Recensione: Umbria Jazz 2024 gli eventi gratuiti
Recensione di Annamaria De Crescenzo
Fotogallery : Mario Catuogno (http://www.spectrafoto.com)
L’Edizione 2024 di Umbria Jazz si è conclusa, domenica 21 luglio, con numeri di record assoluto : oltre 42000 biglietti venduti con un incasso lordo di 2400000 euro, 250 eventi su 10 giorni di programmazione, dodici location che hanno ospitato 87 band con quasi seicento musicisti.
La bellezza di questo bellissimo Festival è che, ormai da diversi anni, non e solo il Festival della Musica ma una vera e propria rassegna della Cultura a tutto tondo.
Quest’anno, oltre alle Clinics della Barklee School che hanno ospitato 45 studenti di tutto il mondo che hanno avuto modo di partecipare a corsi e seminari con i più grandi musicisti del jazz e vincere delle prestigiose borse di studio, e al consueto CONAD Jazz Contest che quest’anno ha visto la vittoria di Scannapieco-Geremia 5tet, una band di giovanissimi musicisti ma già di grandissimo talento ed esperienze musicali tanto che siamo sicuri che faranno una carriera strepitosa nei prossimi anni, la postazione di Radio Montecarlo, radio ufficiale di Umbria Jazz, che ha ospitato tutti gli artisti del Festival in interessantissime interviste e che ha trasmesso in diretta tutte le emozioni del Festival stesso, agli spazi dedicati a UJ Kids che ha visto, attraverso il gioco, il coinvolgimento di tantissimi bambini alla musica jazz attraverso laboratori didattici di grandissimo interesse, ai vari concerti che ogni anno ci sono nei ristoranti e bistrot della città durante la pausa pranzo e cena, allo spazio dedicato alla musica swing che quest’anno ha visto l’esibizione del gruppo degli Sticky Bones nell’apposito spazio della Terrazza Swing allestita nel Mercato Coperto di Perugia, alle esibizioni per tutte le strade della città dei Funk Off, due iniziative che quest’anno hanno avuto tantissimo successo come la presentazione dei libri alla Libreria Feltrinelli, come nel caso del libro “Fatti e Misfatti dell’industria musicale italiana” di Alceste Ayroldi e al Nuovo Cinema Méliès di film/documentari riguardanti molti artisti che ormai sono ospiti fissi di Umbria Jazz come Fabrizio Bosso, Dado Moroni, Rosario Giuliani, Doctor 3 e Gianluca Petrella, registrati nei luoghi più belli della città stessa.
Ma una delle bellezze più belle di Umbria Jazz, oltre ovviamente ai grandi concerti in programma nelle location dell’Arena Santa Giuliana, Teatro Morlacchi e Galleria Podiani, sono i concerti gratuiti nella piazza IV Novembre e Giardini Carducci, dove si assapora tutta l’emozione di fare musica su palchi in piazza in una sorta di happening musicale di grande emozione e di grande coinvolgimento di pubblco che dalle 13 a mezzanotte nel caso dei Giardini Carducci e dalle 19 a mezzanotte nel caso della Piazza IV Novembre ha visto alternarsi, giorno dopo giorno, bravissimi artisti come Lorenzo Hengeller, Nico Gori, Lovesick, Cha Wa, Ray Gelato & The Giants, Sammy Miller and the Congregation, Accordi e disaccordi, Thornetta Davis e nel caso della Piazza IV Novembre, su un palco enorme, oltre agli artisti già citati, anche grandi orchestre e jazz band come Utah State Unversity Jazz Band, University of Montana Jazz Band, Utrechtse Studenten Big Band , Kansas Univesity Jazz Band, Tribunal Mist Jazz band che hanno fatto divertire e ballare tutto il numerosissimo pubblico che ha affollato le vie della Città di Perugia dal primo all’ultimo giorno del Festival senza mai perdersi un solo concerto.
Impossibile seguire tutti i concerti previsti nelle piazze, anche perché molti di loro erano concomitanti agli eventi da noi seguiti sia all’Arena che alle altre due location degli eventi a pagamento.
Ma alcuni concerti hanno attirato la nostra attenzione di fotoreporter e di giornalisti, come quello dei concerti di Nico Gori che ha inaugurato il nuovo palco allestito all’interno dello spazio dove sorge l’Arena Santa Giuliana e che anticipava, ogni sera, i concerti previsti sul palco dell’Arena stessa, in un atmosfera molto rilassata e tranquilla, con tantissimo pubblico che sceglieva tale spazio anche per poter cenare o gustare una buona birra dal punto ristoro allestito nel parco stesso.
La nostra attenzione è andata poi a due concerti molto spettacolari in termini di musica e di costumi di scena : i Lovesick e Cha Wa.
I Lovesick sono una band composta da due musicisti bolognesi, entrambi cantanti e polistrumentisti, le cui influenze musicali vanno ricercate nel country americano, nel rock’n’roll e nello swing anni ’40 e ’50. Paolo Roberto Pianezza suona la chitarra elettrica e acustica, oltre a lap steel, resonator e dobro a manico singolo e doppio. Francesca Alinovi suona il contrabbasso con l’aggiunta di un brush pad, una percussione incorporata nel contrabbasso per tenere il ritmo con una spazzola di batteria.
Il concerto dei Lovesick è un’immersione nelle atmosfere americane anni ’40-’50: con il loro sound, l’abbigliamento e gli strumenti vintage, toccano i temi tipici del country e del rock’n’roll come l’amore, il tradimento e il divertimento. Il duo dal vivo coinvolge con la sua gioia tangibile di suonare e la presenza scenica travolgente.
Cha Wa è una band funky diversa dalle altre perché strettamente intrecciata con le antiche tradizioni dei Mardi Gras Indians di New Orleans: piccante come il gumbo, multicolorata come il mercato delle spezie della Città del Delta, evocatrice di misteri e di magie. Con, in più, una eco delle marching band che sfilavano nel French Quarter. Non bastasse la musica, la band offre anche un forte impatto scenico sfoggiando i pittoreschi costumi e copricapi delle tribù native della Louisiana. “Cha Wa” nella lingua dei Mardi Gras Indians si può tradurre in: “Stiamo arrivando per voi!”.
L’altro concerto che ha attirato la nostra attenzione è quello di grande energia e allegria di Ray Gelato ai Giardini Carducci.
Una miscela contagiosa, spettacolare, irresistibile che ha fatto la fortuna del sassofonista e cantante inglese, da tempo amatissimo, non solo in patria, per la sua simpatia e la sua verve, nonché per esecuzioni musicali impeccabili.
Ray Gelato è più di altri colui che ha riscoperto con successo lo spirito più disincantato di tanta musica in voga negli anni Quaranta e Cinquanta: soprattutto dal vivo, lui e la sua band trascinano il pubblico in un sorta di rito collettivo all’insegna del più sano e tonificante divertimento. Merito anche di influenze e canzoni che vanno da Nat King Cole a Frank Sinatra, da Cole Porter a Louis Prima, da Sammy Davis Jr. a Louis Jordan, senza dimenticare capisaldi della tradizione italiana, in special modo partenopea. Nello stile e nell’estetica di Ray Gelato i riferimenti a Buscaglione, Carosone, Rabagliati e Natalino Otto sono infatti evidentissimi.
Nel suo repertorio “Tu vuo’ fa l’americano” va quindi a braccetto con “Just A Gigolo”, “O Marie” con “Everybody Loves Somebody”, “Carina” con “I Ain’t Got Nobody”, “That’s Amore” con “Just One of Those Things”. Con Ray Gelato e i suoi “giganti” non c’è dunque timore di annoiarsi: d’altra parte, nel jazz arte e intrattenimento convivono in armonia da sempre.
E per finire l’energia, l’allegria dei Funk Off da decenni la Funky Marchin’ band che porta il ritmo funky in ogni angolo della citta’, attirando nei loro concerti in strada centinaia e centinaia di persone che vengono coinvolti in performance artistiche della band che non solo e’ composta da straordinari musicisti ma anche protagonisti assoluti di uno spettacolo particolarissimo e divertentissimo come quello che solo i Funk Off sanno creare
I funk off infatti hanno legato un tipo di musica, che unisce il groove della black music ad arrangiamenti di tipo jazzistico, ad uno stile e ad una melodia italiana, a movimenti e coreografie di grande impatto visivo ed emotivo.
Sulla loro scia decine e decine di gruppi simili sono nati in Italia, ma la loro energia, la loro grinta, il loro affiatamento e l’originalità della loro musica, scritta e arrangiata da Dario Cecchini, fondatore e leader della band, sono uniche ed inimitabili!
Insomma la musica a Perugia è stata l’assoluta protagonista della città e la città ha risposto con grandissimi numeri in termine di presenza e di assoluto consenso ai concerti proposti in una sorta di grande incontro tra Musica e cultura, arte in ogni forma e in ogni espressione artistica.
Ringraziando il Presidente di Umbria jazz Gian Luca Laurenzi, tutto lo staff direttivo e organizzativo che ci hanno accolto con grande professionalità, e a Cristiano Romano, Responsabile della Comunicazione e Ufficio Stampa del Festival per gli accrediti che gentilmente ci ha concesso, non ci resta che dare appuntamento a Umbria Jazz Weekend a Terni dal 12 al 15 settembre e a Umbria Jazz Winter a Orvieto dal 28 dicembre 2024 al 1° gennaio 2025.



















































