del Bolero di Miguel Zenon e Luis Perdomo seguito dal concerto di Franco D’Andrea domenica 14 luglio in piano solo. Impossibile sintetizzare la carriera del pianista italiano visto che quest’anno ha compiuto 61 anni di carriera e che praticamente ha suonato con i più grandi musicisti jazz del mondo e ha creato centinaia di progetti tutti di assoluto successo. Come lui stesso ha affermato più volte “Suonare in piano solo è uno dei momenti più belli per un musicista jazz perché rappresenta uno dei modi più adatti per ricercare , improvvisando, nuove combinazioni musicali che ogni sera possono cambiare a seconda del palcoscenico, dell’attenzione mostrata dal pubblico in sala, del momento emozionale vissuto dall’artista”. E il pubblico del Teatro Morlacchi lo ispira cosi tanto che a fine concerto gli ha tributato un lunghissimo ed emozionato applauso tanto che ha emozionato anche lo stesso D’Andrea.

Lunedi 16 luglio un duo d’eccezione Vincent Peirani ed Emile Parisien due astri del firmamento jazzista internazionale che sono riusciti ad emozionare la platea della Sala con una musica che ha qualcosa di assolutamente strepitoso . Vincent Peirani è senza dubbio uno dei Maestri assoluti tra i musicisti quarantenni del jazz francese, quello che è capace di creare con la sua fisarmonica è assolutamente originale (il fatto stesso che suoni a piedi scalzi lo rende un esempio di musicista che va al di la delle convenzioni e degli schemi ) in grado di creare sonorità di cosi rara bellezza da togliere il fiato. Stessa sensazione la da’ la musica di Emile Parisien con con il suo estro creativo e il suo inarrivabile talento è stato considerato la migliore novità assoluta nel jazz europeo da molti anni.

I giorni si susseguono intensamente e i progetti che vengono presentati sono di altrettanta bellezza artistica come quello della musica dei “Weave4” gruppo compost da Francesco Bigoni, Francesco Diodati, Benit Delbecq, Steve Argulles , o quello di Rita Marcotulli in piano solo , Mirco Rubegni 5tet con “My Louis” fino a quello di mercoledi 17 luglio del bravissimo Ramberto Ciammarughi . Dopo 40 anni dal suo esordio sul palco proprio di Umbria Jazz, ritorna come assoluto protagonista della musica jazz con un progetto meraviglioso che vede la musica al centro di ogni emozione . Con lui il pianoforte sembra “comunicare” con il pubblico con sonorita’ che vanno oltre ogni emozione stessa.

Giovedi 18 luglio in scena un altro duo d’eccezione Gianluca Petrella e Pasquale Mirra già ospiti di Umbria Jazz in precedenti edizioni entrambi Maestri dell’elettronica  che mettono a servizio del jazz, trasformandolo totalmente in sonorità affascinanti quanto uniche e originali in una sorta di nuovo genere musicale come una sorta di jazz elettronico di grande fascino, seguito da un altro progetto originale che vede in scena Eddie The Kids che unisce il jazz tradizionale alle grandi canzoni di matrice rock

Venerdì 19 luglio due altri grandi concerti : Marco Mezquida musicista spagnolo considerato un nuovo astro del pianoforte, seguito da una musicista di grande talento come Eleonora Strino in trio con Giulio Corini e Zeno De Rossi

sabato 20 luglio, Giovanni Guidi in piano solo che sembra l’atmosfera a lui più adatta per mettere in luce le sue grandi doti di musicista delicato e sensibile quale egli è

seguito subito dopo da Francesco Bearzatti e Paolo Birro con il progetto “Play Bill Strayhorn” braccio destro di Duke Ellington

Il programma della Sala Podiani si è concluso con due altri grandi progetti di Enrico Pieranunzi , il primo in piano solo e il secondo in trio con altri due grandi astri della musica jazz italiana come Gabriele Mirabassi e Luca Bulgarelli che raccontano le sonorità di un repertorio musicale dedicato ai ritmi mediterranei.

Recensione: Umbria Jazz 2024 gli artisti dell’Arena Santa Giuliana

Recensione di Annamaria De Crescenzo
Fotogallery : Mario Catuogno (http://www.spectrafoto.com)

Da sempre il luogo dei grandi appuntamenti con i nomi del jazz internazionale, l’Arena Santa Giuliana, negli ultimi anni  ha ospitato  i concerti dei più grandi nomi della musica mondiale non solo del jazz ma di ogni genere musicale, dal pop al rock, dal R&B alla world music.

In questa ultima edizione 2024 Umbria Jazz ha superato se stessa proponendo in cartellone all’Arena nomi straordinari che hanno riempito l’intera Arena dalla platea alle gradinate con migliaia e migliaia di persone accorse a Perugia da ogni angolo di Italia e non solo, per applaudire i loro miti di sempre.

Venerdì 12 luglio si è iniziato con due nomi  che non hanno bisogno di  alcuna presentazione: Richard Galliano in New York Trio con Adrien Moignard e Diego Imbert  e a seguire  il concerto di Vinicio Capossela

Grande professionista della Musica con all’attivo più di 50 album, Richard Galliano ha collaborato con i più grandi musicisti del mondo , ha il merito di fare della fisarmonica un grandissimo strumento di valore anche per il jazz e nel caso del progetto presentato a Perugia anche della musica del tango che lui reinterpreta in questo concerto con una musicalità che conquista l’anima,

Vnicio Capossela invece ha presentato, in occasione del trentennale dall’uscita di Camera a Sud , un nuovo tour “Vecchi tasti” nel quale ha eseguito i tredici brani del disco pubblicato nel lontano 1994. Il concerto è stato un omaggio a Sergio Piazzoli, grande promoter perugino, che di Vinicio Capossela fan un grande estimatore ed amico.

 Sabato 13 luglio un grandissimo concerto di un’autentica icona della musica pop/rock del mondo Lenny Kravitz. Già dal pomeriggio l’intera città di Perugia è letteralmente assalita dalle migliaia e migliaia di fan che sono arrivati in citta’ da ogni angolo di Italia e dell’Europa per poter ascoltare dal vivo il loro idolo tanto che il concerto è stato un vero e autentico trionfo di pubblico e di incassi.

Domenica 14 luglio due grandi nomi della musica : sul palco  la straordinaria presenza scenica di Cha Wa seguito dalla splendida voce di Raye.

Con tre album all’attivo con i quali si sono guadagnati una nomination ai Grammy nella categoria Best regional Roots Music Album, gli CHA WA sono una band funky che fa una musica assolutamente originale legata alle antiche tradizioni dei Mardi Gras Indians di New Orleans che hanno letteralmente conquistato il numerosissimo pubblico presente all’Arena che ha tributato loro dei lunghissimi applausi oltre che essere assolutamente conquistato dalla forte presenza scenica della band visto i bellissimi e originalissimi copricapi e costumi delle tribù native della Louisiana che hanno sfoggiato sul palco.

A seguire il bellissimo concerto di Rayne una delle voci più belle ascoltate in questa ultima edizione di UJ oltre che di una bravissima autrice visto che molti dei brani che ha scritto sono stati poi scelti ed interpretati da artisti di altissimo livello come John Legend, Khalid, David Guetta, Beyoncé solo per citarne alcuni. Durante il concerto, applauditissima dal pubblico, ha presentato molti brani del suo ultimo album “My 21st Century Blues” che racconta di temi universali che toccano la sensibilità e la vita di ognuno di noi e che riguardano temi contemporanei come le dipendenze, abusi sessuali, fino ai cambiamenti climatici.

Lunedì 15 luglio un meraviglioso concerto di un quartetto stellare della musica jazz mondiale : Chris Potter uno dei più grandi sassofonisti al mondo con Brad Melhdau, genio assoluto del pianoforte, si sono uniti con John Patitucci al contrabbasso e Jonathan Blake alla batteria per dare vita ad un quartetto  strepitoso che è l’essenza più meravigliosa del jazz stesso. Il concerto ha letteralmente lasciato il pubblico senza fiato che ha seguito, nota dopo nota, ogni assolo, ogni momento di musica d’insieme che il quartetto è riuscito ad esprimere con un talento assolutamente strepitoso. A marzo uscirà il disco dal titolo “Eagle’s Point” che siamo sicuri sarà un autentico successo della discografia mondiale.

A seguire sempre nella stessa serata un progetto meraviglioso  di “Gil Evans Remembered”  dedicato all’ Orchestra di Gil Evans. Protagonista di uno degli appuntamenti  più belli di Umbria Jazz  nel 1987  nella Chiesa di San Francesco al Prato, è stato ricordato nella sua musica da questo progetto, voluto ed ideato da Pete Levin, tastierista di quella famosa band dell’epoca che ha riunito i principali musicisti delle orchestre di Evans negli anni 70/80 dimostrando che quella musica è ancora affascinante e viva anche ai giorni nostri ed è capace di coinvolgere e affascinare ancora come allora il pubblico presente in Arena.

Martedi 16 luglio due donne sul palco dell’Arena: Lizz Wright e Hiromi.

La prima, Lizz Wright, grande voce di Chicago, è stata l’espressione del blues che arriva nella pieghe più nascoste dell’anima stessa, una grande voce che ha conquistato letteralmente il pubblico con brani che sono stati interpretati con un voce e una presenza scenica straordinaria . Il nome di Lizz Wright sarà sicuramente ben presto in tutti i festival e rassegne musicali del mondo, per noi sicuramente una delle voci scoperte e promosse da Umbria Jazz che farà una sfavillante carriera, come tante altri nomi della musica internazionale che hanno calcato il palco di Umbria Jazz e poi sono diventate vere e proprie stelle della musica internazionale. Con un album in attivo tutto registrato dal vivo “Holding Space” l’Artista americana ha conquistato la platea americana e si sta preparando a conquistare anche il pubblico europeo con le sue canzoni e soprattutto con il nuovo album che uscirà nella prossima primavera.

Il secondo concerto della serata è stato affidato ad una pianista eccezionale Hiromi, più volte ospite del festival a partire dai suoi esordi nel 2002, in vari progetti, sia in piano solo che con diverse collaborazioni con grandi musicisti come l’arpista Edmar Castaneda . Quest’anno una formula assolutamente nuova, con una band che fa del funky la loro essenza più pura , gli Sonicwonder, con i quali l’artista mette insieme sonorità jazz, rock, funky in una perfetta alchimia tra tutti i vari generi musicali che ha letteralmente conquistato il pubblico presente.

Mercoledì 17 luglio arriva sul palco dell’Arena una delle più importanti band musicali degli ultimi decenni: i TOTO. Da sempre in vetta alle classifiche musicali di tutto il mondo , con brani che hanno rappresentato e rappresentato la storia della musica come “Africa”, “Hold the line”, “Rosanna” solo per citarne alcune, sono arrivati in Italia per presentare il loro nuovo album live “With a little help from my friends us” che ha conquistato il pubblico di Perugia.

Ci sono poche band al mondo che hanno saputo creare un legame più forte con il pubblico Italiano di quanto abbiano fatto i Toto. La band di Steve Lukather e soci ha cementato negli anni questo rapporto con brani che hanno prima dominato le classifiche e poi sono entrate nella leggenda.

L’arrivo a Perugia della band americana, prima tappa di un tour italiano composto da sole 4 altre date (Ostuni, Este, Lucca summer Fest ) è un grande vittoria per tutto lo staff organizzativo di Umbria Jazz anche tenuto conto del fatto che è andato in sold out pochi giorni  dopo l’annuncio del programma del Festival, pubblico al quale ha dato emozione ogni nota della band e che ha lasciato l’Arena dopo il concerto stesso con l’evidente emozione di chi sa di aver partecipato ad uno dei più bei concerti non solo di Umbria Jazz ma di tutta la programmazione musicale di quest’anno.

Giovedì 18 luglio altri due bellissimi concerti : Fatoumata Diawara in “london KO” e Somi.

La prima  Faoumata Diawara una delle voci femminili che davvero si può definire world, fra tante scialbe copie, costruite a tavolino “perché è di moda”. Il percorso artistico e umano dell’artista di origine maliana Fatoumata Diawara è autentico, sincero, inesausto nella ricerca di restituire dignità al suo Continente, l’Africa, in questo ventunesimo secolo, segnato dalla diaspora della sua popolazione, spinta altrove da guerre e necessità di sopravvivenza.

Per il progetto di rinnovare la world music in chiave autenticamente popolare, mainstream, ma senza tradire le radici, Diawara si è affidata, per alcune tracce del nuovo disco, London Ko, alla produzione di Damon Albarn, il leader di una delle band simbolo del brit pop, i Blur, e poi dei Gorillaz (con cui Diawara aveva inciso Désolé), che fornisce la voce e il synth in Nsera, e contribuisce al suono complessivo del disco. 

La seconda artista della serata è stata Somi . L’artista che nella sua musica unisce jazz e soul statunitensi alle sue radici africane ed è stata definita la Miriam Makeba dei nostri tempi, ha letteralmente conquistato il pubblico con la sua voce e le sue canzoni che parlano di giustizia sociale, di difesa dei diritti umani, di libertà, brani ispirati  da mondi tanto diversi come Africa e America, legate tra loro da intensità espressiva e da una vocalità duttile ed estremamente naturale. Per il suo impegno sul tema dei diritti civili è stata invitata a esibirsi all’assemblea Generale delle Nazioni Unite in occasione della Giornata mondiale del ricordo delle vittime della schiavitù, e poi alla Carnegie Hall per la celebrazione del ventesimo anniversario della democrazia del Sud Africa.

Venerdì 19 luglio è una vera e propria festa della musica  cubana con due miti assoluti della musica mondiale : Chucho Valdes e Roberto Fonseca.

Il primo concerto è stato invece affidato ad una colonna portante del latin jazz mondiale: Chucho Valdes che ha festeggiato la sua lunga carriera artistica (80 anni di musica visto che suona dall’età di 3 anni)  celebrando i 50 anni di uno dei suoi progetti più importanti della sua carriera “Irakere”

Due delle figure più influenti del jazz afro-cubano, il virtuoso pianista Chucho Valdés e l’icona della tromba Arturo Sandoval , si riuniscono per formare Irakere 50, l’ultima iterazione della leggendaria band che ha cambiato il corso della musica latina negli anni ’70 e ’80 e ha lanciato entrambi delle loro carriere stellari.

Figlio del pianista cubano Bebo Valdés, vincitore di sette GRAMMY e quattro Latin GRAMMY Awards, si unì alla celebre Orchestra Cubana di Musica Moderna di Armando Romeu nel 1967, un’epoca in cui il governo comunista considerava ancora il jazz americano antirivoluzionario. Era già riconosciuto come il pianista più formidabile della sua generazione quando lanciò Irakere nel 1973 con un cast fenomenale che includeva Sandoval e il sassofonista Paquito D’Rivera. Scoperta e introdotta a livello internazionale da Dizzy Gillespie, la sintesi senza precedenti della band di ritmi folcloristici afro-cubani, tamburi sacri, rock, funk, R&B e jazz ha aperto nuove e vaste frontiere e ha contribuito a spianare la strada alla musica dance pervasivamente popolare conosciuta come timba.

Il secondo concerto affidato ai ritmi di Roberto Fonseca ex membro del Buena Vista Social Club, che ha portato ad Umbria jazz le sonorità del suo nuovo album “La Gran Diversion” un vero e proprio omaggio all’età d’oro della musica della sua isola, alle notti di danza sfrenata dell’Avana e al leggendario spirito del Cabaret Cubano, icona degli anni ’30 a Parigi. Artista colto e creativo, dotato di una grande sensibilità jazz e di un prezioso bagaglio culturale che affonda le radici nella tradizione afro/cubana, Roberto Fonseca è stato accompagnato da straordinari musicisti per una serata che è stata tutta da ballare.

Sabato 20 luglio l’Arena accoglie altri due grandissimi concerti : il primo con Veronica Swift  seguito dal concerto di Nile Rodgers & Chic .

Dopo aver raggiunto il secondo posto nel prestigioso concorso Theloniuos Monk nel 2015, Veronica Swift in pochissimi anni è riuscita a conquistare un posto di altissimo valore nel mondo jazzistico internazionale grazie alle sue capacità di interpretare il jazz con una voce straordinaria e senso di swing incredibile. Una naturale predisposizione a dominare  la scena con la sua spiccata personalità artistica  (il palcoscenico è la sua  vita) insieme alla sua capacità di poter spaziare nei diversi generi musicali con un effetto assolutamente dirompente ne fanno un’Artista a 360 gradi .

Sul palco dell’Arena ha presentato il suo  ultimo album che si chiama semplicemente “ Veronica Swift” e che le permette di spaziare con la sua voce dal repertorio di Broadway a Duke Ellington, dalla bossanova ai Queen, dal soul a post-punk e perfino alla musica classica e all’opera.

Veronica Swift è una delle “intuizioni “ e scoperte di Umbria Jazz . Grazie all’intuito dello staff organizzativo del Festival fu scoperta a New York ed esordì nel 2019 nella rassegna jazz organizzata, sempre nell’ambito di UJ, all’interno della sala dell’Hotel Brufani accompagnata dal trio di Benny Green, fino ad arrivare nell’edizione 2024 al main stage dell’Arena.

Subito dopo l’artista americana il bellissimo concerto di Nile Rodgers & Chic. Già presente nell’edizione del 2005 durante la quale si esibirono in una bellissima performance di scatenata discomusic con una forte propensione al rock, Nile Rodgers è uno straordinario cantautore, compositore, produttore, arrangiatore e chitarrista americano che dagli anni ’70 ad oggi ha scritto e prodotto brani straordinari e come co-fondatore di Chic ha scritto successi mondiali come “Le Freak” oltre a collaborare con le più grandi band americane come le “Sister Sledge” con il brano “We are family”  o con Diana Ross con “I’m coming out” solo per citarne alcune.

Con l’arrivo di Nile Rodgers & Chic sul palco dell’Arena, Umbria Jazz dimostra ancora una volta di essere assolutamente aperta ad ogni genere musicale e di riuscire a proporre artisti che spaziano dal jazz al rock, dal blues alla dance music e non solo con una particolare capacità di proporre sempre e soltanto talenti straordinari per ogni ambiente e genere musicale.

Domenica 21 luglio ultimo giorno del Festival e sul palco dell’Arena arrivano due altri grandi artisti della musica latina Djavan  e a seguire i Pacific Mambo Orchestra.

Djavan, uno dei più amati artisti brasiliani, vera promessa del calcio, appena poco più che ragazzo, trasferendosi a Rio De Janeiro, si innamora della musica e con il suo album d’esordio nel 1976 diventa un grande interprete della musica samba di tutti i tempi. Da quel momento in poi ha costruito una carriera straordinaria con successi incredibili, show spettacolari in tutto il mondo ed importanti collaborazioni con i più grandi artisti della musica mondiale come Al Jarreau, Manhattan transfer, Caetano Veloso, Maria Bethania, Eliane Elis.

Vincitore di quattro Latin Grammy, Djavan  ha presentato il suo ultimo show con l’intera band, attraverso canzoni del venticinquesimo album “D” e le più grandi hit dei suoi 50 anni di carriera. Oltre alle nuove canzoni di successo come “Iluminado” e “Num Mundo de Paz”, la scaletta ha incluso  anche i grandi classici della leggendaria carriera di Djavan come “Se”, “Flor de Lis”, “Eu te Devoro”, “Samurai” e molti altri.

Il programma dell’Arena Santa Giuliana si è chiuso con i ritmi di una delle migliori big band latine del continente americano i Pacific Mambo Orchestra  che rifa’ alle orchestre di musica latina che impazzavano nelle sale da ballo americane e non solo negli anni ’40 –’60.

Grazie alla loro energia e alla musica scatenata del loro ultimo album “The III Side”, sono riusciti a conquistare il pubblico dell’Arena e concludere così, in piena energia, un’Edizione spettacolare che è riuscita a portare la VERA MUSICA di tutto il mondo a Perugia e a tutti coloro che ne hanno seguito ogni momento che rimarrà nel cuore del pubblico

Recensione: Umbria Jazz 2024 in scena al Teatro Morlacchi

Recensione di Annamaria De Crescenzo
Fotogallery : Mario Catuogno (http://www.spectrafoto.com)

Adrenalina e grande entusiasmo sono le due emozioni che ti inondano appena si arriva in pieno centro storico di Perugia e si iniziano a vedere manifesti, cartelloni pubblicitari , musicisti nelle strade e piazzette  adiacenti il famoso Corso Vannucci che collega la parte alta della città dal palco enorme allestito in Piazza IV Novembre all’altro importante palco all’interno dei Giardini Carducci , due luoghi cardine di Umbria Jazz dove si esibiscono una parte degli oltre   250 eventi distribuiti per tutti i 10 giorni del Festival jazz più’ importante in Italia visto che è dal 1973 propone i musicisti jazz e non solo con più talento al mondo.

L’edizione 2024 partita dal 12 al 21 luglio ha raggiunto numeri da record assoluto : oltre 42000 biglietti venduti con un incasso lordo di 2400,000 Euro con sold out raggiunti con diverse settimane prima dell’evento stesso e piazze gremite per tutti gli eventi musicali gratuiti previsti all’interno del ricchissimo programma previsto per l’intera manifestazione.

Tanta musica (anche quest’anno grande successo per lo swing ospitato nella nuova location della Terrazza del Mercato Coperto)  ma anche seminari di formazione (le famose Clinic del Berklee durante le quali alla consegna dei diplomi di fine corso e’ stata annunciata un’assegnazione complessiva di 5.3 milioni di dollari in borse di studio a 45 studenti ) , iniziative e laboratori per i bambini, enogastronomia, dj set, presentazione di libri inerenti ovviamente la musica, e un interessantissimo concorso per giovani talenti Il Conad Jazz contest che ha visto vincere lo Scannapieco/Geremia 5tet

La Città di Perugia ha ospitato migliaia e migliaia di visitatori ogni giorno del Festival e ha accolto seicento  musicisti che hanno presentato , in dodici location diverse. al numerosissimo pubblico presente ad ogni concerto i loro più importanti e recenti progetti musicali.

Di grande emozione i concerti gratuiti nelle piazze dove si sono esibiti band spettacolari come Ray Gelato, Sammy Miller and Congregation, Lorenzo Hengeller e Nico Gori, delle Jazz band spettacolari come University of Montana Jazz band  o Utah State University Jazz Band solo per citarne alcune.

Perugia insomma ancora una volta ha dimostrato di essere, come giustamente l’hanno soprannominata, la Città della MUSICA, infatti non è facile “raccontare” le emozioni che si vivono in città durante i giorni del Festival , né con le immagini né tanto meno con le parole, perché non basterebbero pagine e pagine di articolo né tanto meno, visti i numerosissimi concerti, è possibile seguirli tutti tanto che non basterebbe una Redazione di 10 persone, ed è per questo che pur cercando di seguirne il più possibile ci siamo dedicati a quelli che ritenevamo più interessanti da seguire o da “raccontare”.

E per farlo Vi raccontiamo il Festival attraverso le immagini e il racconto delle location più interessanti come La Galleria Podiani, Il Teatro Morlacchi, l’Arena Santa Giuliana.

Iniziamo a raccontarvi gli Artisti del Teatro Morlacchi, il cui programma è stato dedicato al jazz più ortodosso e che ha totalizzato oltre 5mila paganti .

Si è iniziato sabato 13 luglio con il grandissimo pianista jazz Kenny Barron che si è esibito con il suo Trio da sempre ospite sempre apprezzatissimo dal pubblico di Umbria jazz (le sue ultime due perfomance in ordine di tempo a Perugia sono state in piano solo nell’edizione 2019 e in trio lo scorso anno ). Lo stile di Barron unisce al bebop moderno affascinanti sonorità di bossa nova e di   jazz modale riuscendo ad interpretare con eleganza brani di assoluta bellezza musicale  all’interno di sonorità di quello che ormai viene definito un affascinante  jazz moderno. Sempre sabato 13 una presenza fissa di Umbria Jazz, Paolo Fresu questa volta con il Devil Quartet con Bobo Ferra alla chitarra, Paolino della Porta al contrabbasso, e Stefano Bagnoli alla batteria, presentando al pubblico un progetto che unisce una musica generata dal talento inesauribile non solo del leader Paolo Fresu ma di ogni musicista del gruppo che si racconta con sonorità uniche e straordinarie al punto tale che riescono praticamente ad affascinare il numeroso pubblico in Sala.

Domenica 14 invece il palco opspita il concerto del quartetto di jazz contemporaneo di Kurt’srosenwinkel’s the Next Step, seguito lunedì 15 luglio da un’altra presenza fissa di Umbria Jazz che è Danilo Rea, questa volta in piano solo, donando al pubblico due ore di intense emozioni grazie ad un concerto che ha spaziato dalla musica classica a quella contemporanea, dal jazz puro alle contaminazioni con la musica leggera italiana ed internazionale.

martedì 16 luglio il concerto dei Something Else, seguito da mercoledì 17 luglio da un progetto molto atteso a Perugia che è stato quello di Fabrizio Bosso about Ten , un terzetto ovvero il classico quartetto jazz con Julian Mazzariello al pianoforte, Jacopo Ferrazza al contrabbasso, e Nicola Angelucci alla batteria con l aggiunta di 6 fiati del Paolo Silvestri Winds Ensemble con arrangiamenti e direzione dello stesso Paolo Silvestri, che è stato un vero e proprio esempio che la musica è capace di unire talenti anche diversissimi tra loro creando grazie alla splendida sinergia che si crea veri e propri capolavori musicali, seguito nella stessa data del 17 luglio da un altro interessantissimo progetto creato da Alessandro Lanzoni trio questa volta accompagnati come guest star da Francesco Cafiso, due musicisti italiani di punta, capaci di scrivere progetti di  assoluto valore nella musica jazz, non a caso l’assegnazione del Premio Fondazione Perugia 2024 che premia il talento più importante dell’anno è andata proprio ad Alessandro Lanzoni.

Giovedi 18 luglio il palco del Teatro Morlacchi ospita una delle “voci” piu’interessanti del Festival stesso  Christian Sands , pianista, compositore e band leader uno dei nuovi protagonisti del jazz contemporeaneo, definito dalla stampa mondiale come il nuovo Wynton Marsalis e con il suo Trio ha presentato il suo nuovo progetto “Christmas Storie” il suo nuovo album, il quinto della sua interessantissima discografia musicale.

Venerdì 19 luglio un assoluto protagonista del jazz italiano e stella assoluta del firmamento jazzistico internazionale Enrico Rava che quest’anno ha portato in scena un nuovo progetto con The Fearless Five feat Matteo Paggi, Francesco Diodati, Francesco Ponticelli, Evita Plidoro. Da sempre  punta di diamante di tutte le edizioni estive ed invernali di Umbria Jazz, da anni ormai è il leader indiscusso di progetti che vedono la collaborazione del Maestro Enrico Rava con i più importanti giovani talenti del jazz italiano con i quali è riuscito a creare nuovi progetti che hanno, come quello di quest’anno, conquistato il pubblico presente in sala.

Sabato 20 luglio si continua la rassegna al Teatro Morlacchi con un altro Maestro indiscusso del Jazz mondiale come Charles Lloyd  che ha presentato un nuovo progetto “Sky quartet” con un pianista d’eccezione il grande Jason Moran con il quale Lloyd ha inciso “The Sky Will Still Be There Tomorrow” per la famosa etichetta discografica Blue Note.

La programmazione del Teatro Morlacchi chiude l’edizione 2024 con un trio d’eccezione “Kind of Bill” feat Dado Moron, Joe la Barbera, Eddie Gomez dedicato alla musica del grande Bill Evans e soprattutto al famosissimo  “Kind of Blue” del Maestro Evans, stella assoluta del jazz mondiale.

Recensione: Le atmosfere jazz al Teatro Morlacchi ad Umbria Jazz 50th Anniversary

Foto di Max Radicchi (https://www.massimoradicchi.it/)

Continuiamo con questo ulteriore articolo a raccontare le sonorità musicali  di Umbria Jazz nell’ambito della magia che si crea nell’ambiente del Teatro Morlacchi che da sempre ospita gli artisti che arrivano da ogni angolo del mondo e che attirano un pubblico che ama ascoltare musica in un ambiente più raccolto e dedito proprio ad amplificare emozioni e sensazioni.

I più bei concerti di Umbria Jazz li abbiamo sempre ascoltati particolarmente proprio qui, storica location del Festival e li abbiamo particolarmente apprezzati perché è qui che si danno appuntamento musicisti e appassionati del jazz in una sorta di abbraccio tra la sala e il palco e spesso i progetti più originali, le collaborazioni più particolari tra musicisti anche molto diversi fra loro avvengono sempre qui e sempre qui entusiasmano e raccolgono consensi ad ogni edizione.

Quest’anno ad inaugurare la stagione al Teatro Morlacchi, sabato 8 luglio è stato chiamato Mauro Ottolini & L’Orchestra Ottovolante, protagonista da sempre di progetti originalissimi che spaziano nei diversi generi musicali, quest’ anno ha portato sul palco del Teatro un progetto sul tema della canzone italiana del periodo anni 30/’60 resa popolare prima dalla radio, poi dalla TV, e anche dal Festival di Sanremo. Il progetto impreziosito dalla sofisticata vocalità di Vanessa Tagliabue Yorke presenta dei brani che seppur appartenenti ad un’epoca che sembra lontanissima da oggi hanno comunque un fascino inalterato nel tempo in grado di conquistare una platea di appassionati come il pubblico presente al Morlacchi ogni sera.

Domenica 9 luglio invece il Teatro Morlacchi è stato inondato dalle musiche di Paolo Fresu “Ferlinghetti” con Dino Rubino, Marco Bardoscia e Daniele di Bonaventura, un trio che non manca quasi mai ad Umbria Jazz sia nell’edizione estiva che quella winter che si svolge a fine anno ad Orvieto.

  Ferlinghetti rappresenta anche il nuovo capitolo della collaborazione tra Paolo Fresu e il regista Ferdinando Vicentini Orgnani, iniziata nel 2002 con “Ilaria Alpi. Il più crudele dei giorni” e proseguita con numerose opere tra cui “Vinodentro”, le cui musiche sono diventate un disco uscito nel 2013.
    I titoli dei 13 brani originali sono tratti dalla poesia Autobiography e da altri testi che compongono il corpus letterario dell’intellettuale italo-americano, registrati pochi mesi prima della sua scomparsa.

Da lunedì 10 una serie di concerti strepitosi, prima The Swingers Orchestra che ha presentato un progetto su Benny Goodman e Artie Shaw, poi martedì 11 un altro grande originalissimo progetto musicale creato dalla mente geniale e assolutamente unica di Gianluca Petrella in “Cosmic Renaissance” progetto nato nel 2007 liberamente ispirato alla musica e alla figura di Sun Ra, mercoledì 12 luglio un altro grande incontro tra artisti strepitosi come Chano Dominquez, Flavio Boltro, Martin Leiton, Michael Olivera e uno straordinario guest star Stefano Di Battista per un vero e proprio omaggio ad un mito della musica internazionale come  Michael Petrucciani.  

Giovedì 13 luglio invece altro grande concerto che ha avuto un seguito di pubblico strepitoso quello dell’incontro fra Danilo Perez, John Patitucci,   Adam Cruz Trio , un vero e proprio gioiello di esempio di straordinario jazz che ha entusiasmato il pubblico presente.

Venerdì 14 luglio altro duo di musicisti internazionali come Enrico Rava & Fred Hersch, seguiti da sabato 15 da grandissimo Kenny Barron Trio con Kivoshi Kitagawa, Savannah Harris , concludendo il Festival domenica 16 luglio con Samara Joy vera rivelazione dell’edizione Umbria Jazz 2022 e che anche in questa occasione ha incantato il pubblico presente con una voce strepitosa capace di essere paragonata ai grandi miti del jazz come Ella Fitzgerald o Sarah Vaughan o Billie Holliday.

Recensione: Umbria Jazz 50th Anniversary i grandi concerti dell’Arena Santa Giuliana di Perugia

di Annamaria De Crescenzo
Foto di Massimo Radicchi (http://www.massimoradicchi.it)
Foto di SpectraFoto (www.spectrafoto.com)

É stata definita l’edizione stellare di tutti i tempi e oggi che l’abbiamo vissuta intensamente per 10 giorni di musica straordinaria non possiamo che confermare tale definizione.

Per il 50esimo Anniversario di Umbria Jazz, Perugia si è trasformata ancora di più come la Città della Musica Jazz unica e straordinaria al mondo. Ogni angolo della città è diventato un luogo di incontro tra musica/talento/amicizia tra diverse generazioni di musicisti, pubblico e appassionati di tutto il mondo. Perugia vive ogni anno questa magia che solo la musica sa creare, ma quest’anno ancora di più.

E i dati dichiarati durante il consueto appuntamento della conferenza stampa alla fine del Festival sono da grandissimi eventi mondiali: un incasso superiore ai 2,3 milioni per 40 mila paganti, con una media di 3.200 paganti all’Arena, oltre 500 al teatro Morlacchi e 150 alla Sala Podiani. con un flusso di pubblico nell’ambito social nei canali del festival di oltre 2 milioni di utenti nei dieci giorni del festival e la presenza  fissa di tutto lo staff di Radio Monte Carlo, radio ufficiale del festival, ha contribuito a questo ottimo risultato con 122 ore di diretta da Perugia, 70 interviste e oltre 10 live realizzati, con uno staff di 15 persone tra speaker e tecnici.

Quest’anno, visto il cartellone ricchissimo di eventi, per seguire una sorta di filo logico, di “raccontare” il Festival suddividendo il racconto stesso non più seguendo i vari giorni di programmazione ma i luoghi dove si sono svolti i concerti stessi, almeno le location più importanti e significative, come ovviamente l’Arena Santa Giuliana dove da anni si svolgono tutti i main concert serali, il Teatro Morlacchi, i due palchi gratuiti allestiti ai Giardini Carducci e in Piazza IV novembre.

In questo articolo cercheremo di raccontarvi quanto il pubblico ha potuto godere ed apprezzare gli Artisti presentati sul palco sicuramente più rappresentativo di tutta l’essenza del mondo musicale di Umbria Jazz, un mondo che non sempre presenta nomi esclusivamente e rigorosamente appartenenti al mondo jazz ma che spesso ha ospitato, come si è verificato  anche quest’anno, anche nomi della musica pop/rock/blues/funky del panorama musicale italiano ed internazionale, in una sorta di apertura del jazz verso tutto l’universo della musica in generale.

Ed è infatti, anche in questa edizione, come ormai il Direttore Artistico di Umbria Jazz e tutto lo staff organizzativo ci ha abituato da anni, è stata caratterizzata dalla presentazione di Artisti che rappresentano la musica in tutte le sue diverse declinazioni: le ballade dello straordinario racconta storie come Bob Dylan, che ha inaugurato il giorno 7 luglio il palco del Santa Giuliana, la canzone d’autore italiana di Paolo Conte, il pop rock dei Police orchestrati da Stewart Copeland, le sonorità del repertorio popolare americano ma anche italiano, irlandese, latinoamericano di Rhiannon Giddens; le canzoni del rock blues di Joe Bonamassa e quelle legate alle radici folk di Ben Harper.

Insomma non è assolutamente un lavoro semplice pensare ad un Festival che abbracci tanti generi musicali e tante sonorità complesse e straordinariamente di altissimo livello come quelle degli Artisti invitati a questa Edizione, ma il risultatoè stato assolutamente straordinario e ha accolto il favore totale del pubblico visto che ogni sera, all’Arena Santa Giuliana sono stati raggiunti dei numeri record nella vendita dei biglietti e in tantissime serate in sold out, appena i biglietti sono stati pubblicizzati sulle pagine del sito del Festival stesso.

Continua a leggere

« Vecchi articoli