Monthly Archives: luglio 2023

Toquinho chiude la terza edizione del Sannio Music Fest

Foto di SpectraFoto (http://www.spectrafoto.com)

La terza edizione del Sannio Music Fest 2023, che si è svolta presso Teatro Romano di Benevento, si è conclusa con l’atteso concerto di Toquinho.

Anche quest’anno il Direttore Artistico, Michele Solipano, ha portato a Benevento per la suddetta rassegna Artisti di grande livello nazionale e internazionale, spaziando dalla Musica d’autore, al Jazz e per finire alla Bossa Nova nella serata conclusiva.

Lo scenario suggestivo ha fatto da cornice ai ritmi e alle melodie della bossa nova, sapientemente eseguita da un Artista come Toquinho che ha vissuto l’epoca d’oro di tale genere musicale.

Toquinho, (Antonio Pecci Filho), di lontane origini italiane (tutti i nonni erano italiani), da piccolo veniva chiamato di Toninho (diminutivo di Antonio) Che poi la Mamma trasformò in Toquinho, si è presentato sul palco da solo in compagnia della sua amata chitarra, e ha intonato alcune canzoni tra le più famose del panorama Brasiliano, come “A garota de Ipanema” (famosa spiaggia chilometrica di Rio) e “Corcovado” che è il promontorio di Rio de Janeiro dove è posta la statua del Cristo Redentor.

Rende omaggio all’Italia con due canzoni che quando stava in Italia con Chico Buarque andando nei locali ascoltava con frequenza “Anema e core’” e “Roma non fa la stupida stasera”

 Ha reso il concerto più interessante e divertente raccontando aneddoti legati alla sua vita artistica e privata, da quando Chico Buarque de Hollanda, per il suo crescente impegno politico contro la dittatura militare lo porta all’arresto nel 1968, cui segue un esilio auto-imposto in Italia nel 1969, con una bugia fa venire Toquinho in Italia raccontandogli che aveva concluso per alcuni spettacoli in Italia, e che portasse pure qualche soldo… Ma all’arrivo Toquinho capisce che era tutta una farsa perché Chico voleva rivederlo perché afflitto da quel “male oscuro” che quasi tutti i brasiliani ne soffrono la “saudade”.

Da questo episodio nasce la famosa canzone “Samba di Fiumicino” che per ragioni musicali verrà rinominata “Samba de Orly” dal suono più armonico.

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Recensione: Le atmosfere jazz al Teatro Morlacchi ad Umbria Jazz 50th Anniversary

Foto di Max Radicchi (https://www.massimoradicchi.it/)

Continuiamo con questo ulteriore articolo a raccontare le sonorità musicali  di Umbria Jazz nell’ambito della magia che si crea nell’ambiente del Teatro Morlacchi che da sempre ospita gli artisti che arrivano da ogni angolo del mondo e che attirano un pubblico che ama ascoltare musica in un ambiente più raccolto e dedito proprio ad amplificare emozioni e sensazioni.

I più bei concerti di Umbria Jazz li abbiamo sempre ascoltati particolarmente proprio qui, storica location del Festival e li abbiamo particolarmente apprezzati perché è qui che si danno appuntamento musicisti e appassionati del jazz in una sorta di abbraccio tra la sala e il palco e spesso i progetti più originali, le collaborazioni più particolari tra musicisti anche molto diversi fra loro avvengono sempre qui e sempre qui entusiasmano e raccolgono consensi ad ogni edizione.

Quest’anno ad inaugurare la stagione al Teatro Morlacchi, sabato 8 luglio è stato chiamato Mauro Ottolini & L’Orchestra Ottovolante, protagonista da sempre di progetti originalissimi che spaziano nei diversi generi musicali, quest’ anno ha portato sul palco del Teatro un progetto sul tema della canzone italiana del periodo anni 30/’60 resa popolare prima dalla radio, poi dalla TV, e anche dal Festival di Sanremo. Il progetto impreziosito dalla sofisticata vocalità di Vanessa Tagliabue Yorke presenta dei brani che seppur appartenenti ad un’epoca che sembra lontanissima da oggi hanno comunque un fascino inalterato nel tempo in grado di conquistare una platea di appassionati come il pubblico presente al Morlacchi ogni sera.

Domenica 9 luglio invece il Teatro Morlacchi è stato inondato dalle musiche di Paolo Fresu “Ferlinghetti” con Dino Rubino, Marco Bardoscia e Daniele di Bonaventura, un trio che non manca quasi mai ad Umbria Jazz sia nell’edizione estiva che quella winter che si svolge a fine anno ad Orvieto.

  Ferlinghetti rappresenta anche il nuovo capitolo della collaborazione tra Paolo Fresu e il regista Ferdinando Vicentini Orgnani, iniziata nel 2002 con “Ilaria Alpi. Il più crudele dei giorni” e proseguita con numerose opere tra cui “Vinodentro”, le cui musiche sono diventate un disco uscito nel 2013.
    I titoli dei 13 brani originali sono tratti dalla poesia Autobiography e da altri testi che compongono il corpus letterario dell’intellettuale italo-americano, registrati pochi mesi prima della sua scomparsa.

Da lunedì 10 una serie di concerti strepitosi, prima The Swingers Orchestra che ha presentato un progetto su Benny Goodman e Artie Shaw, poi martedì 11 un altro grande originalissimo progetto musicale creato dalla mente geniale e assolutamente unica di Gianluca Petrella in “Cosmic Renaissance” progetto nato nel 2007 liberamente ispirato alla musica e alla figura di Sun Ra, mercoledì 12 luglio un altro grande incontro tra artisti strepitosi come Chano Dominquez, Flavio Boltro, Martin Leiton, Michael Olivera e uno straordinario guest star Stefano Di Battista per un vero e proprio omaggio ad un mito della musica internazionale come  Michael Petrucciani.  

Giovedì 13 luglio invece altro grande concerto che ha avuto un seguito di pubblico strepitoso quello dell’incontro fra Danilo Perez, John Patitucci,   Adam Cruz Trio , un vero e proprio gioiello di esempio di straordinario jazz che ha entusiasmato il pubblico presente.

Venerdì 14 luglio altro duo di musicisti internazionali come Enrico Rava & Fred Hersch, seguiti da sabato 15 da grandissimo Kenny Barron Trio con Kivoshi Kitagawa, Savannah Harris , concludendo il Festival domenica 16 luglio con Samara Joy vera rivelazione dell’edizione Umbria Jazz 2022 e che anche in questa occasione ha incantato il pubblico presente con una voce strepitosa capace di essere paragonata ai grandi miti del jazz come Ella Fitzgerald o Sarah Vaughan o Billie Holliday.

Recensione: Umbria Jazz 50th Anniversary i grandi concerti dell’Arena Santa Giuliana di Perugia

di Annamaria De Crescenzo
Foto di Massimo Radicchi (http://www.massimoradicchi.it)
Foto di SpectraFoto (www.spectrafoto.com)

É stata definita l’edizione stellare di tutti i tempi e oggi che l’abbiamo vissuta intensamente per 10 giorni di musica straordinaria non possiamo che confermare tale definizione.

Per il 50esimo Anniversario di Umbria Jazz, Perugia si è trasformata ancora di più come la Città della Musica Jazz unica e straordinaria al mondo. Ogni angolo della città è diventato un luogo di incontro tra musica/talento/amicizia tra diverse generazioni di musicisti, pubblico e appassionati di tutto il mondo. Perugia vive ogni anno questa magia che solo la musica sa creare, ma quest’anno ancora di più.

E i dati dichiarati durante il consueto appuntamento della conferenza stampa alla fine del Festival sono da grandissimi eventi mondiali: un incasso superiore ai 2,3 milioni per 40 mila paganti, con una media di 3.200 paganti all’Arena, oltre 500 al teatro Morlacchi e 150 alla Sala Podiani. con un flusso di pubblico nell’ambito social nei canali del festival di oltre 2 milioni di utenti nei dieci giorni del festival e la presenza  fissa di tutto lo staff di Radio Monte Carlo, radio ufficiale del festival, ha contribuito a questo ottimo risultato con 122 ore di diretta da Perugia, 70 interviste e oltre 10 live realizzati, con uno staff di 15 persone tra speaker e tecnici.

Quest’anno, visto il cartellone ricchissimo di eventi, per seguire una sorta di filo logico, di “raccontare” il Festival suddividendo il racconto stesso non più seguendo i vari giorni di programmazione ma i luoghi dove si sono svolti i concerti stessi, almeno le location più importanti e significative, come ovviamente l’Arena Santa Giuliana dove da anni si svolgono tutti i main concert serali, il Teatro Morlacchi, i due palchi gratuiti allestiti ai Giardini Carducci e in Piazza IV novembre.

In questo articolo cercheremo di raccontarvi quanto il pubblico ha potuto godere ed apprezzare gli Artisti presentati sul palco sicuramente più rappresentativo di tutta l’essenza del mondo musicale di Umbria Jazz, un mondo che non sempre presenta nomi esclusivamente e rigorosamente appartenenti al mondo jazz ma che spesso ha ospitato, come si è verificato  anche quest’anno, anche nomi della musica pop/rock/blues/funky del panorama musicale italiano ed internazionale, in una sorta di apertura del jazz verso tutto l’universo della musica in generale.

Ed è infatti, anche in questa edizione, come ormai il Direttore Artistico di Umbria Jazz e tutto lo staff organizzativo ci ha abituato da anni, è stata caratterizzata dalla presentazione di Artisti che rappresentano la musica in tutte le sue diverse declinazioni: le ballade dello straordinario racconta storie come Bob Dylan, che ha inaugurato il giorno 7 luglio il palco del Santa Giuliana, la canzone d’autore italiana di Paolo Conte, il pop rock dei Police orchestrati da Stewart Copeland, le sonorità del repertorio popolare americano ma anche italiano, irlandese, latinoamericano di Rhiannon Giddens; le canzoni del rock blues di Joe Bonamassa e quelle legate alle radici folk di Ben Harper.

Insomma non è assolutamente un lavoro semplice pensare ad un Festival che abbracci tanti generi musicali e tante sonorità complesse e straordinariamente di altissimo livello come quelle degli Artisti invitati a questa Edizione, ma il risultatoè stato assolutamente straordinario e ha accolto il favore totale del pubblico visto che ogni sera, all’Arena Santa Giuliana sono stati raggiunti dei numeri record nella vendita dei biglietti e in tantissime serate in sold out, appena i biglietti sono stati pubblicizzati sulle pagine del sito del Festival stesso.

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Recensione: Umbria Jazz 50th Anniversary , i concerti ai Giardini Carducci

Foto di SpectraFoto (http://www.spectrafoto.com)

Perugia come ogni anno ha ospitato dei palchi dove si sono esibiti dei grandi musicisti che hanno coinvolto residenti e turisti. Ma anche sul Corso Vannucci già di buon’ora il box di Radio Monte Carlo, media partner, diffondeva musica.

I primi a dare l’avvio alla giornata dalle 11.30 fino alle 18 sono stati i Funk Off che con la loro musica hanno coinvolto tanta gente.

L’offerta musicale che ogni anno Umbria Jazz è tanta che nessuno è andato via senza assistere almeno a una esibizione di grande livello musicale.

Dal Palco dei Giardini Carducci, al Palco di Piazza IV Novembre per i concerti gratuiti con bravissimi e applauditi artisti a tutte le ore.

A esibirsi alterandosi tra i due palchi: Modalità Trio con Nico Gori, Massimo Moriconi e Ellade Bandini, The New Orleans Mystics, Ray Gelato &The Giants, Ranky Tanky, Sugarpie &The Candyman, Shake ‘em up   jazz band, Mwenso &The Shakes, Tribunal Mist Jazz Band, J.P. Bimeni & The Black Belts e immancabili Funk Off.

Mentre alle 19.30 prima del concerto serale si sono esibiti Accordi Disaccordi e nel after show si alternavano alcuni artisti sopracitati.

Mentre per gli amanti del “Around Midnight” e delle Jam session alla Taverna 36 Jazz Club si è esibita la Residente Band, con Piero Odorici, Daniele Scannapieco, Paolo Birro, Aldo Zunino e Xaver Hellmeier.

Come si è potuto evincere dalle presenze nonostante le giornate di caldo torrido le persone che sono accorse nel capoluogo Umbro hanno festeggiato con un entusiasmo senza pari i 50 anni di Umbria Jazz non facendo mai mancare applausi e incitamento agli artisti che si esibivano.

Recensione: Umbria Jazz 50th Anniversary /Sala Podiani


Foto di SpectraFoto (www.spectrafoto.com)
Foto di Massimo Radicchi (http://www.massimoradicchi.it)

Ogni anno Umbria Jazz è l’evento più importante di tutto il panorama degli appuntamenti italiani riguardanti il jazz e tra i primi posti di tutti gli altri eventi internazionali di tale genere musicale.

Non a caso ogni anno si registrano numeri record in termini di presenza di pubblico proveniente da tutto il mondo ma anche di Artisti italiani ed internazionali che ogni anno propongono concerti di altissimo livello da tutti i palchi allestiti in tutta la città di Perugia a partire da quelli storici come quello di Piazza IV Novembre o Giardini Carducci, Arena Santa Giuliana o Teatro Morlacchi o più recentemente nella bellissima Sala Podiani allestita all’interno della Galleria Nazionale dell’Umbria.

Quest’anno poi, in occasione del 50esimo anniversario dell’Umbria Jazz Festival, i concerti sono stati ancora più numerosi e tutti di altissimo interesse e valore artistico, per giunta tutta la Redazione è stata messa a dura prova e per “tentare” di raccontare lo spirito che da 50 anni anima il senso del Festival stesso, abbiamo scelto di riepilogare, per luoghi, i tanti concerti ai quali abbiamo assistito durante i tanti giorni di programmazione dell’Umbria Jazz.

Iniziamo quindi dai concerti che nel primo week end di programmazione sono stati presentati alla Sala Podiani, un luogo di grande intensità emotiva e sensoriale, dove si è registrato quasi sempre, nonostante il caldo, il tutto esaurito.

I nomi tutti di grande livello internazionale, da Dado Moroni, Danilo Rea, Enrico Pieranunzi a Nduduzo Makhathini sudafricano, al cubano David Virelles e alla tedesca Olivia Trummer, in duo con Nicola Angelucci. Il Trio Brandee Younger che ha suonato l’arpa classica uno strumento non usale nel mondo del jazz. La grande performance di Marc Ribot che ha riscosso grandissimo successo nei due set quello delle 12 e delle 15.30.

Da citare il duo con Miguel Zenón sax contralto e Luis Perdomo al piano duo dalle sonorità latine, e anche il duo sax/chitarra Pietro Tonolo e Giancarlo Bianchetti. Un bellissimo progetto jazz di Vanessa Tagliabue Yorke non ultimi Enrico Morello in “Cyclic Signs” con Francesco Lento, Daniele Tittarelli e Matteo Botone e il trio MiXMONK con Joey Baron, Robin Verheyen e Bram De Looze.

Recensione: Nick TheNightfly ospite di “Agora’ San Sebastiano al Vesuvio” per Napoli Jazz Club

Di Annamaria De Crescenzo
Foto di SpectraFoto (http://www.spectrafoto.com)

Per il terzo appuntamento di musica jazz, su idea di Michele Solipano direttore artistico dell’Associazione Napoli Jazz Club di Napoli, inserito nel ricchissimo  programma di “Agora’ San Sebastiano al Vesuvio” giovedi  6 luglio un concerto imperdibile con uno dei piu’ grandi interpreti della musica jazz oltre a grandissimo esperto musicale, Nick The Nightfly  in  “Hey! Mr Bacharach”, dedicato ai più grandi successi di Burt Bacharach, riarrangiati dal maestro Gabriele Comeglio con la partecipazione straordinaria di Simona Bencini, un disco meraviglioso con il quale ha reso omaggio ad uno dei compositori più influenti ed amati di tutti i tempi. Una magnifica impresa musicale quella di unire il Pop raffinato di Bacharach con il ritmo jazz e swing della sua band con la quale ormai  Nick TheNightfly vive la sua musica da anni.

Il dj e musicista scozzese che conduce un programma di grandissimo  su 𝗥𝗮𝗱𝗶𝗼 𝗠𝗼𝗻𝘁𝗲 𝗖𝗮𝗿𝗹𝗼 dal 1989 sarà accompagnato da Jerry Popolo al sassofono, Claudio Colasazza al pianoforte, Francesco Puglisi al contrabbasso e Amedeo Ariano alla batteria.

Tanti i brani che Bacharach ha scritto durante la sua carriera  ma la scelta di quelli presentati al pubblico è ricaduta su quelli più amati da Nick.

Ho scelto quelli che fanno parte della memoria musicale che ho di lui – dichiara – nel disco c’è anche un mio brano originale ‘Still In Love’ che dedico a Mr Bacharach, è un brano dove ad influenzarmi è stata la sua musica. Ho avuto il piacere di intervistarlo in diverse occasioni – aggiunge – ed il mio ricordo di lui è di una persona piacevolissima, colta, curiosa, simpatica e piena di aneddoti sulla sua lunga vita nel mondo della musica. Il ricordo più nitido di Bacharach che ho è stato in occasione di un suo concerto all’Arena di Milano, che ho presentato e assistito dal palco, insieme alla mia famiglia. Un concerto indimenticabile. Quella sera ascoltando le sue musiche ho rivissuto una parte della mia vita e pensavo a quanta magia c’è dentro una canzone, legata a ricordi e momenti della vita e che ci accompagnerà per sempre. Spero che il nostro omaggio alle musiche di Burt Bacharach, Hal David e gli altri autori vi piacciano -conclude – regalandovi emozioni e momenti belli come i nostri durante le registrazioni e l’esecuzione dal vivo di Hey! Mr Bacharach“.

Tantissimi i brani presentati durante la serata, prima soltanto da Nick TheNightFly poi da Simona Bencini che ha interpretato alcuni dei brani portati al successo da alcune delle voci piu’ importanti dello scenario musicale internazionale, come Arthur’s theme (The best that you can do), Close to you, I say a little prayer, Still in love, I’ll never fall in love again, This guy’s in love with you, Walk on by, What the world need now is love

Pubblico entusiasta, Nick the Nightfly assolutamente irresistibile , nel suo solito stile da protagonista assoluto del palco, ha raccontato aneddoti divertenti come quelli relativi all’intervista proprio con il grande Bacharach in occasione di un suo ultimo arrivo in Italia e di un incontro con lo stesso Nick che è rimasto nel cuore e nella mente del musicista come un momento incredibile della sua vita di artista e di Direttore Artistico quale egli è visto che guida la programmazione artistica del famoso Blue Note di Milano da tantissimi anni.

Il concerto è stato di un’emozione unica, il pubblico assolutamente affascinato dalla musica di Nick e degli straordinari musicisti che lo accompagnano sul palco e dalla voce meravigliosa di Simona Bencini e alla fine del concerto stesso il pubblico entusiasta ha salutato in una straordinaria standing ovation l’ultimo brano in scaletta “I say a little prayer” che ha fatto ballare l’intera platea.

Recensione: Lorenzo Simoni vince il Premio Massimo Urbani 2023

Di Clementina Abbamondi

Il  giorno  1  e 2  luglio 2023  si è svolta la  XXVII  edizione  del Premio internazionale Massimo Urbani  il premio è il più importante concorso per solisti  jazz,  ideato e fondato da Paolo Piangiarelli, storico organizzatore produttore e discografico maceratese   recentemente scomparso,   il premio   è  stato intitolato a Massimo Urbani geniale sassofonista  romano prematuramente scomparso. 

Il concorso ha l’obiettivo di valorizzare i giovani   talenti del  jazz  emergenti, contribuendo allo sviluppo della loro carriera artistica.    La prima serata  della manifestazione si è  svolta,  causa maltempo, nell’ Auditorium  Benedetto XIII di Camerino, mentre la seconda serata si è svolta  nella cornice incantevole  “ dei giardini della Rocca Borgesca”,  con i  suoi alberi   secolari   e  un  superbo belvedere.    

Il primo gruppo  che si è  esibito è  stato Antonio Ottaviano Bright  6et, il sassofonista   vincitore  del premio Massimo Urbani  2022. Il Sestetto ha presentato un progetto  ricco di energia  ed improvvisazioni.    

Dopo  l’ esibizione di Antonio Ottaviano ha preso il via la Finale del Premio Internazionale Massimo Urbani.

Nella  serata  del Premio  a Camerino si sono esibiti:      

Lorenzo Simoni al sax alto, primo classificato,    Vitantonio Gasparri  al vibrafono, secondo classificato e premio della Critica e  Pubblico, Gianmarco Ferri alla chitarra,   terzo classificato, Igor  Senderov  al  sax  alto,    terzo  pari merito,  Perla Palmieri  voce, premio Social e Borsa di studio Nuoro Jazz, Cimino Edoardo alla chitarra,Borsa di studio Fara Music,   Federico  Califano al  sax  alto,  Donato Edoardo  al  sax  alto,  Andrea  Margherita Martinelli   voce,  Marco Ullstein     al vibrafono.

Il  vincitore è stato premiato dal  presidente della  giuria   Francesco Cafiso anche lui vincitore giovanissimo del Premio Internazionale Massimo Urbani  che, chiamato sul palco ha dichiarato  che il livello artistico dei concorrenti era veramente  molto alto e che quindi era stato molto difficile  decretare  il vincitore  Dice  Cafiso “ il Premio Internazionale  Massimo Urbani rappresenta  una importantissima occasione  di confronto e di condivisione musicale e quindi deve essere uno stimolo  per voi giovani musicisti  di coltivare questa grande passione  per la musica

La  bravura del sassofonista Maurizio Urbani  è quella di un musicista ricco di tecnica  e passione che riesce a comunicare  ai giovani musicisti che ricevono da lui stimoli e consigli.  Come ogni anno Maurizio Urbani ha invitato i  musicisti finalisti del Premio a salire sul palco e suonare con il suo gruppo,  regalando al pubblico presente  un concerto ricco di energia. Spettacolare è stato il concerto finale eseguito  dal Presidente della giuria  Francesco Cafiso che accompagnato da  Alessandro Lanzoni  al piano, Gabriele Pesaresi al  contrabbasso, e Massimo  Manzi alla batteria,  ha incantato il pubblico  presente con le sue performance ricche  di  talento, la sua vena giocosa sempre presente nelle sue  esibizioni  e l’ uso dell’ improvvisazione che rende le sue interpretazioni  uniche. Francesco Cafiso  è stato insignito dal Presidente della Repubblica Italiana del titolo di Cavaliere della Repubblica in quanto ha portato la musica italiana nel mondo. Il talentuoso sassofonista ha invitato Lorenzo Simoni  vincitore del  Premio  a suonare col gruppo. La manifestazione si è svolta in maniera perfetta grazie a tutti gli organizzatori dell’ evento:  Daniele Massimi Presidente di Musicando Jazz per la sua instancabile presenza ad ogni  fase della manifestazione, a Pamela  e  tutti i volontari  che  rendono questo evento sempre più  spettacolare, un plauso va anche alla sezione tecnica che ha gestito in  maniera eccellente  luci   e suoni. Molto gradita dai presenti  l’Apericena  delle diciannove  con la degustazione dei  vini  e delle specialità  gastronomiche del territorio  e  della birra artigianale