Recensione : Massimo Ranieri “Tutti i sogni ancora in volo” Teatro Grande di Pompei

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Martedì 1º Agosto presso il Teatro Grande di Pompei, sito archeologico di grande interesse Storico, e dunque luogo deputato alla Cultura ha fatto da scenografia al tour di Massimo Ranieri “Tutti i sogni ancora in volo”.

Chi meglio di Massimo Ranieri, Figlio di questa terra, poteva calcare suddetto palco con grande disinvoltura senza sentirne il peso che tale luogo trametteva.

In 120 minuti e forse più da tutto sé stesso senza soste, accompagna il pubblico, ordinato e attento, attraverso aneddoti e vita vissuta, facendolo entrare dalla porta principale e il pubblico con educazione capendo di avere un grande privilegio, lo affianca, lo incita partecipando in punta di piedi ai piccoli episodi che Massimo elargisce.

Da quando scelse il nome d’arte di Gianni Rock…, confessa che in tanti anni di carriera non ha mia cantato una canzone rock, neanche “sotto la doccia”.

Si racconta con estrema semplicità, come si fa tra amici la “doppia vita” Giovanni Calone e Massimo Ranieri, l’uno talvolta diverso dall’altro ma mai dissociati.

 Racconta di quando era ragazzo e viveva a Santa Lucia e dalla sua casa vedeva il mare. Mare che ora non si vedeva più perché l’urbanizzazione selvaggia ne aveva occultato la vista, e inevitabilmente associa il mare a Pino, prematuramente scomparso,  l’arena è in un silenzio quasi religioso quando ne pronuncia il nome, alzando la testa guardando il  cielo, dove tra le poche nuvole splende una rotonda luna che illumina la scena, il pubblico sente l’emozione e dagli spalti scende un accorato applauso per smorzare il nodo di tristezza che si era formato nella gola di tutti i presenti.

Lo spettacolo non è un semplice e anonimo spettacolo musicale. Massimo, canta, balla, recita nulla è scontato ogni canzone ha la sua coreografia, uno show nello show.

Ringrazia il pubblico per il “coraggio” che ha avuto a lasciare divano e telecomando, per fare a meno di guardare l’ennesima serie tv, per riprendersi quella che può sembrare una cosa “straordinaria” che invece è “normalità” uscire di casa e partecipare alla vita sociale e culturale della propria città.

Forse per capirne appieno il senso di questo spettacolo bisognerebbe iniziare dalla fine, quando verso la conclusione racconta i suoi dubbi, le sue perplessità legate anche all’età. Racconta con ironia i vari “incidenti che gli sono capitati durante la sua vita artistica, fratture varie, slogature e strappi muscolari, ma rassicura che mai scenderà dal palco a costo di farsi “imbalsamare” mentre canta! Chiude la breve interlocuzione che ha con il pubblico, affermando che “le cellule possono pure invecchiare, ma i sogni no!” Immediatamente parte “Perdere l’amore” e l’applauso del pubblico a suggellare tale indissolubile legame che ha con Massimo.

Tra le tante bellissime canzoni, spicca con discrezione, “L’istrione”. In origine venivano chiamati istrioni gli attori etruschi giunti a Roma che, non parlando il latino, si limitavano a rappresentare spettacoli di danza, e musica; in seguito furono così chiamati dai romani tutti gli attori, dalla tragedia alla commedia.

Ebbene Massimo Ranieri è un vero istrione (Non è per vanità Quel che valgo lo so e ad essere sincero Solo un vero istrione è grande come me Ed io ne sono fiero…) nella sua eccezione più alta, è un vero genio, un grande Artista come pochi sa tenere il palco, è lui che comanda facendo si che il pubblico venga coinvolto dal principio alla fine.

Non poteva mancare i bis, dopo tante bellissime canzoni rende omaggio alla sua tanta amata terra con due canzoni così distanti ma così vicine degli anni cinquanta: “Tu vuo fa l’americano” (1956) e “Anema e Core” (1950)

Tutti ma proprio tutti attendiamo Massimo ancora tra noi per festeggiarlo ancora e ancora senza che l’amore scemi con il passare del tempo. Grazie Massimo!

Credits: Si ringrazia ANNI60 PRODUZIONI  per la gentilissima disponibilità e la perfetta organizzazione dell’evento.

SETLIST:

Vent’anni

Lasciami dove ti pare

La voce del silenzio

Ti penso

Dopo il deserto

Se bruciasse la città

Tutte le mie leggerezze

Canzone con le ruote

Mi troverai

Rose Rosse

Pigliate na’ pastiglia

Quando l’amore

Lettera di la dal mare

Erba di casa mia

Asini

Mia ragione

Vestaglia

Questo io sono

L’istrione

Di me di te

Perdere l’amore

Bis:

Tu vuo fa l’americano

Anema e Core

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