Recensione: Rugantino in scena al Teatro Augusteo fino al 10 aprile

Straordinaria riedizione di uno degli spettacoli storici del Teatro come “Rugantino” , in scena dal 6 al 10 aprile al Teatro Augusteo e che ha visto la sala gremita, dopo tanto tempo di lontananza dalla sala causa pandemia, e che dimostra che un musical come questo va assaporato in ogni edizione perche’ ogni edizione aggiunge un elemento nuovo e emozionante alla storia stessa

Rugantino ha avuto sempre un suo particolare fascino, in ogni edizione,  a partire dal suo debutto assoluto nel dicembre del 1962 e che ha visto in scena talenti straordinari del teatro come Nino Manfredi,  Enrico Montesano, Lea Massari, Alida Chelli, Bice Valori, Aldo Fabrizi, e piu recentemente un bravissimo Brignano, Ferilli. 

Non sono assolutamente da meno i protagonisti di questa edizione che ha debuttato, con un successo strepitoso, al Teatro  Il Sistina , e che ora si presentano al pubblico napoletano con la stessa emozione e lo stesso entusiasmo oltre ad un evidente orgoglio di far parte di uno spettacolo assolutamente irresistibile.

Prodotto dallo stesso Teatro  Il Sistina, fedele alla originale e storica versione di Garinei & Giovannini. con la supervisione di Massimo Romeo Piparo e le note musiche di M° Armando Trovajoli, ha affascinato il pubblico, oltre alla bravura di tutti i protagonisti dello spettacolo,  con le  straordinarie  scenografie abilmente realizzate che hanno meravigliosamente rappresentato la Roma papalina (praticamente una doppia piattaforma ruotante, l’una nell’altra, che offre scorci della Roma del tempo come sfondo della storia stessa )  e gli originali costumi firmati Giulio Coltellacci, oltre al talento dei numerosi ballerini/ballerine del cast che hanno impreziosito la storia con coreografia magnifiche e particolarmente appropriate alla storia raccontata.

Ambientata nel 1830, la commedia è incentrata sulla figura dello sbruffone ma simpatico Rugantino (Michele La Ginestra), uno – detto alla romana – “che manco un giorno intero ha(i) lavorato” (cit.), avvezzo alla piccola truffa e a millantare mille e più mille conquiste femminili, da raccontare immediatamente dopo agli “amichi”, magari proprio seduti ai tavoli dell’osteria, con il vino sopra e il coltello pronto sotto (cit.). La bellezza e l’algido distacco di Rosetta (Serena Autieri) portano Rugantino a tentare la sua più difficile conquista, parallelamente mettendo la finta sorella Eusebia (Edy Angelillo) tra le braccia del vedovo Mastro Titta (in questa serata interpretato da Vincenzo Failla che ha dovuto sostituire Massimo Wertmuller, che è stato assolutamente strepitoso visto il pochissimo tempo a sua disposizione per interpretare un ruolo di massima importanza per la storia stessa).

Michele Ginestra bravissimo nelle vesti non facili di Rugantino, vista l’esperienza degli attori che lo hanno preceduto, riesce, sempre con il sorriso sulle labbra, a dare spessore ad un personaggio che incarna il popolano furbo, sfrontato , sempre con la battuta pronta, un po’ guascone con gli amici di strada, ma dal cuore buono e soprattutto innamoratissimo di Rosetta, al punto tale che per non perdere valore ai suoi occhi, arriva fino ad essere giustiziato per un crimine che non ha commesso.

Bravissimi tutti i protagonisti, a partire da Serena Autieri (che ha abbandonato la sua chioma bionda per interpretare Rosetta) che ha deliziato, come ormai da anni, il pubblico con la sua voce ma anche con le sue altissime qualità interpretative dando un’immagine diversa alla Rosetta della storia, che Serena ha interpretato sempre come una donna forte e matura, con una lingua tagliente ma anche con un fortissimo desiderio di essere amata e di innamorarsi perdutamente di un vero uomo (“Sei tu l’omo mio “) , lei che invece vive imprigionata in un matrimonio senza amore con un uomo violento e dispotico che finirà poi accoltellato e del suo omicidio sarà incolpato proprio Rugantino, sorpreso accanto al cadavere con un coltello in mano e per dimostrare agli occhi di Rosetta che l’amava, se ne prende la colpa.

Notevoli tutti gli altri attori e attrici come Edy Angelillo, bravissima nelle vesti di Eusebia, che si fa coinvolgere da Rugantino prima in una storia con un uomo molto anziano e poi conquistando Mastro Titta pur di assicurare un tetto e un pasto sia a lei che a Rugantino stesso, che si spaccia come suo fratello, pur di farla entrare nella casa di Mastro Titta, e farlo innamorare di lei,  Vincenzo Failla nelle vesti di Mastro Titta, oste romano, abbandonato dalla moglie perché’ non accetta che il marito come secondo lavoro fa il boia, e con un figlio a carico, che si diletta  a costruire piccole ghigliottine per affettare zucchine e carote, e che l’attore, chiamato a sostituire Massimo Wertmuller è riuscito ad interpretare magistralmente il personaggio con una fisicità che ha ricordato intensamente il grande Aldo Fabrizi  e qualità attoriali strepitose, soprattutto nelle ultime scene quando dimostra l’affetto infinito che provava per Rugantino sin da quando era piccolo, ricordando con infinito amore tutte le volte che lo faceva impazzire con le sue guasconerie, accettando la richiesta  dello stesso Rugantino di essere lui a giustiziarlo , giusto  perché’  “io so quanto siete bravo, e che mano leggera avete… solo voi potete farmi questo favore”, o la coppia che interpreta la coppia dei principi Paritelli, Giulio Farnese (Don Nicolo’ ) e Brunella Platania ( Donna Marta) che ben rappresentano il volto dell’aristocrazia del tempo e della vita che trascorrevano tra futilità  e scherzi orditi alle spalle della povera gente della città, senza alcuna etica o valore morale.

Il pubblico si e’ divertito tantissimo ma anche emozionato di fronte alle scene piu belle della storia, alle canzoni meravigliose che vengono proposte come “Roma non fa la stupida stasera”, “Ballata di Rugantino”, “Chiumachella de Trastevere”, “Tira a campa”, “So contento ma come so Contento” , “L’omo mio”, fino ad essere  commosso di fronte all’amore di Rosetta per Rugantino, quando si arrampica su un cancello pur di tentare di stringergli le mani in un ultimo saluto prima di essere giustiziato e di testimonargli che lui e’ e sara’ per sempre “l’omo suo”.

Lo spettacolo sara’ in scena fino  al 10 aprile ’22

 Prezzi

Poltrona euro 50,00

Galleria euro 40,00

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